Nell'anno di grazia 1200 alla corte di Federico II e di sua madre Costanza d'Altavilla, giunse notizia che in una regione del loro vasto impero, un giovane di notevole talento cresceva in bravura e intelletto. La fama del giovane era dovuta non solo alla sua abilità di scolpire Madonne con mantelli dipinti di stelle, ma di suonare anche un piccolo strumento di ferro. La forma di questo strano oggetto era davvero singolare: una piccola sagoma come di viola, slargata ai fianchi, si stringeva poi in centro come sul corpetto di una donna, per poi riallargarsi come un seno. Ferro e vuoto al centro, stava tutto in una mano, correva al suo interno di una barra appiattita e sottile che azionata con una delle mani, portandosi alla bocca il ferro e soffiandoci attraverso, produceva un suono simile ad un going. Meno cupo e profondo. Anzi giocoso e medio basso
Going, going, going... Insomma non era da tutti saper suonare un siffatto strumento.
Le dame in damaschi e trecce sontuose, annodate a tutti i lati del capo, lo guardarono dall'alto dei veli e organze, soppesarono i muscoli e l'eloquio, i ricci e quanto ballassero mentre saltellava. Si perchè era preso da uno strano difetto: appena apriva bocca ballava e appena ballava tutto saltava: ricci, e quanta ogni altra cosa fluttuasse: la borsa appesa alla cintura, e le poche monete che conteneva, un grosso catenaccio con annesse chiavi e -Signore abbiate pietà- anche le borse appese all'estremità del suo medesimo corpo. La cosa non era per niente fastidiosa se nonchè anche quando suonava lo strano strumento ballava, e anche quando scolpiva ballava. Cosicchè le sue opere avevano, per mirabilante maestria dell'artista, forme assai difformi e strane, come colpite da un tremito, una folgore: strani uccelli con due teste, o rane con appendici fumanti, pennacchi quasi, sfuggiti al tremito e al balletto. Anche il goingoing ballato aveva uno strano effetto: rendeva innocui gli adirati e in tremito i soporosi.
Era ormai opinione comune che gli effetti di siffatto balletto non finissero solo dentro un marmo di Carrara ben scolpito, ma che in qualche modo tutta la vita del giovane scultore ne fosse pervasa. Pertanto Dame curiose e maliziose brigavano con le ancelle nel carpire tanti più segreti potessero e prima di ogni altra: indiscrezioni, spiate, sotterfugi.
Ma tutte restarono deluse: il giovane non teneva governante, e nessuno frequentava la sua casa. Anzi era solito vivere per osterie e piazze e dunque di indiscrezioni poche o nessuna.
A corte si sparse voce che per conoscere le intime qualità del giovane era d'uopo provarlo prima o poi.
- Sua Eccellenza, sintiu? Le fimmine stanno tutte abbruciannu per le qualità sopraffine del giovane chi balla. - Il vescovo e anche il cardinale furono intanto informati delle particolarità di cui si pregiava siffatto giovane e lo invitarono nei loro palazzi per curiosità e calcolo.
Non mi è possibile provare di persona il giovane, si diceva il vescovo. Che figura ci farei?
Devo trovare modo di farlo cadere in tentazione presso qualche serva o … animale. Ma tale pensiero era di ogni fimmina a corte.
Riteneva scandaloso al tempo stesso, da uomo di Dio, e turpe, questo dilagare negli animi e negli occhi delle femmine di curiosità e lussuria. Lussuria sfacciata e ostentata da dipingere il volto di rosso belletto, negli occhi il peccato e nella voce chiare allusioni. E di peccato emanavano le carni e i volti, da sentirne l'odore e restarne inebriati.
La più bella delle dame, Gertrude, curiosa e furba più delle altre, decise di azzardare in fretta e prima che altri lo pensassero, la conoscenza di tale effetto. Si travestì da uomo e nascose la bellissima treccia sotto al cappellaccio, si buttò sulle spalle un mantello da pastore e si nascose tra la folla che affollava lo spiazzo a palazzo. Lo seguì finchè nessuno potesse vederli, lo affiancò e guardandolo negli occhi gli disse: - Giovane avete un bell'aspetto e anche un passo che sembra un balletto. Siate il benvenuto stasera al palazzo del Re. Egli dà una festa in vostro onore. E così vi invita. Io ne sono il messo.-
Quella sera appena giunto a palazzo, lo accolsero le ancelle e lo condussero presso la stanza di Gertrude.
- Il canto io tengo, e pure il ballo, faciti nesciri i musici, che una serata così mai fu allegrata!!-
- Giovane venite, unitevi a me nel canto, mai udiste suono più ammaliante!
Il giovane artista tirò fuori il going e cominciò a suonarlo. Going, Going, going. E intanto ballava, intorno alla dama dalla bella treccia. L'afferrò saldamente e trascinò Gertrude dietro al baldacchino e lestamente le ballò dentro ogni piega ch'ella nascondeva. Così, e così.
Ma il ballo che non dava tregua alla carne: ai piedi se toccavano terra per la parola pronunciata o per suoni vaganti, si spegneva quando la musica taceva e la parola si affievoliva, così che gli effetti strabilianti di tale balletto divenivano nulli e assenti.
La qualità della prestazione non fu eccellente: la treccia della bella Gertrude non prese forme bizzarre, né il suo naso divenne torto da dritto.
Il giovane invece, preso da fiacchezza infinita, non riuscì a soffiare oltre dentro al going e si addormentò stecchito, perduto nel grembo dell' insaziabile Gertrude.
CLA
sono giorgio, ho ripubblicato il post di clotilde che, per colpa di non so cosa - una variabile spuria? -, non faceva funzionare il blog.
RispondiEliminac'erano alcuni commenti, uno di meis, uno di roberta... ho lasciato il vecchio post in bozze..
al di là di questo, mi il post è bello assai assai.
GD
Blogspot sta dando i numeri ...
EliminaBedllo CLA! i miei piu' personali gianduiotti!
Grazie wood e grazie Giorgio. A chiarimento per tutti: non avevo pubblicato alcuna foto allegata la post. Non so chi ha messo la foto che impediva il funzionameto. Mi scuso anche con tutti se non sono stata presente in questo momento di pubblicazione del post. sono stata ...tratenuta in altri, non altrettanto piacevoli impegni. E ho mancato alle repliche a questi commenti così gratificani. Dunque grazie amici, e grazie per i gianduiotti...Buoni!
EliminaIo lo trovo bello, particolare, con la possibilità di diverse chiavi di lettura. Lo scaccia pensieri, i pensieri li fa venire: e che pensieri! Mi ricorda certe novelle licenziose del Boccaccio. Brava Cla!
RispondiEliminaRoberta Lepri
Grazie Roberta...mi rendi felice: un giudizio da siffatta fonte è "troppo bello"
EliminaL'accostamento al Boccaccio è eccessivo, ma scrivendolo, l'ho fatto anch'io.
Grazie!
complimenti parole posate ed adeguate al contesto rendono l'atmosferara tuttalpiù mi rende perplessa l'uso dello strumento going come strumento a fiato e non verbo essere.
RispondiEliminaid
Il going non è il gong. Going, going, metallico e ferroso, pensalo così e vedi che lo strumento è lo schiacciapensieri. Il maranzano siculo a sottolineare atmosfere limite e assurde dell'isola.
EliminaQui è un espediente e una dote spiritosa suonarlo...E tante chiavi di lettura, tutte risibili, come dice Roberta.
amo le atmosfere storiche e concordo con RL...brava :)
RispondiEliminaMeis
Grazie Meis, trovo il tuo commento a dir poco stupendo!!!
Eliminala lussuria è sempre un intrigante elemento di racconto.
RispondiEliminallg
Anche se non era l'obiettivo del post?
EliminaSi attira sempre, ma si è composto tutto da solo senza che potessi cambiare il tono del racconto.
Solo l'idea iniziale voleva descrivere un giovane a corte con particolari doti, poi si è composto da solo, come avviene sempre del resto...
Grazie Lucia