lunedì 31 dicembre 2012

Tanti Auguri!

A tutti gli alunni, quelli vecchi e nuovi, e a tutti coloro che sono venuti a trovarci quest'anno per leggere i nostri temi o anche solo per un errore di digitazione...

TANTISSIMI AUGURI!

per un 2013 ricco di temi e amici.

La Maestra



domenica 30 dicembre 2012

Tema: 4,7 secondi

Sez. Vintage (Tema pubblicato a maggio 2012)

Svolgimento

Arrivare sino al bordo del marciapiede tutto sommato è stato facile, ma adesso?
Un fiume di asfalto malinconicamente grigio a temperatura da altoforno separa la sponda origine X dalla sponda obiettivo Y.
Nessuna presenza di un semaforo pedonale, l’unico sostegno mi viene fornito da uno sfumato chiaro scuro vagamente regolare, strisce orizzontali che hanno timidamente preferito mimetizzarsi che apparire nella loro istituzionale presenza.
Le punte delle mie scarpe sono allineate al limite del marciapiede, i talloni dritti, le spalle rigide, collo e testa protesi in avanti, un periscopio che si muove nervosamente a cercare indizi e tracce che mi permettano di scegliere l’attimo T1 in cui iniziare la mia traversata.
Delle braccia non so esattamente che farne, robuste mani che tanto mi sono state d’aiuto adesso sembrano avere perso qualsiasi utilità, timidamente tento un gesto di segnalazione della mia presenza, ma quello che viene fuori somiglia più a una resa incondizionata, i miei aguzzini rimangono insensibili e trovano più semplice ignorarmi, eliminando la mia fastidiosa presenza dal loro campo visivo premendo rabbiosamente sul pedale dell’acceleratore.

sabato 29 dicembre 2012

Tema: Giocattoli

Un tempo tutti i giocattoli si aprivano in due. Due metà precise di latta, pressostampate, simmetriche, serigrafate solamente all’esterno, unite da linguette piccole, che si spezzavano in un attimo sotto i ditini di un bambino. Si aprivano come una noce, in due mezzi gusci. Uno era sempre vuoto, mentre l’altro, stupore, conteneva tutto il meccanismo, rotelle rotelline dentate, molle, ingranaggi, pulegge, piolini, gommini. Gheriglio meraviglioso di metalli luccicanti, sede misteriosa del movimento e degli scricchiolii e dei cigolii.
Giocattoli antichi, affascinanti, a molla, a chiavetta. Si dava la corda, più o meno come a una sveglia, poi si lasciavano andare sul pavimento di graniglia e partivano come uno schizzo, ma sbandavano subito, quasi mai tenevano per bene la rotta, quasi sempre deviavano e si schiantavano sulle sedie e sulle gambe tornite dei tavolini, più raramente sui polpacci varicosi di mamme zie e nonne.
Diventava allora desiderio impellente l’apertura del meccanismo, per un controllo dell’efficienza, per una curiosità inarrestabile. Forse nel tentativo goffo e presuntuoso di porre rimedio a quella labirintite meccanica da cui il giocattolo era stato colpito. Aprire, smontare due tre rotelle sarebbe stato più che sufficiente a sedare l’irruenza meccanico-scientifica infantile e probabilmente avrebbe messo fine alle penose scorribande a zig-zag di quella moto di latta. I giocattoli che un tempo si aprivano in due erano semplici, chiunque sarebbe riuscito a capirne e carpirne i segreti del loro movimento ciclico. Volta la testa, alza il braccio, gira la ruota colorata a bande, come l’insegna dei barbieri, che dà l’idea illusoria di rotazione, ma è sempre lì, perché sono le fasce di colore che si inseguono e l’occhio viene ingannato.
Con quei giocattoli, tutti i bambini in età prescolare imparavano a usare le mani e svitare le viti minuscole con le dita tenere. Quelli invece che andavano già alla scuola elementare, al massimo alla prima media, scoprivano e ricreavano mondi stupefacenti in movimento, meglio che impararlo sui libri. Le relazioni, le rotazioni, le rotelle dentate, il fascino di vederle ruotare in sensi opposti, per concorrere al movimento generale della moto. Senso orario, senso antiorario, dentelli precisi che si incastrano, si spingono, si respingono, si separano, si abbracciano di nuovo, senza soluzione di continuità.

venerdì 28 dicembre 2012

Tema di Natale: Masculu è


Svolgimento

Io queste domeniche senza cuore le butterei tutte nel cassonetto della differenziata, quello con la scritta alluminio. Che sarebbe bello trasformare le domeniche in caffettiere grandi e lucenti. Che mi sembrano senza cuore queste domeniche col sole e con le nuvole sparse, e le commesse dentro ai negozi con le mani impegnate a chiudere pacchetti più o meno grandi. Io, in queste domeniche di commesse chiuse nei negozi con l'eyeliner che disegnano occhi stanchi, prenderei un cuore di bue e lo alzerei contro il cielo e glielo direi a queste domeniche secondine: "se non hai un cuore, domenica malvagia, tieni questo che è grosso e ancora pulsante e libera le commesse dalle loro vetrine con le luci accese anche di giorno, che tanto non ci servono a noi le tue vetrine invitanti".
Io le domeniche le voglio vedere sopra al fuoco, che facciano uscire caffè nero e fumante, che almeno mi sveglio.

Tema: Chever

Svolgimento

Federico non sapeva stare seduto tranquillo. Un disastro alla detta di tutti. Le strade di Roma erano una grossa balena sventrata.  

Avere un padre importante era sempre stato un problema. Lettere e poi legge, il dottorato era scivolato veloce nel suo cervello.
Il dubbio rimaneva sempre: sono un talento o sono stato raccomandato.
Essere inglesi in Italia, erano solo labbra troppo secche per un passaggio troppo bagnato.
Giacca bianca, primo bottone sopra il collo slacciato, giacca di cammello, interrogava pazientemente i ragazzi poco più giovani di lui.
Il padre puzzava di brandy un giorno poi l’altro, questo non ostacolava le pubblicazioni e i premi letterari. Un pessimo padre per un figlio così prestigioso.
Le cene, gli aperitivi, i cardigan neri, i gemelli. Le botte sul naso. Il marmo venato di verde. Il circolo degli artisti. Le fighe anoressiche ai circoli dei lettori.
Il denaro scarseggia nel tempo del pieno della gioventù. Una generazione di precari in giacca camper anni di studio buttati al vuoto.
La ricerca per capire i sentimenti porta solo confusione negli sguardi fugaci all apple store. 
Il cervello arreda meglio di Renzo Piano.
La cena di lavoro con il professore di diritto urbano: un disagio peggio di quella volta che suo padre aveva vomitato nel Vermont. 
Federico occhiali wayfare, barba incolta ma non troppa, cammina elegante legato ad un filo. Ogni passo un salto.

martedì 25 dicembre 2012

Tema di Natale: "Komm nach Hause”.

Svolgimento


Tutto era al suo posto: la tovaglia di lino azzurro polvere con i ricami écru, i piatti del servizio buono col bordino in oro zecchino, i calici leggeri di cristallo sopravvissuti del servizio che la mamma aveva portato dalla Francia, la bottiglia per il vino col tappo che s’incastrava sempre, le posate riesumate dalla loro custodia in velluto blu; l’albero di natale con le lucine che sfarfallavano a intermittenza così rapida da apparire psicopatiche, i festoni dorati drappeggiati sul lampadario in stile olandese, i pacchetti sotto l’albero come di prammatica. Guardavo le mie sorelle che li incartavano, una diceva: “Guarda la raffinatezza, il pacco della nonna è verde militare, ci metto anche le stelline dorate così magari le ricorda Lembke.”. “Chi è Enchel?”, chiedo io. “Un amico della nonna”, mi risponde. Non ricordo quanti anni avevo, ma so che ero alle elementari: vedevo mia nonna Lisa come una donna cattiva, e dubitavo che avesse avuto amici. La stavamo aspettando, sarebbe arrivata assieme alla zia Jolanda e ai tedeschi, che erano dei cugini di mio padre: Jolanda col marito Karl Heinz e la figlia Ariane, e Benito con la moglie Linde.

Tema di Natale: Quarantacinque!

Svolgimento



Quarantacinque! – e la mano pelosa dello zio Giovanni ritorna dentro il sacchetto di plastica biodegradabile della Conad a cercare un altro numero, la mano ce l’ha sotto il tavolo e si capisce che sta ravanando dal rumore dei dischetti. Lo zio Giovanni è un tipo simpatico, è scapolo, la mamma dice ancora non si vuole accasare perché non vuole responsabilità; ci deve cadere nelle mani di una femmina, che la nonna sarebbe veramente contenta di sentire che suo figlio più piccolo si è sistemato, niente, ‘stu cosa inutile non gliela vuole dare questa soddisfazione alla nonna prima che muore. Lo zio Giovanni si dovrebbe trovare una bella femmina, che poi non è neanche così brutto, boh, io non lo capisco.

Che numero ha detto? – mi chiede la nonna mentre si avvicina con l’orecchio sinistro, l’unico che ci sente quasi bene (che poi ogni volta che si avvicina, io non riesco a distogliere lo sguardo da tutti i peli che ha nell’orecchio, gli escono pure di fuori, la mamma l’ha portata da un sacco di specialisti ma questi non l’hanno capito che il problema sono proprio i peli). La nonna Nina, comunque, è una donna che quasi non parla mai, ogni tanto dopo aver preso la pensione sgancia qualche banconota a noi nipoti ma senza farsi vedere dal nonno che, al contrario, per fargli sganciare i soldi, prima lo devi baciare e poi gli devi dire pure “grazie!”.

sabato 22 dicembre 2012

Tema: La torta Zelten (Paola nr 6)

Sez. Le torte di Ninà

Domani pomeriggio passa la mia collega Clarissa, non mi ha chiesto altro, Giacomo, chiedi alla soave Paola quella poesia di dolce che fanno in Trentino, quella specie di….
Si chiama Zelten, ignorante, ignorante tu e quella gran… Beatrice della tua collega stil novo – la farei nuova io, pensa Paola.

Paola non sopporta Clarissa, si dà arie da intellettuale, dice di trascorrere la sua vita tra i rovi della grande letteratura: poeti, poetesse, scrittori, scrittrici… animi nobili e in pena con cui lei condivide sofferenze dell’anima, che lei scopre lasciandosi guidare dall’istinto e dalle case editrici;mal de vivre, mal de vivre, mal de vivre: non comprerebbe mai qualcosa edito da Mondadori, solo Supercoralli Einaudi e pubblicazioni di Adelphi. Quando parla delle sue letture dice “i miei autori”, e poi boccheggia: je suis l’Empire à la fin de la décadance – che tu possa decadancedalle scale, le augura Paola. I suoi autori, pare che scrivano per lei, povera lonza patonza de stronza – argh, sto diventano una poetessa anche io, pensa Paola. Giacomo pende dalle sue labbra, lei è così colta, parla di figure retoriche: la sineddoche, la metonimia, il climax ascendente… e Giacomo la invidia, una volta disse a Paola: perché non ti fai consigliare qualche lettura da Clara? Paola prese I promessi sposi e glieli lanciò addosso: Farabutto,  se mi metto a leggere chi lo passa più il mocio per terra? Tu ti meriti una donnaccia ignorante e io faccio di tutto per mantenermi deliziosamente sgrammaticata.

venerdì 21 dicembre 2012

Tema: Apocalypse in Baarìa

Con questo post si chiude la Sezione: "Aspettando l'Apocalisse"
La Maestra è particolarmente contenta dei temi che sono arrivati
e da domani - visto che saremo ancora tutti qui, in barba ai Maya -
si ricomincia!

Sez. Aspettando l'Apocalisse
Svolgimento



Vecchi, giovani che sembrano vecchi. Fra qualche anno questo posto forse sarà come i paesini di montagna in cui sono rimasti solo gli anziani e le targhette dietro le porte che ricordano la morte di altri anziani, i giovani in diaspora per il mondo. Le buche per le strade sono al loro posto, solo che con le piogge se ne sono aggiunte altre. Cattiva idea partire da un posto come questo in estate e tornare d’inverno, nemmeno il Natale porta un po’ di gente per i negozi, che hanno chiuso o affittato locali più piccoli; dentro, solo silenzio e scarpe tristi di due anni fa, quando qualcuno entra commesse annoiate spalancano gli occhi per lo stupore; fuori, si litiga per posteggiare auto che non ci si può permettere, si guardano le vetrine, si parla del tempo, il macellaio ancora qualche volta svalvola e si mette a lodare la sua salsiccia dal suo impiantino fai da te con amplificatore a transistor, l’edicolante invece se n’è andato, non si può più nemmeno passare e salutarlo o chiedergli che ne pensa di un libro, lui che per tanto tempo è stato l’unico a venderne qui.

giovedì 20 dicembre 2012

Tema: Almanacco del giorno prima (20 dicembre 2012)

Sez. Apocalisse
Svolgimento

1000 gradi. Rovesci. Fulmini e pioggie. Frane, maremoto, eclissi, eruzioni. Possibilità di terremoti.È la fine! le  mie ultime 24 ore e questa notte finirà e dovrei... 
Dovrei dirgli che se lo dovessi incontrare in questa ecatombe cambierei valle.Non è stato facile andare via... altro che fine del mondo! 
"Tu per me sei morto!" oddio adesso lo sarai, lo saremo per vero, allora? 
Non voglio incontrarti in un'altra morte. 
E si scatena l'Apocalisse dove ho cercato numeri nascosti tra le righe e significati reconditi, ho cercato cavalli e ne ho scoperto i colori.

Non ti preoccupare si scateneranno le forze della Natura, si manifesteranno, si apriranno i cieli. Zitta! Dio ti ama. Scegli me! Scegli me! Scegli noi! 
Quanti segnali incompresi, odio, guerre, libertà ne abbiamo bruciato il senso. 
Chiedo aiuto e il mare che ho tanto amato, ora mi fa paura, sono le acque di Mosè?  Cerco di scappare dove? in un altro mondo? mi giro vedo il cielo profondo e nero davanti a me e una gigantesca palla che gira; cos'è ? e poi vedo tante palline, beh saranno i pianeti ? 
Il mondo non c'è più, lo dicono i Maya, lo dice il telegiornale. 
Il mio mondo sei tu...a chi l'ho sentita dire questa frase?
E poi, di botto, io il mondo l'ho sentito sotto ai piedi, e tu solo una meteora. 
Fisso un punto dell'orizzonte e volo ; una luce si mostra tra me e una scia e si staccano milioni di piccole stelle, frammenti di corpuscoli celesti

Saremo creature nuove, non temere risorgeremo, ci eleveremo e torneremo alla casa del Padre che non ci dirà di no. 
Sprofonderemo tra vapori... mica devo fare una sauna? Prendo il costume poi si vede. Dio mi ama e si squarceranno i cieli e l'odore di fumo invaderà la terra, fulmini cadranno e acque si alzeranno ma ci salveremo. 
Dio ci ama con l'utero, l'ha detto padre Francesco - che continua a guardarmi a suo modo, un modo strano-. Non la pensa così la signora che sta davanti a me che si gira a fissare il mio palteau con insistenza e si chiede dove l'ho comprato - secondo lei il mondo non finirà - Stai attenta, ascolta! 
Dalla fine del mondo rinasceremo, e rinasceranno tutti i morti, si apriranno le tombe e si alzeranno spiriti, angeli arriveranno a schiere, saremo liberati da pesanti catene... senza rovesci, scarsa possibilità di piogge, nubi minacceranno quegli stessi cieli devastati (dal meteo del 20 Dicembre 2012).

Tema : L'agguato

Sez. Apocalisse 
Svolgimento


Nessuno in tutto l’ufficio la sopporta: è una stronza. 
Una volta ha telefonato a Valeria, a casa in mutua, con la proposta di un aperitivo insieme. 
Valeria si è fidata: in fondo è una richiesta del suo capo. 
Puntuale è arrivata la visita medica, poi un richiamo dal personale: Valeria può scordarsi l’anelata promozione. 
Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima: lei ha due occhi porcini di un marrone melmoso. 
Anche il suo soprannome la dice lunga: ORKATOMICA . 
Non c’è stato neanche bisogno di parlarne; durante la pausa caffè è bastato uno sguardo tra colleghi, gli occhi alzati al cielo: bisogna farla fuori. 
Sì, ma come? 
Tornati alla scrivania, ognuno inizia a pensare al metodo più efficace e sicuro. 
I giorni seguenti una serie di incidenti, senza le conseguenze sperate. 
Il detersivo per pavimenti finito, per sbaglio ovviamente, nella sua tazzina del caffè. Nulla di grave, una lavanda gastrica ed è tornata come nuova. 
La caduta dalle scale, con l’ORKATOMIKA arenata su un malcapitato che passava di lì: il poveraccio ha una costola rotta, lei se l’è cavata con un polso fasciato. 
Sembra indistruttibile, ogni volta risorge più forte di prima. Il suo adesso è uno sguardo di sfida: non vi libererete facilmente di me, sembra pensare. 
Due settimane di tentativi inutili. Sono le sei e l’ufficio è vuoto: urge una riunione. 
Paolo vuole desistere, preferisce licenziarsi che vedere il fallimento di ogni azione. 
Un’ora di discussione animata poi, quando tutto sembra arrivato ad un punto morto, l’intervento di Carlo: “ Bisogna passare alle maniere forti, qualcosa di drastico, tirare fuori le palle”. Silenzio. “ Quindi, cosa facciamo?“, interviene Paolo.

mercoledì 19 dicembre 2012

Natale 2012 , un regalo dalla Maestra


Per questo Natale la Maestra ha pensato di fare un regalo ai lettori e gli amici tutti del blog!
Il Quadernetto con i temi del 1° Quadrimestre 2012 in formato ebook o pdf

Una raccolta di scritti che contiene i temi selezionati tra quelli pubblicati
 nei primi mesi di vita di 

Tutta colpa della Maestra

il primo quadernetto ormai mitico
disponibile fin ora solo in versione cartacea
e che tanto successo ha riscosso nei reading e negli incontri fatti 
in questo primo intenso, ricco, gratificante anno insieme

Scaricalo gratuitamente

e

Buona lettura

Tema: A che ora è la fine del mondo?

Sez: Aspettando l'apocalisse 
Svolgimento


Lo so, da quando sono mamma sono diventata contemporaneamente e noiosamente figliocentrica. Dal verduriere: "Buongiorno, può darmi un kg di zucca? Sa, mio figlio l'adora"

Nell'ascensore del supermercato: "Oh signora, mi dispiace per il suo ginocchio dolorante ma pensi che il mio bimbo ha il raffreddore"
In ufficio: "Buono questo caffè. Al mattino quando accendo la macchinetta il mio bebè ne imita il rumore grrrgrgrgrgrgrrrr"

Mi rendo conto che ogni discorso riporta sempre alla prole, però questa storia della fine del mondo ecco, io vorrei maggiori dettagli perché, guarda caso, mio figlio è nato proprio il 21 Dicembre 2011.
Vorrei organizzare la festicciola per il primo compleanno perciò avrei bisogno di sapere come sarà l'aspetto scenografico.
Il cielo diventerà nero e ci saranno tuoni? 

Potrei scrivere sull'invito "Special guests: Stomp". Ci saranno degli scoppi?

martedì 18 dicembre 2012

Tema: Pigrizia

Svolgimento


Martina ha suonato alla porta, ho riconosciuto la sua scampanellata, non ho aperto.
Oggi ho deciso di non aprire a nessuno. Sono le sette di sera e i piatti aspettano ancora di essere lavati, gli avanzi del pranzo li ho gettati via, ma la puzza dell’unto che aleggia sul bordo della pentola arriva fin qui. Sono andata in bagno perché mi scappava la pipì, ho aperto la lavatrice e ho tirato fuori il bucato, la bacinella grande ora è piena, di stendere però non ho voglia. Sono seduta nel divano, leggo una piccola etichetta e aspetto. Aspetto che passi il giorno. Stamattina presto mi sono svegliata con la pancia gonfia di sonno, ho controllato le unghie per vedere se nella notte fossero cresciute un po’, ma non crescono mai, sono moncherini deliziosi con i bordi arrossati dal sangue, una succhiata e via, perché le mangio poi, neanche mi piacciono. Lo specchio era impassibile. Come sempre ha fatto il suo lavoro diligentemente, io lo guardo, lui mi guarda, a me lui non piace e neanche io gli sono mai stata simpatica, ne sono certa.
Un po’ di capelli, come ogni mattina, sono caduti come fil di ferro rotto sul lavandino, ho cercato ancora una volta di dargli una piega, ma come sempre non stavano su, non stavano giù, non stavano.


lunedì 17 dicembre 2012

Tema: Il treno più lungo del mondo

Svolgimento

Il treno più lungo del mondo è una meraviglia. Collega la città di Palermo con la città di Milano, da stazione a stazione, per tutto l’anno. Milleduecento chilometri senza interruzioni. Chiunque risieda lungo la costa tirrenica, tra oleandri, palme nane, limoni, bufali, chiese, pinete, ulivi e lidi, chiunque può vederlo se ne ha voglia. Basta andare alla stazione. Il treno è lì, colosso di metallo, plastica, legno e vetro, sembra un serpentone adagiato al sole per assorbire energia prima di riprendere la caccia.
Concepito nella seconda metà del secolo scorso da una coppia di ingegneri del Ministero dei Trasporti, per rafforzare il legame tra i due capoluoghi di regione, facilitare lo scambio culturale, abbattere se non eliminare i disagi di milioni di pendolari che si spostavano quotidianamente lungo l’asse sud/nord/sud del nostro paese. Dopo cinquanta anni e varie vicende più o meno stravaganti, resiste integro all’ingiuria del tempo e degli uomini. Un’opera faraonica.
La cerimonia inaugurale fu organizzata con grande impiego di majorettes e bande musicali di tutta la penisola. Ogni stazione ebbe il suo momento di gloria, con autorità in alta uniforme e famiglie complete in abito da festa. Bancarelle di dolciumi e di giocattoli sui piazzali esterni, fumi di caldarroste e fuochi d’artificio. 
Tutta la nazione godette, dal nord al sud e viceversa, lungo la litoranea tirrenica. Si rilevarono soltanto alcuni accenni di malcontento intorno all’agro pontino e, in generale sulla costa laziale. Alcuni dimostranti, di sicuro strumentalizzati e fomentati da elementi dell’opposizione, protestavano con tutti i mezzi possibili e impossibili. Sostenevano che il treno avrebbe diviso irreparabilmente la capitale dalla sua propaggine balneare naturale. Niente di più falso, tanto che il polverone venne sedato in poche ore e i manifestanti riaccompagnati a casa uno per uno. Anche un bambino infatti poteva capire, senza studiarci sopra, che sarebbe bastato servirsi dei sottopassaggi. 

domenica 16 dicembre 2012

Tema: Gli angeli neri

Sez. Aspettando l'apocalisse
Svolgimento
Gnnniiii… dlin… clack. 
- Oh, ma ‘sta porta non la sistemano mai? Fa un rumore… Buongiorno, chi è l’ultimo?
- Ciao Lisa, so mi l’ultima.
- Ah ciao Maria, no ti avevo gnanca vista. Anche tu dal dotore? 
- Go da farme ea prova dea pression, i sonniferi par me sorea, e le michette de la diabete par me marìo. 
- Ma sta bene? L’ho visto tanto sbattudèo la settimana scorsa, era parfin verde. 
- Cossa vuto, ghe gera el funerae de so pare del fornaro de San Giorgio…
- Come no, c’ero anche io, sai? Era tanto giovane, si e no che rivava ai 65, el fornaro ne ha 38, e i suoi figli vanno a scuola coi nipoti di mia comare.
- To comare, ea Betta? Cossa xé che i ghe ciama a quei de to comare? 
- Brocca, perché avevano l’osteria “La brocca”.
- Ah, ea Brocca… si si dai, go capìo. So moroso l’è el fradeo de so cugin de me cogna’, quei che i sta in fondo dea strada rente el canae. Ma so mama non la xé morta da poco?
- Si, poaretta. Aveva tanto un brutto lavoro a un polmone. Ma allora stanno vicini anche della Marisa… la onta… quella che ha il marito che fa il camionista.
- No, varda che lu l’è morto tre mesi fa. Incidente. Pensa, l’era appena sta dal dotor par farse fare el vaccino par l’inverno.


venerdì 14 dicembre 2012

Tema: Vortici

Svolgimento


Potrei quasi credere di non avere alcun limite e invece ogni passo basta per tagliarmi con una mente aguzza. Ogni tempo si crepa dando vita ad un risucchio. 

Voci danno vita a sciami. Conte gotico come un dardo è tratto. Sinuoso volteggia come l’imitazione di un timore,  veloci nella città si insinuano i sussulti profeti di una generazione. 

Cosa vuoi che sia? 


Guance rosse. Le betulle lungo il viale. Trovami ancora trasparente. Ti vedo passare con la certezza di un balzo innanzi tempo mi vedo riflessa. 

Cosa è successo? Ieri mi hai permesso di accucciarmi nella redazione ed annusare ancora per poco il tuo odore. Le orchidee fioriscono di notte la temperatura di meno otto esteriore tempera il temperamento. 


Facciamo il compleanno ancora, così senza salutarci nemmeno. I bambini giocano e noi? Come vortici nel troppo caldo. 

giovedì 13 dicembre 2012

Tema: Sbadati

Sez. Aspettando l'Apocalisse
Svolgimento

Venerdì 21 Dicembre 2012. Mattino presto, più o meno verso le 11.
Mi svegliai con un mal di testa incredibile, uno di quelli che fin dal primo istante ti dicono già due cose, la prima è che non hai più sedici anni, la seconda è che l’altra sera hai bevuto dannatamente troppo. Guardai il cellulare di fianco al letto, segnava le undici, poco male, una mattina persa ma tanto non avevo niente da fare.
Accesi il computer e la connessione internet, volevo vedermi un paio di puntate di qualche serie americana prima di farmi da mangiare. Mentre aspettavo che il computer caricasse tutto, andai in bagno a slavacchiarmi il muso. Quando tornai vidi che la connessione non andava, tipico, ma quella mattina non prendevo nemmeno una tacca... pensai che i bambini del palazzo, visto che erano iniziate le vacanze di Natale, fossero a bighellonare su internet e per questo non c’era abbastanza banda per tutti. Alla fine quello che rimaneva fuori ero sempre io. Spensi tutto, accesi il lettore mp3 e mi misi a cucinare qualcosa da mettere sotto i denti. 
Mentre aspettavo che l’acqua bollisse per calare la pasta, scostai le tendine della finestra in cucina e guardai fuori. Non c’era un anima, le strade erano completamente deserte come se fosse scoppiata una bomba, nessuno a piedi, nessuno in bici, nessuno in macchina. Solo il silenzio. Pensai che era festa e che avrebbe dovuto esserci il pienone in strada, insomma il contratto sociale prevede pur che tutti affollino inutilmente le strade nei periodi di festa. Ma quella mattina niente, un mortorio assoluto. Siccome stavo in un quartiere dabbene, pensai che tutti fossero in centro a fare spese o fossero in vacanza in montagna, non ci feci più caso. Dopo mangiato provai di nuovo a controllare la connessione internet, ma niente da fare, non andava. Provai allora a chiamare i miei, per sentire come stavano, ma il cellulare squillava a vuoto, così pure da mio fratello. Sembravano tutti spariti. Provai a chiamare allora la mia ragazza, era dall’altro giorno che non la vedevo e sicuramente aveva voglia di sentirmi. Niente. A vuoto anche con lei. Da quando mi ero svegliato non avevo avuto contatto con nessuno. Ma dov’erano finiti tutti? Provai a chiamare anche degli amici a caso, niente. Silenzio.

mercoledì 12 dicembre 2012

Tema: Io significa "eccomi" - Non è propaganda religiosa

Svolgimento

È colpa mia se siamo diventati indifferenti, più poveri più tristi 
e meno intelligenti, perché non mi curo delle tue speranze. 
È colpa mia se siamo diventati indifferenti, per piccoli egoismi 
e altrettante bugie e nessuna spiegazione.
Oggi, giovedì 20 dicembre 2012, aspetto sorseggiando un tè Earl Grey amaro come piace a me e leggendo un libro. Fuori fa freddo e anche dentro casa fa freddo. “Buon Natale una sega” – penso quando sento la tivù di mia madre, piena di perbenisti che fanno acquisti, intervistano la gente e fanno domande su quanti o quali regali di Natale faranno, mentre c’è gente che muore o che sta per morire. Non so chi mi faccia più schifo, tra chi la tivù la fa e chi la guarda, ma arrivo alla conclusione che chi guarda la tivù al giorno d’oggi, abbia veramente bisogno d’essere aiutato in qualche modo a superare questo status di ipnosi. Un altro sorso di tè ed ho finito il capitolo. Tolgo i piedi dal letto e mi alzo. Il freddo di Palermo è un freddo falso, perché ricco di umidità. La beffa sta nell’aver paura d’uscir fuori dalle coperte, appunto. La luce accesa della mia stanza dà quell’alone di foto vecchia, riempie di giallo opaco le mura bianche e cambia colore ad ogni cosa. Esco dalla camera e, passando dal corridoio quasi del tutto oscurato dal pomeriggio autunnale, faccio attenzione agli spigoli del vecchio mobile della nonna, che quando ti prendono ai fianchi ti viene voglia di bestemmiare ghirigori di santi. Però che bello quel fottutissimo mobile della nonna. Chissà quando lo vendiamo. «Mà, smetti di guardare quelle porcherie?» dico io poggiando la tazza dentro al lavandino della cucina. «Ma cosa devo fare? Sono in cucina e accendo la tivù per farmi compagnia mentre lavoro a macchina. Guarda che le cose che fai tu non sono migliori di quelle che fanno in tivù» ma lo dice con un sorriso, sa perfettamente che quando dice questa frase io esco fuori dai gangheri. «Ricordati che domani moriamo, lo ha detto la tua amica». Mi guarda torvo e si fa il segno della croce. Mia mamma è proprio bella, con tutte queste sue credenze. Ha lo sguardo perso nella foto di Gesù in 3D che cambia posizione quando lo muovi a destra o sinistra. Sì, ok, sono stronzate, ma lei ci crede e io le voglio bene, quindi beh, non metto il dito nelle stimmate e vado avanti senza dirle che la trovo proprio bella. «Devi tagliare quella barba, sembri sporco» mi dice con gli occhiali che le pendono sulla punta del naso e le mani impegnate a fare nodi, uncinetto o punto croce o chi ne ha più ne metta. Faccio un sorriso e mi stiro i baffi lunghi.

Tema: Hulk

Sez. Eroi in pensione
Svolgimento

Mio padre che perse il lavoro, divenne alcolista, uccise mia madre.
Ero un famoso scienziato e in seguito alla detonazione di una bomba a raggi gamma mi trovai in uno stato di continuo alternarsi: normalità e mostro.
Probabilmente il fermo immagine di me è del coraggioso eroe,  io mi sento bloccato in questo spaventoso stato, solo un enorme mostro verde, le vene dilatate dal tempo, la peluria bianca che si fa spazio causandomi un colorito acido, i fasci muscolari in continua tensione, riconosco di me solo gli occhi, arrossati e stanchi. Non ho più vestiti, tutti strappati.
Sono rinchiuso in questa casa da quando la mia presenza cominciò a non essere richiesta. La gente si faceva giustizia da sè,  troppi eroi fai-da-te.
Il mio desiderio rimane quello di tornare ad avere un aspetto normale, poter passeggiare in modo anonimo per le strade senza far paura, vorrei una vecchiaia qualunque. 

lunedì 10 dicembre 2012

Tema : Caro diario

Sez. Aspettando l'apocalisse
Svolgimento

Caro diario.


6 dicembre


Dormito da schifo. Moglie russato tutta la notte. Provata a soffocarla mi ha morso due dita. Caffè senza zucchero, bagno senza carta igienica, bidè senza acqua calda. Esco da casa e non parte l’auto. Ritardo per riunione di lavoro. Desiderio di scannare il direttore. Triste simmenthal per cena. Telefonata di mia madre. Mi racconta che il cane gli ride. Prenotare visita dal neuro psichiatra.


10 dicembre

In soffitta trovata straordinaria tela di ragno raffigurante la gioconda. Moglie stirato tutte le camice. In diretta tv Berlusconi annuncia il suo ritiro spirituale in un ashram in India. Si è tagliato i capelli a zero. Con lui anche la Minetti vestita da minnie. Si è tagliata i capelli a zero ma ha due grandi orecchie.

domenica 9 dicembre 2012

Tema: La serendipità

Sez. Dagli Archivi della Maestra
Svolgimento

Riproponiamo il tema dell'alunna Lucia Giorgi pubblicato all'inizio 
dell'anno scolastico 2011/2012


Serendipità è la sensazione di quando trovi qualcosa di imprevisto cercando altro.

Come disse Julius Comroe Jr.: "La serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino."

Per fare degli esempi di vita vissuta, la serendipità è scoprire che si possono ottenere delle t-shirt nuove stendendole al sole di Agosto per quattro giorni (diventano bi-color: metà stinte e metà no)

Serendipità è cucinare i gamberi agli agrumi e scoprire che sono ottimi anche con il succo di frutta ACE caduto dentro la pentola inavvertitamente.

Anche accorgersi che la camicia di retina svanisce in una pallina sotto il potente calore del ferro da stiro potrebbe ricondursi alla serendipità.

Oppure riuscire a ricreare il sapore del Mar Morto grazie al merluzzo alla vicentina perchè "figurati se deve davvero stare in ammollo nell'acqua per tante ore! Sciacquatina e via!"

Serendipità non è sinonimo di cattiva massaia.

LG

venerdì 7 dicembre 2012

Tema: Appunti per il testamento


Svolgimento

Dicono che sta finendo il mondo, ma ancora non è del tutto finito. 
Se alla tv parlano di una catastrofe di qualsiasi tipo, naturale o causata dall’uomo, mia sorella dice che queste disgrazie succedono perché è vicina la fine del mondo.  Quando un signore d’estate va fuori di testa e ammazza senza motivo la moglie l’amante e il suocero, per mia sorella il movente è chiarissimo, c’è troppo caldo perché sta per finire il mondo.  Tutto va storto e tutti si comportano in modo sempre più strano. 

Vedi le stagioni, dice, non sono più quelle di prima, si sono scambiate, come te lo spieghi? E anche le persone ormai non ragionano bene, hanno pensieri stravaganti, addirittura uomini che si vogliono sposare tra loro. È evidente, dice mia sorella, questi sono i segni più lampanti che la fine del mondo è vicina, anzi è già in corso. Infatti lo hanno comunicato tutti i media sin dall’inizio dell’anno, con toni via via sempre più catastrofisti, e alla fine sto cominciando a crederci anch’io.  Ho pensato, va bene, certe cose se proprio devono succedere, è meglio saperle in tempo, con un buon anticipo, così da attrezzarsi, organizzarsi e programmare tutto nel modo più adeguato per non avere sorprese. Perché i media ne dicono di cazzate, ma se poi succede davvero? 

Io da parte mia ho da sistemare tante faccende, non ultima quella dell’eredità, perché l‘evento comporterà la morte di una quantità tale di gente che ci sarà un grave intasamento degli uffici notarili e del catasto. Meglio pensarci prima.
I notai, dal chiuso del loro ufficio, si sfregano già le mani e contano mentalmente gli onorari che percepiranno stipulando gli atti di successioni, che faranno cumulo con tutti gli altri atti di compravendita e di donazione eccetera, e con questo i notai sono a posto e tranquilli per la loro vecchiaia. Quelli come me, che sono tanti, invece devono valutare con calma e con cura le conseguenze che potrebbe avere un testamento scritto in fretta, sotto la minaccia di un’apocalisse imminente o addirittura tra i lapilli incandescenti.
Ci sono molti particolari da tenere in considerazione, non so in questo momento dire quali, ma sono certo che appena mi metterò a sedere per scrivere il mio testamento olografo, mi verranno in mente a uno a uno e riuscirò a fare le scelte giuste.

Tema: Lo sbianzacolombo

Svolgimento
La Nonna sedeva a tavola attorniata da un nugolo di nipoti, figli, nuora, ed io le stavo di fronte. Divertita, incredula, oltremodo soddisfatta, vedeva il quinto piatto di gnocchi fatti in casa scomparire nella mia epa con una ghiottoneria degna di Ganapati, la divinità indiana dalla testa di elefante il cui ventre può contenere infiniti universi. 
Nonna e la nuora sedevano in posizione strategica, accanto alla porta della cucina; a capotavola troneggiava la figlia, in un abito di ratina rosso carminio con disegni di spirali d’oro che sarebbe stato d’incanto in un quadro di Salvador Dalì. La figlia prese la parola alzando un bicchiere di sauvignon e ci chiese se volevamo sentire una storia, guardandoci attraverso il vetro del bicchiere; ingenuo, un po’ appesantito dal cibo e dal vino, incurante dei diversi modi di sviarla adottati dagli altri commensali, io accennai un invito muovendo la testa e sorridendo mentre l’anaconda che c’è in me ingoiava il secondo piatto di vitello arrosto con le patate. 

La signora è un personaggio singolare, ed è universalmente nota col soprannome di Oseàra perché aveva una piccola bottega di animali, e vendeva uccelli (passeracei e simili) e attrezzi per giardinaggio; il suo stesso marito la chiamava Oseàra, mentre lei lo chiamava solo per cognome. Strana coppia, ma a quanto pare c’era una buona intesa, e non è peggiorata dopo che lui è morto.

giovedì 6 dicembre 2012

Tema: Al mio fianco

Svolgimento

Incredibile, cosa una donna riesca a metterci dentro, non ci si può credere!
Intanto non è solo uno status-symbol e nemmeno un'atavica rimembranza di una simbologia sessuale.
Contiene tutte quelle cose che potrebbero servirmi: un bel porta monete strapieno di spiccioli per affrontare le piccole spese, i miei documenti se volessi sapere chi sono.
Se al lampo avessi bisogno di riferire  "Pronto, stasera non torno a casa, non mi aspettare!":  ecco il mio cellulare; se volessi fotografare e immortalare il momento – Ricordi di un pomeriggio al mare: emozioni che  non ritornano  - ecco che sbuca la mia macchinetta fotografica.
C’è pure un blocco notes qualora avessi  bisogno di prendere appunti, e 2 o 3 penne qualora una non scrivesse, un ventaglio per soffiare i pensieri caldi – se di notte non ho dormito -, e uno specchietto per fissare i miei occhi, il mio lucido per le labbra, magari anche uno smalto per le unghie dei piedi -che la scarpa a volte lo rovina-, i fazzolettini asciutti per i bisogni bagnati e quelli inumidificati per le esigenze più
complicate. Due assorbenti avvolti nei loro astucci, quelli con le ali, chissà certe cose arrivassero con 10 giorni di anticipo. E ancora un pettine, una bella pinza per alzare i capelli lunghi - che sciolti non li sopporto - una bottiglietta d'acqua, che se ho sete e sto percorrendo una strada non servita potrei morire, una, due anche tre caramelle contro i cali glicemici, un pacchetto di crakers, nei "tempi morsi", da sgranocchiare.
Il mio portafoglio stracolmo di foto e card per le raccolte punti che non completo quasi mai o per avere quei regali che dimentico di ritirare.

mercoledì 5 dicembre 2012

Tema : La scelta

Svolgimento

Non avevo dubbi, il regalo di laurea doveva essere un cucciolo, cane o gatto era lo stesso. Scegliere tra questi animali era come chiedere se volevo più bene alla mamma o al papà. Due caratteri diversi, ognuno amato per motivi diversi.Mamma si era rassegnata e dopo una riunione di famiglia si era deciso per il gatto: meno impegnativo.
Il grande giorno era arrivato, la mia compagna di università Antonella era fuori dalla porta con il trasportino: “I polmoni sono a posto, ha urlato come un pazzo per tutto il tragitto”. Dopo averci spiegato tutto sulla cura del gatto (lettiera, pappa, giochi) ha aggiunto :“ Auguri”. 
Finalmente Balzac si è insediato in casa: di notte dormiva sul mio letto(un sogno realizzato!)ma durante il giorno seguiva mia madre come un’ombra. Era diventato il suo gatto.
Lo chiamava mostrandogli il guanto e lui si accucciava ai puoi piedi a pancia in su, per farsi spazzolare. 
Quando avevo provato a farlo io non mi aveva degnato di uno sguardo e se provavo ad insistere tirava fuori le unghie. 

martedì 4 dicembre 2012

Tema: Hortense Schneider

Sez. Attrici
Svolgimento

Faceva freddo quella sera, è normale per il 10 febbraio, ma non era per il freddo che Herminie de Alcain sentiva dei brividi lungo le spalle. L’orchestra stava eseguendo un valzer, e sulla scena il tenore Talazac stava danzando con m.lle Isaac.
 


Elle danse,
En cadence!
C’est merveilleux,
Prodigieux! 
Place! Place!
Elle passe,
Elle fend l’air
Comme un éclair!



lunedì 3 dicembre 2012

Tema: Greetings from Sicily

Sez. Le torte di Ninà
Svolgimento

Quando bussano alla porta, l’intera famiglia si dispone in ordine di altezza (che poi è pure l’ordine di età): a sinistra Michele, il capofamiglia, e accanto a lui prima la moglie, Rosaria (rinominata Sara o Saruzza per le amiche più in confidenza), e poi i due figli Calogero e Maria Rita, immobili proprio come gli aveva consigliato la madre – Sentite qua – aveva detto - stanno arrivando gli zii dall’America, la sorella di papà, Giovanna, e suo marito Santino, mi raccomando a come vi comportate che vi gonfio di legnate – e aveva accompagnato l’ultima parola con il gesto delle mani che tengono una palla, e i figli avevano annuito senza parlare. Bussano nuovamente alla porta, sono sicuramente loro, e Rosaria dà un’ultima occhiata all’intera famiglia per assicurarsi che tutto sia a posto, poi apre con un sorriso che sembra che i denti in bocca si siano moltiplicati, danno l’impressione di essere cinquanta, forse addirittura sessanta, e tutti lucidissimi – che il giorno prima era andata dall'igienista dentale per una pulizia completa.


Tema: Distributori automatici

Svolgimento

Ho letto da qualche parte che un tempo, prima dell’avvento dei computer, dentro tutte le macchinette automatiche c’era un piccolo spazio vuoto, e in questo spazio, tipo una cabina, c’era sempre un omino che manovrava i comandi per farle funzionare. Era una prassi comune, per gli uomini e le donne piccoli di statura, con le membra abbastanza minute, più raramente anche i bambini. Essi venivano ingaggiati dalle società che producevano, che so, distributori automatici per merendine, e stavano per tutto il giorno lì dentro le macchine distributrici, a distribuire merendine agli studenti. Nessuno li vedeva, a causa di una parete specchiata, ma tutti sapevano che la carta moneta era ritirata da un omino, che poi faceva ruzzolare la merendina lungo il tubo di plastica e alla fine, dopo aver contato bene, ti dava il resto. Anche dentro gli apparecchi televisivi, per il cambio del canale o la regolazione del volume e del colore, i nani trovavano impiego sicuro e duraturo, oppure all’interno dei robot da cucina, per tagliare gli ortaggi in fettine tutte dello stesso spessore, o le patatine a bastoncini perfetti.
Una miriade di opportunità in continua espansione, direttamente incalzate dalle nuove scoperte tecnologiche, si presentavano ogni giorno di fronte al nano che si accingeva a entrare nel mondo del lavoro. Elettrodomestici, attrezzi da cucina, strumenti per il giardinaggio, apparecchi da intrattenimento. Tutto quanto avesse all’interno un meccanismo da far muovere, si prestava a essere colonizzato dai piccoli uomini, con un risparmio notevole di energia e di risorse, niente petrolio, gasolio, olio, legna o carbone. Bastavano le manine svelte dell’omino a svolgere il compito con attenzione e diligenza. Chi aveva problemi di misantropia o soggezione dei nani, di solito non si avvicinava a questi congegni, e si portava qualcosa da casa per la merenda o rinunciava del tutto alle comodità del progresso.