martedì 16 luglio 2013

Tema: Pid, la leggenda del secolo

Svolgimento

Si dice che Paul sia morto.
Chi è Paul? Sir Paul McCartney, of course.
La sua leggenda è nota con un acronimo: PID, Paul is dead.
Credo di essere ossessionata da questa storia, fin da quando ne sono venuta a conoscenza, non so bene perché.
E se fosse vero? In tutti questi anni, esperti, medici, medium, cartomanti si sono sperticati nel trovare indizi; le analisi fisiognomiche sono quelle che destano più sospetti sul piano oggettivo. Il caro Giacobbo di Voyager pare condividere con me quest’ossessione, viste le innumerevoli puntate che ha dedicato a quest’appassionante leggenda del mondo della musica.
Con spirito giornalistico e anche un po’ voyageriano, voglio narrarvi come sono andati i fatti. Le prove che porterò a dimostrazione della tesi vi appariranno bizzarre o assurde. Ma non potrete fare a meno di pensarci. Riuscirò a porvi il maledetto tarlo del dubbio. Come Giacobbo ha fatto con me.
È una fredda serata di novembre del 1966. Siamo agli studi di registrazione, una porta si apre di colpo, un uomo ne esce sbattendola violentemente. L’uomo s’infila nella sua macchina sportiva e parte sgommando. Sulla strada incontra una ragazza che faceva l’autostop, la fa salire, pare  sia scappata da casa dopo che il ragazzo l’aveva lasciata perché incinta. Quando la ragazza si accorge che è salita sulla macchina di Paul comincia ad agitarsi e da brava fan accanita comincia a toccarlo facendogli perdere il controllo dell’auto che si va a schiantare rovinosamente contro un albero. Paul viene sbalzato dall’auto in fiamme qualche metro più in là, perdendo la vita.
A quel punto, secondo la leggenda, i produttori e gli stessi Beatles ritennero opportuno non dire nulla ai media, almeno finché non avessero deciso il da farsi. Perdere Paul sarebbe stato un duro colpo per la loro carriera, in quel periodo, quando la band era all’apice del successo, giacché Paul, insieme a John, era il pilastro portante della band. Cosa s’inventarono quei diavoli dei produttori? Decisero di trovare un sosia.
Dopo estenuanti ricerche, finalmente lo trovano, tale William Stuart Campbell, il quale si sottopose a diverse operazioni di chirurgia, al fine di sembrare veramente il baronetto deceduto.
L’unica cosa che non si poteva correggere era l’altezza (Paul era più alto) e la voce, difatti smisero di esibirsi dal vivo.
E fu sera e fu mattina, in breve si sparse la voce che quello lì non fosse il vero Paul, ma un impostore. Un impostore capace –pensate un po’- di comporre capolavori come “Let it be” e “The long and winding road”. Il sostituto non era solo somigliante nelle fattezze, ma anche nel genio musicale!
I sostenitori del PID sono convinti del fatto loro. Giacobbo in testa. Gli indizi disseminati dai tre beatles superstiti sono molteplici (l’idea che Paul e company si stessero prendendo gioco di loro, non li ha sfiorati neanche), molti dei quali a sfondo macabro e con chiari riferimenti a riti satanici. Per fare qualche esempio: la celeberrima cover dell’album “Abbey Road”, che immortala i fabfour nell’atto di attraversare delle strisce pedonali, presenta due anomalie, la prima è che Paul McCartney viene ritratto a piedi nudi a chiudere la fila, mentre nella mano destra reca una sigaretta. Ma che strano! Paul è mancino e dovrebbe fumare con la sinistra. Il suo passo scoordinato rispetto agli altri indica la sua appartenenza al mondo ultraterreno.
Celebre anche l’immagine di un’auto sullo sfondo, la targa in particolar modo, che contiene una scritta significativa: LMW 28IF, “28 se”, avrebbe ventotto anni se fosse ancora vivo. Dall’altro lato della strada, il furgoncino che i fautori del PID sostengono essere il furgone che la notte dell’incidente trasportò il corpo senza vita di Paul. Tuttavia, gli indizi più importanti li troviamo all’interno dei testi e delle registrazioni. Chi di voi non ricorda il famoso “I buried Paul” alla fine di “Strawberry fields forever” che John Lennon sussurra quasi impercettibilmente?
E la copertina di “Sgt. Pepper’s lonely heart club band”? Un vero tripudio di riferimenti all’ipotetica morte di Paul. Molta gente ha passato notti intere a esaminare la cover, perdendo diverse diottrie, nel tentativo di individuarne il più possibile.
E tutte le registrazioni al contrario? Non ci sono dubbi, “Paul is really dead”!
Giacobbo, quel mattacchione, che vede gli alieni anche nel cesso di casa sua (No, Giacobbo, non so’ alieni quelli. So’ stronzi!), ha tirato su un baccano terribile, sbarcando in terra inglese e mobilitando sedicenti medici, dentisti, esperti di fisiognomica e chi più ne ha più ne metta. Sono state analizzate decine di foto del pre-decesso confrontate con quelle post mortem. Alla scienza non la si fa! Quel Paul non è il vero Paul, lo dicono i suoi denti! Già, avete capito bene. L’analisi dell’arcata dentaria di Paul e quelle del sedicente Paul sono state condotte con rigore scientifico. Tutti sanno che bastano delle fotografie per stabilire in maniera precisa e scientifica se i denti sono i tuoi oppure no! Per non parlare dell’accurato studio di craniometria, sempre basato su foto dei due Paul. Il vero e il finto. Il sette e l’otto. I risultati sono stati sorprendenti: la scienza ha stabilito che la possibilità che l’attuale Paul non sia il vero Paul non è da escludere, perché dalle foto appare evidente come la linea della mascella sia differente. Cose inspiegabili. Giacobbo è in un brodo di giuggiole, ha fatto lo sgoob del secolo. Ripeto, alla scienza non la si fa!
Vi confesso che per un attimo ho vacillato, ma poi mi son detta, come ha fatto un tizio qualsiasi a scrivere “Penny Lane”? È assurdo anche solo pensarlo.
Paul is alive. God bless him.

Rosita Baiamonte

9 commenti:

  1. Qualche tempo fa ho visto una cosa locca in TV con la Barale. A me queste cose che si domanda la Barale non mi piacciono, tipo "ma Gloria Gaynor" quando cantava I will survive veniva fuori da una depressione oppure no?
    Che poi quando la Consoli cantò una cosa dedicata a sua madre (festival di sanremo), pare che tutti le fecero le condoglianze e invece la signora Consoli sr era viva e vegeta.
    Paul vivo o morto? boh..... però l'articolo di Rosita mi ha preso che l'ho dovuto leggere tutto. Rosita, mi hai costretto...
    GD

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    1. Grazie!! È sempre una gioia costringere qualcuno alla lettura! ;)

      Barale, giacobbo...là siamo, tutta fuffa!

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  2. Magari è stato tutto un piano organizzato dal sosia che voleva prendere il posto di Paul =D
    - Chiara -

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    1. Ma tu lo sai che ringo star fu sostituito per 10 giorni da un altro tizio? Ne parla sergio algozzino, un fumettista palermitanom, nel suo libro a fumetti....mi piacerebbe leggerlo!

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  3. Pensa che alla mia veneranda eta' non conoscevo questa storia. Brava Rosita hai tenuto perfettamente il tempo e l'articolo pur essendo lunghetto e' piacevolissimo da leggere.
    lo spammero' ai 4 venti perche' sei brava!

    ps ... tu lo sai vero che la gallina di Banderas si chiama Rosita ? :) cosa ne pensi

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    1. Grazie Anna! Ahimè, non ho il dono della sintesi ( o meglio non lo avevo, ora faccio fatica pure/a trovare il tempo per lacciarmi ipotetiche scarpe coi lacci che non ho!)
      Per quanto riguarda la gallina....ho riso cosi tanto che ho pensato di chiedere i danni per dislocamento della mascella!

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  4. Rosita, mi piace questo approfondimento nei meandri delle leggende metropolitane.
    Questa storia circola da quando è morto Paul, e secondo me è tutto vero, cioè che Giacobbo ha fatto delle puntate su questa storia.
    (emoticon is alive)

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  5. Ahahahah, io conosco qualche altro dettaglio!
    Nella copertina di Abbey Road, Paul è l'unico dei quattro ad essere senza scarpe (secondo molti è un chiaro riferimento alla morte), mentre nella copertina di "Sgt. Peppers lonely heart club band" ha una mano, che spunta dal nulla, sulla testa (l'assoluzione..)
    Insomma, il mito di Paul McCartney è interessante, magari è tutta una trovata dei furbacchioni dei Beatles, o magari no, boh.
    Una cosa è certa, però: questo post è scritto veramente bene, che si fa leggere tranquillamente e fa sorridere (sebbene l'argomento non sia comico). Insomma, Rosita, brava brava. Torna a scrivere per la maestra!

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  6. Torna, sta casa aspietta a te! Grazie, federico! Io, la sedia rosita e anche la gallina ( che trio!) Vi ringraziamo per l'ospitalità e per l'accoglienza! In vacanza vi scrivo un pezzo!

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