" Sono le otto di martedì sedici Aprile, Dottore" dice mentre con un accenno di fiatone si dirige verso la finestra. Con le mani prende le due sopra tende in pesante velluto azzurro e le allarga. Dopo, con la mano destra, afferra un cordoncino dorato che scende dall’alto e lo tira con forza mentre due pannelli di lino bianco cominciano ad aprirsi come un sipario, lasciando che un fascio di luce colpisca il soffitto della stanza, anche se chiamarla stanza sarebbe alquanto riduttivo viste le sue dimensioni. Dall’ampia finestra si vede un cielo azzurro senza nessuna nuvola, di un azzurro accecante, volendo usare una tavola cromatica , color Wedgewood o Ceruleo Chiaro.
La stessa operazione la ripete alle altre finestre, fin quando la stanza non è completamente invasa dalla luce. Dal lettone, in fondo alla stanza, si cominciano a vedere i primi movimenti di un corpo sotto le coperte. Prima una gamba, poi l’altra, fino ad arrivare a metà del letto. Poi una mano sbuca dal copriletto e si poggia sul risvolto del lenzuolo. E' una mano molto grande, chiara, con lunghe dita e coperta da una folta peluria bianca. Nonostante le sue dimensioni è una mano aggraziata. Si vede da come la poggia.
"L’attendono diversi appuntamenti per oggi" torna a dire il tipo con indosso uno strano abito, come uscito da un quadro del settecento, color celeste e avorio profilato d’oro.
"Per prima cosa " dice mentre versa il caffè in una tazzina di bone china da una caffettiera d’argento "Alle nove un appuntamento in Azienda con suo figlio Emanuele per discutere di quel progetto di piantumazione di alberi in Amazzonia, si ricorda vero?" e gli porge la tazzina.
"Alle undici appuntamento con la Signora Maria per quel piano di aiuto e assistenza agli infermi in Francia e in Portogallo. La Signora Maria Lei la conosce bene: a volte è insistente e pedante con tutte quelle sue richieste; bisogna assecondarla però. Le ricordo che la Signora è molto ben addentrata in certi ambienti e che dobbiamo dirle grazie se le nostre azioni sono in forte crescita.
Grazie alle sue conoscenze, Lei e suo figlio, oggi potete vantare diversi clienti nel mondo. Certo, di clienti non ce n’è mai abbastanza, però finora è stato fatto un buon lavoro."
Prima uno, poi l’altro, i suoi piedi scendono dal letto ma non poggiano ancora. Attendono che il suo fidato assistente gli porga le ciabatte. Nell’attesa comincia a sfregarsi i piedi l’uno con l’altro.
"Michele!" - chiama con voce possente – "Le mie ciabatte per favore".
"Sì, scusi Dottore" mentre poggia il vassoio del caffè su di un tavolino rotondo "Arrivo subito!" e si cala sotto il letto per cercarle. Forse ieri sera gli avrà dato un calcio e quelle sono finite sotto al letto - pensa fra sè - e adesso non sarà facile trovarle. Con il braccio teso sotto al letto comincia a cercarle fino a quando le tocca e le tira fuori. "Eccole Dottore" e gliele porge. Lui se le infila e si alza, maestoso ed elegante nel contempo.
"Dicevo" torna a dire Michele "dei suoi appuntamenti del giorno".
Adesso ha un agenda dorata fra le mani e ne sfoglia le pagine dopo essersi leccato l'indice.
"A mezzogiorno dovrebbe ricevere una chiamata dal Dottor Benedetto dalla succursale 1. Mi ha già anticipato che avrebbe delle preghiere da farle; lui si preoccupa molto perché dice che i soci non sono più quelli di una volta;
dice che oggi sono distratti da tante sollecitazioni esterne e che vanno sempre meno alle assemblee e che non versano le quote di partecipazione.
Lui dice di essere continuamente attaccato dai suoi soci per il suo operato, che ha perso di credibilità e che teme per la sua azienda, e vorrebbe che Lei intervenisse a suo favore, e, se lui può tornare a suggerire, con una azione apocalittica mirata ai soci…
Il ciglio del Dottore si inarca: il suo volto è ora sconcertato e contrito.
Michele si accorge subito del suo mutamento di umore e cambia tono alla conversazione "Ma ho già detto al Dottor Benedetto che voi ne avevate già parlato in passato e che Lei non aveva ritenuto opportuno quanto da lui suggerito.
"Bene Michele, anzi le chiedo una cortesia, oggi me lo passi pure al telefono ma se dovesse chiamare nuovamente s’inventi una scusa, dica che sono fuori, che sono partito, insomma mi neghi! Abbiamo dell’altro per questa mattina?" chiede mentre s’infila la vestaglia in broccato di seta verde e si dirige verso il bagno
"Adesso dovrei ritirarmi per qualche minuto".
"No Dottore, mi sembra che sia tutto" mentre col dito ripercorre la pagina dell’agenda. "Volevo solo ricordarLe che oggi pomeriggio è giorno di assunzioni in azienda: abbiamo già circa duemila candidati da tutto il mondo, molti dei quali provengono dall’Africa, in lista per essere assunti. Il solito servizio navetta dall’Hotel Limbo li condurrà al padiglione 4 e da lì poi verranno selezionati e assegnati ai vari reparti.
"Bene Michele, adesso la prego di lasciarmi da solo. Dica a mio figlio che lo raggiungerò appena sarò pronto e che se vuole può cominciare a fare colazione.
Avverta pure Gabriele di prepararmi l’auto per le undici per andare a casa della Signora Maria: oggi pranzerò con lei. E dica a Raffaele di ritirarmi in lavanderia il vestito delle grandi occasioni, che l’altro giorno quelle pesti dei miei nipotini, Serafino e Cherubino, me l’hanno sporcato di torta paradiso."
Dice così mentre si chiude alle sue spalle la porta del bagno dove sopra troneggia una tavola in legno con inciso: L’amor che move il sole e l’altre stelle.
FEAD
Fead mi pare che tu abbia strizzato l'occhio al paradiso e ad un grande Direttore Generale.
RispondiEliminaHa un piglio da menager dei nostri giorni. Del resto non può essere diversamente. Chiunque abbia immaginato Dio lo ha vestito con i panni del proprio tempo. La scrittura è gradevole. Però mi ricorda tanto la pubblicità di un noto caffè.
Grazie per il commento. Pubblicità? Quella con San Pietro?
EliminaFead
Ciao FEAD! Benvenuto! Per un attimo ho vissuto da miliardaria leggendo il tuo pezzo! Tutto molto chic e perfetto, a chi ti sei ispirati???
RispondiEliminaMi piacciono queste atmosfere "dorate" che hai reso perfettamente
Nessuna ispirazione, solo pura immaginazione. Grazie anche a te per il commento.
EliminaFead
Ai piani alti... in un angolo, ma di Paradiso. Benvenuto tra noi comuni mortali.
RispondiEliminaHo letto il tuo brano tutto d'un fiato, curiosa di scoprire e di capire. Superbo il tuo stile, hai giocato con le parole, con i nomi descrivendo una giornata da Dio.
Complimenti.
Grazie anche a te. allora ho colpito...
EliminaFead
Direi...divino !! Complimenti e benvenuto FEAD!
RispondiEliminaBG
Grazie (emozioneeee...)
Eliminaazz, pensavo di avere commentato il post di FEAD... il gioco è ben condotto, solo alla fine si scopre chi è il direttore, eppure gli elementi disseminati ci sono, notevole Benedetto, notevolissima l'assunzione dei neri.
RispondiEliminaLa parte iniziale è molto descrittiva, il racconto comincia a lievitare da Wedgewood in poi.
Caffè, Dio, spot: forse qualche piccolo ritocco potrebbe evitare i richiami allo spot della Lavazza. Che poi pure Lavazza a sua volta si è rifatta ad idee preesistenti.
GD
Sorprendete e inaspettato!
RispondiEliminaGrazie per avere condiviso.
MA
:) La curiosità è femmina e non ho saputo aspettare fino a stasera. Come in alto così in basso: vecchia regola alchemica. Vecchia quanto il mondo, è proprio il caso di dire! Questo significa che gli dei non sono così diversi dagli umani - già ce lo narravano i greci - stessi tic, stesse esigenze, stesso carattere - ma anche che in ogni uomo c'è un po' di tranquilla divinità, fatta di pantofole, nipotini, appuntamenti, colazioni. L'ultimo atto non può che essere il primo: al riparo da occhi indiscreti, un big bang totale! E se non è l'inizio, allora questo post è davvero la fine del mondo! :) Benvenuto!
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