Ciao, allora ci incontriamo al solito posto, domani mattina alle sei.
Ciao Lucia, grazie, a domani.
Dieci donne speranzose ma con l’amaro in bocca si allontanano strette nei loro cappotti, dopo ore di discorsi sul da farsi. È in ballo tutta la loro vita, dedicata a quella fabbrica che ha scandito ogni ora della loro esistenza. Una famiglia allargata con un numero che pesa quanto un macigno: 239 colleghe, amiche, sorelle, madri che tutti i giorni si sono trovate gomito a gomito a combattere.
E ora? E ora? Licenziate senza nessun ritegno, solo un fax inviato pochi giorni prima di Capodanno dal padrone della Omsa, Nerino Grassi. Senza alcuna spiegazione ma solo anni di sotterfugi. E intanto la fabbrica produceva a pieno ritmo e di sicuro, non aveva problemi. Era uno stabilimento con bilancio in positivo ma per far fronte, come dicono loro, alla crisi, chiudono i portoni per abbracciare il processo di delocalizzazione che porterà lo storico marchio in Serbia, nessuno spazio alle trattative con i sindacati. Ormai è moda lanciata dallo stilista di pelle umana, Messier Marchionne, dove l’unico fattore che conta è il profitto. Nessuna responsabilità sociale, nessun vincolo etico nei confronti delle persone e del territorio e del Made in Italy.
Le parole scorrevano sul video all’impazzata, le lacrime mi appannavano la vista. Alzo la cornetta. Pronto Margherita, hai letto su FB e su Twitter? È partita la campagna “brand reputation”. Certo se continuano così altro che Omsa che gambe!
Avverto le altre.
Margherita chiama Bianca, Bianca chiama Stefania, Stefania chiama Daniela. Appuntamento a casa di Alice per le 15:30.
Stanno attorno ad un tavolo, l’odore del caffè satura la cucina che già è stretta di suo, ma loro strette lo sono state una vita, provate da giorni si abbandonano a quel momento intimo.
Qualcosa accadrà. Non ci hanno abbandonate.
KI
un omaggio e un augurio a quelle donne battagliere!....
RispondiEliminameis
post incazzato per fimmine incazzate e datori di lavoro che fanno incazzare.... il mondo gira attorno alla stessa parola!
RispondiEliminaGD
brava Krisstina, non dobbiamo dimenticarle.
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