Tutto quello che conosco del sesso non me l’ha detto nessuno, sono un autodidatta: l’ho imparato da solo, soprattutto leggendo il vocabolario. Quando si era bambini negli anni ‘70 non c’erano molti mezzi d’informazione su cose del genere; però c’era sempre il bambino più scafato in classe con te che conosceva certe parole: le parolacce, da maleducato, che uno per bene non deve nemmeno aver sentito in vita sua, figurarsi pensato o detto. Quando si sentivano a scuola si pigliava il vocabolario, chiaramente sempre a scuola, per non rischiare che a casa ti cogliessero in flagrante mentre leggevi certe cose, o magari che il vocabolario potesse in qualche modo far la spia; ogni parola aveva dei rimandi ad altre, e alla fine riuscivi a crearti un quadro approssimato ed un po’ fumettistico della cosa, ma sapevi che non era l’ape a portare le cicogne, e che le foglie del cavolo non erano pannolini per i Puffi.
Quando ero piccolo mia madre sorvegliava molto attentamente la mia salute, come tutte le brave mamme. La sua preoccupazione fondamentale era che non prendessi troppo sole durante la buona stagione, e che non prendessi troppo freddo durante la cattiva; a questo scopo mi faceva indossare non soltanto la maglietta di lana, come fanno tutte le madri, ma aveva perfezionato codesto metodo di tortura al punto di farmi mettere anche i mutandoni di lana.
Non erano normali mutandoni come quelli che ci hanno dato quando siamo andati a fare il servizio militare, i mutandoni del nonno fatti come i pantaloni del pigiama: erano la versione che aveva anche i piedi, la terribilissima calzamaglia. Forse è per quello che sono rimasto un po’ un Peter Pan, forse no: Peter Pan mi è sempre stato mortalmente antipatico da bambino, c’è voluto il film di Robin Williams per farmelo leggermente rivalutare. Per contro non mi sono identificato con un ballerino classico per via della calzamaglia, e infatti mi muovo come un palo di quercia buttato nel camino, al massimo posso aspirare a far l’orso ballerino.
Vero e proprio strumento di tortura, i mutandoni ti si avvitavano addosso come un boa constrictor affamato impedendoti quasi ogni movimento elementare, scaldavano di più di un incendio estivo nei boschi, ti segavano in due la vita con l’elastico che era piuttosto un cilicio fatto in fibra di carbonio, erano fatte rigorosamente in lana; non quella lana bella, morbida, vaporosa che nelle pubblicità degli ammorbidenti ti fan vedere gonfia come la cofana di Julio Iglesias, morbida come zucchero filato. No! Era lana coi pelucchi, che pungeva e ti grattava come la carta vetrata da 40, e che quindi imponeva anche di usare le mutande normali sotto la calzamaglia, pena il ritrovarsi col portapiume rosso e scorticato come quello di un cercopiteco. Da cui anche le opere d’ingegneria per riuscire a fare pipì: è stato in quegli anni che ho preso l’abitudine di sedermi invece di andare avanti imperterrito a farla in piedi: era più facile, meno irritante per la vescica, e non rischiavi di sbrodolarti sui pantaloni o sulla calzamaglia.
Un giorno ero in giro con mia madre, dopo un lungo camminare la calzamaglia mi scortica l’interno coscia, mi gratto un po’. Mia madre, al pari di un falco in caccia, nota la mossa per lei sconveniente, e mi ha dato un suggerimento, una spiegazione che a posteriori posso pensare che abbia influito molto sulla mia vita.
“Non toccare molto da quelle parti, perché sono posti pieni di microbi e ti potresti prendere un’infezione”
Tutto quello che non vi hanno detto sul sesso, e che non vi sareste mai sognati di domandare.
MM
Ciao Mauro, E' molto bello il tuo post. Scritto veramente bene. Parole, frasi, punteggiatura al posto giusto e una sara ilarità, elegante e più che apprezabile.
RispondiEliminaMi piace leggerti da un pò. Stiamo crescendo e facendo dei veri belli pezzi. Complimenti!!!
Corrige: sacra ilarità. E apprezzabile.
RispondiEliminaGrazie Clotilde, ricevere complimenti mi rinfranca; io sono un terno insicuro e dubito di tutto, tranne del fatto che sono insicuro. Le rassicurazioni mi danno energia
EliminaDimenticavo: la risata è la forma più elementare di esorcismo, il modo migliore per spezzare atmosfere pesanti e pensieri poco gradevoli.
EliminaPovero cocco!! (in umbro si dice così, è segno di partecipata e affettuosa compassione) :) le mutande di lana a calzamaglia NOO!!! E' vero, questo piccolo tema è scanzonato e gentile, e non cede a facili pruderie. Viste l'argomento, non era scontato. (ora scusa ma sgrat sgrat)
RispondiEliminaLepri, quando mi riemergono ricordi del genere, dispersi nell'oceano della dimenticanza e nel turbine del rincoglionimento, dopo aver superato anche le muraglie dell'autodifesa, li rivivo con le stesse sensazioni che provavo allora, con quel genere di memoria che Marion Zimmer Bradley definì "la memoria totale tipica dei telepati". Telepatia a parte, spesso mi rientrano anche odori, suoni, colori e emozioni che vanno molto al di là del mero ricordo, quindi anche lo stato d'animo. Nella fattispecie è quello del bambino di terza elementare un po' imbranato, tranquillo, solitario e che si fidava degli adulti, ma quelli sbagliati
Eliminasempre odiata la biancheria intima, la maglia di lana (ho cominciato a non metterla molto presto), le maglie della salute, i pigiami (ma siamo in Sicilia, le temperature rigide del Veneto non ci appartengono)
RispondiEliminagd
Intanto oggi in Sicilia piove e fa freddo, che poi c'hai gia' un'eta' che se non ti copri t'ammali subito e ti vengono i dolori
EliminaMa ierisera in mezze maniche erano solo in due a resistere alle correnti fredde di una serata autunnale più che di maggio: dovevi vederli!
EliminaSarà la vegaggine?
Ah, forse è per reazione, ma ho avuto anni -da adulto- nei quali la sola idea di indossare le mutande mi faceva pena, e anche un po' provinciale. figurarsi mutandoni bionici, magliette della salute e disastri complementari. Ora l'età mi ha portato ad usare almeno i boxer, e nelle notti più fredde una maglietta "tanto per". Ho un pigiama di scorta giusto per le emergenze (leggi: ospedale, che non si sa mai nella vita), ma mi sa che visti quanti anni e chilisono passati da quando l'ho acquistato mi ci entra si e no una coscia.
EliminaComunque, confermo la possibilità dei vegetariani di generare calore: negli anni in cui lo sono stato giravo anche a ottobre con le maniche corte, ricordo che una volta mio nipote mi tastò e disse "Mamma, toccalo: è perfino caldo". Negli anni della carne quella facoltà è molto diminuita, ora vedremo se ritorna ora che ho eliminato di nuovo la carne
Si pero' poi ad indossare la calzamaglia c'hai preso gusto...di la verita'????
RispondiEliminaMai indossato mutandoni di Lana, ma canottiere filate a mano si, che grattarolaaaaa!!
Wood, per pietà... poi la calzamaglia adesso ce l'ho naturale, di vero pelo ispido non cardato!
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RispondiEliminaA leggere l'incipit, ho avuto un déjà vu : eri tu quel compagno di banco che mi scioccava sempre con le sue immaginifiche descrizioni erotiche (e d'altronde ancora mi stupisci!!)
EliminaAnch'io sfogliavo il dizionario a caccia di parole che non si potevano pronunciare...però le parole che cercavo io non erano ancora state inserite nel dizionario...anche perché io avevo in dotazione quello anteguerra sopravvissuto ai bombardamenti!
Anche mia mamma mi metteva la calzamaglia in vetro di lana!!!!! Ancora ne porto i segni....
E vogliamo parlare delle salopettes e le tute intere che obbligavano noi femminucce a manovre acrobatiche ogni volta che si andava in bagno?
Ah, i favolosi anni settanta!!!
Bravo!
Vuoi ridere? Il maschio in salopette, meglio se col petto villoso esposto e senza maglietta, mi fa molto erotico. Chiamerei un muratore in casa solo perflo vestire in quel modo mentre lavora, è un po' come quando ho fotografato il retropiume dell'operaio dell'ENEL, ti ricordi?
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