Ognuno di noi ha due nonne, che le abbia
conosciute o no; io non faccio eccezione: c’era mia nonna materna, Elda, che
era una specie di Nonna Papera trapiantata in Veneto. E c’era la nonna paterna,
Elisa detta Lisa, una stronza tremenda, arrogante, egoista e talmente cattiva
da poter avvelenare ogni genere di vipera o scorpione si fosse sognato di farne
la sua vittima.
Non ricordo in quale anno fosse nata mia nonna Lisa,
so solo che faceva parte di una più che cospicua nidiata di ventidue fratelli di un famiglia contadina: tutti
letteralmente scodellati nell’arco dei ventisei anni di un infelice matrimonio
da una donnina di nome Filomena (ma chiamata Figenia al paesello), la quale siora
Figenia inanellò anche quattro aborti in questo rosario di cucciolate, delle quali
nessuna mai fu oggetto di un parto gemellare; data la sua corporatura esile,
sul genere di Edith Piaf, la bisavola ebbe la fortuna di rimanere vedova
presto, per lo meno dal punto di vista dell’intimità; per quello che riguarda
il fattore economico, invece, fu quasi un disastro riuscire ad allevare ventidue
figli per una vedova, nonostante le belle parole e le medaglie ricevute dal
Fascio in quanto madre prolifica: cioè la Figenia da fattoressa divenne ufficialmente
fattrice. Il risultato della penuria della pecunia fu che quasi tutti i
figlioli maschi emigrarono non appena ebbero l’età per allacciarsi le scarpe da
soli e legarsi una valigia di cartone con lo spago: i miei prozii invasero Germania,
Francia, Venezuela, Argentina e e un po’ anche l’Italia; molti di loro figliarono,
sebbene non copiosamente come la madre. Fu una genia di avventurieri,
avventurosi, lavoratori indefessi ma anche di folli, ladri e puttanoni da
sbarco.
L’ultimogenita fu chiamata Jolanda, classe 1902.
La Jolanda è stata una sorta di grande madre
della famiglia, quella che si è tirata su i figli della nidiata dei fratelli
che periodicamente tornavano in Italia per andare a trovare la madre, o per
mandare la prole a studiare sul suolo natìo, cosa questa cui nessuno dei
fratelli di mia nonna rinunciò mai: il collegio in Italia per era obbligatorio
per i rampolli del clan. Tra quei nipoti c’era mio padre, che spesso è stato
aiutato e sostenuto dalla zia. Costei era una persona un po’ pesante da
sopportare, in quanto aveva un carattere ossessivo delle volte; ma la bontà ed
il grande cuore compensavano, soprattutto se non eri costretto ad abitare con
lei. Il suo grande cuore le fece fare molte mosse sbagliate in vita sua, la più
grave fu di accogliere in casa mia nonna dopo che era riuscita a rovinare due
mariti e a far praticamente suicidare il primo (nella fattispecie, mio nonno): mia
nonna tiranneggiò la sorella minore anche dal letto di morte, e lei le
sopravvisse solo per due o tre anni cadendo in depressione. Tragicamente, la
vittima non riuscì a sopravvivere senza il suo carnefice.
La Jolanda fu una donna le cui simpatie ed
antipatie travalicavano totalmente il concetto di utilità e di politica, ma
probabilmente facevano parte di una sua ben precisa etica: fu inviata al
confino a San Francesco di Paola per qualche annetto in gioventù perché aveva fatto
a botte con la moglie del Podestà del paesello. “Nipote, lei mi aveva detto che
non ero una donna dabbene, e io ho preso una pietra e gliel’ho data in testa”.
Questo per sottolineare che la Jolanda aveva delle idee politiche ben precise, oltretutto,
pur avendo frequentato solo le elementari, e forse nemmeno completamente: dopo
essere stata a votare, alla tenera età di settant’anni, ci disse: “ah… Bianchi,
rossi, verdi, gialli: io ho patito sotto tutti e ho votato VIVA IL RE!”. Erano
gli anni in cui almeno un paio di volte la settimana andava al mercato in bicicletta
a far la spesa di verdura, ma siccome era una donna d’altri tempi, di quelle
fibre che non si fan più, non andava al mercato in piazza, ma in una frazione a
circa venti chilometri di distanza, i prezzi erano migliori e lei era un
tantinuccio economa, in senso puramente paperonesco.
La vita della prozia non fu densa di avvenimenti
da ricordare, ma le leggende familiari hanno tramandato un mistero mai risolto,
degno di una puntata di Voyager e dell’intervento di Roberto Giacobbo: si
vocifera che la prima notte di nozze sia rimasta barricata nella stanza da
letto, col marito fuori della porta che voleva spararle. Lo zio Luigi era un
carabiniere, la pistola quella d’ordinanza; comunque sia andata, una volta
rimasta vedova la Jolanda, dotata di un’incommensurabile faccia di tolla,
rivendette all’Arma dei Carabinieri la pistola del marito. Non che scene del
genere mancassero, in famiglia: una volta mi raccontò che suo fratello
Guglielmo era tanto buono… si, una volta aveva inseguito il fratello Ferruccio
per sparargli, ma era tanto buono.
Mia zia aveva un punto debole, la salute. O
meglio, di salute ne aveva ben due: quella vera e quella finta; di suo non
aveva una forma ottimale, del resto una persona che ai tempi d’oro di quando
pesava un quintale e dieci chili per pranzo si mangiava da sola una terrina da
750 grammi di pasta, quaranta polpette e un fiasco di vino qualche problemuccio
al tratto digerente lo avrà di sicuro con l’avanzare dell’età. Poi c’era la
salute finta, immaginaria:
- Ah, stanotte avevo tutto un dolore a questo
braccio qui, ancora un po’ e facevo un infato.
- Zia, guarda che l’infarto viene col male all’altro braccio, quello sinistro.
- E perché, io non ho male anche dall’altra parte?
- Zia, guarda che l’infarto viene col male all’altro braccio, quello sinistro.
- E perché, io non ho male anche dall’altra parte?
Mauro Melon
Zia Jolanda ti adoro!!!chissà che foto ha sulla lapide.......mauro, non ce l'hai detto...secondo me quella anche da là ci guarda e ci ammonisce!
RispondiEliminaSere,la prima volta che non avete nulla da fare andiamo a fare un giro nelel basse: a Vescovana c'è una villa doe si favoleggia che a settembre si veda il fantasma della proprietaria... e nel paese a 4 km da lì c'è la tomba della Jolanda, se prorpio ci tieni
Eliminaci tengoooooo
Eliminasi preannunciano macabre gite primaverili eh eh eh vengo anch'io!
Eliminameis
Maestà, ti ci vedo novello Olindo Guerrini che andando a rimestar cadaveri ed ossa in giro per tombe cambia nome diventando Lorenzo Stecchetti. Appro, dai bauli di mia nonna è saltato fuori il suo Postuma: un delirio. Lo hai mai letto?
EliminaL'ho letto volentieri e con piacere! l'unico appunto e che è un po' lunghetto :)
RispondiEliminaGrazie.
EliminaPensa che avevo paura fosse corto, mi devo ancora regolare su certi dettagli
Ho imparato che bisogna sempre rileggere 3 volte ed ad alta voce quello che si scrive solo cosi' si capisce che molto spesso aggiungiamo dettagli che non sono necessari e che disperdono il nucleo della storia per chi legge. Sono sicura che se tu lo facessi adesso lo sfoltiresti ancora.
EliminaSto andando a scuola....
L'ho letto tutto d'un fiato e mi è piaciuto assai assai.. quando si scrive di familiari morti c'è sempre un pericolo in agguato: l'epitaffio. La descrizione invece si eleva quando la biografia si intreccia con il periodo storico e ne diviene chiave di lettura: il confino, l'aggressività dei fratelli che si inseguono con i fucili... beh, a me è piaciuto assai assai! Bravo Mauro!
Elimina(regola generale - valida al di là di qeullo che hai scritto -: dopo che hai finito di scrivere, togli il 25%, da qualche parte una parola in più c'è).
GD
anche a me è piaciuto molto e mi fanno ridere i post di mauro, ha un modo originale di scrivere.
EliminaFinora ho sempre scritto più per me stesso che per farmi leggere da altri, oppure per una ristretta cerchia di amici che sono dentro l'argomento che tratto (vedi per esempio la mia telenovela via web "
EliminaChe cosa sarebbe successo se la Contessa di Provenza si fosse lavata?").
Piglio, metto in pratica e ediamo che cosa ne uscirà.
Ringrazio molto
E' un primo piano con lo sguardo alla Celentano che sembra dire "Cazzo guardi?"
RispondiEliminaAle
Vai mauro!!!a me è piciuto molto il tuo post:vera narrazione paperonesca!!! :-) E poi la zia Jolanda fa anche rima con TOWANDAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!Non fa una piega!
RispondiEliminaEh, in effetti un po' l'andazzo da Towanda - Katy Bates ce l'aveva
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