Svolgimento
“Mi aspetto una grande
ricompensa in cielo […] sono impaziente di accedere alla gloria”
Paul Jennings Hill
(prima di essere condotto nella camera della morte)
John si svegliò all’alba, aveva
fatto un sogno strano durante la notte. Si trovava dentro un sacco, non
riusciva a vedere attraverso di esso, però sentiva che gli mancava il fiato,
cercò di strappare la patina che sentiva addosso, si dimenava, diede un calcio,
tentava di gridare ma non ci riusciva. Improvvisamente sentì un rumore
assordante, uno sparo. Si ritrovò nel suo letto, il sudore gli aveva bagnato la
canottiera.
Guardò l’orologio, erano le sei
ma decise ugualmente di alzarsi per andare al lavoro. Mentre si vestiva,
pensava a quante donne avrebbe dovuto convincere quel giorno: dieci, venti,
quaranta, e cercò di immaginare quelle che sarebbero tornate per l’operazione
che da future mamme le trasformava nuovamente in donne senza figli. Le sue pazienti
erano principalmente ragazze. Piccole donne accompagnate dai genitori, di
solito la madre, troppo giovani per prendersi cura di un bambino. E allora
decidevano di fare un passo indietro, e John Britton era il loro salvatore, uno
dei medici abortisti più bravi della Florida.
Prima di mettere la camicia,
indossò il giubbotto antiproiettile. Dopo che venne assassinato David Gunn, suo
collega e amico, John non si sentiva al sicuro – i pazzi con una pistola sono
ovunque – pensava mentre stringeva le cinghie del giubbotto.
Quando uscì di casa la sua
guardia del corpo lo aspettava in macchina. Accesi i motori partirono subito
per la clinica, la “Pensacola Ladies’ Center”.
Il parcheggio della clinica era
meta di centinaia di manifestanti, religiosi e non. Fermate il massacro! –
urlavano – sono esseri innocenti, hanno gli stessi diritti di ogni altro essere
umano!
John, ormai, si era abituato a
quell’accoglienza quotidiana. Uscì dalla macchina e si diresse verso l’entrata
della clinica, sguardo basso, borsa stretta tra le mani. Aveva ricevuto minacce
di morte negli ultimi tempi: lettere, chiamate anonime durante la notte, un
cartellone bianco con la parola “ASSASSINO” in rosso. Decise che sarebbe stato
utile comprare il giubbotto antiproiettile.
Anche Paul Jennings Hill, quel
giorno, si svegliò presto. Nei suoi sogni, però, lui non si trovava dentro sacco:
era tornato ad essere bambino. Un raggio di sole lo prese in pieno volto e lui
sentiva il calore piacevole che lo coccolava. Improvvisamente il raggio si
spostò, lo vide allontanarsi prima dal suo volto, poi dal suo corpo. Lo seguiva
mentre si dirigeva verso un punto imprecisato del giardino di fronte casa sua.
Quando si fermò, il piccolo Paul corse a vedere cosa ci fosse di tanto speciale
in quel punto. Cominciò a scavare con le dita nude, tirava via la terra con
foga. Trovò un piccolo crocefisso di legno. Paul lo prese e lo strinse a sé, il
suo cuore batteva velocemente.
Quando aprì gli occhi fece un
sorriso, anche quella volta dio gli aveva parlato, pensava, era entrato in lui
e quel giorno avrebbe agito attraverso per mano sua. Mise gli occhiali e si
vestì velocemente, si guardò allo specchio e cercò nel suo volto un
ripensamento, qualcosa che lo facesse fermare. Non ne trovò e uscì di casa.
Anche lui era diretto alla clinica di Pensacola.
Parcheggiò lontano dalla clinica,
non voleva che gli altri, vedendolo arrivare, lo accerchiassero per manifestare
insieme a lui. Il suo progetto era molto più grande, dio stesso glielo aveva
affidato.
Aprì lo sportello posteriore. Tra
le tante cose vide, ben chiuso in un sacco, il suo abito da reverendo. Si
chiese quando avrebbe potuto indossarlo nuovamente dopo quel giorno. Dietro
qualche cianfrusaglia si trovava il fucile che avrebbe utilizzato più tardi. Lo
sfiorò con le dita, lo prese e lo collocò con cura dietro un cespuglio, poco
più in là, poi si unì alla folla in attesa dell’arrivo di Britton.
Quando Paul vide il fuoristrada
che da lontano arrivava, si mosse in direzione del cespuglio – qualche secondo
e sarebbe diventato un “soldato di dio” a tutti gli effetti.
James Barrett, guardia del corpo
di John, scese dall’auto per allontanare qualche manifestante dalla macchina.
John Britton lo guardò allontanarsi. L’ultima cosa che fece, fu scendere dalla
macchina. Poi qualcuno gridò il suo nome. Si voltò e questo fu il suo ultimo
ricordo.
Quattro colpi gli arrivarono in
pieno volto e sul torace – Paul Jennings in seguito dichiarò “Sapevo di dover
mirare alla testa, perché sapevo del giubbotto antiproiettile” -, altri tre
spari arrivarono e colpirono James Barrett, 74 anni, luogotenente dell’Air
Force ormai ritirato.
FO
la follia non ha limiti...purtroppo...
RispondiEliminallg
FO , non capisco perche' racconti questo fatto di cronaca americana.
RispondiEliminaSe dovessi esprimere il mio giudizio sarebbe cinicissimo
Lavoro documentale cara Wood, esprimi esprimi pure!
Eliminaun racconto, la realtà è diversa.
EliminaElla Bix, cosa ne pensi del mio racconto? Comunque, la realtà di sicuro deve essere diversa (anche se, a parte i sogni, è tutto documentato), altrimenti sarebbe stato un articolo di giornale...
EliminaFede, il fatto di cronaca è espresso talmente bene da fare una PIPPA a tutti quei giornalisti blasonati che a volte arrivi alla fine del loro articolo senza aver capito na mazza di quello che stavano raccontando.
EliminaLavoro documenntale ineccepibile, ti diro' di piu' sembra la sceneggiatura di un film!
IL CINISMO è riferito al fatto che altro che iniezione letale io l'avrei bruciato :)
Bello, bello!
EliminaChissà quando arriverà
il pazzo che farà brillare
i nostri burocrati.
Anche nella follia gli americani sono avanti,
dobbiamo svecchiarci.
Abbiamo il Brand più vecchio del mondo a Roma
produciamo le migliori armi.
Abbiamo la mafia.
Abbiamo i peggiori politici
e con tutto questo facciamo giocare il mondo :-)
Visto che siamo tema anche al FESTIVAL DI SANREMO abbiamo un bel BRAND bello ammuffito...
EliminaSolo una delle tante pazzie commesse in nome di una fede! Solo una delle tante forme di inquisizione che negli anni hanno attraversato tutto il mondo e colpito molta gente! Cose che sembrano non essere mai esistite, ma che dimostrano come qualunque forma di estremismo (e lui in nome del suo essere reverendo) possa risultare molte volte dannosa,in quanto la parola spesso include in sé assoluta chiusura mentale! A me gente così mi spaventa e credo che adesso(almeno in quello che definiamo occidente) molte cose siano per fortuna ormai lontane ma non passate in quanto si sono trasformate in forme un po' diverse! Non so se era questa la tua intenzione,ma a me sembra un ottimo punto di partenza su argomenti del genere! AG
RispondiEliminaSangue chiama sangue, e via da capo. In questo Vito è stato bravissimo a descrivere Achille e la sua sete di vendetta. Comunque inestinguibile.
RispondiEliminaDa tempo leggo testi che raccontano quello che hanno combinato i nazisti durante la seconda guerra mondiale. Chissà come, il mondo è però riuscito a voltare pagina e a resistere alla tentazione di radere al suolo la Germania. Perchè ognuno di noi, se sente parlare di violenza perpetrata su innocenti, viene preso dalla voglia di mettere mano a randello, coltello, lanciafiamme o altro. E' umano? Questo morbo della violenza ce l'abbiamo tutti nel dna?