In tempi in cui guardi i tg e i giornalisti sembrano quasi imbarazzati nel dover snocciolare tutte quelle cifre, quelle formule astruse, quei calcoli e ricalcoli, tutti a dire in soldoni – si si, proprio “in soldoni” - che siamo nella merda, e che il futuro prossimo è buio, in tempi così risicati e austerizzati, in tempi di Crisi così evidente, pronunciata e rimbalzata dai mass media alle bocche dei vecchietti sul bus, in tempi così simpatici e caratteristici – sapori forti, gente, nessuna raffinatezza! – l’ossessione dei soldi e delle comodità e della vita materiale e del tenore di vita e della scala sociale diventa sempre più grande. Sempre più preoccupante.
Ossessione.
Soldi ce n’è sempre meno e quindi i soldi diventano sempre più importanti. Sempre meno mezzo e sempre più fine. Denaro e progetti di vita basati sul denaro, casa macchina farsi una famiglia, la sicurezza economica. Non dover pensare più ai soldi. Più certe cose diventano lontane e disperate più le si sogna e più diventano valori in sé, Valori e basta.
Fiati acidi e aliti cattivi, tutti a dire quanto è aumentato questo e quello, e arrivare a fine mese, e mio figlio è disoccupato, e maledetti porci ladri e assassini, e ci prendono i soldi dalle tasche, e governo ladro e vampiri. Sempre più sudditi impotenti, nel fondo della testa, di un potere assoluto che più critichi e più diventa assoluto. Un potere globale, figlio dello zio Sam, del sogno americano. L’Occidente.
La cosa bella è che ormai la lamentela è argomento di conversazione più delle condizioni atmosferiche. Nel compiacersi disperato si mescolano tutti i fiati e aliti cattivi di gente sempre più alienata, ossessionata, disumanizzata.
Ci vorrebbero le palle di mettere un po’ di cose in discussione, in realtà.
Una situazione come questa potrebbe essere una Grande Occasione per scrollarsi di dosso un po’ di orpelli e decorazioni inutili, collane e pendagli di cattivo gusto, artefatte code di pavone.
Una situazione che a livello economico-sociale è così incerta e precaria – e che rischia di trasformare l’Essere Umano in un essere incerto e precario – potrebbe dare la forza di riuscire a reinventare il mondo, renventarsi come esseri umani.
Potrebbe alimentare, sviluppare, creare una nuova Creatività, che finalmente potrebbe trasformare le cosiddette batoste della vita, i cosiddetti fallimenti, in materia viva e pulsante. Materiale da cui si possono forgiare nuove forme.
La Vita! La Vita che continua a scorrere al di là delle forme e dei puntelli e dei limiti e dei paletti, dei progetti e delle aspettative e delle convenzioni. La Vita che però può finire strozzata, smorzata, se si carica di importanza eccessiva una di queste forme, puntelli, limiti, paletti, progetti, aspettative.
Niente ha più importanza della Vita Che Scorre. Nessuno ha il diritto di trasformare i sassolini che incontra nel suo cammino, fosse pure gli scogli o le rocce enormi, in una diga – artificiale! – che blocca il suo flusso.
Mettendo in discussione tutte le proprie comodità, tenori di vita, gadgets e optional – riuscendo a divenire davvero consapevoli che tutto questo è a rischio – si potrebbe accarezzare la salvezza umana della scarnificazione, della nudità.
E cioè affidarsi in ciò che è più forte, meno a rischio. La scarnificazione, fino a trovare la nudità. Di sè stessi e degli altri. Esseri umani. Nudi, tutti nudi.
Tutto ciò che è a rischio potrebbe diventare finalmente non necessario. Lo sguardo si aprirebbe, il mondo sarebbe pieno di luce. La vita sarebbe Arte, e l’Arte rinascerebbe. Fuori dal denaro e dentro la nudità.
Nino Fricano
Scorrevole come sempre, verità che ci porgi a suon di mitraglia, raffiche di dolore per una società che non vuol capire. Penso si debba ricominciare davvero, a partire da noi stessi nudi e crudi!
RispondiEliminaBravissimo Fricano
Mi è piaciuta assai assai l'immagine della vita che scorre e che viene impedita da una diga artificiale: è azzeccata,rende davvero ed è di quelle che ti rimane nella memoria sino a trovarne una più efficace.
RispondiEliminaGD
D'accordo sull'idea di liberarsi dalla servitù del superfluo e (cercare di) trasformare una serie di batoste in potenziale materia di ricostruzione.
RispondiEliminaSpogliarsi degli orpelli e dei gadgets, dopo avere riempito la nostra vita di roba inutile, sono d'accordo anche su questo, tutti ne abbiamo, chi più chi meno. (emoticon tuttonudo)
Ma almeno posso tenere gli slip di calvinklein?
Azz, ho letto questo pezzo che ha un ritmo martellante, e forse è proprio questo il pregio: sebbene sia un pezzo forte che ti arriva a scarica di pugni, non ti perdi neanche in una virgola.
EliminaBravò!
@RQ: per favore, tienili, altimenti chiamo la maestra!
Grazie Federico, hai individuato un pregio ma secondo me anche un difetto.
EliminaIl problema è che il "ritmo martellante" spesso diventa - nelle altre cose che scrivo - "andatura a macchinetta", e il rischio è di sembrare troppo meccanici e artificiali.
Per questo mi viene difficile cimentarmi con la narrativa, e mi chiedo se ne valga la pena: perchè sparo forte e volo alto, e non so reggere il ritmo di un qualcosa di più ampio respiro. Il mio respiro è sempre troppo corto, e funziono solo nelle micro-distanze.