Svolgimento
Sono stata tanto desiderata, ma tanto, tanto. I miei genitori sembravano aver perso ogni speranza, innumerevoli anni di tiepido matrimonio e tentativi andati a vuoto io ero stata finalmente concepita. Mio padre il giorno della “angel-mail” per ringraziare Dio fece strage di agnelli capretti e bestie varie e decise di far ritorno dal deserto dove era rimasto per quaranta giorni. Sì, lo so, in effetti, qualcosa non quadra. Lui nel deserto, mia madre a casa, sola donna sedata dalle visioni ricorrenti, zitta come è giusto che fosse. Al rientro lo accoglie raggiante e con un tantino di nausea.
Io nacqui bellina e perfetta, una madonnina, mi fu imposto il nome Miriam Veronica Louise, e fu tanta la felicità di avermi che appena compii tre anni mi portarono al Tempio nido, e mi scaricarono là. – Se fosse dipeso soltanto, da mia madre sarei stata scaricata anche prima perché una promessa è una promessa. Io la vidi come una liberazione, vivere con dei genitori matusalem non è un modo allegro di venir su. Sentii solo la mancanza della figlia dei vicini: Salometta che aveva il vezzo strano di andare in giro con dei veli, almeno sette sul capo e di mozzare le teste a tutti i gatti del quartiere, per il resto danzava benissimo e da lei appresi i primi rudimenti della tecktonic. Al tempio nido la vita trascorreva lenta e noiosa. Dentro la mia testa rimbombavano sempre delle strane voci, e dei motivetti che mi ritrovavo sovente a canticchiare accompagnandoli con dei passetti niente male. Avevo inventato un refrain che faceva così: ut virgo ut virgo tacta primo tempore.
Il futuro è già stabilito. I miei genitori me lo combineranno a dodici anni un matrimonio con un vecchio vedovo svampito che fa il falegname e che una ha fama strana in paese; parla con i pezzi di legno questi gli rispondono parla pure un grillo che vive con lui e desidera a tutti i costi, un figlio tanto che pare abbia già cominciato a costruirsene uno di legno. I miei vecchi si sono adeguati a questa scelta sia perché l’artigiano è benestante sia perché io sono considerata un po’ matta come lui.
Io però sono fortunata lui non mi sfiorerà neanche e non morirò per le botte, di disgusto e di dolore.
Il mio tempo al Tempio Nido sta scadendo, sono cresciuta. Ieri dopo aver rubato le foglie magiche dall’orto segreto e averle masticate di gusto ho avuto una delle mie solite visioni. Da qualche giorno in più ho la nausea e vomito appena servono la pasta con il meus formaggino. Qui mi guardano male. Finora i soldi di mamma e papà hanno messo tutto a tacere.
Anche questa notte mi sono apparsi due giovini bellissimi, biondi alti e depilati senza quelle barbe scure, stoppose e piene di pidocchi e tanto andrà di moda tra i talebani altro “che facce strane di una bellezza un po' disarmante pelle di ebano di un padre indigeno e occhi smeraldo come il diamante “. Qua sono tutti neri.
Il primo indossa la solita tunica, l’altro quell’indumento che mi piace tanto, aderente come una seconda pelle e luccicante come le stelle del firmamento, il primo impugna una spada sfolgorante, l’altro regge invece uno strumento di metallo cromato con delle corde che ogni tanto pizzica e che mandano un suono celestiale. Appena si sono accorti l’uno dell’altro si sono incazzati di brutto e hanno cominciato a prendersi a male parole. Io quando li guardo vado in estasi e non presto molta attenzione alle loro farneticazioni, ma che ci avranno sempre da litigare!
Finalmente un po’di movimento in questo mortorio. A un certo punto sembrava stessero anche per picchiarsi e sono dovuta intervenire rischiavano di svegliare tutto il Tempio. – “ Che storia è mai questa vi par corretto turbare il mio sonno con le vostre grida, ma che avrete mai da urlare a quest’ora della notte?”- “Parlo io per primo io sono l’Angelo del Signore e tu sappi Miriam, che sei la prescelta, sarai Madre del figlio di Dio”. Non ho il tempo neppure di aprire la bocca per lo stupore, che vomito stelline sulla spada del biondino riccioluto, che fa un balzo indietro inorridito e schifato. L’altro interviene come un ossesso: “ L’avete truffata, non le avete dato la possibilità di decidere della sua vita, le avete spiumato le ali, segato i tacchi. Madonna è nata per cantare e girare il mondo, non per spazzare trucioli, o crescere marmocchi lei adotta bambini africani!”.
Io mi sento malissimo non ho digerito e giuro su Dio che non toccherò mai più nessuna foglia dell’orto del sacerdote. Vorrei dire qualcosa, ma sono già spariti. La nausea invece è rimasta più intensa di prima.
Il mattino dopo mi sbattono fuori dal Tempio, i miei genitori disperati mi conducono in fretta e furia da un raggiante Giuseppe che mi accoglie come farebbe alla vista di un bel pezzo di palissandro. Incurante del mio stato è timido e gentile e se canticchio, canticchia anche lui. La sua casa diventa la mia. Sono grassa e stanca. Giuseppe è preoccupato, un giorno mi dice che forse una vacanza potrebbe farmi bene. Sono fortunata in questa terra di desertiche contraddizioni le donne contano quanto un granello di sabbia eppure quest’uomo matto mi rispetta. Mi propone la settimana bianca in un’amena località detta “Presepio”. Decidiamo di partire, non ho cuore di dispiacerlo. “Andremo anche a Betlemme mia città Natale”, mi annuncia gioioso- “danno un grande concerto e siccome tu ami la musica, voglio condurti là”. Io non so se gioire o urlare, sono una balena che si accomoda sopra un asino e si parte. Betlemme è impazzita, negli alberghi c’è il tutto esaurito e non c’è un posto libero.
Ci sono i Re Magios noto trio accompagnato da una starlet tale Cometa e dovunque chiediamo è tutto sold out. Mi coglie una frenesia o partorisco o canto. Partorisco, non ci sono alternative, in una grotta vicino lo stadio, dove tra breve si svolgerà il concerto, non ho potuto evitarmela, qui ci sta pure un bue vecchio e stanco che ha visto giorni migliori. Il bimbo è uno splendore biondissimo e dalla pelle nivea. Ed io mi chiedo se gli piaceranno i giochi di cappa e spada oppure la musica rock, ma è solo un attimo. -“Giuseppe” dico: fuggiamo, allontaniamoci, tra poco arriverà gente ed io non voglio che ci trovino qui. Andiamo via tu io e il bambino. Mi hanno parlato di un paese bellissimo oltre il mediterraneo, si chiama Italia e nessuno si stupirà se questo figlio non ti assomiglia troppo. Ogni sera c’è un barcone che aspetta. Chi è andato non torna indietro giungono storie meravigliose da quella terra. C’è un re che rispetta le donne, le copre d’oro e monete incoraggia il canto e i festeggiamenti. E’ un posto dove potrò cantare senza paura e crescere mio figlio senza che a qualcuno venga in mente di metterlo in croce solo perché ha un colore di pelle diverso dagli altri. A proposito come lo chiameremo?
Un nome adatto al paese dei balocchi moglie mia lascia che ci pensi su.
Adele Musso
Io questa madonna l'ho sentita dal vivo, mi ha fatto morire dalle risate. A Natale non si fa, che poi mi aspettano per il pranzo e non mi presento.
RispondiEliminaGrandissima, Adele!
Federico
Grazie Federico e buon Natale.
RispondiEliminaAdele
Adele: letto tutto d'un fiato! Il finale è strepitoso ma mi è piaciuto tutto il racconto e quante trovate geniali! Bravissima.
RispondiEliminaTi auguro un Natale davvero funcky! :-)
Grazie Bea i tuoi giudizi mi gratificano sempre tanto. Buon natale musicale anche a te!
EliminaDov'è che si rimediano queste foglie dell'orto magico?!? Perché ne devi aver fatto una bella scorpacciata a giudicare dagli ottimi risultati... ;-)
RispondiEliminaGrazie, ma le uniche eccezioni alla sobrieta' che mi concedo stanno dentro un bicchiere di buon rosso di Sicilia. Grazie ancora.
Eliminapezzo acrobatico nei collegamenti, riferimenti, soluzioni
RispondiEliminaW Adele
gd
Grazie grande d.
EliminaGrande Adele, che post! Letto tutto d'un fiato e le risate che mi son fatta. Quante trovate e che idee ben incastrate insieme.
RispondiEliminaBrava, brava, brava.
L.I.
Troppo forte! Brava!
RispondiEliminaMaria luisa florio
Adele! Ma questo brano è bellissimo. Ma 'sto discorso è successo qualche mese fa, giusto?
RispondiEliminaOh yes.Grazie.
Elimina