Svolgimento
Cercavo dentro i cassetti dell’enorme scrivania, tra i libri della polverosa e strafogata libreria, tra le “veterane” carte nel “vecchio” studio di mio padre col mobilio in mogano scuro, un atto di un “vetusto” immobile, quando mi ritrovai tra le mani una carpetta logora dentro cui vi erano fogli di diversa consistenza, di differente misura e ingialliti dal tempo; qualche foglio macchiato forse da gocce di sangue o di ruggine; altri sbiaditi, poco leggibili.
Incuriosito incominciai a sfogliarli.
Capii dalla numerazione dei giorni che avrei dovuto seguire un certo ordine.
La scrittura sembrava della stessa mano: talvolta fitta, altre volte più distesa, altre ancora, presentava un tratto nervoso.
Chi scriveva era una ragazza, mentre i giorni sembravano numerati da qualcun’altro.
Ad un tratto persi interesse per l’atto e cominciai a cercare ulteriore materiale tra quei fogli.
Trovai documenti, appunti vari tracciati da mio padre.
Provai una stranissima sensazione.
In un pezzo di carta c’era annotato: “Giorno 24 giugno 1944 muore Sarah Tamar all’età di trentatre anni, nel campo di sterminio di Mauthausen”.
Su un’altra striscia di carta, scritta con del sangue, vi era vergata questa epigrafe “Ricordatevi di me con riso e gioia. Se di me ricorderete con pianto e lacrime, allora non ricordatevi affatto”.
Sarah Tamar, questo nome non mi diceva nulla.
Cercai ancora fra le carte: capii subito che i numeri dei giorni erano stati compilati da mio padre.
In un appunto era sottolineato che gran parte degli scritti di Sarah Tamar era andato perduto e lui aveva messo insieme ciò che ne era rimasto, tentando di tenere il conto cronologico degli eventi in cui ella aveva scritto.
Spulciai ancora un poco e trovai delle lettere.
Queste però erano di un periodo anteriore alla tragedia, sembrava certa corrispondenza tra Sarah Tamar e un tale Leone.
Che fosse lo stesso Leone detto “l’ateo”, medico, amico di mio padre, che scelse da sé il confino in Aspromonte dopo la morte di Matteotti?
Dalle notizie tracciate nelle lettere sembrerebbe proprio di si …