lunedì 3 dicembre 2012

Tema: Distributori automatici

Svolgimento

Ho letto da qualche parte che un tempo, prima dell’avvento dei computer, dentro tutte le macchinette automatiche c’era un piccolo spazio vuoto, e in questo spazio, tipo una cabina, c’era sempre un omino che manovrava i comandi per farle funzionare. Era una prassi comune, per gli uomini e le donne piccoli di statura, con le membra abbastanza minute, più raramente anche i bambini. Essi venivano ingaggiati dalle società che producevano, che so, distributori automatici per merendine, e stavano per tutto il giorno lì dentro le macchine distributrici, a distribuire merendine agli studenti. Nessuno li vedeva, a causa di una parete specchiata, ma tutti sapevano che la carta moneta era ritirata da un omino, che poi faceva ruzzolare la merendina lungo il tubo di plastica e alla fine, dopo aver contato bene, ti dava il resto. Anche dentro gli apparecchi televisivi, per il cambio del canale o la regolazione del volume e del colore, i nani trovavano impiego sicuro e duraturo, oppure all’interno dei robot da cucina, per tagliare gli ortaggi in fettine tutte dello stesso spessore, o le patatine a bastoncini perfetti.
Una miriade di opportunità in continua espansione, direttamente incalzate dalle nuove scoperte tecnologiche, si presentavano ogni giorno di fronte al nano che si accingeva a entrare nel mondo del lavoro. Elettrodomestici, attrezzi da cucina, strumenti per il giardinaggio, apparecchi da intrattenimento. Tutto quanto avesse all’interno un meccanismo da far muovere, si prestava a essere colonizzato dai piccoli uomini, con un risparmio notevole di energia e di risorse, niente petrolio, gasolio, olio, legna o carbone. Bastavano le manine svelte dell’omino a svolgere il compito con attenzione e diligenza. Chi aveva problemi di misantropia o soggezione dei nani, di solito non si avvicinava a questi congegni, e si portava qualcosa da casa per la merenda o rinunciava del tutto alle comodità del progresso.

Nel corso della storia, molti di questi operatori minuscoli divennero così esperti e richiesti sul mercato degli automatismi, che le aziende ne costruirono apposta, di macchine predisposte esattamente alla loro statura e alle loro inclinazioni. Alcune volte poi il nano arrivava a superare la stessa macchina in molte funzioni, fino al punto di sostituirla integralmente. Così si cominciarono a invertire le parti, e iniziarono i primi tentativi fallimentari di inserire una macchina nel nano. Il nano di solito era schivo a una pratica del genere, dopo le prime prove mal riuscite, chiedeva i danni e si ritirava dall’attività lavorativa. Fu questo il periodo che vide la perdita di molti ottimi elementi, una perdita che poteva essere evitata o almeno ritardata, se solo si fosse prestata più attenzione alle loro lamentele.
È famoso il caso di quel tale Raniero, che, assunto inizialmente all’interno di una macchina per il caffé espresso e altre bevande calde, dimostrò una intolleranza al filtro d’acciaio. Dopo una crisi di rigetto, ebbe l’idea di fondare una catena di caffetterie sparse in tutto il paese, nelle quali il caffé era addirittura prodotto da distributori completamente automatici, privi di omino all’interno. I clienti erano sempre convinti di interagire con l’omino, ma era un congegno raffinatissimo che li ingannava, imitandone i gesti, la voce, addirittura colpi di tosse o starnuti.
Raniero fu così considerato il padre creatore del distributore automatico automatico. Il brevetto rimase un segreto fino a quando, durante l’alluvione del sessantasette, uno dei suoi dipendenti annegò dentro un distributore automatico di caffé, mentre manovrava i comandi che servivano a guidare il simulatore di omino che manovrava i comandi del distributore automatico di caffé. La cosa fece molto scalpore, e nessuno volle dare più credito alle macchine che si vantavano di fare tutto da sole. Doveva per forza esserci qualcuno dentro, notte e giorno a farle muovere, e così pensarono tutti indistintamente per molti anni ancora.
Adesso, con i computer e il resto, le cose sono cambiate radicalmente. Per il funzionamento corretto dei meccanismi, non c’è più bisogno di quegli omini che manovrano le leve dall’interno. I nani gloriosi delle macchine distributrici sono allo sbando, senza lavoro, senza ammortizzatori sociali, condannati a una vecchiaia silenziosa. Rimangono un pezzo di storia importante del nostro paese, anche se nessuno li richiede e, in caso di guasto, nessuno sarebbe più in grado di ripararli. Questo ho letto, l’altro giorno da qualche parte.

RQ

14 commenti:

  1. Ahahahaha, ecco svelato il mistero, io l'ho sempre saputo!
    Nei pezzi di RQ c'è una costante, l'assurdità: tanto una cosa è assurda, tanto diventa motivo di risate, e quello che la rende ancora più divertente è la serietà con cui viene raccontata!
    (RQ emoticonassur )

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    1. grazie FO, si capisce che non riesco a parlare di cose serie in modo serio? Non ho capito ancora se si tratti di un limite o di un pregio.
      Poi spunti per argomenti assurdi non ne mancano mai, basta inventarseli.
      (emoticonserietà)
      RQ

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    2. Ahahah,invece non sono d'accordo che "basta inventarseli". Io i nanetti dentro i distributori riesco a pensarli, ma mai avrei pensato di scrivere un pezzo sulla loro vita.
      Tu invece osi...e riesci a essere credibile!
      Ahahhahahah, comunque, mi convinci sempre più a non prendere niente dai distributori automatici!

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    3. Detto da uno che ha fatto il gestore per quasi diversi decenni... evitali, Fede.

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    4. Davvero? Ma allora è possibile Mauro che, in tutti questi decenni, tu sia riuscito a vederne almeno uno, di questi omini, anche solo uno.
      In quel caso la storia risulterebbe vera, e non una bufala come pensavo di far credere. E con questo si ribalta tutto (emoticon eureka).
      RQ

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  2. azz anche per RQ: dopo aver letto il capolavoro di Vituzzo Zuccheroso ora mi ritrovo quest'altro megaracconto di Raimondo altrettanto bello e mi sento che non ho conservato manco una parola bella che tutte quelle che avevo le ho messe per Vito, ma RQ merita altrettanto, questo è uno di quei pezzi che se uno dovesse dire a qulcuno cose del tipo vieni e leggi il nostro blog che ti diverti, io gli direi di leggere RQ e Vituzzo.
    RQ, questo racconto supera tutti quelli - già belli - che avevi pubblicato prima.
    AZZ bis, questi due post dimostrano come la scrittura raggiunge vette quando ispirazione e tecnica trovano il giusto accordo.
    bravi!GD

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  3. Mizzica che sviolinata. L'ho già detto, mi pare, io scrivo delle cose che mi piacerebbe leggere. Mi diverto così e mi fa piacere che anche gli altri si divertano altrettanto. Affiancarmi a Bartucca poi, per me è un onore. (emoticontantegrazie)
    RQ

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  4. PrePost: Allora, lo penso già da un po' ma ora te lo dico, sono alla quarta riga mi fermo e penso: "Ok anche questo è di RQ" vado giù a vedere e in effetti è così.
    Ora, detto ciò, vado a leggermi tutto il post, poi decido se il tuo è un marchio di fabbrica e quindi buono così, di qualità, o se a lungo andare mi piacerebbe leggere anche qualcosa che mi faccia esclamare. ".azz. RQ adesso sì che mi hai lasciata con pochissime parole da dire"
    - finito finito -
    PostPost: in questo caso a me è piaciuta la parte sommersa, ce lo vedrei benissimo nella sezione Pensione da eroi
    Grilletto checomunqueinanidagiardinoautomaticipossonoancoradaretantesoddisfazioni

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    1. cara Grilletto, il fatto che abbia un modo di scrivere riconoscibile, per me è un bel complimento.
      Scrivere le cose che piacciono a me, forse non sempre coincide con le cose che piacciono a chi legge, ma questo secondo me è il bello dello scrivere. Spero sempre comunque di strappare un'esclamazione tipo "azz". In senso positivo.
      (emoticon che sononaniveri nondagiardino)
      RQ

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    2. infatti il fatto che ciò che tu scrivi sia riconoscibile dalle prime righe è un gran complimento e anche il fatto che tu sia uno scrittore che in ogni momento ribadisce che scrive quello che gli va mi sa di consapevolezza che è un altro complimento e anche che sono nani veri per questo volevo trovare un altro lavoro agli esodati è pure un complimento
      AZZ!
      Grilletto tantoperintenderci e tumipaghileroyatiesdeltuttattaccatosenzaemoticon

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    3. Sulle royalties, prima devo riuscire a fare sganciare un po' di euri a qualcuno, così posso pagare le tue.
      Grilletto, tu mi fai troppi complimenti, sto diventando rosso.
      (emoticon spezzettato così non ti pago)
      RQ

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    4. giusto una cosa prima di andare a nanna, non pensare che io sia di bocca buona, più sono bravi gli scrittori più gli faccio le pulci, questi tuoi pezzettini sono leggeri ma se li leggi con la lente d'ingrandimento fanno anche pensare, però io aspetto sempre, e finché come mio commento non troverai solo "azz" non considerarti soddisfatto.
      Grilletto chequandounacosaglipiacetantotantotantolodiceconunaparolasola.
      Good Night red hot chili pepper

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    5. ...con una parola sola.
      Ci penserò, ma sempre leggero resterò.
      Bonnuì
      (emoticon sbadiglio)
      RQ

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