lunedì 30 settembre 2013

Tema: Emanuele Filiberto, secondo in linea di successione al Trono d'Italia

Sez: Il Secondo Posto
Svolgimento

Un caloroso saluto a tutte quante le mie amiche, dal vostro Emanuele Filiberto. Oggi vi propongo veramente un'incredibile offerta. Sto parlando de "L'offertone rottamazione". Avete capito bene. Ogni cinque anni l'azienda che io pubblicizzo fa un'offerta speciale ma quest'anno, in virtù del momento particolare, ha voluto proprio esagerare. Allora...Via con l'offerta!. Si tratta di una favolosa batteria di pentole 18 pezzi acciaio inox 18/10 per una cucina senza oli,  senza grassi, senza niente, cottura a Castello di Moncalieri, pomoli con termostato per un controllo della cottura e con un triplo fondo alto un metro e basta, per tutti i tipi di fornelli, a gas, a legna, elettrici, da campeggio, da roulotte, principalmente ad induzione! I manici, disponibili sia in acciaio che in bachelite, per non scottarsi e per non prenderle (di santa ragione) con le presine. L'interno, con il bordo arrotondato per una maggiore e facile pulizia, lucidato a specchio col Mastro Lindo. Come vedete sono marchiate a fuoco, pesanti, col pentolone che pesa quanto un macigno, che ad alzarlo ci vuole la gru. Una batteria completa, eccezionale senza nessun optional da pagare a parte, con dei coperchi che...manco il diavolo! Ma veniamo subito all'offertone rottamazione: oggi, solo per oggi, l'azienda vuole cambiare tutte le pentole degli italiani, vuole cambiare tutte le nostre vecchie pentole che abbiamo in casa con queste eccezionali pentole in acciaio inox garantite a vita. E allora se riuscite a prendere la linea, attiva 24 ore su 24, sei giorni, sette notti, 50 % di sconto per le prime 20 telefonate, se trovate occupato attendere prego, se fossi  un cane abbaia, se fossi un gatto miao, se fosse tardi ciao, amiche vi portate a casa una batteria 18 pezzi in acciaio inox, imperdibile. In più, compreso nel prezzo riceverete a casa, posta celere, un tv color a microonde, combinato, 14 pollici con caldaia separata. Un ferro da stiro professionale a pressione con cambio Shimano 18 rapporti occasionali. 


venerdì 27 settembre 2013

Tema: Oblio e Graffiti

Svolgimento
La ricchezza della vita è fatta 
di ricordi, dimenticati.
C. Pavese
Rimango a fissare l’ultima pagina bianca per un tempo indefinito. Ipnotica, la grammatura più ruvida del foglio di risguardo trascina tutto il testo appena letto in una sorta di finis terrae sferzata da dubbi e incertezze corrosive. Allora cerco di ancorarmi alle pagine precedenti, annaspo a ritroso dove il discorso fluisce, ma niente: ormai ogni storia non è che un sibilare di sabbia pungente. Poi, impercettibile, ricomincia il silenzio e piano piano si trasforma in un ronzio sordo, frantumato come l’eco indistinta di mille vite scomparse. Solo allora l’immaginazione riesce davvero a spiccare il volo e a percepire il senso che ogni singola lettera o frase ha sedimentato dentro il mio oblio.
Tutto ruota intorno a un incipit lontano che non ricordo più, o forse non voglio ricordare. Un incipit arcaico che precipita la storia di mille anni in un presente senza tempo. Libri, vite, viaggi: tutto si rilega in un presente assetato di storia.
Ed è in quel preciso istante tutto prende a narrarsi da solo:
Ho scaricato l’e-book che mi hai mandato e ora apro il PDF con la stessa avidità con cui da bambina scartavo un regalo a Natale. Mi sento presa da una smania assurda. Per nulla virtuale. Sento il silenzio delle pagine non lette mentre mi allontano dalle mie certezze. Voglio crederti. Ho bisogno di crederti.
Tu viaggi in mondi che io non conosco. Poi torni e scrivi reportage e articoli e sei una persona che mi insegna a non avere paura.

giovedì 26 settembre 2013

Tema: Mirella Sessa, seconda a Miss Italia 2009

Sez: Il Secondo Posto
Svolgimento

La tua è una figlia guardabile, non c’è che dire, ma non è competitiva, ci vogliono gambe, dice mio nonno a mia nonna. 
Cretino, lo vedi, è tra le prime due, già novantotto se n’è tolte di mezzo, e ora si pesterà sotto i piedi pure la tua! 
Certo che è tra le prime due, ma l’altra è la mia, troppo bella, che se corresse in Formula Uno vincerebbe il campionato dopo la prima gara, con o senza una Ferrari.
Sì, pure con un carretto arriverebbe prima, pare un mulo.
La tua invece ha le gambe come i piedi del tavolino.
La Carlucci non lo sa che mio nonno e mia nonna sono davanti la televisione e stanno commentando gli ultimi minuti di Miss Italia 2009. Che se lo sapesse, perderebbe la sua faccia di marmo. Mia nonna glielo ha detto a mio nonno, stasera non cucino, ti mangi le zucchine fritte che sono rimaste a pranzo, ma tanto mio nonno manco ha cenato, lui delle ragazze che sfilano in costume o in abito lungo non vuol perdere niente. Su un foglietto aveva scritto i numeri di quelle che gli piacciono, a mia nonna ha detto guarda queste, sono una meglio dell’altra. Mia nonna questa cosa non la sopporta, ma non perché sia vecchia, e neanche perché queste sono belle, non la sopporta e basta, perché quelle che sfilano sono femmine e invece i maschi non li fanno sfilare mai.
Guarda, non ci sono dubbi, vince lei, la 7, dice mio nonno.

mercoledì 25 settembre 2013

Tema: Il Secondo Posto

Alunni e alunne,
sabato scorso sono stati proclamati i vincitori del Macchianera Award 2013. La maestra è arrivata seconda.
Poichè noi siamo contrari a quanti pensano che i secondi sono sfigati, abbiamo deciso di ricordare i secondi di tante classifiche nel modo migliore, con una nuova sezione: "Secondo posto".





Vi chiediamo di andare a caccia di classifiche (Sanremo, mondiali di Formula uno, campionati di calcio, ordine di arrivo dei cento metri ad ostacoli, finale di X-Factor, elenco dei tonni derivanti da pesca sostenibile etc) e dedicare al secondo arrivato un tema.
Buona scrittura e vinca il secondo!!
La Maestra

martedì 24 settembre 2013

Tema : Approcci di ricerca

Svolgimento 

Benché due ragazzi avessero immaginato un presente diverso adesso passeggiano lungo il parco con l’aria frizzante il cielo azzurrino e le prime foglie rosse. Osano poche parole. Un tempo erano bambini, lo erano davvero.

senza troppo sangue parlavano lui si avvolgeva tempestivamente nella sciarpa di chachemire e Lei si guardava il bianco sotto le unghie.
poco tempo era passato dall’ultimo treno preso e i puntini visti dal bojng 7347.
i passi nella strada sgranocchiavano come i grissini.
“Non c'ho molto tempo però “mormorava Amedeo
il freddo punge appena e il sole si dipana.
Alina : “ ieri suonavo il piano nella sala blu”.
Lo scoiattolo si arrampica sul platano.
Amedeo : “sei una schifosa hipster autogena”

Alina sorride appena pian piano si porta le mani ai capelli, e fissa la spilla bianca sul mongomery verde.
Amedeo: gli Arctic Monkeys cazzo, io li odio!
Alina arrossisce tenuamente,:era una musica solo allegra, se consideri i momenti della vita non hanno niente così male.
A quell’ora nel parco penetrava una luce tenue.
Ho abbastanza lucidità per essere fuori dal testo squittiva lo scoiattolo con la coda fumé.
Due anziani stavano come statue leggendo la stampa.
Ci fanno la radiocronaca deus.



lunedì 23 settembre 2013

Tema: Iena Ridens

Svolgimento


La Iena ridens, ridente carnivoro della savana africana, di cui tutti parlano in termini negativi, ce ne fosse uno che ne parli bene. 
A cosa deve la Iena ridens la sua fama di essere vorace e maleducato?, sicuramente ai documentari che finora sono stati mandati in onda dalle emittenti televisive di tutto il mondo, che la mostrano sgraziata zoppicante e puzzolente, contendersi le carogne con gli altri componenti del branco e alcune volte addirittura con i leoni.
Tutto ciò non può fare bene a un animale che, anche nel suo aspetto ripugnante e nei suoi comportamenti da cafone, è pur sempre un mammifero e, come tale, vive teneri momenti di maternità tali e quali a tutte le mamme del mondo.
La Iena ridens è famosa nel mondo soprattutto per la sua caratteristica più evidente, che è quella di ridere, non riesce a trattenere le risate, a volte ride fuori luogo, spesso questa caratteristica le fa anche fare delle figuracce, ai funerali, per esempio.
Diversi studiosi del riso hanno scelto come oggetto di studio proprio il verso ridacchiante della Iena ridens, hanno dovuto necessariamente escludere la cugina Iena lacrimosa, e la sottospecie Iena sorridens, per la risata poco significativa e spesso sporcata da singhiozzi o ghigni, la risata della Iena ridens è indubbiamente quella che negli ambienti scientifici si definisce una bella risata grassa.
Gli articoli pubblicati nel corso dell’ultimo quinquennio potrebbero sembrare in controtendenza all’andamento generale della ricerca. Con la crisi attuale, l’argomento affrontato, il riso, non è ciò di cui la grande maggioranza dei ricercatori si sta occupando. 

sabato 21 settembre 2013

giovedì 19 settembre 2013

Tema: La svolta

Svolgimento


L’ultima udienza del Processo Rostagno ha visto in aula Angelo Siino (pentito, ex collaboratore e “ministro” dei lavori pubblici di Totò Riina, ovvero colui che si occupava di gestire appalti) che parla del mandato di uccisione del giornalista e sociologo piemontese per mano di cosa nostra.
A quanto pare Rostagno era a conoscenza di inciuci tra la mafia e le logge massoniche trapanesi e per questo considerato “arrivato” (cioè talmente scomodo da essere ucciso).
Ma andiamo per gradi. Per chi non conoscesse la storia di Mauro Rostagno e del processo, archiviato e riaperto più volte, ecco un piccolo riassunto.
Mauro Rostagno era un giornalista e sociologo piemontese, fondatore assieme ad altri eccelsi membri del movimento Lotta Continua. Dopo essere stato in Francia, in Inghilterra, in Germania, dopo aver militato come sessantottino ed essere stato in India tra agli “arancioni” di Osho, si stabilisce nella provincia di Trapani dove fonda, assieme alla compagna e ad un amico, una comunità di recupero per tossicodipendenti, la Saman. A Trapani collabora con RTC, un’emittente televisiva locale, dove denuncia fatti e inciuci mafiosi che lo portano ad essere considerato una figura scomoda. Assassinato dalla Mafia il 26 settembre 1988 a 46 anni, il suo nome continua ad essere un esempio di lotta e libertà.
Le inchieste sulla morte di Rostagno hanno seguito negli anni le piste più disparate, inizialmente finì in carcere la compagna Chicca Roveri, pensando ad un delitto maturato nell’ambito della comunità Saman. Poi si pensò ad un collegamento con il delitto Calabresi, visto che Rostagno era stato tra i fondatori del movimento Lotta Continua. E poi a un traffico d’armi, o di droga, o ai servizi segreti. E infine a un’ipotesi inevitabile visto che il delitto aveva avuto luogo in Sicilia: alla mafia. In nessuna delle piste seguite vi erano stati, però, riscontri attendibili.

mercoledì 18 settembre 2013

Tema: Raia

Svolgimento

No. Non si dorme stasera. E non perché c’è aria di mobilitazione generale. Domani si parte. Io non ci vado, se lo possono sognare. Io sto pensando a Raia. Cavolo mi bruciano gli occhi, lo so che quando piango la mattina dopo ho i trolley sotto gli occhi. Io che non piango mai davanti a un film per colpa di quella stronzetta che mi va a scartare un film “cult” sto inzuppando tutto il cuscino. Io non parto. Se lo possono scordare che metto il mio culo sul camper e mi assuppo duemila chilometri per andare in un posto dove uccidono le ragazzine. Mia madre, ancora la sento che dice alla sua amica: “Quest’anno si va in Croazia, che posti meravigliosi, un mare che non te lo immagini neanche, si andiamo tutti con il camper si risparmia e non ti perdi nulla dei paesaggi”. 
Io li odio queste vacanze superfamiliari, intruppati dentro a quella scatola di metallo. A me mi fa pensare agli zingari, ai gabinetti porcherosi nei camping, e agli insetti infernali.
Quella filosofa della ragazza di mio fratello detto anche lo smidollato, che a lui tra parentesi non gliene frega una mazza delle scelte colte della sua ganza, mette sto film e io là ipnotizzata neanche si trattasse di un film sui succhiasangue.

martedì 17 settembre 2013

Tema: L'ideologia di sinistra di Flavia Vento

Svolgimento

La Flavia Vento, indimenticata e ridente starlette sottotavolata presso il programma televisivo di successo Libero, presentato da Teo Mammucari.
La ritroviamo nel sequel della terza serie di repliche rivedute della sit-com “d’amor di vento matta, tutto minuscolo”, una serie che ha riscosso notevoli successi tra la popolazione degli acari della polvere insediati in pianta stabile nelle cuciture delle poltrone. 
Alcuni si ostinano a ritenere che si tratti soltanto di uno scherzo telefonico perfettamente riuscito, che si protrae ormai da anni, in cui la Vento è incappata confusamente e dal quale nessuno riesce a tirarla fuori.
Gira voce che sull’isola dei famosi le abbiano lasciato credere di esserci stata, invece era il solito Teo che l’ha fatta incartare mentre vagava in un centro commerciale alla ricerca di una crema emolliente al latte di cocco.
Secondo i critici velenosi, l’avvento della Vento nei palinsesti televisivi italiani è da attribuirsi esclusivamente alla sua avvenenza fisica, trattandosi di ragazza molto meno avvenente dal punto di vista cerebrale. È una questione di gusti, conosco diverse decine di persone disposte a preferirla su due piedi a qualsiasi scienziata premionobel che si faccia avanti.
La sit-com “d’amor di vento matta, tutto minuscolo” dimostra come la nostra confusa Flavia Vento, pur essendo completamente scomparsa dalle scene, continui a rimanere in qualche modo presente, anche se in una serie televisiva per acari pantofolai e il cui titolo è uno stupido gioco di parole sul cognome della protagonista.
Il problema della sinistra ha cominciato a farsi strada nella mente poco spaziosa della Flavia Vento quando ha notato che, al supermercato, la fila di sinistra era sempre quella meno lunga, poi al momento di pagare il conto ha scoperto che era meglio tornare nella fila più lunga, che era quella di destra, così la ragazza, non per colpa sua, ha sviluppato una spiccata propensione per la confusione destrosinistroide, e scambia in continuazione la sinistra con la destra. 

lunedì 16 settembre 2013

Tema: Il gene K in Nilla Pizzi

Svolgimento

«Grazie dei fior, fra tutti gli altri li ho riconosciuti, 
mi han fatto male eppure li ho graditi, 
son rose rosse e parlano d'amor. 
Grazie dei fior e addio per sempre addio, senza rancor»
Nilla Pizzi - Grazie dei fiori


Grazie dei fior” cantava la celebre cantante Adonilla (detta Nilla) Pizzi e grazie a dei fiori, quelli di Lathyrus odoratus (ovvero il pisello odoroso) , Gregor Mendel dettò nel 1865 le basi della genetica. Il paragone potrebbe fermarsi qui, ma la recente scoperta nel monastero di San Tommaso a Brno dove Mendel effettuò i suoi studi, potrebbe rivoluzionare la genetica moderna. Il professor Nikolay Sniver dell’Università Mendel in Repubblica Ceca, ha recentemente ritrovato degli appunti del famoso biologo in cui si fa riferimento ad un gene, denominato K, posto nel cromosoma 24 del cariotipo umano. 
La scoperta è già di per sé sensazionale, poiché si credeva che il monaco con la spiccata passione per la zuppa di verdure si fosse fermato agli studi sulle piante. Ai suoi tempi  era opinione comune che le leggi che governavano i vegetali non potessero essere applicate agli animali. Si è dovuto aspettare gli inizi del ‘900 con Thomas Hunt Morgan per i primi esperimenti sul moscerino della frutta Drosophila melanogaster. Mendel invece si era già spinto fino al genere umano e con più di cinquant’ anni d’anticipo.
 L’importanza di questo ritrovamento è però di gran lunga più alta, poiché grazie al gene K Mendel scoprì che le nostre attitudini sono scritte proprio nei nostri geni. Dal nostro codice genetico non possiamo solo evincere se avremo gli occhi neri o verdi o se avremo i capelli biondi o castani o se comunque li perderemo ad un certo punto della nostra vita, ma possiamo anche riconoscere se abbiamo vocazioni musicali. Il professor Sniver con il suo team e in collaborazione con l’Università di Napoli, seguendo le indicazioni trovate negli appunti del monaco ceco, è riuscito a individuare il gene K nel DNA di diversi cantanti e musicisti contemporanei, mentre sembra assente in soggetti appartenenti ad altre categorie come lattai, ingegneri, medici, meccanici e Gigi D’Alessio.

giovedì 12 settembre 2013

Tema: Io che amo solo te di Luca Bianchini - Ed. Mondadori

Sezione : Gli amici della Maestra
Svolgimento


Il primo ad arrivare fu l’ospite meno atteso.
Il maestrale si presentò con un giorno di anticipo, senza preavviso e senza regalo. Ninella lo aveva sentito dal letto ed era rimasta immobile, attonita. Un po’ come quando ti svegli e senti che ti è venuta la febbre. Allora ti giri dall’altra parte, ti metti in posizione fetale, e speri che i brividi ti lascino in pace. Ma lei conosceva troppo bene il rumore delle sue persiane nei giorni in cui arrivava quel vento. Fastidioso, insistente, una campana che non smette mai di suonare. Si stava avvicinando il grande appuntamento, con il suo carico di sogni e parenti.
Ninella non pensò all’abito bianco di Chiara, ma al suo. La parte bassa avrebbe spiccato il volo scoprendole le gambe, e finalmente tutti si sarebbero accorti che non aveva la cellulite. O almeno, a lei non pareva di averne, pur essendo un po’ sovrappeso. Sicuramente ne aveva meno della consuocera, e questo era più che sufficiente per allontanare la paura.
Per lei il maestrale era la peggiore sventura che si potesse abbattere su un matrimonio. Quasi come una bomboniera sbagliata, due cugini che restano senza tavolo, o due cozze che restano sullo stomaco. Perché nelle settimane successive – nei mesi, addirittura – gli invitati avrebbero raccontato tutto iniziando con: “Se non ci fosse stato il vento”, dedicando meno parole alla sala, alle rose, alla sposa e alla casa.
Mancava ancora un giorno, e il maestrale a volte dura solo ventiquattr’ore. Se però aveva deciso di farsi sentire proprio alla vigilia delle nozze di sua figlia, non li avrebbe lasciati fino a quando l’ultimo parente avesse finito di mangiare la torta zebrata.
Si alzò dal letto e, prima di affacciarsi a vedere il mare – voleva ritardare quel momento – si avvicinò allo specchio. Il volto tondo, il decolletè generoso, la bocca carnosa di chi sa baciare. Davanti alla sua immagine riflessa, si sentì quasi in colpa per il sorriso che le era comparso mentre si accarezzava la testa. Stava per farsi i colpi di sole.
Li aveva desiderati da mesi, i colpi di sole, da quando li aveva visti a sua cognata, che la faceva sentire ogni volta una provinciale. Lei che andava alla Spa, aveva una foto con Mara Venier e diceva frasi come: “dovresti provare lo yoga”; e “come fai a non avere ancora il Bimby”.



mercoledì 11 settembre 2013

Tema: Leggimi!

Svolgimento

Ciao, questa lettera non l’aspettavi di sicuro, si dice sempre così no, ma che importa essere banali, stasera mi è proprio venuta voglia di scrivertela.
Non te la firmo neppure questa lettera, sono certa che capirai chi sono, o lo spero soltanto, chissà. Quel noioso di Filippo mi ripete sempre che sono troppo criptica, tanto varrebbe quindi cominciare in modo ancora più banale con il solito Carissi – bah, non riesco nemmeno a finirlo di scrivere. Al diavolo Filippo, volevo parlare di me e te.
Quanto abbiamo giocato F., tu e io insieme? Ci siamo divertiti da morire, ricordi, il piano terra di casa tua, tutto da costruire ancora, con quegli ambienti giganteschi, tutto quel cemento armato, quella serranda immensa che in tre non ce la facevamo a spostarla di un millimetro, eravamo così esili. Ricordi le coreografie? I balletti? Eravamo tre pazzi, ricordo solo noi tre e nessun altro, a parte i giorni in cui si rimaneva solo in due, tu e io, e i giochi diventavano improvvisamente diversi, quanti anni avevamo? Undici, dodici? 
Comunque, quello che mi è tornato in mente oggi, è un’immagine indelebile, come di un quadro familiare, la casetta che avevamo messo su, con tutte le sue cose: il tavolo, la credenza, persino i muri – ricordi i fili per stendere pieni di lenzuola lasciate ad asciugare al coperto d’inverno che diventavano le nostre pareti? – i sacchi di cemento di quella tua casa immensa ancora da finire nel piano di sotto, e l’immagine è lì, dietro quel tavolo di tavole nude e consunte, e io, seduta in braccio a te, me li ricordo sai, i tuoi baci.

martedì 10 settembre 2013

Tema : Sulle punte

Svolgimento :

Ughino è un bambino sveglio e vivace. Non troppo ordinato, forse, ma meticoloso nelle sue cose, a modo suo.
La mamma di Ughino è una giovane signora fluttuante, sempre presa tra mille impegni e sempre di corsa. Così Ughino è spesso in ritardo, a scuola. Perché la sua mamma sempre di corsa, è spesso in ritardo, spesso in rincorsa.
Ughino ha anche una maestra arcigna. La mattina la maestra lo sgrida davanti alla classe quando Ughino entra in ritardo, ancora con le scarpe slacciate e qualche volta ancora il pigiama sotto al grembiule.
E' sveglio e vivace e anche piuttosto sensibile. E gli spiace di quel frequente rimprovero, che più che a lui è rivolto alla mamma. E quindi gli spiace ancora di più, perché la mamma è la mamma. Così morbida, dolce e fluttuante, che importa se ogni tanto è un po’ in ritardo? Corre sempre così tanto..
Ma la maestra è arcigna e all’antica, e pensa che più riprende il bambino e più lui si correggerà. Che è una questione di volontà.


lunedì 9 settembre 2013

Tema: Se una notte d'inverno un narratore

Svolgimento:

L’ultimo fulmine che Pagui aveva visto, risaliva a cent’anni prima. Non aveva la barba, non aveva la neve in testa e non gli facevano ancora fare Babbo Natale il venticinque di dicembre. A dodici anni tutto è fantastico e Pagui era uno di quei bambini che della fantasia non aveva paura. Aspettava costantemente i temporali per star sveglio tutta la notte, affacciato alla finestra per sentirne il fresco, il profumo, il bagliore. Certo, il giorno dopo a scuola non era fra i più svegli, ma a lui non importava. Non gli importava di cosa accadesse durante il giorno; era fondamentale non perdersi un temporale. Era felice di ogni tuono: la colossale mandria di bufali che correva scatenata su, nel cielo nero come i suoi piedi e che faceva tutto quel gran baccano. Non vedeva l’ora che l’estate tornasse a casa, portandosi via ombrelloni e altri ammennicoli da spiaggia. Candido come la brina, spettrale come un fantasma, si teneva pronto per le prime piogge dando un’occhiata al cielo prima di andare a letto, oppure subito dopo gli altri. E così, mentre tutti gli altri dormivano sonni tranquilli, lui spalancava la finestrella di legno e si sporgeva poggiando i piedi sulle tegole rosse e calde da un giorno intero. Il primo settembre la pioggia non era ancora arrivata, ma Pagui non ci fece tanto caso, in fondo poteva capitare qualche giorno di ritardo, col traffico sulla Salerno-Reggio Calabria, beh, vorrei vedere. Si mise un dito in bocca e subito dopo lo mostrò al vento per farsi dare informazioni. Ma niente, era secco, tutto secco. Non tirava un filo di vento nemmeno a soffiarlo dalla bocca. Pagui, intristito rientrò in camera sua e si mise a dormire svogliatamente.


giovedì 5 settembre 2013

Tema: Ti spiego una canzone - Lilly: dopo due anni non mi riconoscevi - Lilly, di Antonello Venditti

Svolgimento

Antonello è un giovane con una balla di problemi primo fra tutti, gli manca il presagio.
Che cosa vuol dire? Che Antonello non capisce un cazzo. Se mai Cassandra tornasse a buttare la nera da queste parti e lo incontrasse fortuitamente a una festa di paese, metti il caso, lo riconoscerebbe anche senza lenti a contatto, e capirebbe al volo che è stronzo. Perché sì. Perché Antonello ha fatto una cappella, l'ha fatta grossa, non ha proprio colto e non ha previsto, niente. Ora è fottuto e piange duro. Ti spiego, è una giornata agostina, sotto ogni punto di vista. I sensi di colpa del pomeriggio iniziano a frantumargli il cervello, colano con il caldo della casa deserta, Anto si dondola il pacco sperando che gli dia un consiglio definitivo e gironzola, a caso: forse è disperazione, forse è un "non lo so" buttato al cielo, verso nessuno, e di preciso c'è solo un nome: Lilly. Antonello ha bevuto, (e finalmente qualcosa che somiglia a bere come una persona normale), dunque è sbronzo. Dice "Lilly",anche se lei si chiama Loredana Luisa, e non è che lo dica a qualcuno, se lo dice. Lo ripete all'estate che gli tocca di passare,lo ripete e lo ripete, e lo ripete, diobono, neanche stesse partecipando a un jingle evangelico, pare matto, si contorce steso sul divano, gli puzza tutto, Lilly, Lilly, dove sei?
Lilly,lilli-lli-lilli, lilli lil llli lil li
Lillyllillli liiiil liilliiiii li li li lilili, lili Lillyyyyy . . .

mercoledì 4 settembre 2013

Tema : Il palo nella terra

Svolgimento :



C’era un buco nella terra, rotondo, proprio nella piccola scarpata bassa che separava la terrazza dalle altre. Un appezzamento di terreno sulla collina, prima seminativo, grano, leguminose, a periodi alterni, lo facevano i nostri padri, per non impoverire il suolo e la loro terra era contenta e generosa. Poi non si seminava più e il terreno venne convertito in frutteto, mio padre lo fece trasformare in tante terrazze lunghe e strette, curve di livello che percorrevano la superficie. Sulle terrazze ci piantò i peschi, lungo i bordi cotogni e peri e prugne, per contenere la terra, e poi tutto un sistema di solchi e di tubi in plastica per distribuire l’acqua a ciascuno degli alberi. Le pesche erano quelle con la buccia liscia, bianche e profumate, avevano un buon mercato a quei tempi, durarono una ventina di anni. 

Adesso c’era questo buco perfettamente rotondo, proprio nella piccola parete verticale di terra. Era un buco di pochi centimetri di diametro. Non so perché aveva attirato la mia attenzione, mentre percorrevo il terreno ormai sgombro dagli alberi, coperto soltanto di erba spontanea, borragine, gramigna, certe varietà di cicoria. Il buco mi sembrava profondo, poteva essere la tana di qualche animale, mi avvicinai per guardarci dentro, ma dentro era buio. Raccolsi tra l’erba il bastone dritto di un pruno selvatico e con quello provai a verificarne la profondità, riuscii a infilarlo quasi completamente, circa un metro, poi il palo toccò duro e si fermò. Non andò più avanti né indietro, qualcosa lo aveva bloccato e lo tratteneva. Tirai piano, poi con più forza, con il risultato di non ottenere niente, il bastone rimaneva piantato nella terra, e sporgeva dalla terra per fare da antenna alle comunità dei centopiedi. Feci leva, spinsi con il peso del mio corpo, provai a scuotere, a strattonare, sudai, mi feci male ai polsi, senza smuoverlo di un millimetro. Tutto inutile.


martedì 3 settembre 2013

Tema: Vulcano

Svolgimento

Caro amico,
Vado incontro al vulcano, un tesoro sotto i miei piedi ribollente e infernale. 
Alla conquista di un passaggio per il centro della terra, ma non sarà un vascello a condurmi alla metà questa volta bensì quest’isola stessa che è già come barca travolta dalla tempesta ed io mi sento naufrago in terra.
Calpesto ghiaia grigia, acuta e tagliente mentre ricaccio in un angolo della mente l’immagine di una spiaggia d’oro e di palme chinate ai desideri dei venti. E’ invece una distesa di nero manto, come una strada in continuo rifacimento, quella su cui mi avvio, sulla mia testa l’ombra di uno stormo d’uccelli, un punto interrogativo che mi sovrasta e mi accompagna dal cielo. Alzo lo sguardo, piombo screziato di nubi minaccia un mondo in bianco e nero plutone. Sua maestà il vulcano a tratti tace, centellinando la sua clemenza. Lo zaino pesa sulle spalle, come il desiderio di liberazione e di fare a cambio con un paracadute di seta.
Adesso la pietra scura ha ceduto spazio al rosso ferroso ed è come se mi trovassi su un gigantesco posacenere, Dio potrebbe schiacciarmi come una cicca da un momento all’altro. Lui ha strani vizi può concederseli tutti, tanto non muore mai. Io invece prima che uno dei miei tanti vizi mi uccida cerco un’alternativa al diavolo.


lunedì 2 settembre 2013

Tema: L'accappatoio blu


Inizia oggi l'anno scolastico 2013-2014 di 
"Tutta colpa della maestra"


Svolgimento:

“Ciao, caro TTTX,

come stai? Tutto bene? Spero bene. Il Brennero è lontano e la vita qua è tutta acqua e limone, nei giorni in cui va meglio ci mettiamo un po' di vodka. Quella liscia, perché quella alla menta non mi piace e non ne hanno altre al supermarket qui sotto. Il caldo è andato a farsi un bagno. Andava in giro dicendo d'esser sudato, perché viene dal sud ed aveva la febbre. Un giorno decisi di farmi una pasta al tonno, ma era finito il peperoncino, quindi abbandonai tristemente l'idea. Come può uno scoglio arginare il mare? Semplice, la vita va così e, come una tortura cinese, ti trapana il cervello. Prima o poi vedrai che andrà bene. Bisogna capire se a te va storta o meno. Qui le barche volano basse, l’acqua è limpida come lo specchio di Alice e c’è un bel freschetto, quello dell’estate che finisce. Forse mi manchi, ma non ne sono sicura, se un giorno di questi ne avessi la certezza sta tranquillo, te lo farò sapere tramite lampi e tuoni. Ok. Passo e chiudo, stanno per finire le pile, è stato uno spasso. Ciao. Ciao. Ciao. Perché? Perché se ne danno tre, non chiedermi il motivo, ma a Milano son tutti matti.



Un abbraccio,

sempre tua,

O2