“È
arrivato!”
Gianluca spegne il cellulare per evitare disturbi in un
momento catartico.
“Devo
andare, devo andare.”
Insiste come se qualcuno lo trattenesse dal compiere un
improrogabile dovere.
“Finite
voi le mie paste.”
Lo dice, alzandosi con un braccio per metà dentro la
giacca e l'altro che si allunga sul vassoio per ingollarne un'altra.
“Hai
bisogno di una mano?” Chiede Sandra per mera educazione, con un
boccone ancora in bocca e due dita davanti per non farsi scorgere,
mentre la mano destra aleggia sul cabaret di dolci alla ricerca del
nuovo prescelto.
“No,
no - Gianluca sta pagando la sua quota alla cassa - è già tutto
predisposto. Manuel, Giorgio! A casa mia alle tre!” Ordina
perentorio in un piano prestabilito con i due, mentre già supera la
soglia della pasticceria per infilarsi in macchina.
“Caspita,
che fretta! Cos'ha comprato di tanto delicato da lasciare a metà la
colazione? Non lo riconosco più!” Osservo io, che, più metodica,
ho precedentemente selezionato la mia quota parte, riponendola su un
piattino che mi tengo vicino.
Sono le undici, ma, essendo domenica, è questa l'ora
canonica per ritrovarsi per il primo e più importante pasto della
giornata. I due complici intanto nicchiano sorridendosi, nemmeno
dovessero tradire un segreto di Stato. Ma noi ragazze siamo
superiori: non domanderemo oltre. Alle tre, puntuali più dei due
compari reticenti, mettiamo piede nell'ingresso dell'appartamento di
Gianluca.
“Venite,
venite a vedere che meraviglia!” Sandra ed io ci guardiamo
divertite: pare che il nostro amico non si sia accorto che al posto
dei due baldi giovani che attendeva, sono arrivate due timide
fanciulle. Non fa a tempo a condurci in salotto che il campanello
squilla:
“Chi
è adesso?!”
“Probabilmente
Manuel e Giorgio” rispondiamo noi, in coro con l'eco delle voci dal
citofono.
“Ah
sì, devono aiutarmi con il restauro.”
Siamo
sempre più curiose. Quale cimelio del passato avrà mai rinvenuto il
colto Gianluca, pronto a riportarlo ai suoi antichi splendori? Dal
vano scale, incuranti della quiete dei vicini, incitiamo Manuel e
Giorgio che arrancano per i due piani senza ascensore. Riserviamo le
frecciate ai due orgogliosi palestrati
a
momenti più opportuni; ora via in salotto, ad assistere alla
scoperta della reliquia. Un pacco enorme, un metro e mezzo di
lunghezza almeno, per sessanta centimetri di profondità e
altrettanti di altezza! Gianluca scarta precipitoso e un baule verde
carico e bordature nere ci si presenta alla vista:
“È
appartenuto a una compagnia teatrale di Napoli all'inizio del secolo
scorso!” Gianluca gongola.
“Ah
bello! Anche mia nonna ne aveva uno – Sì, anche mia zia,
dev'essere ancora in soffitta, mi hai dato un'idea: potrei venderlo
su eBay – Sì, anche io ne ho uno a casa.”
“Insomma,
a parte il darmi della zia e della nonna, volete dirmi che tutti ne
avevate uno e io ho dovuto comprarlo!!” Glu è sdegnato!
“No,
io non ce l'ho – rispondo in sincera ammirazione per lo stato di
conservazione del baule – Non badare a questi plebei, non si
rendono conto della differenza fra un baule rimasto a prendere
polvere nella casa di un'anonima vecchietta e uno che racchiude in sé
mille storie e un passato glorioso!!”
Gianluca riemerge in tutta la sua statura con un largo
sorriso:
“Oh,
qualcuno che capisce!”
“Su
apriamolo - ci pungola Sandra eccitata - magari troviamo un
cadavere!”
E in effetti, il cadavere lo troviamo davvero!
Ed eccoli, tre veri uomini, preparati al duro lavoro di
restauro, di fronte alla carcassa rinsecchita di un topolino, che
tirano a sorte per stabilire a chi tocchi il raccapricciante compito
di prelevare l'antica salma e disinfettare il cimelio.
Sandra e io ci accomodiamo per assistere alla farsa.
Peccato non avere una telecamera! Dopo dieci minuti, Sandra si alza
spazientita, raccatta un pezzo di giornale in cui il baule era
protetto e ci avvolge la sfortunata creatura buttandola nella
pattumiera. Glu la osserva, poi, il braccio alzato come un banditore,
sentenzia verso Manuel e Giorgio ammutoliti:
“Che
il restauro abbia inizio!”
Lear
(Graziella L. Ariani)
conosco e collaboro con Graziella da tempo. di lei ho sempre amato la capacità di dipingere con poche annotazioni o brevi sentenze il carattere dei personaggi di cui racconta e scrive. bentrovata in classe cara:) finalmente ti ci ho portato eh eh eh
RispondiEliminaMeis
Grazie, grazie... non so quanta presenza riuscirò a fare, ma mi metterò d'impegno!
EliminaUn saluto a tutti gli altri alunni... nonché alla maestra!
Quando ho iniziato a leggere, la presenza di un personaggio di nome Giorgio mi garbò; quando ho letto che Giorgio era palestrato, seppur stesse faticando, ero ancora contento. Dopo la scoperta di quella schifezza no.....
RispondiEliminaLear, potresti cambiare nome al personaggio?
ahaahhaha
(benvenuta!!!!)
GD
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EliminaIo sono accondiscendente, duttile e malleabile, quindi il nome si può cambiare... però la "penna" l'avete voi, quindi mi sa che dovrete arrangiarvi ;-)
Eliminalo posso chiamare pure gianluca, che a lui a sguazzare tra topi cadaferi ce lo vedo
Eliminagd
Concordo, peccato non avere avuto la telecamera
RispondiEliminaogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti non solo è voluto ma quasi imbarazzante ah ah ah ah
RispondiEliminaMeis
lo so che a te la carcassa non dispiace..
EliminaGD
Codesto baule, oltre a tanti cadaverini e scheletrini, racchiude pure i ricordi di una generazione.
RispondiEliminaMia mamma ne aveva tre o quattro a casa e dentro ci stipava di tutto.
Ci giocavo a nascondino oppure mi ci nascondevo dentro per scappare a quel donnone muscoloso( la nostra tata) che mi rincorreva per tutta la casa con la siringa in mano!
Ora sono tristi relitti polverosi e arrugginiti.
Anche loro pieni di teatro.
Bel post Graziella!
Quello che piu' mi ha colpito in questo racconto è stato il fatto di aver gettato un povero Topolino mummificato nella spazzatura..sigh!
RispondiEliminaPotevate almeno provare a farlo rinvenire con un CHINOTTO.
Ha passato tutta la sua vita in un pregiato baule nutrendosi di carta patinata piume e pailletes per finire la sua vita nella pattummiera del Meis...Vi sembra giusto tutto cio'??
Hai ragione! La mia simpatia è tutta per il topo!
EliminaPensate alla gloriosa vita del Topolino che si è potuto "nutrire" di vera storia, mentre a noi non restano che le... carcasse... eheheh
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