mercoledì 6 febbraio 2013

Tema: Il messaggio più bello del mondo

Svolgimento

Il vecchio Tim, il buon vecchio Tim, il vecchiaccio di merda che stava vicino ad uno dei parchi giochi della città. Tutto il giorno a poltrire alla finestra, tutto il giorno a dar fastidio. Il vecchio Tim era una delle persone dimenticate dal mondo, prese e gettate in una casa qualsiasi, aspettando che giungesse la sua cazzo di fine, aspettando che avesse la compiacenza di liberare la società dalla sua presenza ingombrante, aspettando che se ne andasse per lasciare la casa ad un altro vecchio di merda. Ma il buon vecchio Tim aveva la pellaccia dura, stramaledettamente dura e non accennava ad andarsene. Così si fa, Tim, resta per dar fastidio a tutti, io farò lo stesso come stai facendo tu.
Tutto il giorno alla finestra lassù al quarto piano, tutto il giorno affacciato tranne che per dormire, mangiare e andare in bagno. Tim aveva deciso che per tutto il tempo che gli restava della vita, avrebbe fatto aeroplanini di carta e li avrebbe lanciati fuori nel mondo, a dire “ci sono” agli altri. Tim faceva aeroplani di carta prendendo i fogli direttamente dalla sua libreria, la quale conteneva libri che ci aveva messo una vita intera a collezionare, gli dispiaceva lasciarli a qualche ignorantone o a qualcuno che non aveva la carta per farsi i filtrini delle sigarette rollate o a famiglie piene di mocciosi che erano intenti solamente a far raccogliere monetine a Super Mario. Tim si sarebbe portato dietro i suoi libri, con sé, ma in una maniera meno appariscente di quella del professore Peter Kien, non avrebbe dato fuoco a niente.
Il primo libro che prese fu “Romeo e Giulietta” testo italiano e testo originale a fronte. Se lo mise sulle ginocchia, accarezzò la copertina e lo aprì. Prese la prima pagina del primo atto, uno strappo secco, senza pensare di far male ad un vecchio amico e cominciò a piegare quel foglietto in cui c’erano un paio di veronesi che si trovavano da dire con un altro paio di veronesi. Venne fuori un bell’aeroplano. Tim ci alitò sulla punta e poi lo gettò fuori dalla finestra, nel vento. Volò un po’ e poi s’impigliò nei rami di un albero sottostante. Tim strappò un’altra pagina, la piegò e gettò fuori anche quella. Di sera aveva finito tutte le pagine del libro e da basso c’erano aeroplani di carta ovunque, nel parco, sulle macchine, in strada, nei tombini, sugli alberi, ovunque. In mezzo a tutta quella carta, erano contenti solo i bambini e due tipi che si baciavano e che gli era capitato, guarda caso, il dialogo del balcone tra Romeo e la sua puttanella.


Il giorno dopo, Tim prese “La Storia infinita”, si mese giù a lavorare di buona lena fin dalla mattina presto, ma a ora della sera non era arrivato che ad un terzo del libro. Il numero degli aeroplanini a terra crebbe esponenzialmente di numero.
Agli spazzini toccò il lavoraccio di pulire tutto quel casino. Dopo un paio di giorni, arrivarono dei tipazzi giaccaincravattati a bussare alla porta del vecchiaccio. Gli intimarono di smettere di lanciare carta dalla finestra perché aumentava il degrado del quartiere. Tim annuì, si scusò e li condusse fuori dalle palle. Si rimise alla finestra e fece veloce un aeroplano, quando vide dabbasso i due tipi che erano saliti da lui, tirò il suo aeroplano e, vuoi che abbia avuto fortuna, o vuoi che il Signore per una volta abbia aiutato un poveretto, con quello centrò in testa uno dei due. Tim sorrise a quelli e li salutò agitando nell’aria un paio di libri, era il suo modo di dire che non avrebbe smesso. Non erano gli alcolizzati ai lati delle strade che seminavano di bottiglie vuote il marciapiede, non erano i drogatuncoli che lasciavano siringhe in giro, non erano i membri “dabbene” della società che gettavano la spazzatura per terra: erano i suoi aeroplanini ad aumentare il degrado. Beh, pensò Tim, avete iniziato dalla persona sbagliata a fermare il deterioramento dell’ambiente.
Tim andò avanti nei mesi successivi, dalla sua finestra lanciò aeroplani fatti con la Bibbia, Il signore degli anelli, Il grande Gatsby, 1984, Il signore delle mosche, Il mondo nuovo, La fattoria degli animali, La metamorfosi e tanti altri.
Oramai era diventata anche una consuetudine per i passanti, raccattare qualche pagina e vedere che libro stava lanciando il vecchio pazzo da lassù. Molti si stendevano nel prato e ammiravano il volo di quegli aeroplanini di carta, uno ad uno, senza fretta, senza incidenti, come uno scalo di tutto punto.
Un giorno, al piccolo capanello di gente che c’era nel parco, Tim urlò dalla finestra:- Amici! Domani farò una cosa speciale! Vi manderò giù il meglio che posso darvi, la parte migliore di me, la parte migliore che meritate. Chiamate i vostri amici, i vostri famigliari, portate i vostri bambini. Domani, avrete il messaggio più bello del mondo!
Il giorno dopo, si radunò sotto la sua finestra una folla numerosa, era arrivata quasi tutta la città. Tutti contenti, tutti felici, tutti con almeno appresso un vecchio aeroplanino colto da terra in quei giorni precedenti. Tutti erano curiosi di leggere il messaggio più bello del mondo, c’era chi suggeriva frasi prese qua è là dalla cultura generale, chi supponeva il volo di una colomba bianca, in pratica si supponeva tutto e niente.
Tim si affacciò alla finestra e proclamò di farsi sotto a ricevere il messaggio. Tutti spingevano e si accalcavano. Tim, il vecchiaccio di merda che abitava vicino al parco, il buon vecchio Tim, salì sulla finestra e prendendolo in mano cominciò a pisciare sulla folla sottostante.
-Ciao società! Raindrops keep fallin’ on my head… Cantate con me cazzo! And just like the guy whose feet are too big for his bed…
Tim la fece tutta e lo scrollò per bene, non era mai stato così contento di aver fatto pipì come in quel momento.

Andrea Roma

8 commenti:

  1. Bastardo fino all'ultimo, Tim. E pensare che io avevo pensato a un gesto di grande effetto, tipo gettarsi dalla finestra.
    Però così non va, perché mette invidia a tanti bravi vecchietti che vorrebbero, ma non possono farla così facilmente. E se non ci credi, chiedi alla prostata. (emoticon vecchiaccio di m.)

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    1. ahaha! in effetti a questo non ci avevo pensato... scriverò una versione 2.0 mettendo a posto i tempi di erogazione...

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  2. Caro Knulp, inizio col dirti che avrei smesso di leggere il racconto alla prima frase, ma continuo col dirti che sono arrivata fino alla fine del tema e forse mi è anche piaciuto.
    Il punto principale ( e probabilmente troverai subito chi non la pensa così), è che la stessa storia poteva, secondo me, essere scritta senza questo uso di parole come "vecchiaccio di merda"," fine del cazzo" etc etc... parole che magari danno senso al post perché credo stiano lì più per sottolineare quello che la gente pensa di lui, ma rimane il fatto che danno un tono al post che non mi piace, e poi io, di solito, non mi soffermo a leggere cose più lunghe di così che siano superflue nel linguaggio, ed ecco che io trovo certe parole superflue.
    AG

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    1. Concordo con AG: mi sembra che queste espressioni siano una caduta di stile in un racconto che, per il resto, è di piacevole lettura

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    2. mmm, è una critica che mi fanno in tanti, sia per il mio libro, sia per quello che ogni tanto scrivo sul blog. Però a me piace usare tutte le parole, anche le parolacce, che servono cmq a dare un tono, una cadenza e una ritmicità. Basti anche solo leggere il Trainspotting di Welsh, in cui ogni personaggio è caratterizzato da un proprio lessico. Non bado più alle parolacce da quando ho letto "La storia della sessualità" di M. Foucault e credo che sia anche molto più bello scrivere a piede libero, che invece starsene a pensare alle parole che si possono dire e a quelle che invece non si possono.
      Poi qui AG hai visto giusto, "il vecchio di merda" è quello che pensa la società, per me resta solo "il buon vecchio Tim".

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  3. Dissacrante, specchio fin troppo limpido di una società che nella mentalità e nel linguaggio non ha più dove andare. Tecnicamente non è certo scritto male, ma dovevi spingerti fino a far diventare "puttanella" anche Giulietta? Il finale, poi,di certo non appaga il lettore. Eppure nonostante tutto il pezzo esibisce una sua originalità (che piaccia o no) A proposito trovo orribile " la libreria - LA QUALE !!! " - bastava dire piena di libri raccolti in una vita. Bellissimo invece il punto dove i tizi giaccacravattati gli dicono che "sporca" bellissimi i paragrafi successivi.

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  4. Trovo che non ci sia una sola parola "fuori posto" e che tutto sia coerente con quello che vuole dirci il racconto (che mi piace moltissimo). Cosa non si deve fare per far leggere la gente! Lo ha fatto Tim con quelli del quartiere e Andrea con noi! Basta che non ci pisci in testa alla prima occasione...

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  5. Sei proprio un GRANDE. . . Lebowsky!!!

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