martedì 7 febbraio 2012

Tema: La conta delle gazzelle


 Svolgimento

Quella sera la giapponesina non aveva il solito sorriso che regalava indistintamente a tutti, anzi, si era intristita da quando aveva parlato con qualcuno su skype, forse qualche parente. Si era fatta fare le treccine tipiche africane - si nota lo scalpo – disse qualcuno quel giorno – vuole darsi un’aria esotica, che banalità!
Facevamo parte di un gruppo di volontari che si trovava in Mozambico, nell’Africa subsahariana. In casa eravamo circa sette tra giapponesi, italiani, spagnoli, brasiliani e ungheresi.
La sera chiesi ad Akiro quale fosse il problema, cosa le era successo, mentre lei era intenta a togliere gli elastici e ridare libertà alle ciocche di capelli. Stava piangendo.
Si tratta di mio nonno – disse – è morto ieri e adesso devo pregare per lui, non posso tenere le treccine da bambina – continuò la sua spiegazione ed io rimasi ad ascoltarla – mi dispiace – le dissi, poi tirai fuori discorsi sulla vita e la morte che nemmeno io riuscivo a seguire, senza testa né coda.
Ero l’ultimo arrivato in quella casa non abbastanza grande per tutti e quindi non avevo ancora una stanza personale o in comune, mi toccava dormire sul divano, in sala da pranzo, in attesa che qualcuno lasciasse il posto. Nessuno, a quanto pare, aveva intenzione di farlo, e il mio letto rimase lì, proprio vicino la porta d’ingresso.
Akiro mi raccontò di alcune credenze giapponesi secondo cui lo spirito del parente defunto vaga sulla terra per trenta giorni dalla morte, si prende il tempo di salutare i propri cari (se non ha avuto il tempo di farlo mentre era in vita) – verrà a trovarmi - disse con un sorriso. Io non riuscivo a capire inizialmente ma in definitiva aspettavamo la visita di un fantasma. Le tre sere successive non riuscii a chiudere occhio, e se il nonno avesse bussato alla porta? Che cosa potevo fare, dirgli - aspetta, che vado a chiamare tua nipote?
Le luci di tutti gli edifici venivano spente alle nove in punto, l’elettricità veniva fornita da un generatore che apparteneva alla scuola, dopo buio totale. Quando mi ritrovavo da solo chiudevo gli occhi sforzandomi di dormire, in quel momento non volevo trovarmi di fronte al nonno di nessuno, neanche al mio. 

  
 I rumori della campagna africana, che si trovava alle spalle della casa, non aiutavano: rami spezzati, vento, fruscio di foglie, versi di animali, insomma, l’atmosfera era poco rassicurante, niente a che vedere con “i rumori della natura” che si trovano incisi in qualche cd che dovrebbero aiutare a dormire. Mi sforzai di spegnere i pensieri ascoltando qualcosa ma anche il fedelissimo lettore mp3 mi abbandonò. Aspettando, terrorizzato, di vedere l’ectoplasma in arrivo dal Giappone, chiusi gli occhi e contai le gazzelle (bisogna adattarsi al luogo). Mi addormentai alla settantaduesima gazzella, la ringraziai il giorno dopo.


Passò qualche settimana, ormai avevo ripreso a dormire tranquillamente, e la curiosità mi portò a chiedere ad Akiro che fine avesse fatto il nonno, se dovevo ancora fare da portiere e aspettarlo (risi quando le feci la domanda), è già venuto – mi rispose – è venuto in sogno. In quel preciso momento feci un sospiro di sollievo, tirai fuori il mio block notes e depennai il punto numero quattro, “Nonno dal Giappone”, dalla lista delle cose di cui aver paura in Africa: si trovava tra “leoni affamati” e “babbuini in calore”.

FO

7 commenti:

  1. nonno tra leoni affamati e babbuini in calore.....certo che è un pensiero in meno.
    :)
    llg

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  2. cosa c'era ai nr 1 e 2 della lista?
    (bello il post)
    GD

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    1. Al numero due c'erano le zanzare incazzate, al numero uno le zanzare femmine incazzate!

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  3. Belloooo! Mi piacque tanto, forse più del racconto orale! Attento ai babbuini in calore!

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  4. Sono convinta che se non ti fissi sulle paure anche loro non si avvicineranno troppo a te!! Quel nonno magari ti è passato accanto e tu non te ne sei neanche accorto...forse perchè non cercava te! Anche se non conosco nessun giapponese, mi affascinano loro e la loro spiritualità ! E poi... bello anche il post e bello il posto dove questo nonno ha forse passato il suo ultimo giorno sulla terra! AG

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  5. Sono stata in apprensione per te,giovane ghostbusters,fino alla fine del racconto!

    Bravo Fede! Sappi che la casa in cui vivo era un convento e che spesso le monache vengono a farci visita,ma solo Mici se ne accorge. . . soffia al muro :-)

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    1. Evvai!!! Non vedo l'ora di venire a trovare le monache allora!!!

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