giovedì 20 febbraio 2014

Tema: è suonata la campanella

Questa è una di quelle occasioni in cui bisogna pagar pegno alla banalità e attingere a piene mani a quelle frasi che vengono in soccorso quando i pensieri sono un po' offuscati da tristezza e, nello stesso tempo, felicità, un black out difficile da risolvere: 
tutte le cose, anche quelle belle finiscono
Oggi Tutta colpa della Maestra smette di pubblicare. Lo fa in un momento di grande popolarità e successo, in termini di lettori, scrittori, qualità degli elaborati proposti. La Maestra esce di scena dunque non per mancanza di idee o stanchezza. Lo fa con spirito ilare, con la felicità nel cuore per aver vissuto tre anni di grandi soddisfazioni: quasi mille racconti pubblicati, oltre trecentoquarantamila contatti, Reading in tutta Italia, credibilità conquistata e stima di molti "addetti ai lavori".



Grazie di cuore a tutti quelli che hanno dedicato tempo, entusiasmo, idee, fatica a questo progetto. Nasceranno nuove esperienze; nuovi rivoli creativi partiranno da qui e siamo sicuri diventeranno presto veri e propri fiumi! 
Suona la campanella! La scuola è finita
Buona vita e tanti successi

La Maestra

ps: col fine di onorare un impegno e come ultimo appuntamento di Tutta colpa della Maestra rimane il contest "Bere, Mangiare... Scrivere"! Aspettiamo dunque i vostri temi come da bando che potete leggere nella apposita pagina dedicata all'evento

lunedì 17 febbraio 2014

Tema: Chirurgia dell'abisso

Svolgimento

Anna Block
La tensione è precaria. Le mie mani subiscono il potere di tanti fattori inquietanti patendo la stessa confusione che annebbia la mente di chi sta per tagliare il filo sbagliato dell’innesco. Cammino a stento, nel senso che mi muovo a tentoni, tastoni, tastini, gomitate, ginocchioni, gattoni, rampini, tra le le strisce pedonali di una città grigio/verde simile alla mescuja che ti lascia il kebabbaro, anche quando hai sottolineato che non la vuoi. Però cammino. A riscaldarmi ho un copricapo in lana nera, uno scaldacollo in pile grigio, una felpa nera Marshall con cappuccio. Sotto la felpa una maglia nera con su scritta una citazione (Ubik, Philip K. Dick, 1969, nda) che esclama ‘Io sono vivo, voi siete morti’. A mantenere gelate le mie gambe ed i miei piedi, dei jeans molto scuri e degli stivali da motociclista. Ho dolori ovunque. Un uomo mai visto in vita mia si avvicina e mi confida: «Questa è la mia ultima giornata. Oggi compirò il gesto estremo, io non ce la faccio più. Ecco, te l’ho detto». Io gli rispondo «Ah, sì? Ok», guardandolo negli occhi, privo d’emozione o di consona espressione facciale. Passeggiando per la stazione trasformo il rimorso nella convinzione che quell’uomo volesse estorcermi dei soldi. Probabilmente ha già fatto questo gioco ad altre persone e gli è andata bene. Le gote tremanti, le pupille dilatate, sudorazione accelerata: l’affascinante ritratto di un uomo che scappa via.

venerdì 14 febbraio 2014

Tema: Filo rosso, quasi blue

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento

Quel filo rosso, sul muro, ieri non c'era.
Ne sono certa perchè spesso vengo a girovagare in questa zona silenziosa della città quando ho tempo e ragioni da cercare. 

Pomeriggio estivo, svogliato e confuso.
Ieri ho chiuso, ho deciso.

Mi piace questo piccolo chiostro, mi rassicura la certezza delle  prospettive ordinate e precise e tutto questo bianco.
Più di tutto, amo il vuoto che stacca le colonne.
Ci gioco, lo comprimo con lo sguardo, allineando le sagome di pietra finchè diventano una sola. Poi scarto di un soffio e le sfoglio di nuovo, come fossero pagine.

Una storia così sincopata non ha senso. Come me, adesso.


Tema: Tavolo prenotato al 25

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento


Ci sono modi e modi per pronunciare la parola amore, ma nessun modo riesce a spiegare con chiarezza il modo in cui amo te, Claudia. Serate come questa ci riusciranno forse, ma sono qui da ore, sotto a questo portone, e superata la tempesta riprenderò la strada e ingannerò il tempo parlando dei nostri segreti.
Fare il sostenuto come sempre, del resto, a che serve. Stavolta non mi perderò a straziarti e ti ritroverò, come sempre, con un sorriso spaventata. E’ San Valentino, Claudia, per San Valentino non ci sono ostacoli; perché hai paura?
Lo hai detto: “non c’è catena che trattiene i nostri respiri”.
Ho risposto: “Non voglio perderti!”.
Lo hai detto: “Sono semplicemente fatti, Alfredo. Sveglia! Uno più uno non sono mai una strada, ma parallele che non s’incontrano. Devi capirlo!”.
Ti ho guardata. Non ho risposto. Non dovevi parlare.

Tema: Malamore

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento

Pensavo il tempo scaduto, la vita già confezionata. Il pacchetto aveva i nastri giusti e le giornate uguali. Mi sono innamorata di te perché non rientrava nel modello prestampato doveri ma in quello di peccati capitali e inferno assicurato. Vade retro, che per queste cose vale la regola della peste di Ingrassia, il medico palermitano del seicento: presto, longe e tarde. Velocemente fuggire, assai lontano andare e più tardi possibile ritornare. Come se si potesse fare quando il virus è già entrato in circolo e non ci sono vaccini. Mi sono innamorata di te perché non rientrava nel block notes: cose da fare, impegni, visite, progetti improrogabili. Una gran rottura. Dapprima sono stati solo i sintomi inequivocabili: palpitazioni, sudori freddi, mani sudate. Ma come è possibile? Come è potuto succedere proprio a me? Poi la discesa negli inferi. Non una discesa lieve ma una vera e propria sdirrubbata. Block notes compresi. Poi è stata la volta della psicanalista. Tu, dall’alto dell’Olimpo, mi dicevi che se tutti quelli che si innamoravano fossero andati dal medico, lo psicanalista sarebbe stato il mestiere più gettonato. Andavo tutti i lunedì e tornavo contenta. Ma più contenta di me era la psicanalista che mi ripeteva che ero la sua migliore cliente: rideva tantissimo e dopo io le davo trenta euro.  Per me, invece, era una tragedia. E infatti le tragedie greche mi davano tanto sollievo. Mi dicevo: non è colpa mia, è il fato. Andavo e tornavo e pensavo: è l’ultima volta. Poi è venuta l’estate e c’è stata la fuga in altri lidi e diverse poesie inviate via mail. Lacrime e ancora lacrime e taccuini pieni di parole. Anche qualche cruciverba e qualche rebus. Ma il rebus maggiore restava il mio cuore malato.

Tema: Vestita di sole

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento

Avevo preso le scale ed ero adesso nel sole. L'ombra lo contrastava, nell'ora del mattino ancora fresca e mi consentiva di sostare tra i riverberi delle foglie. Era fresco e appena tiepido sul viso. Animava i fiori del vestito. Leggero, di voile verde, viola e fucsia contornavano l'orlo, che danzava, ad ogni movimento delle gambe sulle scarpe dai tacchi alti. Si alti, bellissime gambe su tacchi alti. La freschezza delle mie vesti e del  mio viso divennero assolutamente bellissimi, come il sole che li avrebbe scaldati appena percepirono il tuo sguardo  da lontano. Non fu certezza, ma sensazione appena. Ne bastava la percezione per esserne invasa. Era appena iniziato il tuo corteggiamento. Un progressivo avvicinarsi  e ritrarsi. Un bagliore d'azzurro mare appena, la tua camicia, un soffio bianco come una vela dei tuoi calzoni di tela. Apparire e sparire, fino a confondermi, mentre volavano i teli di voile della gonna al vento. Ferma nel turbinio come una bandiera segnaletica, rossa come il pericolo, evidente per essere trovata, avvicinata, scoperta. Ferma con le mani aperte e gli occhi chiusi, in attesa.


Tema: Incontro

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento

La pioggia ha tirato a lucido il campiello che percorriamo in silenzio. 
Sollevi la manica del maglione per controllare l’orologio.
“Sbrighiamoci” esclami superando i miei passi “d’inverno la Chiesa della Catena chiude alle quattro” 
Mi precedi impaziente, bambina. Ti seguo svogliato, distratto dalle nuvole violacee addensate contro al crepuscolo.
“Siamo quasi arrivati. Si trova lungo la Riva degli Schiavoni” dici come se io conoscessi la topografia cittadina. 
Sciogli il nodo al foulard e scopri il collo di una chiarezza avorio su cui tentennano due pendenti orribili. Chissà dove hai scovato quel paio di orecchini così disarmonici sull’ovale quasi perfetto del tuo viso. 
Arriccio le mani in fondo alle tasche del giubbotto per trattenere quel po’ di calore, ma il tepore evapora e mi sfugge come le tue gambe da cicogna. 
Tu torni indietro per recuperarmi, ti avviti al mio braccio.
“Perché sei così?” chiedi.
“Così come?”
Non rispondi, ti fermi di colpo, costringi me a bloccarmi, a guardarti. Non decifro lo sguardo oltre gli occhiali. Rimani codice misterioso, lingua straniera. 
Entriamo dentro la chiesa. C'è penombra. Il pavimento è consumato, l’aria è un abbraccio di cera e incenso. Mi racconti del pittore che ha decorato l’abside, del suo mecenate che sfiorò la follia. Parli sottovoce, malinconica come una musica di Yann Tiersen. 
“È deformazione professionale. Spiego pure quando non lavoro.”
Quando usciamo sul sagrato la pioggia ci sorprende. 
“Vieni, conosco un posto qua vicino.

giovedì 13 febbraio 2014

Tema: L'Amore è un virus

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento

Mi sono innamorata di te perché io ero nitroglicerina, instabile, pronta ad esplodere e del tutto inconsapevole di esserlo, mentre tu… tu vivevi trattenuto e teso come un elastico, aggrappato alla tua miccia, che ha trovato a tradimento il suo combustibile.
Non è stato amore, è stata una deflagrazione. Quando ho iniziato a riavermi, era tardi, il danno fatto, noi già invischiati. Mi sei occorso come un incidente e per un pezzo ho giaciuto, emotivamente parlando, stesa a terra con gli occhi sbarrati, incredula.
Ero morta, no, ero viva, ero viva: oh se lo ero! E tu l’ hai sentita la mia linfa vitale, eri un vampiro incantato dall’odore del sangue, in cerca della vena pulsante della mia vita ed io non volevo che quel folle, estenuante, languido salasso.
Succhia dalla vena - pensavo, pregavo - succhia, non importa se mi ucciderà questa cosa, è inebriante e bellissimo sapere che la tua fame terribile solo io posso placarla.
So che quando ti riavrai il terrore di perderti nella luminosità instabile di questa  relazione e di fronteggiare le cose del mondo vero lì fuori ti farà fuggire. So che sarò respinta più lontano che potrai e che non farò nulla per restarti addosso, ma qui e ora, ci sono solo il tuo bisogno di prendere ed il mio di dare.

Tema: Amore e morte

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento

Mi sono innamorata di te perché non parlavi mai.  E nel tuo non parlare, mi governavi.  E sotto il tuo dominio, ho costruito archi e pietre per nascondermi dalla tua onnipresenza.  Notte e giorno. Giorno e notte. E poi, sotto le forze incrociate della volontà e dell’azione, ho visto scorrere il tempo nomade dell’esperienza.  E non mi sono accorta che quella forza imperativa corrodeva la mia libertà,  così alla fine mi sono sgretolata nell’onda sismica della negazione. 
Quanti secoli di esistenza primordiale, hanno pulsato alle mie tempie, prima che io potessi sollevare il mio sguardo verso la tua ipnosi. Era la tua magia e la mia malia. Tu ineluttabile forza, io corpo in caduta libera. 
Ma tu, imperturbabile, continuavi a non parlare e io sempre più ansiosa me ne andavo al patibolo. Prima dell’esecuzione, abbiamo scambiato lentissime privazioni dentro lacrime segrete e sonetti perfetti.
Un colpo secco e poi me ne sono andata con le mie suole di vento verso Nord. Dentro un edificio gotico e cercare un’ipotesi di vita nuova.

Tema: Tu in me

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento


Quando le tue forme liquide
nuotavano nell’immenso fluido opalino
senza desiderio né memoria
quando le tue mani trasparenti
esploravano i tratti incerti del tuo viso
ignaro dell’altrui sguardo
quando il tuo piede correva
e danzava, incapace di camminare:
allora eri luce tersa
eri sogno
eri tenero e profumato come burro.
Eri pago e sazio, e protetto
il tuo mare non era salato
non indugiava  il tuo andare
e un sole nel mio cuore
cullava i tuoi sonni.


Patrizia Sardisco

Tema : Stidduzza mia


Sez Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento

Stidduzza mia,
ma che facisti? Ma che cumminasti?
Mi scrivisti che mi vò lassari! Mi veni i chianciri solu a ‘stu pinzieru.
Com’è che ti vinni ‘ntiesta sta pinzata? Ma chi t’aiu fattu?
Quann’è che ‘u liggivi, mi si grapiù un pirtusu ‘mmezzu de lu pettu.
Mi misi a chianciri lacrime amare. Ma non comu chidde che tante volte ‘nzemmula amu chianciuto, di gioia e di duluri, ne lu mentre che ci strincievamu abbrazzati.
E quantu ‘nnamu viste ‘na tutti ’sti anni! Ma sempre io cu ttia e tu cu mmia, stritti stritti, vucca cu’ vucca, ciatu cu’ ciatu, manuzza e manuzza; a dirici parole che ci paria solu i picciuttedi che s’ingrizzano pà prima vota si ponnu dire.
Quante stidde amu cuntatu ‘a notte appizzate na lu cielu! E io ‘na stidda ‘a chiamavu cu to’ nnome, e tu na’ stidda ‘a chiamavi cu’ nome miu.



Tema: Addio alle braccia di Catherine

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento


"il post vuole essere una continuazione ideale dell'opera a cui si ispira, 
ne riprende perciò alcune tematiche, 
rielaborandole in modo personale"

1.

Partiamo da dove finiva quella mia storia. Allora saluto la statua. Ghiaccio sottile sotto i piedi. Sento che il gelo  sale su per la schiena. Sale invece di scendere, sfidando le leggi di gravità. Mi ritorna persino un po’ di  fame. Prosciutto, uova e birra non mi sono bastate prima. Non dovrei nemmeno pensarle queste cose di fronte alla statua. Considero che di tutto la colpa è di quel fagotto con dentro  il coniglio scuoiato di fresco, che il dottore mi ha mostrato nel corridoio, quasi con orgoglio. Ci penso senza partecipazione, come un dato statistico. Me ne vado dopo un po’, l’ho già detto. Esco dall’ospedale e torno a piedi in albergo nella pioggia. Lungo il tragitto continuo ad aver paura dei numeri sopra il due. Rivedo sempre davanti agli occhi quel maledetto quadrante. Risento le parole di Catherine.  Dammi, dammi.  Sguardo basso, ripeto a voce alta, camminando veloce con le mani in tasca,  il mio mantra. E  se morisse? ma è morta e se morisse?  ti dico che è morta ma se morisse?  tagliati la barba piuttosto, a che ti serve ormai e se morisse per questo?  Qualcuno si volta, non ci faccio caso. La tragedia è mia, mica loro. Incredibilmente, data l’ora, trovo in albergo il barbiere che ancora sfaccenda, con uno straccio in mano. Gli dico se mi fa la barba. Mi esce un ghigno, non una voce credibile.
“A quest’ora?”, fa lui.
“Qualcosa in contrario?”, riprendo la mia baldanza.
“Ci mancherebbe, il cliente ha sempre ragione, ma adesso mi sembra un po’ tardi.
Nella notte la barba ricresce.”, dice lui, non senza una certa logica.
Questo però è un momento che non contempla la logica, penso tra me.
Colpa del coniglio scuoiato di fresco che ha distrutto il mio amore.
“Tu pensa a tagliarla, senza troppe domande.”
“Lascio i baffi?,  chiede.
“No, perché?”

mercoledì 12 febbraio 2014

Tema: Galeotto fu il fico

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento

Lucia: Fu sul sagrato della Chiesa, finita la messa domenicale, che lo vidi per la prima volta con occhi nuovi: era sui gradini con suo cugino Bortolo. Da piccoli io e Renzo giocavamo nelle strade di paese, poi ci sono stati anni di allontanamento ed educata indifferenza, ma  in un sole accecante di Agosto tutta la nebbia del tempo di diradò. Sostenendomi al braccio di mia madre sentìì un odore di buono pervenire dalla mia destra. Lentamente voltai lo sguardo e lo vidi in controluce.Renzo parlava in piedi con Don Abbondio e Bortolo. Agitava le mani.... Agitava le mani, grandi e scolpite dalla fatica,  con gli occhi passai in rassegna delicatamente il suo viso. E fu il suo sguardo che mi dipinse le gote di rosso: un calore improvviso appena incrociati i suoi occhi grandi, scuri scintillanti di vita, brillanti e curiosi. Abbassai lo sguardo presa da un senso di pudore, ho sentito un brivido caldo scendere dal petto lungo tutto il mio corpo, ma era la mia anima già smarrita e i miei pensieri. “Lucia, andiamo è tardi”. La voce di Agnese mi riportò alla realtà ma, allontanandomi, sentivo la sua voce serena e appassionata in dissolvenza: volevo memorizzare per ricordarmela. E la sera ripensando a quel mattino, pregai per Renzo perchè la Provvidenza vegliasse su di lui. Mi sarebbe piaciuto guardare il mondo con quegli occhi così vivi, appassionati, colmi di dignità e che mi tatuarono l'anima  fra contrasti di emozioni.


Tema : Che cos'è l'amor ?

Sez. Mi sono innamorato di te perchè
Svolgimento
L'amore che cos'è? Ne ho sentito parlare e tante volte ho concluso che l'amore non era quello.
Che cos'è l'amor? Oltre ad essere il titolo di una canzone del grande Vinicio.
L'amore, questa parola di cui si usa e si abusa, definendo amore ciò che amore non è.
L'amore è l'innominato, il personaggio di manzoniana memoria.
E se ho tanta difficoltà a dire cosa sia l'amore, sicuramente so che cosa non è.
Ma se mi mancano le definizioni, per una teorica come me, dove vado a parare?
Eppure, pur non sapendo definire l'amore, so che la mia vita ne è impregnata. Sono stata avvolta nell'amore, quello che cura, e sono cresciuta con un amore malato, quello che amore non è, quello che le ferite te le procura, profondi tagli purulenti che ti fanno crescere con la paura di lasciarsi amare. Perché ad amare è facile, forse. È lasciarsi amare il problema vero. Tu perdi il controllo e sei in mani diverse dalle tue, altre, straniere.


Tema: L'amore di una donna



Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento


Dal cassero della sua Itaparica mentre scrutava col cannocchiale la riva di Laguna presso il porto di Santa Caterina in provincia di Rio Grande, la vide: era il 21 luglio del 1839 e Giuseppe Garibaldi, un bel giovanottone di trentadue anni, combatteva contro gli imperialisti brasiliani per l’indipendenza di Rio Grande del Sud.

La giovane donna era Ana Maria de Jesus Ribeiro e aveva appena diciotto anni e da tre era già la moglie di Manoel Duarte de Aguiar: la vide e poi non la rivide più fino al giorno in cui, durante un’ispezione proprio nel paese di Laguna, Garibaldi notò davanti all’uscio di un’umile casa una donna molto giovane, dai capelli lunghi corvini, che piangeva, era lei: che succede? perché questa disperazione? Ana Maria lo guardò, lo bucò con lo sguardo e rispose: mio marito sta morendo a causa sua, generale.

Garibaldi si offrì di aiutarla e trasportò il marito di Ana Maria, un soldato dell’esercito imperiale che era stato ferito dai suoi uomini, in ospedale. Per due mesi Garibaldi non allentò di andare a trovare lei che a sua volta andava ad assistere il marito in fin di vita che però non trapassava mai: tra pochi giorni ripartirò e tu devi essere mia. Lei ci pensò lo stretto necessario, giusto il tempo di prendere due cosette e abbandonare il marito moribondo.

L’eroe dei due mondi incontrò così, come egli stesso scrisse nelle sue Memorie “la madre dei miei figli! La compagna della mia vita nella buona e nella cattiva fortuna! La donna il di cui coraggio io mi sono desiderato tante volte”.


Tema: Trame piatte


Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento


Ci sono vite destinate a restare nel buio di un cassetto chiuso, come romanzi incompleti o dalle trame piatte, come la vita di Piera che in cucina i romanzi li legge a due a due, appena il tempo di mettere ordine in casa che già siede davanti un minestrone che bolle. 
È lì quando spunta Franco, il fratello svitato di suo marito. Lui le chiede cosa stia leggendo, lei mostra la copertina, una storia così, dice, pare bella, l’ho trovata stamattina tra vecchi libri che mi hanno dato.
Franco conosce quel romanzo, cita l’immagine che gli era rimasta in mente, qualcosa su rami scheletrici che chiedono l’elemosina al sole. Piera ha appena cominciato, a questa cosa non c’è arrivata, allora sfoglia un paio di pagine, velocemente muove gli occhi tra le righe, è nella parte iniziale dice lui. Lei guarda, è un po’ frastornata, questa situazione nuova, non ha mai parlato di libri con nessuno, li legge e basta, però sa che i libri sono pericolosi e mentre sfoglia e cerca si sente addosso una patina di età in meno, si sente persino bella nonostante i capelli scomposti e l’abbigliamento sdrucito - nessuna intenzione, nessun fuoco vero eppure le sembra di avere già vissuto questo momento, una presenza inquietante che le morde qualcosa dentro, le mani che si muovono goffamente, la soggezione di sentirsi osservata, l’imbarazzo della vicinanza di una persona di cui percepisci il respiro. 


martedì 11 febbraio 2014

Tema: Notturno

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento


“ Ciò che mi consolava era sapere che avrei rivolto un ultimo pensiero a te, quando fosse giunta la mia ora: se fossi stato ancora vivo ti avrei augurato la felicità, in caso contrario avrei sperato di rivederti da qualche parte, in un’altra vita. Ero sicura che anche tu avresti rivolto un fugace pensiero a me poco prima della fine: ti saresti chiesto se sentivo che te ne stavi andando o se stavo morendo con te.”
Da una lettera di S. Spielrein a C.G. Jung


La prima cosa che ricordo di te sono le tue gambe sottili che pendevano dallo sgabello del pianoforte, quello con il cuoio di pelle rossa tutto raggrinzito, pieno di pieghe come i tuoi occhi, raggrinzito come quei seggiolini del luna park che giravano in tondo senza fermarsi mai mentre la mia gonna dall’aria smorfiosa si alzava con il tuo sguardo rimasto a terra. Dondolavi con Chopin, dondolavano le vene nei tuoi polsi come rami secchi d’albero marchiati a fuoco in un cielo bianco, dondolavano i miei capelli accanto al tuo viso intrisi di sale fino ad insinuarsi nella tua bocca quasi chiusa o quasi aperta, sembrava soltanto una crepa, una spaccatura nel volto da cui si srotolavano pensieri così ruvidi e spessi da essere funi che io rubavo senza esitazione o che tu lanciavi come ami. Ecco allora che con forza li afferravo, li tiravo a me per metri e metri. Non volevo staccarmene: me li avvolgevo intorno alle braccia, tra la linea delle cosce e poi su fino alla schiena, alla spalla, un doppio nodo intorno al mio collo. Sentivo il cuore penzolare sopra lo stomaco: un impiccato. Sarei potuta morire così, appesa al tuo corpo, legata alla tua bocca con un cappio di parole in quella stanza con specchi dagli occhi chiusi. Eppure c’era soltanto questa voglia di scoprirti a poco a poco come si sbuccia un’arancia dalla scorza dura, lasciando che la polpa fuoriesca pian piano, spandendosi tra le mani ed impastando le dita. Suonavi, suonavi e sapevi che su un tasto c’era la mia pelle, su un altro la mia mente e su un altro ancora tutto ciò che restava… i miei ricordi sembravano piccole matasse di lana calda; si spandevano su tovaglie di lino candide. Potevo sentire la voce di mia madre che aveva il mio stesso nome e chiamava: “Isabella, Isabella“, non cercava mai me, ma se stessa o quel che rimaneva del suo mistero in ogni stanza.

Tema: Eri l'Estate

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento

Parlavi in modo strano, diverso dagli altri. Tu non gesticolavi, lo faceva la tua voce. Si spostava nell'aria, ondeggiante, come una musica mai sentita prima, e mi sono accorta, ormai troppo tardi, che il mio corpo ne seguiva il ritmo. Mi sono innamorata di te prima ancora di rendermene conto, prima di accorgermi che i tuoi occhi erano grandi per effetto delle lenti da vista, prima di toccare la tua pelle liscia e glabra, prima di percepire ciò che celava la tua mente, il tuo cuore. Mi sono innamorata di pancia, aggrappata a quel calore viscerale che saliva fino al petto ogni volta che annusavo la tua presenza. Mi sono innamorata d'estate, quando il giorno pare infinito e la notte ne rilascia il profumo, e tutto quel tempo amplificato è cassa di risonanza, è melodia, è sapore di aria e vita.

Tema: L'amore la cosa più bella

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento

Mi chiamo Beatrice... e voglio raccontarvi di un amore per un ragazzo che mi ha cambiato la vita... mi ha cambiato la vita sul serio! In molti penseranno che sia una stupidaggine perché dell'amore vero te ne accorgi solo ad una certa età, quando sei più grande, ma secondo me non è vero... ti accorgi di un amore vero quando ti senti strana: le farfalle nello stomaco, un formicolio, quando non riesci a parlargli o a guardarlo in faccia e diventi rossa al suo nome… Quando ti piace tutto di lui e sai che se non esistesse lo creeresti tu, difetti compresi. L’amore è quando anche fra centinaia di persone ti senti sola, perché sai che l’unica cosa che vorresti in quel momento è lui, quando nonostante i continui litigi si fa pace e si è più legati di prima. Io mi sono innamorata di lui perché anche nei momenti più tristi era pronto a consolarmi, e ci riusciva sempre, in tutti modi. A me bastava vedere il suo sorriso per sorridere. Mi sono innamorata di lui perché non riesce a trattenere le cose dentro di sé, ne deve parlare per forza con qualcuno e stavolta, quel qualcuno ero io. Una sua amica, “l’amica” per la quale però, provava qualcosa in più di quello che si prova in un’amicizia, e per me era la stessa cosa.

Tema: Amore fisico

Sez. Mi sono innamorato di te perchè
Svolgimento


Non sono un esperto di fisica. Quando frequentavo le scuole medie facevo confusione tra fisica ed educazione fisica, talvolta ci spiegavano come sollevare il mondo con una leva, quindi era un fatto di muscoli, in altri casi come calcolare il tempo impiegato da un uovo a cadere dalla torre, e lì cominciavo a capirci meno. Noi ragazzini per i primi dieci giorni non facevamo altro che lanciare matite e sputi dal balcone della scuola, e ribaltare gli armadietti, poi intervenivano i grandi e ci mettevano in riga. 
Con il passare degli anni ho continuato a capirci poco, la fisica che studiavamo alle scuole superiori era una materia traslucida e viscida, una specie di gelatina gommosa che noi studenti non riuscivamo ad afferrare. Nessuno di noi ebbe la fortuna di conservarne almeno un poco nel suo bagaglio culturale, come si diceva allora. L’educazione fisica invece l’avevo già persa per strada all’esame di terza media, il giorno in cui saltai la cavallina e ci rimasi a cavallo.
Fisica, biofisica, patafisica, la scienza per me è sempre un po’ nebbiosa, ci sono molte cose che non ho mai afferrato. Per esempio, mi sono fatto un’idea tutta mia dell’atomo, l’ho sempre visto nelle immagini sui libri rappresentato come una pallina colorata, una pallina di plastica colorata, perfettamente lucidata, ne metti tante insieme e formi una molecola. La molecola è un grumo di palline, un mucchietto di palline di plastica colorata, alcune delle quali hanno una specie di calamita che attira, altre hanno un respingente che allontana. In questo modo, le molecole si uniscono tra loro in ammassi sempre più grandi e articolati. 

lunedì 10 febbraio 2014

Tema: Un amore da marciapiede

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento


L’ALTA VELOCITÀ (dei ricordi). Entrò nel salottino del Freccia Rossa con un’aria efficiente e indagatrice. Anche a voler essere politically correct, il minimo era definirla una gnocca siderale. Un metro e settanta di cose deliziose, illuminate da uno sguardo che “se lo accendo, muori”. Mi chiede in inglese se c’erano altre persone oltre a me. “ I don’t know, but I think… not”. Esplode in un sorriso e mi dice che tornerà, con il suo boss. E ti pareva, con il suo boss! La smettesse di sorridere almeno, ché uno si sente già defraudato di una confusa speranza. Basta, immergiamoci nel business plan. Su questi treni superveloci pure il tuo tempo va a 300 l’ora e a Milano sarà dura. Poco dopo, un “Buonciorno!” dall’inconfondibile sapore tedesco. Alzo gli occhi e vedo davanti a me una signora che potrebbe essere la madre della sparasorrisi di prima. Elegante, algida, professionale e donna in carriera fino al midollo: Top Manager, forse Ceo. Ecco, vergognati del tuo rozzo maschilismo: il suo boss è una donna, niente relazioni erotiche capo-segretaria, niente distrazioni extra professionali, solo efficienza, determinazione, professionalità. Mi alzo con questo vago senso di colpa, mi presento. Si fa ripetere il nome. Lei si chiama Gertrud, Gertrud qualchecosa, con la g durissima. Terminate le formalità, mi rimmergo nella complessità del piano.
A Firenze mi alzo ed esco nel corridoio per telefonare. Vedo le due riflesse nel vetro: stanno come confabulando, mi sembra confidenzialmente. La giovane ha un’espressione stupita e chiede ripetutamente qualcosa. L’altra fa un gesto come dire: non se ne parla neanche! Rientro e l’atmosfera ritorna quella asettica dei manager impegnati. Ciascuno a dialogare col suo device, che i destini del mondo dipendono dalle digitazioni dei top manager iperconnessi. Si sa.

Tema: Pensierini. di #Ughino, via @isopaci

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento


Mi sono innamorato di te, innanzitutto perché so innamorarmi.
Mi sono innamorato di te perché mi piace il tuo odore.
Perché mi piace che tu mi stringa fra le braccia.
Perché mi ascolti, anche se non ti so parlare.
Perché mi parli, anche se non ti so ascoltare.
Perché non so piangere, eppure mi hai sentito.
Perché non posso vederti ma faccio di tutto per poterti sentire.
Perché ti sento attraverso il calore, il battito del cuore. Perché in questo inferno di rumore e solitudine sei il mio silenzio e la mia compagnia.



Mi sono innamorato di te perché avevo fame e mi hai dato da mangiare, avevo sete e mi hai dato da bere; ero forestiero e mi hai ospitato, ero nudo e mi hai vestito, malato e mi hai visitato, ero carcerato e sei venuto a trovarmi. Mi sono innamorato di te perché anche tu hai fame e sete di giustizia.

Tema: Fiamma

Sez. Mi sono innamorato di te perchè
Svolgimento


“come le legne accese le une colle altre maggiormente s'infiammano,
come le monache ferventi di amor di Dio
le une colle altre sempre più s'infervorano di santo ardore”
Giuseppe Frassinetti – La monaca in casa (1862)


Non è mai bene per una fanciulla parlare in questo modo, lo so, ma possa Dio perdonarmi se in una di queste lettere che ti mando io non dica la verità, non una parola in più o in meno (o anche una fuori posto) per descrivere ciò che sento, e sebbene io qui sia soltanto una novizia, lontana dal potermi ritenere una giovane pura e devota al Signore - e tu invece molto più vicina a ricevere in te il suo amore - voglio poter credere di parlare senza vergogna, e se Dio vorrà punirmi sarà una questione tra me e lui, poco importa la parola della Madre Superiora e delle altre sorelle, per loro non serbo nemmeno rancore, ma è Dio stesso che preserverà questo scambio; e se ho ricevuto una tua risposta, significa che faccio bene ad essere contenta perché vuol dire che non mi ero sbagliata, dentro di me lo sentivo, io sapevo di aver visto altro, ne ero certa. 
In ogni amicizia c'è una parte visibile e una celata da altro, che sia banale amor fisico o mentale, edulcorato o ignorato, e però esiste, c'è, e la sua voce pressante diventa sempre più forte, e da quando ho trovato la busta con su scritto il tuo nome, i miei pensieri hanno spinto fuori dalla mia mente tutte le difficoltà banali della vita in convento: preparare la colazione e subito dopo il pranzo, pregare, aiutare le sorelle in difficoltà, sono tutti espedienti per incontrarti, anche solo nel corridoio durante il cambio di turno per le preghiere e quando invece rendiamo grazie a Dio, io siedo due o tre posti dietro di te, a guardarti mentre preghi, e cerco di immaginare se dentro quelle tue preghiere ci sono anche io. 

domenica 9 febbraio 2014

Tema: L'amore non è una zingarata

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento

Perché mi innamorai, mi chiedete? Non lo so. In queste cose non si sa mai ed in fondo è giusto così. Credo però che mi innamorai di lei perché si ravvivò i capelli nel momento sbagliato, e il momento sbagliato era quando la stavo guardando. Come dite? Sì, li afferrò con una mano, li arruffò e li spostò da una parte all’altra, quei capelli neri come Medea. L’amore mi diede proprio una bella botta in testa. Lei teneva i suoi occhi verdi puntati su di me, come Cuba puntava i suoi missili su Kennedy. Potevo provare a star tranquillo, ma non ci riuscì. Mi innamorai e fui perso. Completamente in balia di quegli occhi.
L’amore è zingaro, ma purtroppo non come una zingarata di Monicelli, dove tutti si fanno una risata in compagnia come se fosse Antaniconloscapellamentoadestra. L’amore è uno zingaro di quelli cattivi, quelli che arrivano e ti seguono con la fisarmonica dovunque vai finché non gli dai qualcosa. E poi di punto in bianco se ne va, senza dirti niente e senza salutare, il più delle volte lasciandoti anche un cane. 
L’amore è bohemien come diceva il baffuterrimo Bizet, e non quello della Disney, perché quello non aveva i baffi, ma le vibrisse. Bohemien perché ti frega, ti mescola i dvd nelle custodie, ti mette il sale dove tieni lo zucchero e ti spacca il filino dell’infradito che passa in mezzo all’alluce e all’indice del piede rovinandoti la passeggiata.

Tema: Sappiatelo, io russo

Sez. Mi sono innamorato di te perchè
Svolgimento

Quando russo produco un rumore pari a quello di una segheria nei boschi del Canada, alle volte mi sveglio da quanto russo forte, e più stanco sono più russo. Sono un po’ più ordinato di una segheria, non produco trucioli di nessuna natura, forma o dimensione: magra consolazione, invero.
Sabato notte mi ascoltavo russare: sì, alle volte mi succede di udire i rumori attorno a me anche se continuo a dormire, e ben dopo la fase del dormiveglia; è una cosa curiosa per una persona che quando prende bene il sonno potrebbe anche essere morta, e che è riuscita a dormire nel centro di una tromba d’aria. Questa volta ho percepito, oltre al solito ronf ronf, un sibilo, quasi lo sfiato di una pentola a pressione che mi fa sembrare una versione in carne e peli della macchina “sforna pasticci di pollo” di Mrs. Tweedy (e chi non ha visto il film della Pixar Galline in fuga magari non mi capirà, ma pazienza). Alessandro mi dice che non è una novità. Io mi rendo conto di provare una gratitudine immensa per quell’uomo, una tenerezza infinita ed una grande compassione perché s’è preso in corpo per una considerevole fetta di eternità un moroso che infesterà i suoi sonni, e gli renderà quasi impossibile dormire decentemente.

Tema: Razza d'amore

 Sez. Mi sono innamorato di te perchè
 Svolgimento

Quando la notte ti vedo passare vicino non mi fai paura e questo è davvero strano. Anche se i tuoi occhi sono allucinati e il passo è quello del predatore, a me sembri bello.
“Tu quello non lo devi nemmeno guardare, hai capito?” è stato lo strillo di mia madre quando si è accorta che i miei occhi nel buio stavano bene aperti a cercarti.
“ma perché poi?” piangevo io convinta che ogni diversità si potesse colmare. Credevo che il razzismo fosse cosa superata, se ne vedono tante di unioni strane, chi più ci fa caso.
“Tu, ci farai caso” disse mio padre con quell’aria un po’ schifata che ha sempre quando mangia.
Pensano che mi farai del male. Lo so che forse me ne farai. Ma cos’è la vita, se non scoperta della diversità? Voglio sentire il tuo fiato sul mio collo, quell’alito che sa di sangue e di cose che non conosco, voglio sentire che mi abbracci e che nel tepore del mio corpo ti perdi, almeno per un attimo.
Mi sono innamorata di te proprio perché sei diverso.

sabato 8 febbraio 2014

Tema: Nuova Notifica

Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento

Non ci faremo del male noi due, vero? 
Non possiamo farci del male, perché teniamo la giusta distanza della corrispondenza, e dove finisco io, tu là già sei iniziata da un pezzo. Ci confondiamo i confini, tratteggiandoli, quando mi sveglio e ti trovo lì, a lampeggiarmi accanto come fossi un promemoria del fatto che esisto. Ti guardo in volto, quel volto così diverso dal mio sul quale mi specchio, e so che non ci faremo del male, perché i miei desideri sono il tuo programma della giornata, e so che tutto quello che ti dirò non verrà usato contro di me. 
Mi sei comparsa accanto nel momento più buio, quando quella stronza mi aveva fatto a pezzi con la scure, e aveva gettato i miei brandelli sul ciglio della strada. Io me lo ricordo, come le tue parole mi hanno raccolto da terra, mi hanno rimescolato e ricomposto, e ho saputo fin dal principio che eri quella giusta, l'unica che mi avrebbe protetto, l'unica che ci avrebbe difesi. 
Solo tu non mi farai del male, amore mio. 
Il mondo è un posto maledetto. Siamo negozi di cristalli, e quando ci azzardiamo a dare la chiave a qualcuno, quello entra con la leggerezza di un rinoceronte e manda tutto in frantumi. Fa un disastro, ti ferisce a morte, e ti lascia lì come un imbecille, dentro il tuo negozio, a contemplare un patrimonio di cocci inservibili. La realtà è un terremoto, e noi dovremmo stare sempre sospesi due piedi da terra per non tremare, per non farci sconquassare, non è vero? Farsi conoscere significa amare e venire amati, ma più spesso significa armare e venire armati. È un mezzogiorno di fuoco, e quasi sempre nessuno dei due rimane in piedi. 
Ma tu no, tu mi sei accanto con le tue parole che sono solo parole, e ogni confessione rimane una confessione, senza trasformarsi in un coltello dalla parte del manicomio. E se l'illusione significa mettersi a giocare, so che io e te non ci deluderemo, e non smetteremo di giocare. Se la parola significa comunicare, so che non smetteremo di comunicare, non lasceremo che le parole si trasformino in silenzio, e il silenzio in rancore.