Svolgimento:
Io non parlo, disegno, ho imparato presto a disegnare, dalle astine alle api il passo è stato breve. Mi piace disegnare con la matita o la biro, e poi non cancello mai, ci ridisegno sopra, così le mie parole disegnate si stratificano, i concetti si accavallano e danno forma a concetti sempre più aggrovigliati, indipendenti dal discorso di partenza, ma non mi interessa, tanto non devo spiegarlo a nessuno.
Disegno così volentieri che non ho mai smesso, da quando ho imparato a farlo, tutti mi chiedevano qualcosa e io la disegnavo, mi dicevano Chiama papà, chiama mamma, e io li disegnavo, poi mi chiedevano cosa volevo mangiare per cena e io disegnavo salsiccia e puré di patate. Il puré era il colore bianco della carta, e io rappresentavo una nuvoletta sul foglio bianco, si capiva subito che era puré, la salsiccia invece era più facile.
Mio padre e mia madre mi portarono dai dottori, i dottori mi chiesero Come ti senti, bambino? Io disegnai un mal di pancia, poi un’anatra con i suoi anatroccoli in fila dietro, poi aggiunsi del granturco per sfamare lei e la sua famiglia, e l’acqua, in una vaschetta, per farli giocare in allegria, quando il foglio fu tutto pieno di disegni, mi fermai.
Ero un bambino allegro, anche se non parlavo, tranne che con i disegni, se le storie mi piacevano, disegnavo risate a crepapelle e me che mi trattenevo la pancia per il troppo ridere.
Ebbero la conferma che non avrei mai pronunciato parole quel giorno che, dentro il passato di verdura della refezione scolastica, ci trovai un ciottolo tondo tondo. Per spiegare la cosa all’assistente della mensa, disegnai un bel cerchio che era il piatto, poi dentro il cerchio, un altro cerchio più piccolo che era il ciottolo. Il maestro diede la sua interpretazione, un piatto di passato, una patata, e capì subito, Questo bambino vuole il puré, disse, e mi diedero il puré.
Fu così che mi persuasi della necessità di disegnare con maggiore precisione, i piatti uguali ai piatti, i ciottoli uguali ai ciottoli, le patate uguali alle patate, sempre più precisi, fino alla perfezione. Adesso, ogni cosa che disegno è così perfettamente rappresentata, nel minimo dettaglio, che tutti appena la vedono dicono È così perfetta che parla!.
Ho scoperto che è inutile fare doppia fatica, visto che i disegni parlano e si descrivono e raccontano delle storie, è meglio che io stia zitto e faccia parlare loro al posto mio. Sono sicuro che sanno spiegarsi meglio di me.
Raimondo Quagliana
Autore segnalato alla XXVI edizione del Premio Calvino
E meno male che scrivi stronzate :)
RispondiEliminaun gioiellino vero...:)
Scrive cosi' tante stronzate che poi viene segnalato al Premio Calvino! Raimoticon e' troppo modesto , dovrebbe tirarsela di piu'!
RispondiEliminaGrande Raimondo!!!!
RispondiEliminaIo vi ringrazio tutti, ma è una strategia che porto avanti ormai da anni. Se non me la tiro troppo, chi mi legge pensa che scrivo stronzate, ma siccome sono modesto, mi dirà che non sono poi delle stronzate, e così posso tirarmela un po' di più, e invece magari sono davvero stronzate, beh mi sono ingarbugliato. Era meglio se lo disegnavo. (emoticon disegnato)
RispondiEliminaPer quel che ho saputo dalla Lepri tu sei perfino un recidivo del premio Calvino, pluri-segnalato, dunque!!! Di che parliamo allora?
RispondiEliminaSei favoloso Raimondo!!! Per mia fortuna (a parte quelche racconto tipo quello del tizio che cadeva giù) mi pare di non essere mai stata troppo "cattiva" con te, vero? Caso mai ricordamelo che mi mordo le dita e prima di criticare altro ci penserò tre volte. AhAhAh!!!! Il racconto è assolutamente perfetto (Calvino a parte)
Cara Jole, puoi pure a criticare quando lo ritieni, non è che sono qui per cercare dei consensi, anzi ogni tanto una voce di dissenso può essere molto utile.
RispondiEliminaDetto questo, spero che nessuno abbia delle critiche, perché se sono qui è sopratutto per cercare dei consensi.
Grazie ciao. (emoticon @@@)
Sentirsi diversi e riuscire ad annullare la propria difficoltà. Una bella favola. Raimondo tiratela...quando ce vole ce vole!
RispondiEliminaRaimondo, leggendo questo racconto ho subito pensato a un bambino autistico (ecco, adesso Meis mi criticherà) molto intelligente, che trova un modo per comunicare perfetto per lui .
RispondiEliminaUna favola per ricordarci che, per fortuna, non siamo tutti uguali (io sono negata per il disegno, ad esempio).
Bravo Raimondo, il premio Calvino te lo meriti davvero..
Grazie, io non lo so se il bambino protagonista ha delle difficoltà di comunicazione, so di sicuro che ama più disegnare che parlare.
EliminaE poi mi state sopravvalutando, beh in effetti sono bravissimo sia a scrivere che a disegnare, disegno dei cerchi perfetti con un solo dito, stando fermo su una gamba, mentre scrivo i miei pezzi per il blog.
Basta così, me la sono tirata abbastanza?
ciao (emoticon @@@)
Ogni volta si dovrebbe commentare il pezzo e poi commentare i commenti perchè anche quelli sono divertenti.
RispondiEliminaGrande, RAI!