lunedì 31 ottobre 2011

Tema: l'undicesimo comandamento

Non è difficile capire cosa osservi la gente negli altri, quale sia l'obiettivo principale della ricerca minuziosa: lo scandalo anche dove lo scandalo non c'è, la notizia anche dove la notizia non c’è!
Perchè alla gente piace tenersi informata, e se poi l’informazione ricevuta sia vera o falsa, poco importa, se viene raccontata, qualcosa di vero ci sarà!
E se la notizia non c’è? Beh, si può sempre inventare.
Ad inventare la gente è brava, pare fatta apposta: dal nulla tira fuori una creatività priva di limiti, capace di abbracciare storie improbabili, tendenze sessuali, perversioni e chi più ne ha più ne metta!
La gente è così, non ama mostrarsi, preferisce guardare dal buco della serratura, e quello che non riesce a vedere non importa, lo immagina!
L'immaginazione ci mette poco a trasformarsi in voce, la voce ci mette ancora meno a trasformarsi in notizia, e la notizia si sa, arriva ovunque.
Perché lo fa? Perché la vita è infarcita di cose noiose e allora, rivelando grande estro, trasforma le noiosità in rivelazioni interessanti e apprezzate.

Due persone parlano davanti ad un caffè? NOIOSO! Quei due se la fanno sottobanco, lui ha la fede al dito, guarda bene!
Due amici vanno a correre insieme? NOIOSO! Quei due sono una coppia gay, guarda come saltella quello di destra!
Un ragazzo è timido? NOIOSO! Quel ragazzo mi pare troppo riservato, ha lo sguardo glaciale, starà meditando chi uccidere oggi!

E così la gente trascorre ore e ore a guardare, osserva comportamenti, travisa apparenze, si diverte e, soprattutto, sa cosa è giusto e cosa è sbagliato. E magari intanto ti sorride, ti scruta - e perché no? - cerca nel tuo comportamento qualche elemento che possa avvalorare la maldicenza diffusa.

Gli occhi di queste persone si riconoscono subito, non stanno mai fermi. E sono occhi che ti squadrano, che ti interrogano ma che non aspettano risposte, loro le risposte le hanno già e non importa se corrispondono alla realtà o sono solo oggetto di fantasie. Sono sguardi altezzosi, viscidi, diretti. Sono gli occhi di chi non è soddisfatto della propria vita e che cerca di riscattarsi guardando, e criticando, la vita degli altri.

La gente è così, non le piace il mondo come va e ne sogna un altro, non migliore ma più piccante.


FO

mercoledì 26 ottobre 2011

Svolgimento: Come fare l' AREOSOL al gatto

Nel momento in cui il veterinario dopo averla visitata per benino sentenzia : " L'unico modo sicuro per guarirla dalla tosse è farle  l'AREOSOL", ho come  un mancamento
Mi stendo un attimo sul lettino di acciaio di fianco a Mici, ( che nello studio del  Veterinario diventa una GEISHA ) e comincio a pensare se a casa ho un paio di guanti di lavoro, o del valium …

Ora, dare una pastiglia ad un gatto  è una cosa difficilissima,  ma fargli l’AREOSOL non ha paragoni come TRONY.
Bisogna organizzarsi come per andare in guerra.
Chiudere il gatto in bagno o nell’armadio, perche’ avendo  le vibrisse molto sviluppate  capisce subito che gli sta per accadere qualcosa  ( anche io quando non faccio la ceretta ho i baffi lunghi , ma a differenza dei gatti non percepisco niente.)
Poi prendere la gabbietta e avvolgerla nella pellicola trasparente di marca elusivamente  DOMOPACK, ( per non   sbagliarvi  comprate il rotolo da 50 mt. Capirete il  xche’ solo dopo aver inserito il gatto..) lasciando libera la porticina d’entrata .
Una volta incelloffanata per benino la gabbietta , che a questo punto avra’ l’aspetto di una di quelle valigie che transitano sui tapisroulant degli aeroporti,  estraete il gatto dal bagno o dall’armadio ( operazione che richiede mezz’oretta) infilatelo velocemente con forza nella gabbietta  ( non avrete alternativa, nell’eseguire l’operazione munitevi di guanti da lavoro) , e proseguite a rivestire con il domopack anche la porticina, alla quale avrete cura di eseguire successivamente un taglio delle stesse dimensioni della mascherina dell’areosol, mentre il vostro gatto si sta gia’ occupando di squartare il resto.. ( ecco spiegato a cosa servono i 50 mt di pellicola.)
Accendere L’areosol e vaporizzare il gatto secondo quantita’…
Dopo qualche giorno avrete un gatto perfettamente guarito dalla tosse ma cosi’  incazzoso che preferira’ fare i suoi bisogni sul tappeto, la pipi’ nel lavandino della cucina  , intingere le zampe nella ciotola dell’acqua e zampettare sui mobili ,  miagolare a squarciagola  nel cuore della notte  e fare la cacca fuori dalla lettiera.

AW

martedì 25 ottobre 2011

Svolgimento : Come Steve ha cambiato le abitudini in bagno

Steve Jobs non ha solo cambiato il mondo della comunicazione ma anche le abitudini di molti maschi italiani in bagno.

Finiti i tempi in cui la tavoletta era un odioso oggetto che bisognava alzare per evitare rogne in famiglia, sono giunti  quelli in cui è diventata la migliore amica dell’ uomo, la sua fedele compagna che gli basta  sfiorare con un dito (  Grazie a Dio non con altro…)  per ottenere gli articoli sportivi di tutto il mondo mondiale.  E passare ore liete seduti sul water  incrociando le notizie della  Gazzetta dello Sport con quelle di i World Soccer
Non sono lontani i tempi in cui  il bagno era  tempio  assoluto della lettura dei quotidiani  , un  micro ” Circolo dei Lettori” presente in ogni appartamento anche nei piu’ piccoli.  Ci si appartava con la propria copia di giornale , e si stava li seduti  sulla tavoletta  fino all’ ultima pagina. Si usciva dopo molte ore con i polpastrelli e le ginocchia macchiate di inchiostro e un alone di cultura e altro.

Ora la rivoluzione attuata dal capo della  MELA”   ha cambiato le millenarie abitudini del maschio, ed è sempre piu’  normale vedere entrare uomini  in bagno  con una  tavoletta   in una mano,  e il suo caricatore  nell’altra , Eggia’ perche’ 2 ore di connessione la batteria di un I PAD non le regge..
E della carta nei bagni, in futuro  non rimarra’ che quella igienica….

AW

lunedì 24 ottobre 2011

Tema: dei traslochi, dell'amore e di altre catastrofi.


 Svolgimento
Ci risiamo. Mi dico sempre “io coi traslochi ho chiuso!”. Poi c’è sempre un non so che, una contingenza, un’urgenza, una smania di prendere tutto e cambiare casa. E vai alla fiera degli annunci con un andirivieni di trivani mansardati o no, terrazzo o giardino, balcone o finestre murate, wcd, doppi servizi, lavatrice sì o no, cucine più o meno abitabili, box auto, la bicicletta si può lasciare nell’androne. Privato o agenzie, numeri di telefono, appuntamenti agli orari più insoliti, centro storico o periferia. E poi il padrone di casa: contratto registrato o no, se registrato dichiariamo 200 € in meno. Perso nei deliri per mesi interi. 3 traslochi in un anno. Batto ogni record io. Che poi la cosa peggiore è doversi abituare al cambiamento. I rumori delle mattine. Quelli sono fondamentali. Voglio dire, se conosco una persona e voglio capire chi sia me ne accorgo da tre semplici elementi: le scarpe che indossa, la sua calligrafia, i rumori delle sue mattine. Non mi occorre nient’altro. Che io mica poi mi metto limiti. No, per niente. Libri, cd, dvd e tutte le cianfrusaglie che riesco a raccogliere per la città tra un rigattiere e l’altro. Via ad imballare il servizio di coppe Martini anni ’40, i miei calici da vino, le alzate di cristallo, le glacette di plexiglass, i quadretti di plastica souvenir stile finto-rococò anni ’70, cornici anni ’50, specchi di varie dimensioni, bottiglie e bottigliette ed una miriade di oggettini e soprammobili cattura polvere che tutti i miei amici chiamano “negghie”. Ma a me piacciono assai le mie nebbie e non riesco a disfarmene.
Stavolta però mi sono incastrato da solo: ho firmato un contratto (finalmente sono in regola!) quadriennale. Certo la cosa mi mette un po’ d’ansia ma almeno non traslocherò per un pezzo di vita. Centro storico, vicino ai mercati, quartiere multi etnico. Casetta indipendente con giardino e terrazzo. Una figata insomma. Vivo in mansarda che mi va benissimo e sembra che tutto sia regolare a parte l’altezza. Vero è, non sono un Watusso, ma posso sbattere la testa. Una fortuna per uno che la testa ce l'ha più o meno deforme, ne piglierà una, di forma intendo, o forse no. Ma va bene così, lo giuro. Il padrone di casa è simpatico e i vicini pure. Solo il sabato e la domenica mattina non sono tanto simpatici perché fanno le pulizie i miei vicini e ascoltano i cantanti neomelodici. E a me non piacciono tanto quelle canzoni anche se fanno fare bene le pulizie. Poi ci sono tre gatti randagi ai quali non ho dato ancora un nome né delle polpette avvelenate. Non è giusto. Dare un nome ai gattini randagi intendo. Ci sono lavori per adesso e il manto del vicoletto dal quale si accede alla porta di casa mia è stato tolto per scavare e sistemare la rete fognaria di una palazzina in ristrutturazione; ha piovuto e, a parte che si son sporcati i vetri che avevo pulito con cura, c’è un po’ di fango che per fortuna non è entrato in casa. Ho una taverna a due passi e la cosa mi rasserena.
Un paio di settimane addietro, ospite del programma “Che tempo che fa”, Ivano Fossati, durante l’intervista con Fabio Fazio, dichiara di voler andare in pensione. Scelta davvero saggia. Ultimamente non è che lui sia stato poi così interessante … i suoi lavori più recenti sono parecchio deludenti. Vero è che non ci sono più le grandi voci femminili e le personalità forti che hanno caratterizzato la musica leggera degli anni ’70 e ’80 in Italia, e questo avrà influito molto nel suo ultimo percorso. Sono contento per questa scelta. Credo che ci sia bisogno oggi in Italia di gente che decida di lasciare tutto perché non ha più niente da dire. In molti dovrebbero seguire quell’esempio che è sinonimo di grande saggezza.
Negli anni ’80 il nostro cantautore incise un suo brano che inserì nell’album “Le città di frontiera”. Successivamente lo affidò alla grintosa voce di una, allora, brillante Loredana Bertè. “Traslocando” appunto, e il ritornello fa:
E i miei amori uscivano dai cassetti
e dalle scatole di latta
qualcuno in macchina, altri ancora
solo in maglietta
e correvano via, giù per quelle scale via
ognuna sola e a bordo
della sua fotografia
traslocando.

Porca paletta quanta verità! Mentre mettevo la mia roba negli scatoloni vedevo i volti dei miei amori, uno per uno, e sorridevo inebetito. Mi causò, ovviamente, un ritardo preoccupante e tempi biblici di preparazione e sistemazione dei fagotti. Che poi, diciamoci la verità. Io mi innamoro troppo. Una sera mi innamorai 21 volte. Non erano infatuazioni, ne sono certo. Quei colpi di fulmine in cui in 30 secondi vedi scorrere l’intera vita insieme, dal primo appuntamento alla vecchiaia trascorsa seduti in poltrona. Qualche settimana fa ci fu un concerto in piazza Rivoluzione e raggiunsi i  miei amici. Erano appena trascorsi 10 minuti e mi ero già innamorato 15 volte. Ed è bello dire a se stessi “questa volta è diverso” o anche “è l’unica persona che io abbia mai amato in tutta la mia vita”. E scatto foto, col telefonino. Certo con questi amori io non avrò mai foto con sfondi della Tour Eiffel o del London Bridge da esibire su una cornice digitale posta su uno sparecchia tavola di una sala da pranzo, ma non importa perché io non ce l’ho una cornice digitale. E soprattutto in queste foto io non compaio mai, le scatto di nascosto ai miei amori. Quando torno a casa passo le foto dal telefonino al mio pc e le guardo, in silenzio, amando quei miei amori che ad ogni trasloco fuggono via dalle scatole di latta e dai cassetti.

Io di traslochi non ne voglio fare più e vorrei anche che questi miei amori restassero per sempre dentro al mio pc. 

VB













martedì 18 ottobre 2011

Tema: Sindone dello spogliatoio

Palestra. Allenamento. Spogliatoio. Doccia insieme.

Si parla e si scherza. Eppure ad un tratto lo sguardo comincia a scendere. Dal cervello i primi segnali di rifiuto e l'invito alla ritirata. C'è, però, una piccola parte curiosa che quasi sempre ha la meglio sul rifiuto e guida gli occhi nella discesa:

bocca
collo
(basta! Se ne accorgerà)
petto
addome
(adesso se ne accorge!)
pancia
inguine
(ecco, ci siamo quasi)
PENE!
Basta uno sguardo di qualche millisecondo per comparare il proprio organo a quello dell' interlocutore.
Inutile dirlo, dal confronto se ne esce quasi sempre sconfitti e si corre subito ai ripari decidendo di far la doccia in costume o, peggio per quelli accanto, di non farla affatto!
Si chiama sindrome dello spogliatoio, e la definizione esatta è questa:

La convinzione di avere un pene troppo piccolo, ma anche troppo grande, troppo curvo oppure con anomalie legate al glande o al prepuzio, ha un nome scientifico preciso, cioè dismorfofobia peniena.

Beh, diciamocelo allora! Non è facile convivere con questo disturbo psicologico, e per alcuni potrebbe essere un problema grave, tanto da dover essere seguiti da uno psicologo.
Molto spesso, però, il problema non è assolutamente fisico. Gli uomini affetti dalla sindrome dello spogliatoio non hanno peni inferiori alla normalità, ma ne sono solo convinti. Quindi non è tanto il confronto che fa scivolare l' autostima giù nel buco dello scarico della doccia, bensì la paura stessa di essere giudicati per le dimensioni.
Le statistiche, per fortuna, corrono in soccorso di quelli che si considerano più sfortunati che, in realtà, potranno auto-definirsi “nella media”.


                               e allora l'autostima ritorna!



Cosa diversa è la sindone da spogliatoio
La tabella si ferma a 21 cm ma esistono casi, in cui la natura si è rivelata megalomane, che finiscono per essere famosi perchè il cinema se li accaparra (Holmes e Siffredi).
Quando costoro fanno la doccia, un telo spugna di dimensioni normali non basta affatto per contenere tanta virtù, meglio una...sindone!

FO e GD

giovedì 13 ottobre 2011

Tema: il potere dell'invisibilità


Svolgimento

Cos'è che ci piace di Internet? Perchè passiamo ore e ore davanti lo schermo del nostro computer saltellando continuamente da un blog all'altro, dalla nostra bacheca di facebook a quella dei nostri amici, dall'account di posta all'iscrizione a forum, newsletter, newsgroup e chat? Io penso che sia la voglia di sapere (conoscere i minimi particolari di tutto, la ricerca di informazioni, anche quelle banali, anche di gossip). E poi c'è l'altra cosa: il potere di poter essere chiunque si voglia.
Eh già! Anche i commenti di questo blog molto spesso sono firmati da anonimi, da persone che, da dietro lo schermo di un computer, possono scrivere qualsiasi cosa, offendere o esaltare chiunque, ma soprattutto, ESSERE chiunque.
Basta fare un salto in un forum per incontrare personaggi come: bimbapazzerella, monellina84, gothic_death73, superdotato69, emo45, vegano incacchiato (eh si, anche lui!) - firmarsi con un nome diverso dal proprio ci dà un potere enorme, il potere dell'invisibilità. Chi non vorrebbe avere questo potere? Si può fare di tutto quando si è invisibili; quando si è sicuri che l'altro non ci riconoscerà si può scrivere di essere più giovani, più grandi, più magri, più belli, sembrare più volgari o vissuti... insomma, quella dell'invisibilità è un caratteristica che solletica tutti!
Tutti prima o poi, navigando su internet, ci siamo trovati a parlare con qualcuno di cui non conoscevamo praticamente nulla se non il nick. E chi ci garantisce che dall'altra parte ci sia veramente la stessa persona con cui pensiamo di dialogare?
E l'invisibilità disinibisce, libera pulsioni sessuali e porta in siti dove si può osare, uno per tutti chatroulette; lì, armati (ma non necessariamente) di cam, ci si contatta e, senza troppe parole, ci si guarda in tutta libertà di spogliarsi ed esibirsi. Sino a che l'invisibilità non reca molestia, ognuno è libero di spingersi quanto vuole, c'è sempre una X bianca in un quadratino rosso che permette di interrompere performances di varia natura. Quando la molestia giunge, subentra il trauma - e nulla garantisce che la parte traumatizzata non abbia meno di diciotto anni.
Nulla impedisce che in queste chat, adulti licenziosi vadano a caccia di minori e però, a tutti i ragazzini gli adulti hanno insegnato di non andare in certe periferie o nei quartieri malfamati o nei parchi frequentati da gente di malaffare.. chi insegna oggi agli stessi ragazzini, di evitare certe chat che al confronto il Bronx di notte è una nursery?
E però il punto è un altro: è piacevole l'invisibilità del diventare altro da sè, al di là dei facili moralismi di chi immagina il sesso casto per gli altri e sadomaso per sè.


A proposito di invisibilità molesta e del web come luogo pieno di insidie, ecco un servizio delle Iene su internet e pedofilia:
E per chi non sapesse cosa sia chatroulette, ecco un secondo servizio delle Iene

FO  e GD

domenica 9 ottobre 2011

Tema: Narrare il nostro tempo

Svolgimento
Berlusconi non è ancora andato via - è avvinghiato allo scoglio dell'immunità quanto la più tenace delle patelle -, non sappiamo chi tenterà di incollare i cocci della cristalleria dove lui ha ballonzolato da mammuth in preda alla lambada, che già si tenta di cucire un romanzo a quest'epoca. Ed è giusto: ha detto Gianfranco Rotondi, un lecchino del PDL (ex Nuova DC), che Berlusconi, seppure puttaniere, passerà alla storia come statista. Ecco: come passare alla storia. Questa è la preoccupazione di chi arriva alla fine della parabola della propria vita e Berlusconi si chiede come verrà ricordato. La più visionaria delle sue escort ne tratteggia - con registro quasi evangelico - una figura di grande carisma spirituale (guru non basta), in grado di rasserenare quanto la donna angelo che così bella e onesta pare a tutti i suoi seguaci più infervorati. Ma lui, ahimè, non è né bello né onesto.
Non rimane che raccogliere la sfida e narrare il nostro tempo, dare alla storia la giusta dimensione del fenomeno, disegnare sulla faccia di Berlusconi un paio di baffetti e due occhi storti, un po' di denaro altrui nelle tasche e una cartina geografica sotto i piedi a mo' di serpente calpestato da una madonna.
Già parecchi stanno provando a dare al ventennio berlusconiano l'equivalente di un weekend post-moderno tondelliano, i prossimi anni vedranno ogni scrittore impegnarsi nella ricerca dell'angolazione giusta da cui  inquadrare questo brutto soggetto per ottenere la più significativa delle fotografie.
Cercasi un novello Gadda.
GDPubblica post

giovedì 6 ottobre 2011

TEMA: "Io c'ho l'anzia. con la zeta però"

svolgimento:

Lo faccio? Sì ho deciso, lo faccio. Stanotte mi sputtano. No no traquilli… non parlo di politica… nel senso che… sì vabbè dai… forse è meglio utilizzare il verbo “esporre”, in forma riflessiva, prima persona singolare, presente indicativo. Mi espongo. Stasera mi espongo. Lo faccio subito senza creare nessuna suspance e lo dico di getto: IO C’HO L’ANSIA. Ecco l’ho detto. All’inizio pensavo fossi l’unico a soffrirne, di quelle fitte che ti arrivano al centro del petto e stringono, quella tachicardia improvvisa e la secchezza delle fauci, e la sudorazione fredda e violenta, e il respiro affannato e affannoso, il tremolio alle ginocchia, e le mani troppo fredde o troppo calde. Io soffro d’ansia. Ma non un’ansia normale… la mia è l’anzia, proprio con la zeta. Credo di soffrirne da sempre, anche perché non sono vittima di violenti attacchi. La mia anzia (mi si permetta la licenza) è sottile, soffusa, amorevole, dolce compagna. Insieme alla candeggina e al’Amuchina, è nella triade delle mie uniche certezze. La mia compagna mi sveglia al mattino, intorno alle 6.30 in genere, e mi ricorda che non dovrei stare inchiodato in un letto a riposare. No no, non si fa. Dolcemente mi accompagna in cucina e mi aiuta a preparare il caffè, mi ricorda dove ho lasciato il tabacco la notte precedente e mi porge filtrino e cartina. Si fuma la prima sigaretta ed io la guardo, amorevolmente. La mia anzia tiene molto alla pulizia, per cui in genere è lei che si occupa delle faccende domestiche mattutine. È davvero una brava donnina di casa. Mi ricorda anche che bisogna uscire a sbrigare commissioni: alle bollette ci pensa sempre lei, alle mail da inviare, alla spesa da fare, a chiudere il gas prima di uscire, a controllare la caldaia, a spegnere le luci e a cambiare la lettiera al gatto. Anche se il gatto non ce l’abbiamo. Io e la mia anzia. Una volta successe che uscii di casa e chiusi la porta. Rimasi come un ebete. La mia anzia mi aveva appena detto che, forse, avevo dimenticato le chiavi di casa. Apro la mia city bag e la svuoto, trovo le chiavi, apro la porta, mi fiondo dentro e le cerco disperatamente. La mia anzia è davvero simpatica. Spero un giorno la possiate conoscere. Magari invitatela a cena.

Facciamoci due conticini cinici in  questa fottutissima notte di ottobre. È che, in fondo, le cose sono io che me le cerco, c’è poco da fare. Ad agosto mi trovavo in Puglia, a casa di un amico. Arriva sua sorella (donnina esile, carnagione scura, cascata di ricci neri, occhi azzurro cielo e labbra a cuore; sempre curatissima e impeccabilmente bella) ed estrae dalla borsa il suo fedele mazzo di carte. “Vediamo cosa bolle in pentola” e mi invita a sedermi al tavolo. La mia anzia aveva già teso le orecchie. Mi invita a mescolare le carte e a passargliele alla rinfusa. Ormai era fatta. Comincia a scoprire le carte e vengono fuori una serie di cose che per privacy non riferirò. Lei, la mia maga personale e non la mia anzia, mi guarda con quegli occhi cielo di aprile ed esulta “Ce l’abbiamo fatta! Ad ottobre entrerà nella tua vita una persona molto importante che sembra essere anche facoltosa”. La mia anzia esulta più di me e vengo soggiogato alla sua felicità. Da 6 giorni sto chiuso in casa. Rendiamoci conto.
Lei, la mia compagna di vita, non si arrende. Decide di telefonare ad un’altra amica “delle camelie”. E lei sì che se ne intende! “Ciao delle Camelie! Come va?” “Tutto bene grazie! tu? Hai bisogno di qualcosa?” lei sapeva benissimo che a parlarle era la mia anzia “Ho bisogno di te. Mi hanno letto le carte ma erano napoletane. Ho bisogno di chiedere conferma ai tarocchi” “AAAAAA” grida di biasimo “queste cose non si fanno! I Tarocchi non si trattano così!” io divento minuscolo e lei continua “in realtà da un po’ di tempo i Tarocchi non si fanno leggere da me. Al massimo posso farti la mappa astrale e quella karmica” incerto le faccio “beh…sì dai…facciamole”. Tre giorni dopo arriva il responso. Non sto qui a dirvi cosa non ha potuto fare la mia anzia. Ve le posto qui, pare pare, mappa astrale e mappa karmica.
Luna in Pesci. Sole in Leone. Ascendente Capricorno.
Guardando questi elementi, il povero Pesci che è in te è completamente travolto sia dall'ascendente, che gli impone regole fisse e ambizione, e soprattutto dalla luna in leone che è, in realtà, la tua vera natura. La Luna in Leone indica un carattere piuttosto egocentrico, ambizioso e che vuole sempre fare le cose in grande e socialmente riconosciute ( aspetto che è confermato dal Giove in Cancro, che ti conferisce particolari doti sociali e socievoli). Sei riuscito a trovare un giusto compromesso fra le tue ambizioni (fomentate dal Capricorno e soprattutto dal Leone) e la tua voglia di sognare, di vedere la realtà in modo poetico ( il Sole in Pesci). E' possibile che però la Luna e l'ascendente pressino un po' troppo il povero Pesci, e addirittura pretendano da lui una condotta che, per sua natura, gli sta stretta. Da questo dovrebbe derivare il tuo essere nevrotico. Il tuo problema non deriva dall'esterno, ma dall'interno, da come tu vivi il rapporto tra le tue molteplici personalità, apparentemente inconciliabili. Quindi puoi abbandonare ogni tendenza ipocondriaca o persecutoria, perché sei tu stesso che fai tutto.
Per quanto riguarda il quadro Karmico, ovvero chi eri in passato, e cosa dovresti provare ad essere, in modo da migliorare la tua qualità della vita, il responso è questo:
Nodo Nord Vergine, Nodo Sud Pesci.
La tua vita passata e tutte le tue attuali esperienze esistenziali, tutte le tendenze del tuo carattere ( nevrosi comprese) provengono dal Nodo Sud, che sono indice di uno di questi fattori, o addirittura di più elementi combinati:
1) perseguitato per le proprie idee contro corrente che, come minimo, si è beccato il dissenso popolare; come massimo, fu bruciato vivo sulla pubblica piazza ( Giordano Bruno, rinato in qualcun'altro, potrebbe avere un nodo Sud in Pesci, ad esempio.... ma non sto dicendo che tu sia G.Bruno, tuttavia);
2) Persona che ha subito una morte violenta, causa assassinio o malattia;
3) Persona che ha inflitto una morte violenta a qualcuno o che ha visto morire violentemente qualcuno dei propri cari.
Scenari passati di questo genere, ti direbbero come mai attualmente, e magari fin da piccino, tu sei stato sempre cosi "allarmato", nervosetto, e con la paura che da un momento all'altro possa succedere qualcosa. Probabilmente una parte di te non ha rimosso del tutto il trauma subito ed in qualche modo si aspetta che questo possa ripetersi. Tuttavia questo fa parte del Nodo Sud, e dunque del tuo passato.  Il presente invece, simbolizzato dal Nodo Nord in Vergine, ti invita alla razionalità, all'introspezione, e ti chiede di importi un po' di self-control, altrimenti rischi di incamminarti verso una vita stressata. Il Nodo Nord in Vergine ti ricorda che nel farti rinascere, ti è stata data una seconda possibilità e che quindi, non avrebbe molto senso vivere di paura, e farti influenzare da tutto ciò che riguarda il tuo bagaglio karmico. In oltre, con un Nodo Nord in Vergine, ti sarebbe consigliato di fidarti un po' più della gente e di imparare a comprenderla ( non solo a sentirla empaticamente): in questo modo imparerai a rassicurarti, e ti saranno aperte tutte quelle esperienze che attualmente ti mancano, a causa del tuo egocentrismo. Ma adesso andiamo al dunque.... cosa avresti potuto combinare di tanto grave in passato? Il tuo Nodo Nord si trova in VIII casa, ciò significa che tu eri tutt'altro che un povero Giordano Bruno. Chi è rappresentato dal Nodo Nord in VIII casa, è una persona misteriosa, che non ama svelarsi completamente, e questo perché probabilmente in passato, ha dovuto vivere di trame e di inganni pur di ottenere una cosa a lui molto cara: Il Potere  In questa vita potrebbe o conservare totalmente queste tendenze, oppure, memore della bella lezioncina che gli è stata data in passato, conservare questo alone di mistero e di "futti compagno" solo nello sguardo.  Lo sguardo di chi ha questi connotati è indagatore, e tende a guardare gli altri negli occhi, quasi volesse fargli uno screaning, e questo deriva, per l'appunto, dalle necessità passate. Il fatto che tu ti sia riversato sulla carriera teatrale, potrebbe essere un tuo istintivo e naturale tentativo di fuggire da questa condizione di "subdolo ricercatore del potere", riversando nella finzione teatrale quello che in vita non intendi più essere. Ad ogni modo però, penso che tu nel tuo passato debba averla combinata davvero grossa, anche perché con una luna ed un ascendente in quelle posizioni, che in un certo senso ti chiedono anche in questa vita di affermarti, sembra quasi che tu in questa vita attuale debba imparare da un lato ad essere più comprensivo col prossimo (quel prossimo che hai tentato di fottere in passato, e che magari è stato anche la causa della tua punizione), dall'altro ti si richiede di imparare a raggiungere i tuoi obbiettivi onestamente (il Leone tende ad essere sempre nobile e onesto nel proprio lavoro), senza tentare di fare del male agli altri. Ed ecco ancora una volta spiegato come mai tu abbia scelto il teatro.
 Morale della favola: una parte del cammino forse l'hai bello e superato, però hai ancora da affrontare la parte più difficile, ovvero la nevrosi e la paura di te stesso. 

 Vi prego, togliete dalle vostre facce quell'aria di commiserazione. Con questa mappa karmica anche voi avreste il vostro da fare piuttosto che starmi a leggere.

Vi saluta la mia anzia, che è qui, accanto a me.
VB







mercoledì 5 ottobre 2011

Tema: la serendipità

Serendipità è la sensazione di quando trovi qualcosa di imprevisto cercando altro.
Come disse Julius Comroe Jr.: "La serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino."

Per fare degli esempi di vita vissuta, la serendipità è scoprire che si possono ottenere delle t-shirt nuove stendendole al sole di Agosto per quattro giorni (diventano bi-color: metà stinte e metà no)

Serendipità è cucinare i gamberi agli agrumi e scoprire che sono ottimi anche con il succo di frutta ACE caduto dentro la pentola inavvertitamente.

Anche accorgersi che la camicia di retina svanisce in una pallina sotto il potente calore del ferro da stiro potrebbe ricondursi alla serendipità.

Oppure riuscire a ricreare il sapore del Mar Morto grazie al merluzzo alla vicentina perchè "figurati se deve davvero stare in ammollo nell'acqua per tante ore! Sciacquatina e via!"

Serendipità non è sinonimo di cattiva massaia.
LG

martedì 4 ottobre 2011

Tema: Scrivi dei pensierini sulla Minetti che canta a Porticello

Svolgimento:

  1. La Minetti non vedeva l'ora di cantare sul palco di Porticello
  2. La Minetti cantava su basi musicali ma era convinta di avere dei musicisti alle spalle
  3. La Minetti si è complimentata del trucco e parrucco di Giusy, senza essersi mai guardata allo specchio
  4. La Minetti non si è offesa quando ce ne siamo andati perchè tanto non ci ha visti
  5. La Minetti, non potendo aprire gli occhi, sgranava la bocca
  6. La Minetti sembrava un cane alla corda...non si allontanava di un palmo dall'asta del microfono
  7. La Minetti non ballava per evitare di cadere sul pubblico
  8. Se la Minetti si lancia sul pubblico, non lo fa volontariamente!
  9. Davanti la Minetti c'era un portatile a mò di gobbo ma era spento!
  10. Se la Minetti si fosse truccata da sola, si sarebbe sbattuta il rossetto su un occhio!
  11. Il comitato per la festa l'ha pagata con i soldi falsi e lei non se n'è accorta!
  12. La Minetti non è sguaiata...è che non sa a che distanza si trova il pubblico!



Cara signora Minetti, se sta leggendo o, meglio, se le stanno leggendo questo post, ci perdoni! Siamo solo degli svogliati che hanno voglia di scherzare. Le giuriamo che siamo dei bravi ragazzi, e per dimostrarglielo le mandiamo in allegato una nostra fot....oh cazz! Vabbè Annalisa, ci vediamo il prox anno!

GD e FO