mercoledì 1 maggio 2013

Tema: Undercover di Roberto Riccardi edizioni e/o

Sezione: Gli amici della Maestra
Svolgimento




1.

Calabria, 1985

La lattina di birra rotola veloce lungo la strada scoscesa. Il suo fragore fa voltare le vecchie sulle seggiole, davanti agli usci delle case. Sono l’anima del paese queste donne dai volti scavati, tutte uguali nei loro fazzoletti neri, nelle vesti lunghe fino ai piedi, affacciate sul mondo come se lo guardassero  dal ponte di una nave, come se non fossero mare anche loro. Quegli occhi scuri hanno visto tutto, ma di fronte a una domanda si voltano altrove, e se lo trovi strano vuol dire che sei un forestiero, la gente del posto sa bene come vanno le cose sotto la barba dell’Aspromonte.  
I due bambini rincorrono l’improvvisato pallone sino a perdere il fiato, gli sguardi ebbri di vita che spera. La lattina arranca, ha incontrato una pendenza, poi un piede la blocca. La figura possente nasconde il cielo, è l’apparizione di un dio. Nino non ha bisogno di alzare gli occhi: riconosce l’uomo dalle scarpe, che pulisce ogni sera prima di coricarsi.
«Papà!».
La figura si china e gli parla sottovoce, con un tono di lama affilata.
«Quante volte ti dissi di non giocare coi figli degli sbirri?».
Il bambino vorrebbe piangere, invece si gira verso l’amico con un’aria corrucciata.
«Rocco, devo andare a casa».
L’altro, fermo a venti passi, accenna un saluto. Forse ha capito e forse no. Non sa ancora tante cose, alla vita bisogna dare il tempo d’insegnare.
  

2.

Velletri, 1999

«Avanti, entrate!».
Il comando del brigadiere tuona più forte delle auto in transito sulla strada e del cicaleccio dei familiari accalcati all’ingresso. Chi fremeva aspettando quel momento s’infila subito all’interno, altri li imitano con più o meno voglia. Per ultimo resta un tipo magro con la faccia da bambino, a cui daresti quindici anni se non sapessi che ha almeno l’età per arruolarsi. Non vuole lasciare la ragazza. Alla fine si decide, stacca la mano un po’ alla volta, con le dita che si sfiorano i due innamorati sembrano Dio e Adamo nella Creazione di Michelangelo.   
«Mi raccomando, chiama oggi stesso!» una voce di madre.
Spariscono oltre il portone, che scricchiola e si richiude pesantemente alle loro spalle, con un boato sordo che li stacca dagli affetti e dal passato. Davanti a loro c’è un grande cortile, nel mezzo un giovane dall’aria dura che li osserva, in attesa. Il caldo è forte, ma lui se ne sta impalato sotto il sole, tutt’uno con il suo berretto intonato alla divisa, una macchia scura nella piazza d’armi accesa di luce.
Con un gesto imperioso chiama a sé il brigadiere, che si mette in testa alla fila e procede. Le reclute lo seguono, gli zaini a tracolla e il peso più grande nel cuore: i dubbi, le paure. Tutti guardano il giovane al centro del cortile, che con la posa marziale e l’espressione indecifrabile sembra proprio il destino. 
«È un ufficiale» attacca il solito ben informato.
«Un tenente» gli fa eco uno che ha già visto quei gradi.
Avanzano. Lo fa anche il tempo, cinque minuti e sono già stati inquadrati: messi in fila dal più basso al più alto, su una riga immaginaria che devono rispettare come se ci fosse davvero.
«Vergognatevi, l’allineamento è una schifezza!» il brigadiere urla, non ne avrebbe voglia ma lo fa, il tenente è dietro le sue spalle per osservare e giudicare.  «De Cello, non vedi che sei un metro più avanti della riga?».
Il ragazzo nominato fa un passo indietro. L’effetto non migliora, ora sporge dall’altra parte. Non sta sbagliando nulla, è solo grasso, per quello occupa più spazio degli altri.
Anche il brigadiere se ne accorge. «A te penso io» lo minaccia, se lo vede già in tuta a fare giri di campo sotto il sole. 
«Liguori, non sei coperto! Mettiti a posto!».
La copertura: vuol dire farsi nascondere completamente dal collega che ti è davanti, solo così la fila è perfetta. 
Finalmente il caposquadra è soddisfatto, la massa informe comincia a somigliare a un reparto militare. Il tenente si avvicina, passa in rassegna la formazione guardando ogni allievo negli occhi come se lo volesse fulminare.
«Benvenuti alla Scuola marescialli!» esclama poi a sorpresa. «Per essere qui avete superato un concorso, dovete esserne fieri. Ma non illudetevi, la vera selezione comincia adesso».
Il seguito è un lungo copione di promesse buone e cattive. Saranno tutte mantenute.     


Dedica dell'autore:

"Se tutta la colpa della Maestra - e dei suoi allievi - è stimolare la mente con i temi interessanti che ho letto in questo blog… evviva i colpevoli! Continuate così, chi più scrive meglio scrive. E da oggi, sappiatelo, avete un lettore in più " 

Roberto Riccardi



17 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  2. Roberto Riccardi è Colonnello dell'Arma e direttore della rivista il Carabiniere. Scrittore pluripremiato e in continua ascesa, ha pubblicato con Giuntina, Mondadori e altre case editrici. Questo romanzo, appena pubblicato e già esaurito, è in ristampa e sarà disponibile al Salone del Libro. L'autore ha promesso autografi speciali per la Maestra e i suoi ragazzi. Lo ringraziamo per essere con noi oggi e domani.

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  3. Onestamente non conoscevo questo autore ed il primo grazie va alla Maestra che riesce a "mostrarci" ciò che da soli difficilmente riusciremmo a trovare.
    Il tratto di questa scrittura è così pulito, chiaro, che si ha subito l'impressione di guardare un film ( e dunque non ci si può perdere il seguito.)Con le sue immagine seduce alle primissime battute tirando in ballo tutto un mondo senza la pesantezza delle minuzie. Un grosso in bocca al lupo al Signor Riccardi e grazie infinite per le parole riservate al nostro bloog

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  4. Non conoscevo l'autore ma l'incipit del suo libro mi è piaciuto molto e mi ha incuriosito, lo leggerò presto .
    Ringrazio per le sue parole riguardanti questo blog, parole che condivido in pieno .

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  5. Sono io che ringrazio voi, che in questo difficile tempo trovate sempre la voglia di appassionarvi a una storia di fantasia.

    La mia avventura letteraria continua, la casa editrice è contenta e mi ha chiesto un nuovo libro. Ovviamente mi fa piacere, come si dice: "finché vinco gioco"! :-)

    Un grazie anche alla Maestra che ci ha fatti incontrare. Se rinasco faccio la Maestra... :-)

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  6. Bentrovato Roberto e grazie della tua presenza :) titolo e incipit molto interessanti...proprio da leggere
    Meis

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  7. Un Incipit da leccarsi i baffi, e poi a me le storie che inizano con le donne anziane sullì'uscio e il fazzoletto nero mi piacciono da matti. Mi ha mooolto incuriosito sisisisi!
    E diciamocelo, anche la copertina è azzeccata: il Verde è il colore del momento .

    Senta gia' che ci siamo ho bisogno di una cortesia : arresterebbe le 2 Maestre Vegane? Ogni volta che mangio il gorgonzola e penso a loro mi sento in colpa..se Lei non li arresta io sappia che uso il gas delle Superga per farli fuori !



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  8. Acci, la faccenda qui denunciata è davvero molto grave! Con delle Vegane in giro bisogna tosto intervenire. Potrebbe essere contagioso ed è un rischio che non possiamo correre. E chi lo dice, lo sappia Anna Wood, è persona amante della buona tavola e del buon vino, che mantiene il proprio peso solo grazie a una divorante... cattiveria! :-)

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    1. Roberto, se vieni a Torino li arrestiamo al Salone del Libro sotto la M di Maestra :)
      Per il peso ..dovrei essre ancora piu' cattiva ...sigh

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  9. La descrizione dei luoghi assolati del sud fa sempre un certo effetto... grazie Roberto (e Roberta pure) per l'assaggio di questo romanzo che fa venire voglia di mangiare il resto.
    W la Maestra!
    GD

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  10. Benvenuto Roberto e complimenti per la tua avventura letteraria che mi riempie di sana invidia. L'incipit in Calabria è molto cinematografico. A leggerti presto. (emoticon colpevole)

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    1. Verooo non c0'avevo pensato Mi sono immaginata tutto il film! sotto un sole cocente che i colori sbiadisce

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  11. Bando all'invidia, Raimondo. Piuttosto scrivi! :-)
    E a presto, fra queste righe o altre pagine! :-)

    Il sud, caro Anonimo, è una condizione che ho nell'anima. Grazie a te

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    1. Scusa per l'anonimo, sono Giorgio (una delle maestre vegane), anche io del sud. Quando uno scrittore del nord inizia un romanzo c'è sempre un fazzoletto di cielo plumbeo tra palazzoni asfissianti..un romanzo meridionale parte subito con un personaggio-metafora di una asfissia da scirocco.
      A Torino?
      GD

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  12. Ciao Roberto benvenuto. Mi piace molto l'incipit, ma anche il secondo versetto: Velletri e l'inizio dell'addestramento. Parla di un seguito a tutti i costi da conoscere.
    A Torino sappiamo dove trovarti e dove trovare il tuo libro.
    Concordo con Giorgio, maestra vegana da arrestare perchè non beve Aperol, il vento di scirocco ci è arrivato, avvolti nella fiamma asfissiante e soffocante, ma il pugno al centro delle stomaco è quel piede. Quello ci rode più dello scirocco, aggroviglia le budelle di rabbia, ci esplode in aria con urla di dolore: ci fa guardare allo specchio e vergognare.

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  13. Argh, Roberto, innanzitutto complimenti, mi hai trascinato in quei luoghi e l'hai fatto talmente bene che quando ho finito il secondo pezzo ci sono rimasto male, complimentoni veramente e, soprattutto, BENVENUTO in classe!

    Spero di rileggerti

    Ciao!

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  14. Eccomi qua. Devo ammettere che siete un gruppo veramente presente, intervenite compatti! Sarete presto a Torino, bene. Credo che ci sarò anch'io, spero di non avere problemi.

    Intanto buona giornata

    p.s. Undercover di pugni allo stomaco ne riserva parecchi. Ed entro 7 giorni devo consegnare il fratellino, per l'uscita in settembre... :-)

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