Svolgimento
Ci alziamo in volo, alla mia sinistra le Egadi adagiate come gioielli su velluto. Il mare è quiete in superficie. In questo istante penso a Luca Parmitano e al privilegio di osservare la terra mio pianeta sfiorando le stelle. Il blu diviene profondo le nuvole ne sfumano i contorni, mi rapisce la vista del vento e della luce intrappolati in un reticolo di onde.
Il cielo è elemento perfetto, non esiste altro colore che possa spiegare le sincrone armonie dell’essere. Chete anche le mie paure e la preoccupazione per un amico ferito, la speranza di riaverlo indietro intero.
E’ un ovale che riflette il mio il finestrino, un volto muto, il mio Mediterraneo macchia blu, mi sovrasta, non importa che io sia in alto, sono goccia. Qualche turbolenza risveglia l’atavica paura della morte, meglio fluire tra le nuvole o sotto la fredda lama di un chirurgo? Scelgo le nuvole, ma non adesso beninteso.
Oso il coraggio e non chiudo la tendina, diluisco l’ansia e il tempo tra le righe d’inchiostro e gli svolazzi di nubi sospese. Già scorgo le montagne. L’ala di cui vedo la punta con su il nome della compagnia aerea, buca l’aria senza pudore. E’ un altro mondo, un’altra prospettiva. Riesco a isolarmi benché il velivolo sia affollato e un vociare continuo ne riempia i piccoli spazi rimasti, riesco persino a ignorare il pianto di un bambino che la madre non riesce a placare.
Il cielo è elemento perfetto, non esiste altro colore che possa spiegare le sincrone armonie dell’essere. Chete anche le mie paure e la preoccupazione per un amico ferito, la speranza di riaverlo indietro intero.
E’ un ovale che riflette il mio il finestrino, un volto muto, il mio Mediterraneo macchia blu, mi sovrasta, non importa che io sia in alto, sono goccia. Qualche turbolenza risveglia l’atavica paura della morte, meglio fluire tra le nuvole o sotto la fredda lama di un chirurgo? Scelgo le nuvole, ma non adesso beninteso.
Oso il coraggio e non chiudo la tendina, diluisco l’ansia e il tempo tra le righe d’inchiostro e gli svolazzi di nubi sospese. Già scorgo le montagne. L’ala di cui vedo la punta con su il nome della compagnia aerea, buca l’aria senza pudore. E’ un altro mondo, un’altra prospettiva. Riesco a isolarmi benché il velivolo sia affollato e un vociare continuo ne riempia i piccoli spazi rimasti, riesco persino a ignorare il pianto di un bambino che la madre non riesce a placare.
Perdonami hostess, non m’interessa sapere come usare la maschera d’ossigeno, né il salvagente. Se cadi, muori. Se precipiti, è l’abisso. Voglio godermi invece la sensazione di essere immortale di saper volare, vincere il mio stomaco ribelle dove nascosto, il mio secondo cuore, si concede capriole mute. Voglio essere una donna coraggiosa tra le stelle accese.
Amico mio tra qualche ora conoscerò il tuo destino. Assaporo l’ansia dell’attesa crudele indovinando il tuo sorriso disegnato tra le nuvole.
Adesso vedo la terra, punte imbiancate, la neve ne ammorbidisce la durezza, sembra la cartapesta che si mette nei presepi, minuscole case, tetti, la nebbia e i fiumi, un paesaggio irreale. Vapori grigi rendono indefinito il letto di un corso d’acqua. Non si vedono tracce d’uomini se non quando ritornano sparute abitazioni che sfidano le leggi della natura come nidi irraggiungibili. I vapori di ghiaccio rendono l’aria polverosa e rarefatta. Le Alpi sono magnifiche, biancore venato appena di bruno, tutto è indistinto.
Le nuvole adesso ci vengono incontro, piccole feritoie di luce sembrano disegnare città invisibili e inesistenti. Qui c’è pioggia, il cielo è mutato.Sempre perfetto, anche quando subentra la paura. Stiamo per atterrare. L’aeroporto lo vede solo il pilota, il finestrino è come lo schermo di un televisore fuori sintonia, il monitor di un uomo in coma. Balliamo tra le coltri grigie, poi rossastra una lama di luce improvvisa a ovest mi ricorda che c’è ancora speranza. Amico mio svegliati.
Amico mio tra qualche ora conoscerò il tuo destino. Assaporo l’ansia dell’attesa crudele indovinando il tuo sorriso disegnato tra le nuvole.
Adesso vedo la terra, punte imbiancate, la neve ne ammorbidisce la durezza, sembra la cartapesta che si mette nei presepi, minuscole case, tetti, la nebbia e i fiumi, un paesaggio irreale. Vapori grigi rendono indefinito il letto di un corso d’acqua. Non si vedono tracce d’uomini se non quando ritornano sparute abitazioni che sfidano le leggi della natura come nidi irraggiungibili. I vapori di ghiaccio rendono l’aria polverosa e rarefatta. Le Alpi sono magnifiche, biancore venato appena di bruno, tutto è indistinto.
Le nuvole adesso ci vengono incontro, piccole feritoie di luce sembrano disegnare città invisibili e inesistenti. Qui c’è pioggia, il cielo è mutato.Sempre perfetto, anche quando subentra la paura. Stiamo per atterrare. L’aeroporto lo vede solo il pilota, il finestrino è come lo schermo di un televisore fuori sintonia, il monitor di un uomo in coma. Balliamo tra le coltri grigie, poi rossastra una lama di luce improvvisa a ovest mi ricorda che c’è ancora speranza. Amico mio svegliati.
Adele Musso
Brava Adele in post pieno di tante cose, tutte belle.Spazi dal coraggio all'amicizia, dalla poesia alla narrativa. Un dentro (ciò che provi) e fuori (ciò che vedi) legato con le parole fino all'abbraccio finale "Amico mio svegliati" . veramente brava
RispondiEliminaGrazie Adelaide aspetto davvero che il mio amico e collega ritorni.
RispondiEliminaAdele
Post che mi ti ha fatto viaggiare accanto su quell'aereo. Sensazioni che conosco ma che narrate da te ho ritrovate poetiche e nuove. Brava la nostra Adele! L.I.
RispondiEliminaQuel "nostra Adele" è la parte più bella del commento. Grazie Lucia.
EliminaMolto poetico questo volo, belle le descrizioni del mondo sotto ridotto a presepio. Mi è piaciuto ciò che hai detto all'hostess, di solito, in quello stesso momento, anziché seguirla, tutti i passeggeri maschi si toccano con apprensione. (emoticon aereo)
RispondiEliminaGrazie Raimondo
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