Svolgimento
Non avevo dubbi, il regalo di laurea doveva essere un cucciolo, cane o gatto era lo stesso. Scegliere tra questi animali era come chiedere se volevo più bene alla mamma o al papà. Due caratteri diversi, ognuno amato per motivi diversi.Mamma si era rassegnata e dopo una riunione di famiglia si era deciso per il gatto: meno impegnativo.
Il grande giorno era arrivato, la mia compagna di università Antonella era fuori dalla porta con il trasportino: “I polmoni sono a posto, ha urlato come un pazzo per tutto il tragitto”. Dopo averci spiegato tutto sulla cura del gatto (lettiera, pappa, giochi) ha aggiunto :“ Auguri”.
Finalmente Balzac si è insediato in casa: di notte dormiva sul mio letto(un sogno realizzato!)ma durante il giorno seguiva mia madre come un’ombra. Era diventato il suo gatto.
Lo chiamava mostrandogli il guanto e lui si accucciava ai puoi piedi a pancia in su, per farsi spazzolare.
Quando avevo provato a farlo io non mi aveva degnato di uno sguardo e se provavo ad insistere tirava fuori le unghie.
Dieci anni e poi, improvvisa, la malattia. Non riusciva a reggersi in piedi, trascinava le zampe posteriori ed anche in quei momenti cercava lo sguardo di mia mamma.
La diagnosi era terribile, tumore al cervello, e l’unica cosa da fare era l’eutanasia.
Non volevo più saperne di gatti, avevo sofferto tanto per la morte di Balzac, poi la telefonata della mia amica gattara “C’è un’epidemia nella colonia felina, bisogna portare via i cuccioli, te la senti di prenderne uno? E’ solo per dieci giorni.“ Ed eccomi lì, a guardare nelle gabbiette, gatti di ogni età e razza.
Era uno dei più grandi, avrà avuto circa quattro mesi, appena mi sono avvicinata mi ha guardato con uno sguardo dolcissimo. Ho messo un dito tra le maglie della rete e ho sentito la sua lingua ruvida. “Prendo lei”, ho detto alla mia amica. Due giorni dopo l’ho richiamata: “ Sai che terrò Luna, vero ? Non posso pensarla di nuovo tra le sbarre “
Luna però si sentiva sola, ogni mattina non voleva lasciarmi uscire, faceva sit-in davanti alla porta d’ingresso.
Le zampe protese ad abbracciare la porta, un miagolio sommesso, lo sguardo triste e il mio magone prima di andare al lavoro.
Aveva bisogno di compagnia: un altro gatto, maschio e nero. Questa la mia richiesta alla solita amica.
Dopo qualche mese di ricerca una sera la telefonata “l’ho trovato, maschio e nero come volevi tu! Nascosto in mezzo ad un rovo, solo e affamato, strillava come un matto. Sono riuscita a prenderlo, ora lo porto dal veterinario e poi puoi venire a prenderlo “
Una settimana dopo sono andata a casa sua, l’amica mi preparava all’incontro “Non preoccuparti, ringhia e soffia ma è così piccolo che non può farti niente“.
Sono entrata nel bagno, pronta a farmi fare a fette le mani, nascosto dietro al bidet c’era un batuffolo piccolo e nero con gli occhi gialli e le orecchie più grandi della testa.
Mi ha guardato, timorosa ho allungato la mano. Niente. L’ho accarezzato dietro le orecchie e si è acceso: delle fusa fortissime.
Sono passati cinque anni, sono seduta sul divano con Luna sdraiata sulle mie gambe che si gode le coccole e chiude gli occhi soddisfatta, Zorro è arrotolato vicino a me e finge di dormire.
Ho capito. Sono loro che hanno scelto me.
Sabrina Ercole Bidetti
Non avevo dubbi, il regalo di laurea doveva essere un cucciolo, cane o gatto era lo stesso. Scegliere tra questi animali era come chiedere se volevo più bene alla mamma o al papà. Due caratteri diversi, ognuno amato per motivi diversi.Mamma si era rassegnata e dopo una riunione di famiglia si era deciso per il gatto: meno impegnativo.
Il grande giorno era arrivato, la mia compagna di università Antonella era fuori dalla porta con il trasportino: “I polmoni sono a posto, ha urlato come un pazzo per tutto il tragitto”. Dopo averci spiegato tutto sulla cura del gatto (lettiera, pappa, giochi) ha aggiunto :“ Auguri”.
Finalmente Balzac si è insediato in casa: di notte dormiva sul mio letto(un sogno realizzato!)ma durante il giorno seguiva mia madre come un’ombra. Era diventato il suo gatto.
Lo chiamava mostrandogli il guanto e lui si accucciava ai puoi piedi a pancia in su, per farsi spazzolare.
Quando avevo provato a farlo io non mi aveva degnato di uno sguardo e se provavo ad insistere tirava fuori le unghie.
Dieci anni e poi, improvvisa, la malattia. Non riusciva a reggersi in piedi, trascinava le zampe posteriori ed anche in quei momenti cercava lo sguardo di mia mamma.
La diagnosi era terribile, tumore al cervello, e l’unica cosa da fare era l’eutanasia.
Non volevo più saperne di gatti, avevo sofferto tanto per la morte di Balzac, poi la telefonata della mia amica gattara “C’è un’epidemia nella colonia felina, bisogna portare via i cuccioli, te la senti di prenderne uno? E’ solo per dieci giorni.“ Ed eccomi lì, a guardare nelle gabbiette, gatti di ogni età e razza.
Era uno dei più grandi, avrà avuto circa quattro mesi, appena mi sono avvicinata mi ha guardato con uno sguardo dolcissimo. Ho messo un dito tra le maglie della rete e ho sentito la sua lingua ruvida. “Prendo lei”, ho detto alla mia amica. Due giorni dopo l’ho richiamata: “ Sai che terrò Luna, vero ? Non posso pensarla di nuovo tra le sbarre “
Luna però si sentiva sola, ogni mattina non voleva lasciarmi uscire, faceva sit-in davanti alla porta d’ingresso.
Le zampe protese ad abbracciare la porta, un miagolio sommesso, lo sguardo triste e il mio magone prima di andare al lavoro.
Aveva bisogno di compagnia: un altro gatto, maschio e nero. Questa la mia richiesta alla solita amica.
Dopo qualche mese di ricerca una sera la telefonata “l’ho trovato, maschio e nero come volevi tu! Nascosto in mezzo ad un rovo, solo e affamato, strillava come un matto. Sono riuscita a prenderlo, ora lo porto dal veterinario e poi puoi venire a prenderlo “
Una settimana dopo sono andata a casa sua, l’amica mi preparava all’incontro “Non preoccuparti, ringhia e soffia ma è così piccolo che non può farti niente“.
Sono entrata nel bagno, pronta a farmi fare a fette le mani, nascosto dietro al bidet c’era un batuffolo piccolo e nero con gli occhi gialli e le orecchie più grandi della testa.
Mi ha guardato, timorosa ho allungato la mano. Niente. L’ho accarezzato dietro le orecchie e si è acceso: delle fusa fortissime.
Sono passati cinque anni, sono seduta sul divano con Luna sdraiata sulle mie gambe che si gode le coccole e chiude gli occhi soddisfatta, Zorro è arrotolato vicino a me e finge di dormire.
Ho capito. Sono loro che hanno scelto me.
Sabrina Ercole Bidetti
Che meraviglia! Una storia dolcissima, raccontata con semplicità e grazia. Bravissima!
RispondiEliminaAccogliere in casa i piccoli amici pelosi in difficoltà, randagi e soli, è un atto di amore grandissimo che aiuta il mondo ad essere meno cupo. Brava Sabrina, sia come scrittrice che come essere umano.
Anna Maria
Grazie mille Anna Maria, come primo commmento del primo racconto non avrei potuto chiedere di meglio !
RispondiEliminaSabrina
Ciao Sabri!!! Mi hai fatto commuovere!!! Dopo aver perso il mio micio dopo 20 anni insime, abbiamo preso anche noi un piccolo cucciolo di persiano rosso....solo chi ne ha o ne ha avuti può capire quanto bene può fare la loro compagnia.......
RispondiEliminaConcordo con AnnaMaria, dimostri sempre di essere una grande persona!
Un abbraccio!
Cristina
Grazie Cri !
Eliminabrava Sabri....vogliamo però un libro prima o dopo.
RispondiEliminaFranca
Franca, devo lavorare ancora un bel po' sullo stile, poi ...chi lo sa !
Elimina;-)
Sabri
I gatti sono una malattia grave, una volta presa non ne esci piu':
RispondiEliminaPulirai devotamente le cacche dalla lettiera puzzosa , scoperai sabbietta per tutta la casa , sacrificherai tappeti divani e tende, tirerai su il vomito con lo scottex, seppellirai uccellini squartati, e probabilmente mangerai, ignaro, cibo gia' leccato.
Ma la felicita' di tornare a casa e trovarli sulla porta che Vi aspettano "miciosi" non ha prezzo.
Benvenuta sabrina
wood, anche tu ne sai qualcosa...io ho provato a starne senza x 2 anni, poi non ho più resistito .
EliminaGrazie a te, senza il tuo incoraggiamento non avrei incominciato a scrivere.Aspetto anche critiche, altrimenti come faccio a migliorare ?
Sabri
Ah gattofili malignazzi: io ho dovuto smettere per colpa dell'asma ma se potessi ne prenderei una colonia.
RispondiEliminaCiò detto benvenuta Sabrina, per cominciare va bene la gattofilia dolce ma aspettiamo anche di leggere del lato truculento dei tuoi pelosi ;)
Continua a scrivere!!!
manubirba
ahahaha...ottima idea Manu ! Ora non vi libererete facilmente di me !
Elimina:D
Sabri
Ciao Sabri, benvenuta!!!
RispondiEliminaBel raccontino pulitino pulitino sui gatti; ora però tira fuori una bella storia truce su come i gatti torturano le lucertole!
GD
Grazie !
EliminaI miei gatti vivono in appartamento... troverò un'altra storia truce per accontentare te e Manu
;-)
Sabrina
Una persona che ama i gatti, non può essere truce. Piuttosto mi sacrifico io, che ho giusto inventato e messo a punto una presse-a-chat. (emoticon benvenuta Sabrina, ovvio che sto scherzando)
EliminaRQ
il racconto truce potrebbe avere come protagonisti dei bipedi...
Elimina;-)
Sabrina
cara sabrina, il racconto, semplicissimo nello stile, è molto efficace, arriva dritto al cuore e commuove per la forza e la genuinità del sentimento.(ammazza, sembra una recensione, non volevo essere troppo formale, ma mi è uscita così, mannaggia li piscetti!).scusa, raffaella
RispondiEliminaora mi emoziono io! La prossima volta, a grande richiesta, sarà un racconto più truce !
EliminaGrazie Raffa
Sabri
se oggi un gatto mi incrocia mentre guido lo schiaccio, poi scendo dall'auto e continuo a saltargli addosso
RispondiEliminaahahahahah... se è nero aspetti e lasci passare un'altra macchina ? non si sa mai...
EliminaSe è nero lo uso come inchiostro per la Mont Blanc
Eliminasterminagatti, mi sa che non ti inviterò a casa mia..
EliminaBenvenuta Sabrina, e benvenuti anche Luna e Zorro, bella presentazione di famiglia la tua. A rileggerti presto.
RispondiEliminaGrazie grilletto, sto già scrivendo un altro racconto..
EliminaA presto
Sabri
Grande Sabry!
RispondiEliminaUna grande emozione, un po' perché ho conosciuto i protagonisti, molto perché conosco l'autrice!
Un bacione!
Luca G.
Vabbè, quando diventerò una scrittrice famosa ti farò un autografo !
EliminaBaci
Sabri
Benvenuta Sabrina!
RispondiEliminaMi ha divertito tanto quando parli del sit-in davanti la porta. Mi ha ricordato di un randagio che si era stabilito nella casa dove passavo le vacanze estive. Quando ce ne siamo dovuti andare a fine stagione ha fatto un agguato a mia madre mentre usciva dalla porta.Non voleva che ce ne andassimo! Quanto avrei voluto portarlo a casa...
NO COMMENT, forse certe cose è meglio non saperle.
EliminaL'idea del povero gatto morto successivamente di fame e di sete mi fa stare veram3nte male.
wood,chi lo sa, magari ha trovato qualcuno che lo ha accolto.. incrociamo le zampe
EliminaCiao Sabri,
RispondiEliminaE' molto simpatico ed emozionante questo racconto sui tuoi amati gattini!
Sei riuscita a trasmettere efficacemente la tenerezza che provi per i gatti e la riconoscenza che loro ti dimostrano (anche se non è verbale)...
Carol
Thanks ! E' stato scritto "di pancia"
EliminaSabrina
Ciao Sabry,
RispondiEliminabello, bello ,bello. Complimenti soprattutto per l'emozione che sei riuscita a trasmettere.
Aspetto il prossimo..
P.S...io me lo ricordo Balzac.. :)
Grazieeee Lori !!
EliminaBalzac era un grande: carattere "gattoso" e molto intelligente ..
Baci
Sabri
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