mercoledì 12 dicembre 2012

Tema: Io significa "eccomi" - Non è propaganda religiosa

Svolgimento

È colpa mia se siamo diventati indifferenti, più poveri più tristi 
e meno intelligenti, perché non mi curo delle tue speranze. 
È colpa mia se siamo diventati indifferenti, per piccoli egoismi 
e altrettante bugie e nessuna spiegazione.
Oggi, giovedì 20 dicembre 2012, aspetto sorseggiando un tè Earl Grey amaro come piace a me e leggendo un libro. Fuori fa freddo e anche dentro casa fa freddo. “Buon Natale una sega” – penso quando sento la tivù di mia madre, piena di perbenisti che fanno acquisti, intervistano la gente e fanno domande su quanti o quali regali di Natale faranno, mentre c’è gente che muore o che sta per morire. Non so chi mi faccia più schifo, tra chi la tivù la fa e chi la guarda, ma arrivo alla conclusione che chi guarda la tivù al giorno d’oggi, abbia veramente bisogno d’essere aiutato in qualche modo a superare questo status di ipnosi. Un altro sorso di tè ed ho finito il capitolo. Tolgo i piedi dal letto e mi alzo. Il freddo di Palermo è un freddo falso, perché ricco di umidità. La beffa sta nell’aver paura d’uscir fuori dalle coperte, appunto. La luce accesa della mia stanza dà quell’alone di foto vecchia, riempie di giallo opaco le mura bianche e cambia colore ad ogni cosa. Esco dalla camera e, passando dal corridoio quasi del tutto oscurato dal pomeriggio autunnale, faccio attenzione agli spigoli del vecchio mobile della nonna, che quando ti prendono ai fianchi ti viene voglia di bestemmiare ghirigori di santi. Però che bello quel fottutissimo mobile della nonna. Chissà quando lo vendiamo. «Mà, smetti di guardare quelle porcherie?» dico io poggiando la tazza dentro al lavandino della cucina. «Ma cosa devo fare? Sono in cucina e accendo la tivù per farmi compagnia mentre lavoro a macchina. Guarda che le cose che fai tu non sono migliori di quelle che fanno in tivù» ma lo dice con un sorriso, sa perfettamente che quando dice questa frase io esco fuori dai gangheri. «Ricordati che domani moriamo, lo ha detto la tua amica». Mi guarda torvo e si fa il segno della croce. Mia mamma è proprio bella, con tutte queste sue credenze. Ha lo sguardo perso nella foto di Gesù in 3D che cambia posizione quando lo muovi a destra o sinistra. Sì, ok, sono stronzate, ma lei ci crede e io le voglio bene, quindi beh, non metto il dito nelle stimmate e vado avanti senza dirle che la trovo proprio bella. «Devi tagliare quella barba, sembri sporco» mi dice con gli occhiali che le pendono sulla punta del naso e le mani impegnate a fare nodi, uncinetto o punto croce o chi ne ha più ne metta. Faccio un sorriso e mi stiro i baffi lunghi.

Torno in camera mia prendendo le dovute precauzioni contro incidenti mortali in corridoio e mi butto sul letto. La noia ti distrugge, ma se non ci fosse non avremmo poi così tante alternative per occupare il tempo. Metto la mano dentro al mio taschino e tiro fuori la foto di me e di Testa:

Se domani finisse il mondo per davvero io resterei col rimorso di non averti neanche sposata e mi chiedo come questo sia possibile, come ci siano riusciti gli altri prima di me a sposare l’amata in maniera semplice, soltanto perché faceva parte del nascicrescimuori quotidiano. I soldi non erano importanti. Prima c’era la felicità e adesso un mucchio di scartoffie da pagare, i biglietti che costano tanto, un mutuo che, forse, riuscirò a coprire dieci anni dopo che sarò morto. Ma tu mi capisci anche soltanto stringendomi la mano, non ho bisogno di parole. - le parlo come se fosse qui. Lei è una speranza per il futuro. Andasse affanculo la morte, io me ne frego della morte. Per adesso ho lo sguardo fisso al soffitto bianco e mi viene in mente che non ci ho neanche fatto scrivere quello che volevo, eppure era importante quando ci siamo trasferiti nella nuova casa.

Conosco persone che darebbero tutto fino alla fine della loro vita per cercare di salvare quel minimo di speranza che, volente o nolente, nel bene o nel male, resta all’interno di un cittadino, un essere, un uomo. Non parlo di anime, non parlo di peso specifico, ma della consapevolezza di un presente che fa schifo e che cerca di far terra bruciata all’interno e all’esterno della gente, senza riuscirci. Se non ci riesce è grazie a queste persone. Io non ho paura di soffrire, ho sempre affrontato tutto questo a volto scoperto, ed ho sempre camminato a testa alta nonostante io sappia di far parte di una società che ha veramente stracciato le vite di chi ne fa parte, che è incivile allo stato massimo. L’aspettativa più grande a cui un italiano può mirare, è un piano quarantesimo da cui poter precipitare*, ed è vero, purtroppo è vero, mannaggia al cielo! Altrimenti devi andartene. Lasciare casa, lasciare amore, lasciare famiglia, lasciare desideri, impacchettar tutto e andartene via coi rimorsi e il crepacuore. Ecco, queste persone si occupano di te come fratelli, alcune come la tua compagna. A me è capitato così. La morale di questa storia? La morale è che non c’è una morale quando s’aspetta un evento mediatico. Cos’è? Ci ritroviamo tutti in un posto X e festeggiamo la fine del mondo? Il cittadino italiano sarebbe disposto anche a questo e poi, cosa volete voi da una persona? Il mondo è veramente allo sfacelo! Ed è fatto da miliardi di persone e sono loro stesse a creare questa confusione. Basta guardare attorno, fuori dalla finestra, in un giornale, in un libro, nella musica, nei sentimenti. Troverete sempre, dovunque, un logoro sputo di terra e non sarà stata di certo la natura a ridurla così. La speranza è una bomba che ti esplode in petto e non è da nascondere sotto alla coperta di una religione o sotto il freddo braccio del nuovo sindaco. Siamo noi a doverci dare una smossa ed a smettere di essere così pieni di stupidità, ignoranza, menefreghismo, così tanto da non vedere più cos’abbiamo davanti in technicolor. È colpa nostra e bisogna ammetterlo, è colpa nostra se stiamo morendo e ci stiamo portando soltanto lo spettro di una bella vita, anche se molti non hanno avuto neanche quello e non so cosa sia peggio: Una vita volta al forse? Una vita volta al più triste martirio? L’unica cosa certa e che è anche colpa mia e mi tremano le mani a dirlo, a pensarlo, mi tremano le mani perché penso che due giorni fa io questa cosa la ho urlata mentre tra le mani avevo altre due mani che facevano la stessa, precisa, identica cosa. Siamo croce e delizia del mondo, noi uomini e noi donne, carnefici e martiri di noi stessi e delle nostre stupide idee, malsane idee da ignoranti oratori e mai attivi come altri. Io ho una Testa coi capelli lunghi e non posso morire adesso. Voi? Fate il cazzo che vi pare.



Antonio Siddiolo

* tratto da "Per nessuno", de Il Teatro degli Orrori.

14 commenti:

  1. Sid,abbi pazienza ma ad un certo punto non ho piu' capito nulla. Sembra un flusso di pensieri non un racconto.

    Help!

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  2. Sid, anche io ho pensato che il post potesse benissimo finire alla con la frase "Per adesso ho lo sguardo fisso al soffitto bianco e mi viene in mente che non ci ho neanche fatto scrivere quello che volevo, eppure era importante quando ci siamo trasferiti nella nuova casa." e ho anche pensato che l'avrebbe chiamata per chiederle di sposarla!
    Trovo la prima parte molto bella, ma quello che viene dopo non l'ho capito benissimo...
    AG

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  3. Mi scuso perché ho messo dei pensieri alla rinfusa pensando che gli altri potessero capirli alla mia stessa maniera. Il risultato è stato un salto da un gradino troppo alto. La seconda parte è un'esagerazione dello status di "manca un giorno alla fine del mondo", uno sfogo più che altro, per esaltare che c'è qualcosa di più importante rispetto a questa fantomatica fine del mondo. Io non ce l'ho con nessuno, sia chiaro. Era il punto di vista di Sid, che a causa di eventi precedenti alla scrittura ha scritto pensando di scriver bene e invece ha fatto un papocchio. Credetemi, Testa ha capito e c'ha pure trovato del romantico, (che è la mia ragazza, e non il caro Bob Head :P ) - Pochi minuti prima della pubblicazione un caro amico ha dato una lettura e mi ha fatto notare questi erroraccioni, ma non sono arrivato a correggerli e quindi ecco qui. Per mettere qualche tappo qua e la, col permesso di tutti, potrei cercare di rendere leggibile anche il secondo pezzo, che per quanto "sfogo" è per me la parte più importante. Avrei voglia di farvelo capire. A presto,

    SID

    PS:

    Caro D'Amato, adesso può attaccare :P

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    1. Qualcosa mi dice che oggi non attaccherà. Comunque SID, a me il pezzo piace perchè è scritto bene, le parole usate sono belle. Il "flusso di pensieri" che non si fa capire, beh, se era nelle tue intenzioni lascialo stare, diversamente lo correggi.
      Leggendo molti pezzi (anche su questo blog) alla fine mi sono fatto due domande:
      1) Che cosa ho capito?
      2) Se non ho capito niente, perchè ho letto fino alla fine?
      La risposta è semplice: ho letto fino alla fine perchè il pezzo attrae (qualcuno che conosco direbbe "crea fascinazione") e quando arrivi alla fine chiedendoti per quale motivo affascina e non riesci a darti una risposta, beh, lì la cosa è subdola, e per questo, molto più interessante!

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  4. Sid, l'ultima cosa che devi fare è scusarti! Non si fa mai, chi si scusa è colpevole: IMPARALO!!

    E' una bella scrittura la tua, ma non devi scrivere per TE, devi farlo per chi ti legge o le parole restano parole.
    QUESTA è la prima cosa che ho imparato. Non si scrive per se stessi.

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    1. Wood, sai che stavo per scrivere proprio "NON SCUSARTI!" ?

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    2. Sostanzialmente Sid è sul letto ed entra in dormiveglia. Flusso di pensieri lo mette alle strette. L'ultima cosa che sente è la tivù della madre che parla di sta cavolata del 21 dicembre e lui sa che non può mica prendersi questa responsabilità, cioè quella di morire adesso. Tra Testa e tante altre cose, si chiede come mai (che strano corso fanno i pensieri nel dormiveglia..non credete?) si dia più visibilità ad un evento mediatico quando invece ci sono tante altre cose di cui parlare. Che se c'è una fine del mondo, la stiamo già vivendo e per quanto banali discussioni, è così. Perché cinquant'anni fa non si parlava delle stesse cose di cui si parla adesso e poi, tutti in fibrillazione per 'sta fine del mondo, i telegiornali e quant'altro a parlarne...MORIAMO, NON è BELLO!

      Ecco, sostanzialmente è quello che accade in testa a Sid. Solo che ricade tutto nella più triste delle affermazioni: è anche colpa mia se la nostra società è finita tra le mani di persone o società, come i politici italiani o i media italiani. C'è tanto in quel discorso che parla di fine del mondo..solo che Sid nutre sentimenti che lo portano a privilegiare, se così si può dire, Testa. Mettendola in alto più di tutto, di tutti e quindi il flusso prende un ritmo molto romantico, la fine è romantica. Perché Sid qualche giorno fa è partito per andare a vedere un concerto con Testa. Quindi ultimi pensieri prima del sonno. Beh, così dovrebbe essere più chiaro, credo..ahah

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    3. Wood ha ragione su tutto, ma sullo scrivere per gli altri non so.
      Io per esempio, scrivo anche per me.
      (emoticon sennò non mi diverto)
      RQ

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    4. RQ, spetta che ti spiego...quello che volevo dire è che quando scrivi per essere letto da altri devi farlo in modo che gli altri possano fruire delle tue "parole" senza che pensino : ????

      Si scrive per gli altri non per se stessi.

      Se scrivi per te stesso tanto vale che tu lo faccia su un diario segreto :)
      EGOISTE!!

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    5. Scusa Wood, secondo me su questo tema non si può essere categorici.
      Io continuo a sostenere che scrivere qualcosa di diverso da una relazione tecnico-illustrativa ponendosi come obiettivo principale la salute mentale del lettore, non sempre sia un approccio giusto. Ovviamente deve essere rispettata la grammatica, ma qualunque scelta stilistica non può essere condizionata dalla preoccupazione che qualcuno leggendo potrebbe non capire.
      Ovviamente poi ognuno ha una sua motivazione personale, chi per sé, chi per gli altri, chi per diletto, chi per rabbia.
      Mi va bene che Sid scriva come scrive, anche se io continuo a non capirci molto.
      (emoticon che sorride, ma io non ce l'ho mai avuto un diario segreto) RQ

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  5. Leggo la prima parte e mi piace, poi c'è una svolta improvvisa di tono e io, che già faccio fatica a capire i miei pezzi, mi sono trovato spiazzato.
    Una volta mi hai detto che di te dicono che scrivi deliri molto incomprensibili.
    Ecco.
    (emoticon del registro basso) RQ

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  6. Eccomi, Sid!
    Vorrei dire che Siddiolo è uno di quelli che ritiene che tutto ciò che merita di essere scritto deve passare da viscere, frattaglie, meandri reconditi. E di questo bisogna dare merito a Sid: la parte centrale, quella che parla della madre, del Gesù in 3D etc.. è un pezzo di fattura elevatissima.
    E' l'ultima parte che non va, sembra troppo uno sfogo.
    Si può scrivere di tutto e in tutti i modi tranne uno: il modo banale. Quando le parole usate sono consunte, strasentite, banalizzate etc, allora vanno eliminate. La parte finale di questo pezzo non sublimava abbastanza il mal di vivere che Siddiolo esprime sempre.

    D'Amato - Siddiolo 1:0
    (la risatina aahahhahhaa gliela scrivo nel privato di FB)
    gd

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  7. Caro Sid,
    sulla scrittura (sulla bella scrittura) ho qualche dubbio, devi esercitare l'autodisciplina - ma a me il pezzo è arrivato come un pugno (complimento), personalmente, come lettore vorace, i contenuti deliranti, i personaggi problematici e introspettivi e le cose che capisci solo dopo un paio di settimane da che le hai finite mi piacciono assai.

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    1. p.s. comunque io avevo capito - io e la scrittura criptica siamo una cosa sola - a parte la storia di Testa che, non conoscendovi affatto, ho pensato fosse Bob

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