lunedì 29 ottobre 2012

Tema: Lullaby

Svolgimento

"Be still, be calm, be quiet now, my precious boy
Don't struggle like that or I will only love you more
For it's much too late to get away or turn on the light
The spiderman is having you for dinner tonight"
The Cure – Lullaby



Che cosa pensi di me?

Una voce che viene da lontano, in mezzo agli alberi in fondo, continua a ripetermelo, non capisco, dico, non so cosa pensare, e allora l’unica cosa che riesco a fare, quella che mi appare più sensata, è correre verso quella voce, non so neanche dove mi trovo eppure gli alberi, le rocce, il teschio di una capra in mezzo all'erba  sembra tutto così familiare, pure il buio, il vento, il freddo – lascialo entrare, mi dico, fai in modo che attraversi il tuo corpo, ma non funziona – ho già vissuto tutto questo, se solo ricordassi quando, e poi perché mi trovo qui, mi chiedo, ma la mia mente è troppo impegnata a rispondere ad altre domande, sento che vicino a me, in mezzo agli alberi c’è qualcuno che mi osserva, sento il suo respiro regolare, e intanto la voce continua a ripetere quell'orribile frase (che cosa pensi di me?) che entra ed esce dalla mia testa battendo mio cervello accondiscendente. E’ inutile, gli alberi sembrano sempre più lontani e ogni mio passo li rende più piccoli, bui, irraggiungibili per me, e quella voce, il bambino ormai mi è dentro, ripete la frase aspettandosi una risposta che non ho e allora continuo a dire che non so cosa pensare, cos'altro dire o fare, lo prego di andare via e adesso sento i miei piedi bagnati; l’acqua fuoriesce: dal terreno, dagli alberi, dai miei vestiti, dalle orbite vuote del teschio di capra, arriva alle mie ginocchia mentre il mondo intorno a me cambia faccia e dove prima c’erano alberi adesso ci sono le pareti azzurre di casa mia, con i quadri che raffigurano, mari di un altro colore.
Silenzio. Non riesco più a sentire il rumore delle foglie, il fischio del vento che si prepara al buio, nulla. La mia casa è diventata piscina, l’acqua è entrata ovunque e ha rovinato tutto, faccio qualche passo per immergermi, tutto è nero attorno a me, quasi non distinguo la sagoma rettangolare delle porte mentre nuotando mi dirigo verso la mia stanza, non riesco a poggiare i piedi, l’acqua è troppo alta; un’altra volta sento che qualcuno mi sta osservando, mi è vicino, forse è al fondo della piscina, sfioro qualcosa con i piedi, forse è la stessa presenza di prima che non vuole andare via e non vuole neanche mostrarsi. La luce che proviene dalla mia stanza mi guida verso il mio letto, che riesco a raggiungere afferrando un lembo delle coperte rosse e anche lì, sotto il letto, sono sicuro ci sia qualcuno che studia i miei movimenti, osserva, in silenzio.


Riapro gli occhi e non esiste altro: sono spariti gli alberi, il teschio di capra, le rocce, l’acqua e il mio letto. Mi trovo in una stanza dalle pareti bianche senza porte o finestre, blindata, fredda. E’ tutto così insensato, mi dico,grido ma nessuno sembra sentirmi, e poi ecco che ricomincia quella voce, quella cantilena - che cosa pensi di me? – ed è la voce di un bambino che non conosco, che non ho mai sentito, non mi piacciono i bambini, non mi sono mai piaciuti.

Continuo a percepire la presenza di qualcuno ma non vedo altro che pareti, pareti bianche e nient’altro e allora urlo, ci sarà pure qualcuno che mi sente. No, la stanza è chiusa, non comunica con l’esterno o con altre stanze attigue e però so che ci sono altre persone, sento le loro voci quando mi avvicino alle pareti: a quella più vicina sento ridere, persone felici immagino, e sono sicuro che non mi sentiranno o forse non mi va di distruggere i loro momenti. Una porta, la sento aprirsi e chiudersi quasi istantaneamente – avevo guardato ovunque e non avevo trovato vie d’uscita – e poi il buio che sembra riversarsi anche dentro me attraverso gli occhi e la bocca. Sento che la presenza è più vicina che mai, la sento alle mie spalle ma non riesco a voltarmi, i piedi sono pesanti, il busto fermo e le braccia senza forza, e in quell'immobilità il mio petto viene stretto in una morsa, comincia a far male alle ossa però mi piace, vorrei che stringesse più forte e che rimanesse attaccato, il dolore arriva anche alle gambe e ai piedi quando la presenza mi morde l’orecchio, lo lecca, quasi volesse assaporarlo prima di mangiarlo, chiudo gli occhi, vorrei che non si fermasse, poi una porta che si chiude – è lontana, il suono arriva attutito - e quando li riapro è sempre più buio, e l’unica luce è un raggio che illumina una figura piccola, un bambino, quel bambino della cantilena, è al centro della stanza; davanti a lui, nell'oscurità, una donna.

Cosa pensi di me?

Il bambino si avvicina con passo lento e timido e continua a porre questa domanda alla vecchia che gli siede di fronte con occhi chiusi, i capelli grigi sulle spalle e inizialmente sembra non voler rispondere, poi parla:  <<Hai un programma ambizioso, ma è una follia, in quanto vai contro i tuoi stessi istinti. Sono le tue capacità limitate che stanno bloccandoti. Intendi abolire l’ostacolo usando la magia del pensiero. Pensi di riuscire a sormontare l’ostacolo mediante gli artifici che creerà il tuo intelletto, ma credimi, ne pagherai le conseguenze.>> (Carl Gustav Jung, "la comprensione del sogno") 


FO



23 commenti:

  1. E' un post bellissimo, che veramente del sogno ha i ritmi e le movenze, il senso di un mistero in cui si viene attirati ma che insieme mette addosso la paura che forse non si tratti veramente di una costruzione della nostra mente, e dovremo viverlo per sempre. Quasi un pre Hallowween! Bravo Federico.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, mi rendo conto che i sogni donano materiale narrativo fantastico!

      Elimina
  2. Ecco che si comincia a terrorizzare la gente con i teschi di capra e i bambini.
    Poi per me, che non so nuotare, leggerlo è stato un vero incubo.
    Inquietante, come il video. :O :O :O
    RQ

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Terrorizzare? Non era il mio intento! ahahaha
      "Inquietante" mi piace!
      Ciao!

      Elimina
  3. Angosciante...

    Mangiato funghi fritti ieri sera??

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, ieri sera legumi vari ahahahahah, e però so, o penso di sapere, che mangiare cose pesanti la sera ,favorisce incubi notturni! ahahaha

      Elimina
  4. Vorrei far notare l'incipit di 12 righe 12.
    Perchè non hai sperimentato un unico frasone? l'argomento si presta, un unico frasone che ti incolla gli occhi e ti costringe sino alla fine.
    (i punti sono porte, varchi, il lettore quando ne becca uno a volte ne approfitta per uscire, meglio l'idea di narrazione come tunnel, a patto che sia forte e fatta bene)
    gd

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci lavorerò e ti farò sapere!

      Elimina
    2. Perchè non ti fai i cavoli tuoi, grande vegano rompipalle, invece di venire a scassare il vegano giovane (e promettente)?? :))))))

      Elimina
  5. Sono atterrita. Il lettore sente il petto piegarsi sotto le chele di un ragno mentale,la sensazione di claustrofobia, ansia, panico, se ne impossessa. O almeno per me è stato così.
    Ogni parola, il flusso della narrazione, il ritmo, credo sia quello più adatto alla narrazione di un sogno, e di questo genere di sogno. Ci sono, del sogno, i particolari che possono sembrare minimi e che invece sono quelli che ricordiamo una volta svegli, deformati e inquietanti. C'è la frase che potrebbe sembrare normalissima e che invece diventa mostruosa.
    E' interessante secondo me tornare al concetto delle chele che stringono il petto: spesso c'è, in questo post, un "fuori" che entra dentro, o viceversa: "e intanto la voce continua a ripetere quell'orribile frase (che cosa pensi di me?) che entra ed esce dalla mia testa battendo mio cervello accondiscendente", "l’acqua fuoriesce: dal terreno, dagli alberi, dai miei vestiti", e poi quando la presenza stringe il petto... Mi è sembrato parte del fluire tipico del procedere di un sogno, come del resto l'acqua.
    La parte nella stanza senza uscita ricorda un po' Il pozzo e il pendolo, ma è peggio: qui si è prigionieri della propria mente. Quando il male si impossessa del protagonista allora non si ha quello che di solito si ha nei sogni, e cioè il risveglio, ma la rivelazione. Nelle parole della vecchia, alla fine, c'è la sentenza definitiva: non si può semplicemente svegliarsi e far finta che tutto ciò non sia solo immaginazione. Io credo che i sogni siano veri. Sta a vedere cosa si intende per realtà. Nello stesso tempo, comunque, alla condanna perentoria ci si sente pronti a opporre una sorta di rivalsa. O almeno, ripeto, così è stato per me leggendolo.
    Dovrebbe essere aggiustata la punteggiatura, che rovina frasi bellissime come "mentre il mondo intorno a me cambia faccia e dove prima c’erano alberi adesso ci sono le pareti azzurre di casa mia, con i quadri che raffigurano, mari di un altro colore".
    Cambi sempre, sempre in meglio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Azz, con questo commento mi prendi alla sprovvista, che analisi!!!
      Una cosa che vorrei sottolineare: la frase della vecchia non è mia, secondo Jung il modo migliore per interpretare i sogni è immaginare di essere un bambino e porre alla madre del mondo la domanda: "che cosa pensi di me?".
      Vale, svegliarsi e far finta che tutto ciò sia solo immaginazione? Meglio rimanere all'interno del sogno, piuttosto! Come hai detto bene "Sta a vedere cosa si intende per realtà", proprio per questo ho evitato di inserire la parola "sogno" nel pezzo (per quale motivo sapere di stare sognando dovrebbe essere positivo?). Per quanto riguarda l'entrare e uscire dalle cose mi viene in mente una canzone dei Genesis che fa: "We've got to get in to get out".
      Grazie per il consiglio sulla punteggiatura, appena avrò un po' di tempo lo riguardo e sistemo un paio di cose!

      VAlè, che dire? GRAZIE!

      Elimina
    2. Bè comunque di fronte al senso di angoscia e di essere spiati si prova il desiderio di scappare o di dissolversi, che quando siamo svegli è dormire, e quando dormiamo è svegliarsi. E invece no. Dritti all'affrontare il senso del sogno. E' una cosa che mi è piaciuta un sacco.

      Elimina
  6. Mi capita spesso di sentirmi perseguitato, non sempre, ma spesso. La paranoia è una delle incontrollabili morse che affaticano la vita di una persona martellando sul punto più invisibile: . Bene, i ragni non hanno le chele e punteggiatura a parte, dal basso delle stronzate che scrivo, secondo me non c'è tanto che leghi il testo alla canzone, molto più, invece, l'immagine di Trainspotting. Il testo è scorrevole, m'è piaciuto leggerlo e l'ho letto soltanto adesso come dissi in precedenza. C'è qualcosa che non mi piace e cioè la pignola descrizione dei luoghi, che ti porta a ripetere parole e situazioni. Sempre dall'alto di un fungo,

    SID

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah hai ragione ma quali chele... Però Federico non l'ha scritto, e non ha scritto nemmeno ragno. Mea culpa!

      Elimina
    2. SID niente ragni e niente chele, la canzone descrive bene il senso di soffocamento e di agonia (e qui mi pare che ci sia tutto), invece l'immagine è statica e serve solo da contorno. La pignola descrizione dei luoghi, beh, è un sogno: se ti dico che sono nella mia stanza ti aspetti un letto, una scrivania e un computer. Bene, se ti dico che sono in un sogno nella mia stanza, non sai cosa aspettarti e allora te lo descrivo (che poi non mi pare così pignola ahahah!), in ogni caso grazie!

      Elimina
    3. e io mi difendo Valeria: idda parlò di "chele di un ragno mentale"... picciò, il mentale cambia tutto, trasforma l'animale in mostro.

      Sid, hai un grande pregio, scrivi apertamente quello che pensi. Te ne sia dato merito, tanta gente paga fior di quattrini per ricevere delle critiche, che poi raramente vengono fatte (per la legge economica che un cliente esaltato paga più di un cliente bastonato)
      GD

      Elimina
    4. Ciò paura. DoppiaV che non mi mena. Agliuto.

      FO, che ti devo dire? Non è riuscito a mettermi le mani al collo, mentre la canzone dei Cure più che soffocarmi, mi fa sogghignare, forse per via del fatto che tra il periodo iniziale goth/new wave/post-punk e quello di Lullaby, passano circa 10 anni. È un'allegoria quella loro. (PS: io adoro i Cure, ma le differenze si notano) Pensieri divergenti :P Invece la foto di Trainspotting calza a pennello! Ovviamente è quel che percepisco io, ci mancherebbe altro! Ti ripeto, a me è piaciuto il testo, ma non mi ha stretto il collo :)

      Elimina
    5. Ah-a! Infatti percepivo di aver toccato un punto caldo con i Cure! Io non sono un fan dei Cure (non ancora almeno) eppure questa canzone mi è sempre piaciuta, quindi utilizza la canzone come sottofondo alla lettura del post, non cercare riferimenti (se non quelli che ti ho detto prima) al gruppo...ahahah
      Ma guarda che i tuoi commenti valgono un sacco, critica pure! ahahah

      Elimina
    6. Tranquillo, rileggeremo il pezzo mentre siamo insieme, vedrai che la stretta al collo la sentirai eccome...ahahaah
      GD

      Elimina
    7. Non date confidenza al Siddiolo, può essere pericoloso.
      GD

      Elimina
    8. Dici che morde come i ragni con le chele?

      Elimina
    9. Io non mordo mai. Sono un cazzaro.

      Elimina
    10. Io l'ho letto con la musica di sottofondo la seconda volta! Angoscia...

      Elimina