Svolgimento
«Olof non era un buon cristiano già dai tempi del primo
liceo. Era un ragazzino solitario, vestiva male, parlava poco, era ambiguo.
Ogni tanto lo si vedeva in giro con un uomo quindici o vent’anni più grande di
lui, alcuni dicevano fosse omosessuale. Io, per mia natura, non credo al
pettegolezzo e, mi sembra sia evidente, sono stata più acuta degli altri. Alla
luce dei fatti accaduti Olof ha manifestato una ben più grave menomazione
psichica – lungi da me considerare l’omosessualità una menomazione psichica, al
contrario trovo che i gay siano persone dotate di un’incredibile intelligenza,
cosa che Olof ha dimostrato di non possedere, o comunque qui sarebbe opportuno
indagare sulla natura del male, che sia ignoranza o perfidia. Una grave
menomazione psichica, dicevo, che lo ha portato a fare quel che ha fatto»
«Io credo che Karin non fosse davvero vergine. Anzi, sono
sicuro di aver sentito voci che alludevano ad uno stupro subito in tenera età. Sì,
ci si riferiva a lei quel giorno. Poco importa. La verginità che cercavo io non
era fisica, piuttosto uno stato mentale»
«Solo ora rimango allibita dall’idea di coinvolgere ed essere
coinvolta all’interno del piano visionario di un pazzo. D’altra parte non c’è
di che stupirsi: le forze del male, gli spiriti maligni, lo so, possono sedurre
anche un’anima candida come la mia, o come quella di Elisabeth»
«Quando conobbi Elisabeth lei era ancora la fidanzata del mio bassista. Ci vedevamo in sala prove e tutti i mercoledì le parlavo di musica. Mi ascoltava sempre con attenzione, tant’è che pian piano incominciò ad avere un’ammirazione quasi religiosa nei miei confronti. Un giorno la vidi che si era già lasciata. Le presi la mano, gliela gettai con un sorriso dietro la mia spalla e stampai le mie labbra sulle sue»
«Si frequentavano da più di due mesi, non so cosa ci trovasse in quel poco di buono. Al telefono una volta mi ha detto che era essenziale alla sua crescita personale, che ne aveva bisogno proprio in quel momento, queste storie qui. Io l’ho sempre trattata da buona amica e anche quel giorno, nonostante la mia disapprovazione, le feci capire che se per lei era quello giusto allora doveva lottare per tenerselo stretto. E fu così che conobbi Olof»
«Si frequentavano da più di due mesi, non so cosa ci trovasse in quel poco di buono. Al telefono una volta mi ha detto che era essenziale alla sua crescita personale, che ne aveva bisogno proprio in quel momento, queste storie qui. Io l’ho sempre trattata da buona amica e anche quel giorno, nonostante la mia disapprovazione, le feci capire che se per lei era quello giusto allora doveva lottare per tenerselo stretto. E fu così che conobbi Olof»
«Inevitabilmente incominciai a parlarle delle voglie più
irrefrenabili che avevo. Mi mostrò talmente tanto interesse che dopo poco la
portai nella mia piccola libreria di fiducia»
«Non ho mai messo piedi in quella libreria, deve essere
sicuramente un posto spettrale. Dicono che se fai colpo sul moretto al bancone
hai più possibilità di farti passare certi libri. Certi libri, che orrore! Mi
hanno detto che all’apparenza sembra una Bibbia come le altre, con la sola
differenza che viene utilizzata per celebrare Satana»
«Satana, caproni e messe nere… sono tutte cazzate! Io avevo
altro in mente. Quando mi fermo a pensare, quando resto ad osservare le foglie,
i frutti, i ciottoli sul fondo del fiume, vedo in natura composizioni perfettamente
ordinate; la geometria frattale della natura. Piogge di
spirali, l’essere che è intrinseco. Poi vedo i corpi, la materia, le
imperfezioni e mi chiedo come tutto questo possa influenzare la nostra natura
sostanzialmente pura e spirituale…»
«Io non ho mai avuto a che fare con tutto questo. Questa
storia, la storia di Karin, mi mette ansia e disagio. A volte mi chiedo che
cos’è che ci faccio qui. Con chi sto parlando? Vorrei essere già adulta, vorrei
realizzare i miei sogni, vedermi sistemata…»
«L’adolescenza fa schifo»
«…E invece mi hanno accusata, calunniata, violentata! Non in
senso fisico, è chiaro. Anche in questo sono stata più prudente delle altre: Il
giorno che ci recammo nei pressi di *** sapevo bene a cosa stavamo andando
incontro, era tutto chiaro. Oddio, Karin… Karin era così ingenua… Il volto mi
si rigò di lacrime appena capì cosa stava per accadere. Cinque paletti
conficcati nel terreno, cinque candele, un nastro che disegnava la stella del
demonio…»
«Il pentacolo viene prettamente utilizzato per invocare o consacrare.
Le punte sono in rappresentazione dello spirito e delle forze elementali. Quei
libri io ed Elisabeth li conoscevamo a memoria e lei, con me, conveniva sul
fatto che l’unico amore possibile prevede la comunione mistica con l’intero
creato»
«Olof iniziò a toccare Karin, che era totalmente fuori di
testa - probabilmente assunsero entrambi grandi quantità di droghe già prima di
raggiungere il boschetto. Pare anche che nel pomeriggio abbiano fatto… non so
come dirlo… sì, abbiano avuto rapporti sessuali o qualcosa di simile, che si
siano cimentati in un gioco erotico o… non lo so…»
«Marit ci ha procurato la droga. Con molte probabilità si era
già fatta lungo la strada. Neanche il tempo di sistemare tutto che scopava con
Karin come una matta. Tutti e quattro ci lanciavamo sguardi lascivi e, tutti, in
poco tempo abbiamo fatto di Karin carne da macello» «La prese poi con forza e iniziò a penetrarla. La povera
Elisabeth, alla vista degli occhi indemoniati di quel mostro, svenne... Lui,
noncurante, continuava a penetrare Karin… più la penetrava e più la stringeva…
cercai di aiutarla… tutto inutile…»
«Ho visto Marit fare cose indicibili col cadavere della
piccola Karin. Ogni movimento e ogni gesto era una continua prova della sua
insana perversione per i genitali, per le mutilazioni»
«Fra le lacrime riuscivo a malapena a distinguere il volto di
Karin, che si deformava e si contraeva in smorfie mai viste prima d’ora»
«Mi pento solo di non aver avuto una videocamera con me, di
non aver filmato il rituale. Tutte quelle facce che esplodevano di piacere alla
liberazione di pulsioni trattenute durante il corso della vita… io la notte
del *** ho salvato quelle donne, Karin compresa. Le ho guidate affinché tutte
le cesure potessero essere ricongiunte, come all’inizio dei tempi. In tutta
quella omogeneità non riuscivo a scorgere i divisi, gli spezzati, gli imperfetti
poiché eravamo tutti parte di un unico corpo»
Giovanni Alberto Arena
Che poi io non mi invento mai nulla:
RispondiElimina"Brilla, brilla per sempre sole benevolo. Illumina gli incompleti affiché il due diventi uno. Illumina i divisi affinché il due diventi uno. Splendi sulla moltitudine, illumina la nostra strada, sole benevolo. Respiriamo all'unisono."
Mia piccola traduzione di un testo in sanscrito scritto intorno al 1100 d.C.
p.s. Basta oscenità. La prossima volta vi scrivo un raccontino battezzato sulle rive del Giordano, ve lo prometto.
Giovanni Alberto Arena.
Prossima volta, però, o parli dei pensieri rosa dei Teletubbies oppure niente!
EliminaAllora al prossimo Tema volta saro' deliziosamente accondiscendente :)
EliminaIl post più combattuto dell'intera sezione.
RispondiEliminaHa gettato nel panico le maestre rendendole nervose, confuse. A un certo punto non si capiva chi aveva in mano i capelli di chi, gli spiriti neri si sono fatti sentire in tutta la loro potenza ahahah
Giovanni, a me questo post è piaciuto perchè dentro ha qualcosa di oscuro, (ma nero nero nero), e ha anche una potenza che pochi altri post hanno avuto. Non si tratta soltanto di immagini forti create dalle parole, ma sono le parole stesse, quello che riescono a trasmettere.
Qui c'è un cuore nero felice di esserlo.
Complimenti!
Federico
Mi ha fatto venire in mente la terribile storia delle bestie di satana, una storia di cronaca nerissima e "maledettamente vera".
RispondiEliminala costruzione del pezzo è ardita e ben fatta. il linguaggio ricercato. i contenuti ambigui e discutibili...e han fatto discutere eh eh eh la scrittura è ben padroneggiata. bravo arena... e se arrivano dei satanisti diamo il tuo indirizzo! sappilo ;)
RispondiEliminaMeis
uhhhhhhhh...non commento :)
RispondiEliminaahahahahahahahaha, perchè questo è il commento che mi fa più ridere?!
Eliminaahahahaha
Federico
no no i panni sporchi laviamoli in aula professori! :)
EliminaMeis
Sei riuscito ad essere terrificante. Ma davvero, perché qui non si tratta di sangue color amarena o di vermi vari che escono da tutte le parti (una volta vidi Nightmare e non feci altro che ridere), ma di cose che potrebbero accadere, che probabilmente sono già accadute in qualche modo (perdona la mia ignoranza), e tu riesci a entrare perfettamente nella mente di una persona che porta a termine un crimine tanto abominevole. Tutto ciò rende il tutto ancora più inquietante.
RispondiEliminaMi piace moltissimo come hai (ri)costruito il racconto, con le voci dei partecipanti al rito, solo a un certo punto ho avuto un po' di confusione quando è spuntato il personaggio di Marit.
Che dire, Giovanni, complimenti, ma anche O__O (So che adesso sarò ostracizzata perché le emoticon sono badite da questo blog).
Terribile, così come voleva essere il pezzo! Anche a me ha ricordato le bestie di satana. Scritto con tratti decisi che non hanno lasciato nulla di inespresso. Diciamo che l'ho trovato così "orripilante" che mi è piaciuto.
RispondiEliminaStile perfetto. Scelta azzeccata quella di far parlare i protagonisti in stile verbale di polizia. Netto come una ferita che non avrà possibilità di rimarginarsi. L'unico limite che trovo è che non mi sorprende, la narrazione ci porta per mano dritti fino all'orrore e manca lo spavento finale.
RispondiEliminapiù drammatico/splatter che horror (e non che questo sia un difetto, anzi),
RispondiEliminadi questo racconto ho gradito il ritmo.
GD
Io mi scosto dal plauso. Solo per ragioni di saturazione mia, in realtà.
RispondiEliminaSono anni che mi vedo dei bimbiminkia e degli adultiminkia che cioè, no…. tipo che la kiesa è kattiva e che siccome che sono bisex e trombo solo con la luna piena perché sennò mi si rovina il ciuffo fatto con la piastra ho deciso ke divento pagano perché all’Universo e alla Dea non ci frega gnente di con chi vado.
Anni di discarica cerebrale al refrain di pagano = servo di satana, progenie dell’immondo, immondizia di babilonia. Anni di omosessuali che si sentono (peraltro con ragione) rifiutati da un grande contenitore romano e si buttano sul paganesimo, sul buddhismo e sulla wicca per ripicca o per dispetto.
Questo post mi ha fatto suo malgrado tornare tutto in mente, e tutto assieme.
P. S.: che ci troverà la gente in Satana, poi, che è sempre stato un pirla…
Condivido Melon ma vorrei fargli notare che il pezzo non inneggia a quegli, semmai li mette alla ribalta. E lo fa con una forza senza pari. E' terribile leggerlo che viene voglia di girare lo sguardo. Alla stessa stregua di come abbiamo voglia di girare lo sguardo (per l'orripilazione) quando ci imbattiamo in abusi sessuali su minori. E ti assicuro che si. Si che mi capitano. Ecco lì bisogn non girare o sguardo e denunciare. Qui si rischia di più. Si potrebbe pure perdere la vita. E ricordo la suora ad esempio. e le vittime fragili di ragazzi e ragazze che rimangono vittime di queste brutte bestie
EliminaPurtroppo questa potrebbe essere una realtà, terribile!
RispondiEliminaL'orrore sta proprio qui.
Stanotte non dormo.
Bravo.
L.I.