martedì 31 dicembre 2013

Tema: Testamento

Da Cernia tossica 
(romanzo in progress)

Svolgimento


Ascoltami – mi disse un pomeriggio Germano -, prima che morisse mia madre noi stavamo tutti in una casa in affitto, tre stanze strette; nel cassetto del suo comodino mio padre trovò un libretto al portatore con più di cento milioni – la sua dote, i risparmi di una vita -, lei non spendeva niente. Voleva una casa che fosse sua, la sorte le diede una tomba. Questa che si è preso mio padre sentì subito odore di vedovo con le tasche piene e si profumò: lo stesso giorno furono firmati il contratto di matrimonio e l’acquisto della villetta che tu conosci ma la disgraziata non mise neanche una lira, le zie dicono che si sposò con cinque paia di mutande. Ora fai attenzione, mettiamo che mio padre muoia oggi, a lei spetterebbe mezza casa, l’altra metà divisa tra me e mio fratello, e quando la disgraziata creperebbe, lei sicuramente lascerebbe la sua parte a suo figlio, quindi, senza fare calcoli complicati, il figliolo meticcio riceverebbe salotto, stanze da letto e annessi e connessi, io lo sgabuzzino. Non si può tollerare, mio padre deve fare testamento a mio favore; tu sai scrivere meglio di me, tu sai essere sentimentale, io sono buono solo per ammazzare cernie. Gli voglio mandare una lettera, scegli le parole, scrivi che deve tutelarmi, che da lassù la mamma ci guarda, argomenti commoventi, scrivi che io gli assomiglio mentre quello ha la faccia da scorfano, no, questa cosa non la scrivere. Ah, io avuto un trauma, ho sofferto, scrivi che tutti i bambini a scuola potevano scrivere il tema “La mia mamma”, e io invece ero costretto a descrivere una delle zie, anzi no, scrivi che chiedevo alla maestra se potevo parlare del mio papà – Rosa’, questa vale mille.

lunedì 30 dicembre 2013

Tema: La partenza della Jolanda

Svolgimento

Durante l’ultimo mese il lavoro s’era fatto più pressante e le ore del suo contratto non bastavano più. Le giornate lavorative sarebbero dovute essere di almeno quarantotto ore e di altrettante ore sarebbe dovuto essere il suo riposo. Nonostante la stanchezza però quella sera decise di uscire con i più simpatici passatempo dei suoi amici e stare in giro per la notte bianca della città. 
Arrivò a casa, cenò velocemente, si docciò, si vestì e iniziò a porre rimedio alla sua faccia segnata dallo stress: correttore per le occhiaie, un po’ di fard e infine il rossetto. Fatto. Ma quando si riguardò allo specchio si accorse che il colore non aveva avuto alcuna presa sul suo viso: era ancora pallida. Rincarò la dose, ma di nuovo niente, senonché, nel pieno silenzio della sua casa vuota, sentì il fard dirle: senti, per stasera lascia perdere, neanche con quattro passate di ducotone riusciresti ad ottenere un risultato decente! 
Sto impazzendo, pensò, ma convinta davvero che se anche avesse aumentato ulteriormente la dose di fard non avrebbe comunque sortito alcun effetto, lasciò perdere e andò incontro ai suoi amici, non certo meritevoli di puntualità: ma questi hanno proprio litigato con le lancette dell’orologio! le 21:30, le 22:00, le 22:30, potevo restare a casa in quest’ora e depilarmi, l’ultima volta che l’ho fatto era estate. Certo adesso che è inverno e c’è freddo converrebbe tenerselo qualche pelo in più, risparmierei sul riscaldamento! oppure togliermi questo baffetto alla Mustafà Kemal con un po’ di ceretta.

venerdì 27 dicembre 2013

Tema: Fuochi d'artificio

Sez. In Viaggio
Svolgimento

Non se l’era neppure chiesto se ne valesse la pena, lo aveva saputo da subito che ne sarebbe valsa. Dalla notte dei fuochi d’artificio. Adesso era pronta ad affrontare il viaggio e tutto il resto. Mille chilometri di rotaie ed un piccola borsa bordeaux. Aveva portato un libro, il quotidiano preso al volo all’edicola, il palmare e l’i-pod con la stessa musica da due anni, solo ogni tanto aggiungeva qualche canzone, e adesso sistemata nella sua poltrona ascoltava “born to run”. Eccola la costante della sua vita, andare di corsa. Nascere di corsa senza aspettare l’arrivo dell’ostetrica, perché ai suoi tempi si nasceva in casa, e poi correre contro i maschi perché il suo essere femmina non la relegasse ad un ruolo secondario nel gruppetto di giochi tra i ragazzi del cortile. E adesso la sua corsa più importante contro il tempo, i pregiudizi, le paure, era arrivata. 
La sua carrozza era insolitamente vuota e questo le dava la possibilità di non guardare quasi costantemente fuori dal finestrino per evitare di ritrovarsi a fissare o essere fissata dai suoi compagni di viaggio. O peggio ancora, dover intrattenere una educata e cortese conversazione che, con lo stato d’animo con cui s’era messa in viaggio, non sarebbe stata in grado di sostenere. Mille chilometri per rileggere le decine di mail che si erano scambiati e cercare un segnale che adesso non riusciva a cogliere. “E’ tardi. La notte avvolge i miei pensieri che però continuano a scorrere come un torrente impetuoso. E resto qui a cercare parole e segni che mi riportino a te, mi riportino te che sei adesso così lontana”.
Fuori il cielo era di un azzurro sfacciato, le era sempre piaciuta quella luce che a volte sembrava quasi accecare, le ricordava le sue estati da bambina, quando distesa sul pavimento a cercare un po’ di conforto dal caldo, guardava con gli occhi stretti come due fessure quel cielo così pulito.

giovedì 26 dicembre 2013

Tema: La stella cometa

Sez. In fuga dal presepe
Svolgimento



Che fenomeno! Io sono la stella cometa, sono speciale, ho trovato il bambino. Ogni anno tanta gente mi prende da una scatola di cartone, mi spolvera e mi posiziona sopra una capanna. Una vecchia storia; anni e anni di splendore. Per secoli non mi sono fermata mai e tutti mi guardano da ogni parte; ho anche perso la coda, ma mutilata risplendo ancora. Il cielo pieno di stelle, le mie sorelle, sembra un presepe, le case da lontano diventano piccole.
Sono carica di luce perenne, costante guida per tutti i viaggiatori, ora messa da parte; sostituita da un piccolo aggeggio in plastica che emette suoni; ha una voce incorporata che ti parla, mica la coscienza che non la senti ma ti infastidisce.
Anni di conti astronomici superati. "Mettiamoci al lavoro, è importante, c'è una popolazione che attende, l'umanità aspetta il nostro lavoro, troviamo le coordinate giuste. Bedda Matri! I conti astronomici mi mettono in crisi. Gaspare, non nominare il nome di Maria invano e poi non sono conti geometrici ma astrofisici: aspetta proviamo a 360 gradi, troppo raro trovarla così, a 180 gradi e dividiamo l'emisfero a metà, visione parziale ma equa. Ma va! partiamo dai 90 gradi, è quella la posizione migliore: la storia comincia sempre da li, fidati!"
"Ti avevo detto di metterlo a caricare, sei fatto vecchio, Melchiorre, sono già 2012 presepi e non ti ricordi le cose che ti dico.



Tema: Il Bue

Sez. In Fuga dal Presepe
Svolgimento



Piazza San Pietro.  Una notte di dicembre. Prova luci. Domenica, il Santo Padre si affaccerà dal balcone per benedire il presepe in diretta mondiale. Bassa all’orizzonte, una striscia rosa sembra portare tutto il peso della notte. Il silenzio si fa ancora più misterioso. L’ineluttabile attesa è sempre  più ossessiva. Non c’è nulla che la possa fermare. Solo la morte. 
Sulla piazza danzano ombre di uomini e cavi elettrici. Davanti alla natività, una suora sta delicatamente sistemando le statuine; viene pregata di allontanarsi. Dopo qualche minuto di sospensione, la grotta di cartapesta si illumina di una luce soffusa. Qualche gatto che stava riposando tra il bue e l’asinello, infastidito da tanta luce, sgattaiola via lasciando solo un solletico di vibrisse sulle terrecotte mute.
Tutti gli occhi dei pellegrini già in coda dalla sera prima si rivolgono alla Madonna quasi a implorare un miracolo, una lacrima, un sorriso. La presenza del bue e dell’asinello, invece, riceve scarsa attenzione, non più di un rapido assenso, una presa d’atto formale. Forse, solo un corvo appollaiato sull’obelisco guarda dall’alto con più insistenza. Sarà perché ha notato qualche stranezza? 
Quando le luci si spengono e tutti se ne vanno, dalla grotta esce uno sbuffo di vapore che si alza evanescente verso il cielo come un ruminare di nebbia. 
L’indomani, la piazza è gremita e anche il sole allo zenit assiste rapito all’omelia del Santo Natale.
Dentro la grotta,intanto, è una tiritera continua. Un muggito dopo l’altro. Il bue non si dà pace:

Tema: Baldassarre

Sez. In Fuga dal Presepe
Svolgimento



 
Ci siamo di nuovo, mi succede tutti gli anni in questo periodo. Non ne posso più di questo cimento ricorrente, mi sembra davvero di far le stesse cose da secoli, mi trascino avanti e indietro con i miei cofanetti impreziositi da gioielli, le mie urne d’oro, la mia stola di pelliccia… beh, quella magari… mi dà un tono un po’ chic, come la corona. Ecco com’è ridotto uno come me, tutto chic et chéque, che si fregia di un nome altisonante che mi piace ricondurre a quel suo vecchio significato di “Dio protegga il Re”, un augurio, una speranza, una certezza, un baluardo contro il caos!


Viva il Re! Viva il Re! Viva il Re!
Le trombe liete squillano

Viva il Re! Viva il Re! Viva il Re!


E no, tutti gli anni che il sole manda in terra sono qui a correre dietro a una stella, sul cammello o a piedi perché devo sempre vedere che cosa mi forniscono per spostarmi di volta in volta, come se fosse facile fare decinaia e decinaia di leghe con le masserizie in mano, nemmeno fossi un mercante qualsiasi, roba da farsi venire un’anchilosi del polso come neanche un santone indiano con la piantina che gli vegeta nella mano disseccata riuscirebbe a fare. Tutta colpa del Bondone, poi, se inseguo la coda di una stella: gliel’ha fatta lui perché doveva riempire il buco nell’affresco, ‘st’imbrattagessi.

Tema : Gesu' in fuga dal Presepe (magari non mi vede nessuno...)

Sez. In fuga dal Presepe
Svolgimento



 
Fuggì via nella notte. Gattonando leggero.
Maria, esausta, aveva chiuso beatamente gli occhi e Giuseppe stava rintuzzando il fieno al bue e all'asinello, ché pure loro avevano bisogno di un occhio.
Scivolò fuori mezzo nudo e quegli starnutini compulsivi erano l'unico segnale di vita nel buio rischiarato da un traffico astrale particolarmente intenso, quella sera.
Riuscì ad approdare ad una bottega dimessa, proprio di fianco la stalla, si avvoltolò alla meno peggio in uno straccio a portata di manina e - lucido - uno dei primi pensieri ad attraversargli la mente fu che, come primo impatto, non era di certo il massimo, ma sempre meglio che restare in quella mangiatoia...
Perlomeno aveva smesso di starnutinire e non vedeva l'ora di vagarsene autonomamente per il mondo. Il suo mondo.
Solo allora si accorse di due pastorelli mogi e silenziosi accovacciati in un angolo.
Gesù li guardò sorpreso e, miracolosamente, parlò.
“Da dove venite?” “Dalla striscia di Gaza, un posto orribile dove da tempo meditavamo di venire via, e quando abbiamo visto tutti questi pastori in viaggio verso Betlemme, ci siamo uniti; ma ora siamo sfiniti ed affamati”.


mercoledì 25 dicembre 2013

Tema: Il Testamento di Gesù

Sez. In fuga dal Presepe
Svolgimento



Certo che siete sadici, eh. 
State tutti lì impalati ad aspettarmi, io nudo in mezzo a neve e freddo, sono stato partorito da questa giovane ragazza tra lo sporco ostinato e la puzza di letame, e voi tutti lì a guardarmi, senza alzare un dito, fermi come stoccafissi natalizi. 
Eppure mi avevano detto che dalla storia si impara, mica che davanti alla storia ci si impala. 
Lasciamo stare, ecco.
Io ancora non ho le forze di recarmi al tempio a buttar per terra tutte le vostre bancarelle, a maledire gli usurai, a tirare i capelli alle megere, perché sono un bambino, peso qualcosa tipo ottocento grammi e sono lungo sessanta centimetri. Non proprio uno che incute timore e rispetto, anche se voi mi dite che sono il figlio di dio. 
Ancora non so nulla delle sacre scritture, dei giudici nei templi che rigurgitan salmi, dei schiavi e dei loro padroni. Non so niente di battesimo, miracoli, vino e pesci. Erode si rode il fegato, Lazzaro è in piedi e già cammina. Io sono il piccolo selvaggio venuto dal paradiso, altro che Libro della Giungla. Al posto di orsi e ghepardi, un mulo e un bovino che puzzano come l'inferno. Giuseppe mi guarda storto, chissà che gli avrò mai fatto. Mia mamma ha mal di testa e indolenzimenti post-parto e nessuna flebo di morfina. Stanno avvicinandosi orde di pastorelli, che in realtà pastorelli non sono: assomigliano a un branco di galeotti con le barbe lunghe e l'accento di Mestre, vi giuro, non hanno che gesti sgraziati e voci ruvide. I magi arriveranno e probabilmente si porteranno via le poche monete che abbiamo, in cambio della mirra, e neanche so che cosa sia. 
Non certo la miglior compagnia che possiate immaginare. 
E voi siete lì, e immaginate i fiocchi che scendono lievi, io che scendo dalle stelle o re del cielo. 

Tema: Bambin Gesù

Sez. In fuga dal presepe
Svolgimento

Siamo in Paradiso e Dio si sta affannando  a cercare il suo arcangelo preferito.
Dio: Ma dove ti sei cacciato? Gabriele, dove sei?
Gabriele: Eccomi signore, sono qui. 
Dio: Ma qui dove che non ti vedo? 
Gabriele: Signore ma dove ha lasciato gli occhiali? La sua presbiopia aumenta di eternità in eternità! 
Dio: E’ vero, ed ultimamente sono anche un po’ distratto. penso che sia giunto il momento di metter su famiglia: mi sento solo e con la vecchiaia che incombe è meglio avercelo un erede, che ne pensi? hai il libero arbitrio, puoi parlare, certo stando attendo alle parole che dici.
Gabriele: Ma Signore, voi siete Dio, e non avreste neanche bisogno di portare gli occhiali, se non fosse che vi siete fissato con il fatto che dobbiamo essere avanti! Ma avanti dove?
Dio: Gabriele, Gabriele… senti, fatti un giro sulla Terra e vedi se c’è qualche fanciulla che può fare al caso mio. 
Gabriele: In effetti, mio Signore, l’ho anticipata: ci sarebbe una certa Maria di Nazareth, minorenne, ancora illibata che potrebbe fare al caso suo.
Dio: Bene. Abbiamo qualche foto della fanciulla? Posso vederla prima? 
Gabriele: Ma Signore, quante volte le devo ricordare che lei è Dio?
Dio: Si è vero, ma queste cose del 3000 d. C. mi piacciono. Va bene, vada per Maria. Ma se non erro non è fidanzata con quel bonaccione di Giuseppe? 
Gabriele: Appunto, Signore. 
Dio: Io t' ho capito a te, Gabriele. Va bene, domani, 25 marzo dell’anno zero, nel tardo pomeriggio andrai a trovarla e le dirai come stanno le cose.


martedì 24 dicembre 2013

Tema: La Madonna

Sez. In Fuga dal Presepe
Svolgimento

Sono stata tanto desiderata, ma tanto, tanto. I miei genitori sembravano aver perso ogni speranza, innumerevoli anni di tiepido matrimonio e tentativi andati a vuoto io ero stata finalmente concepita. Mio padre il giorno della “angel-mail” per ringraziare Dio fece strage di agnelli capretti e bestie varie e decise di far ritorno dal deserto dove era rimasto per quaranta giorni. Sì, lo so, in effetti, qualcosa non quadra. Lui nel deserto, mia madre a casa, sola donna sedata dalle visioni ricorrenti, zitta come è giusto che fosse. Al rientro lo accoglie raggiante e con un tantino di nausea. 
Io nacqui bellina e perfetta, una madonnina, mi fu imposto il nome Miriam Veronica Louise, e fu tanta la felicità di avermi che appena compii tre anni mi portarono al Tempio nido, e mi scaricarono là. – Se fosse dipeso soltanto, da mia madre sarei stata scaricata anche prima perché una promessa è una promessa. Io la vidi come una liberazione, vivere con dei genitori matusalem non è un modo allegro di venir su. Sentii solo la mancanza della figlia dei vicini: Salometta che aveva il vezzo strano di andare in giro con dei veli, almeno sette sul capo e di mozzare le teste a tutti i gatti del quartiere, per il resto danzava benissimo e da lei appresi i primi rudimenti della tecktonic. Al tempio nido la vita trascorreva lenta e noiosa. Dentro la mia testa rimbombavano sempre delle strane voci, e dei motivetti che mi ritrovavo sovente a canticchiare accompagnandoli con dei passetti niente male. Avevo inventato un refrain che faceva così: ut virgo ut virgo tacta primo tempore. 
Il futuro è già stabilito. I miei genitori me lo combineranno a dodici anni un matrimonio con un vecchio vedovo svampito che fa il falegname e che una ha fama strana in paese; parla con i pezzi di legno questi gli rispondono parla pure un grillo che vive con lui e desidera a tutti i costi, un figlio tanto che pare abbia già cominciato a costruirsene uno di legno. I miei vecchi si sono adeguati a questa scelta sia perché l’artigiano è benestante sia perché io sono considerata un po’ matta come lui.

lunedì 23 dicembre 2013

Tema: L'altro cammello

Sez. In Fuga dal Presepe
Svolgimento



Il cammello si chiamava Cammello.O meglio, questo era il nome che gli aveva dato il suo proprietario, un re magio che aveva ricevuto quella bestia in regalo da un vecchio parente. Ma la mamma, da piccino, quando era pronto il latte, diceva: “Gesù, svelto, che sennò si raffredda!”. Era molto tempo prima, anche se Cammello non sarebbe stato in grado di dire quanto. Il Sole si alternava alla Luna tutti i giorni; qualche volta li vedeva insieme, alla mattina presto, mentre aspettava che gli uomini si svegliassero, che uscissero dalla tende – l'aria era ancora fredda e tersa – o poco prima del tramonto, quando il cielo diventava blu, e la sabbia scottava come pane caldo. Ma anche se non aveva mai contato le albe che aveva visto, le ricordava tutte.
Era ancora piccolo quando era stato stato venduto la prima volta; poi fu regalato, rubato, abbandonato, salvato, di nuovo venduto, ereditato, rapito, di nuovo venduto... Il suo attuale proprietario era un commerciante, e non era re, e non era magio – i grossolani errori di traduzione di cui era pieno il libro che, anni dopo, avrebbe raccontato la loro storia. Si faceva chiamare il “mago della mirra” perché aveva prezzi bassi e qualità tutto sommato discreta. Un tipo grosso, peloso e molto pratico: soldi, partita doppia, bilanci. Il suo migliore amico era il commercialista. Un uomo sempre in movimento, insomma, con il talento naturale di chi rende semplice ogni cosa. Quella mattina, però, si era svegliato male. Guardava il cielo con sospetto, come se un cliente volesse tirargli un pacco. Nel pomeriggio, la sua inquietudine era diventata rabbia. Girava per il negozio imprecando: perché proprio io? 

Tema: Natali ruggenti

Sez.In fuga dal Presepe
Svolgimento





Da ragazzo il Natale era meraviglioso. L’ultimo giorno di scuola prima delle agognate feste natalizie era gioia pura allo stato liquido. La sentivi scorrere nelle vene fresca, frizzante come spumante. Una botta di adrenalina che ti scuoteva per i seguenti quindici giorni fatti di giochi e libagioni. Fantastico. L’alberello scintillante riempito di palle e palline di ogni genere e forma, era ripiegato e sofferente già da giorni, e cominciava anche già a spennare. Il presepe era posizionato in bella vista con qualche cowboys a fare da guardia alla santa capanna. Poi gl’immancabili tre moschettieri che fungevano da re magi da quando ero nato. L’intermittenza delle luminarie surriscaldate facevano fare le righe al televisore, specialmente sul primo canale. Mistero tecnologico mai risolto. La casa ben adornata da svariati fronzoli natalizi, fatti rigorosamente a mano da mia madre, che in quel magico periodo soggiornava fissa in cucina, prodiga a sfornare delizie per i buoni bravi figlioli. Struffoli, pastetelle (calzoncini fritti riempiti di castagnaccio), torte di frutta secca, un ben di dio che giorno dopo giorno si moltiplicava e veniva deposto in buon ordine nel salone buono della casa. Parcheggiati lì per tutte le feste. Guai a mangiarne prima del fatidico countdown, venivi fucilato sul posto. Era sacrilegio. Il countdown partiva il 24 mattina, e la vigilia dava l’inizio ufficiale alla sarabanda del Santo Natale!...ed era festa davvero.
Spesso nella vasca da bagno, soggiornava, inerme e scivoloso, per le sue ultime ore di vita, il sacrificale capitone. Cercavo di dargli delle mosche vive da mangiare, ma lui gentilmente rifiutava. Ci passavo le ore a convincerlo. Probabilmente era sotto shock. Di conseguenza in quel periodo veniva sospeso rigorosamente il lavaggio corporeo.


Tema: Un Presepe

Svolgimento

Ricordi in bianco e nero. Sigle e statuine di un presepe-carillon con tanta stagnola luccicante. Mi frulla in testa una roulette. Ogni tanto rallenta e se mi concentro, riesco a sentire i commenti scontati e rassicuranti del presentatore di turno. E ora ecco a voi. . . Mister Volare col suo Blu dipinto di blu! Guardo intensamente. Attendo l’uomo volante. Dalla porticina in fondo alla televisione, compare un omino piccolo piccolo che si avvicina gesticolando e saltellando. Sembra un insetto dentro un bicchiere o un pesce in un acquario. A un certo punto lo vedo uscire dal video con le braccia protese in un abbraccio a tutta la famiglia. Mamma è in delirio. Nonna bofonchia che è molto meglio quello piccoletto e antipatico che canta Granada. Le arriva una gomitata che le fa quasi sputare la dentiera. Poi parte un do potentissimo. La mia nonnina si accascia dolorante sopra il grumo di plaid dove dorme Fufi. Per un nano-secondo, un miagolio di pelo e vibrisse schizza via modello dentifricio e sembra schiantarsi sulla TV! Poi vola letteralmente in aria facendo rotolare via il plaid che gli è rimasto impigliato agli artigli. Nel parapiglia, nonna è finita per terra. Gesù Maria.
Mamma esce di corsa dal bagno e si appiccica al video. Da dietro sembra Lucia Mondella (quella del Trio) con tutti i bigodini colorati che si illuminano. Ma senti che voce! E che bell’uomo! D’un tratto, anche le tende ingrigite e sfilacciate si accendono di un azzurro luminoso e pieno tipo il mantello della Madonnina di Lourdes con l’acqua benedetta che sta sul comò in corridoio. Beh, proprio benedetta non è più perché se l’è bevuta il mio cagnolino quando lo volevo curare che non stava bene. Pace all’anima sua. L’importante è che non lo sappia nonna, altrimenti mi scomunica. 

domenica 22 dicembre 2013

Tema : L'asinello


Sez. In Fuga dal Presepe

Svolgimento

Come si sta bene, finalmente al chiuso, con un bel po’ da mangiare !
In realtà la paglia non era per  noi, doveva servire a riscaldare il piccolo appena nato ma , dopo un’occhiata d’intesa con il bue , abbiamo deciso di approfittarne : in fondo lo hanno messo  in una mangiatoia !
Ci siamo abbuffati e abbiamo iniziato a soffiare sul cucciolo per scaldarlo, per non sentirci troppo in colpa.
Sono entrati dei pastori e non ci hanno degnato d’uno sguardo, la loro attenzione è rivolta tutta al cucciolo e ai genitori , è uno scambio di complimenti “che bel bambino” e di battute  “ tutto sua madre, guarda che nasino” “no, ha gli occhi di suo padre”.
Secondo me non somiglia a nessuno dei due, ma si sa, io non capisco nulla, sono ignorante !
Man mano la stalla si è riempita: straccivendolo, lavandaia , fornaio , sarta, acquaiola, pescivendolo, suonatori, vetraio , scultore , tutto il villaggio si è riunito qui .
Ormai  fa un caldo insopportabile, il bambino è diventato tutto rosso, possiamo smettere di soffiare.



Tema : In fuga

Sez. In fuga dal Presepe 
Svolgimento:




-Brindiamo!
-Sì! Brindiamo!
-Versa ancora anticchia ì vino!
-Aracio! Viri ca t’immriachi! Ihihihih!
-Ma finiscila! Inchi ccà! ... Senti, Vicé, ma sicunno tìa chi succere docu? ‘un ti ricordi niente?
-E cchi sacciu, spuntò ‘na stedda ddà n’capo e tutti vinniru a taliari ddù picciriddu. Dicono che è volontà di Dio...
-Capisciu. ‘Un ti ricordi niente.. Mah?! Cose strane! ‘un mi criri nuddu...
-Seh, u sacciu io chi cose strane cà viri tu. Cose ‘i tavierna...
-No! No! L’à ffiniri i pigghiarimi ppì fissa! Sugnu serio! Tu un mi canusci a mmia!
-No? Picchì? Cuntamillo tu, allura, cù sì?
-Io sugnu u rre maggio!
-Seh! Arrivò! ù re maggio! E giugno e luglio runne sù?
-T’ù giuru viero! Ma picchì ‘un m’ha cririri?! Bell’amico!
-Seh? Sì u rrè? E chiddi chi ssù? Chiddi! Talé ddà! Cuntamo: unu, rue e tri! Chiddi sù i tre re maggi!
-E cù t’ù rissi cà i re maggi sunnu tri? Sicuru sì? Io ti ricu ca erano quattro! Quattro erano!
-Ho capito! I miei omaggi Rré Iachino! Ma s’à sentito dire mai un ré cà si chiama Iachino?
-Picchi? Che? Chi ci vulissi diri? Intanto, Gioacchino mi chiamo! Baldassarre e Gaspare ti parono megghiu come nnomi di rré? Mechiorre già fa esotico... Ma Gaspare? T’ù ‘mmaggini? “Sparinoooo! Acchiana cà ti scurdasti à corona!”



sabato 21 dicembre 2013

Tema: La natività in 90 minuti

Sez. In fuga dal Presepe
Svolgimento




Gentili signore e signori buonasera, è il vostro Al Caruso che vi parla e vi saluta. Siete collegati col circuito internazionale di Nazareth, dove sta per avere inizio l'ultima tappa del 'Mille e una Notte verso la Natività: 90 chilometri in 90 minuti'. Ai nastri di partenza, in pole position abbiamo Gaspare, Melchiorre e Baldassare della scuderia dei Re Magi, a bordo del bue, quattro zampe motrici motore muu a fieno regime. 
Dietro di loro, in seconda fila rispettivamente Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno della scuderia dei Nipoti di Babbo Natale a bordo del 'ciuccio', versione napoletana dell'asino, motore quattro zampe, alimentato a lava del Vesuvio, per un percorso senza macchie. Percorso complicato 90 chilometri da Nazareth a Bethlem, passando per Jerusalem. Tempo mite, fondo stradale in condizioni precarie a causa della pioggia di meteoriti cadute nelle 24 ore precedenti. I corridori sono piazzati ai nastri di partenza...Mancano pochi secondi al via...Partiti! Scatto imperioso del bue guidato da Melchiorre, che con una zampata veloce si porta al comando della corsa, tallonato a due secondi dall'asino di Bertoldo che a sua volta precede Gaspare, Cacasenno Bertoldino e il compagno di squadra Baldassare, tutti indietro con tempi di ritardo compresi tra il minuto e il minuto e mezzo. Intanto ai box...ops nella grotta Mastro Geppetto affila il bastone e Giuseppe nel frattempo aiuta la Madonna che mastica una carota nell'attesa del Travaglio di 'bambinello' Gesù.

Tema: Beghe a Betlemme

Sez. In fuga dal Presepe
Svolgimento



Il presepe in questione era uno di quelli validi, aveva tutti i canoni espressi a regola d’arte: muschio secco raccolto in una giornata d’inverno in un boschetto umbro, farina tipo “00” appositamente comprata dal mulino del signor Banderas e tutte le pecorelle erano state testate per non cadere mai, né se fosse arrivato un bambino, né se avesse soffiato la bora triestina, né nella prova della curva dell’alce. Insomma un presepe 2.0.
San Giuseppe, che tutti chiamavano Beppino, era contento  che tutto fosse perfetto, in fondo era lui che dirigeva i lavori: e le colline così, e il castello di Erode più in là, e ti pare il modo di mettere un ponte; queste e altre beghe da capocantiere di Betlemme. Beppino era un faro per tutti, sapeva sempre cosa fare e in quali scatoloni fossero stati messi i pezzi. Insomma, una sicurezza.
Venne il momento in cui anche la stella cometa venne posata sulla grotta e tutti i pastori presenti applaudirono di gioia, si stringevano la mano e ordinavano delle lenticchie calde dalla statuina all’angolo. Ma Beppino non riuscì a rilassarsi nemmeno per un attimo, infatti arrivò un Erode tutto arrabbiato che nemmeno avesse incontrato i re magi, infatti dovevano ancora arrivare. Prese di lato Beppino e gli disse: “Senti, Beppino, ok che qui non sono tanto ben visto, che non sono proprio l’anima della festa, che come popolarità sono secondo solo al legionario romano, ma ehi... ci sono anch’io e non ho mai dato fastidio”. Beppino ascoltava, non capiva ed Erode continuava: “Premesso questo, perché non c’è rispetto? Quest’anno mi trattano peggio degli altri anni. Ma ti pare, io ne ho le ziggurat piene di voi e del muschio che ti entra ovunque, perfino nelle mutande”. Così diceva Erode. Beppino gli disse di calmarsi, che non sapeva cosa stava succedendo e di spiegarsi meglio. Erode arrivò al dunque: una statuina si era calata le braghe e a chiappe all’aria si era messa a fare quella grossa accanto al muro del suo castello. Una cosa inconcepibile! Beppino decise di andare subito a vedere cosa stesse succedendo, perché un comportamento del genere non era ammissibile in un presepe natalizio, tanto meno in uno che era un 2.0. 

venerdì 20 dicembre 2013

Tema : La Mangiatoia

Sez. In fuga dal Presepe
Svolgimento




C’era il sole quando sono nata e mi hanno esposto fuori ad asciugare. Le tavole che erano servite per costruirmi avevano ancora il profumo dell’olivo. Quel giorno ero fuori e fantasticavo. Sapevo come mi chiamavo. Il falegname lo aveva ripetuto più volte mentre mi levigava.”Ma guarda che fatica per questa mangiatoia. Ho spuntato tre volte la pialla e ancora non ne vuole sapere.” Lui si arrabbiava ma lo sapevo che in qualche modo mi voleva bene. Lo sentivo quando con le sue mani ruvide mi accarezzava, quasi mi solleticava ed io godevo di quella piccola intimità che mi regalava. 
Fuori al sole fantasticavo sul mio futuro. Una mangiatoia. M’immaginavo ricoperta di succulente primizie a ricchi ricevimenti nel centro di una reggia. Oppure sognavo di essere posta in stalla dove ero rispettata e osannata come una regina, dispensatrice di foraggi per saziare dolci bestiole che venivano riconoscenti alla mia tavola.
Quando ho conosciuto il mio padrone, ho capito che qualcosa nel mio quadro idillico non andava. Il ragazzotto mi aveva preso in consegna caricandomi su un ciuchino e ballonzolando per due giorni e due notti, piena di polvere e acciacchi, eravamo arrivati in un posto sperduto. Una grotta freddissima dove l’asinello finalmente si era riposato ed io ero stata messa nel centro. C’era anche un altro ospite in quel posto sperduto, un ruminante, che mi aveva guardato torto, continuando a biasciare qualcosa d’indefinibile.



Tema: Magi per caso: la vera storia di Baldassarre

Sez. In Fuga dal Presepe
Svolgimento

Addì, 25 dicembre dell'anno otto, Divi Augusti.
Viaggerai insieme a dei veri Magi e nel frattempo ti spicci le cose tue. E io mi sono lasciato convincere. Mia moglie, per farsi bella col vicinato, si è affrettata a comprarmi sti frasciami e coi bagagli mi ha dato anche le tessere per il censimento: visto che c'ero, avrei anche obbedito all'editto di Augusto. Per compagnia, avrei avuto Gaspare, detto Asparinu,  col quale, nel frattempo, avrei sbrigato qualche faccenduola di mercatura. Egli è del paese mio, anche se proprio vero Magio non è: si è comprato il titolo e ora gira col turbante. Si dice che la madre ebbe na botta di spavento e lo fece nero come la notte senza luna, ma c'è chi chiacchera su qualche saracinu di passaggio. Perciò ha sentito il bisogno di farsi Magio e ora tutti a scappellarsi. Ha insistito: comprati o turbanti ca passi per Magio pure tu e ti fanno anche lo sconto sulla nave! E così ho fatto. L'altro, Melchiorre, chillu cchiù anzianu, è nobile continentale: l'abbiamo incontrato sulla nave per l'Oriente ma era canuscenti cu Gasparinu e abbiamo viaggiato insieme. Ho capito subito che, con tutta l'aria intellettuale che teneva, avremmo avuto qualche problema. E così è stato: scendendo dalla nave, Melchiorre, s'è incaponito con una teoria tutta sua, farfuglia di astri e comete e da giorni lo seguiamo nta stu deserto cu sti cammelli, all'acqua e al vento, e non possiamo lamentarci perché è permaloso assà.
-Nobile Melchiorre- ata scusà- ci avevate detto di girare dopo il  monte a punta aguzza ma invece continuiamo sempre dritto...
-Baldassarre, abbiate fiducia, sono certo che sia meglio proseguire tra questi monti seguendo la strada indicata dalla cometa.
Scusate se vi arreco disturbo...ma siete sicuro che chista stella, che seguimmo, è chilla giusta? 
-Cometa, prego! E sulla direzione non v'è dubbio alcuno!

giovedì 19 dicembre 2013

Tema: In fuga dal Presepe

Sez. In fuga dal Presepe
Svolgimento

I miei vicini di casa sono pronti da una settimana e io ogni anno mi ritrovo a fare opera di convincimento con le damine di Capodimonte e i cigni di cristallo di Boemia, li scuoto dal torpore della polvere e dalla comodità languida dei loro centrini di merletto. Devono farsi da parte per un periodo breve, che abbiano pazienza, alla fine li ripagherò con una spruzzata di vetril e una strusciata di panno morbido. 
Di solito, dopo il discorso del vetril, la trattativa si risolve al meglio, ma c’è sempre qualcuno di loro che si lamenta e millanta diritti di prelazione. La principessa di porcellana non sopporta di cedere il suo posto alla madonna, né i cigni flessuosi alle papere o peggio ancora alle pecore, ma non ci sono santi, ormai è deciso, devono sloggiare: dicembre dura solo un mese e i re magi sono in viaggio con i loro cammelli di plastica stampata.

Il presepe lo preparo sul tavolino laterale della sala da pranzo, quello piccolo a mezzaluna con le gambe tornite. Nel mio presepe tutti i personaggi e gli animali e gli oggetti inanimati convergono in corteo verso la capannina, fanno a gara con la stella cometa a chi arriva prima, è un elenco lungo di gente di ogni estrazione sociale, spesso bigotti che lo fanno solo per mettersi in mostra, gli animali, le pecore ad esempio, si vede che non sono interessate, molte di loro tengono la testa bassa a brucare il piano del tavolino, sono bestie ottuse.

Tema: Il Fornaio

Sez. In Fuga dal Presepe
Svolgimento

Un giorno come un altro. Per i più era semplicemente questo. Una notte come tante. Betlemme era spenta, illuminata unicamente da alcune stelle sparse in un profondo cielo, svuotato da ogni ostacolo. Tutta la città era cosparsa di una leggera rugiada notturna, accarezzata da un lieve vento pungente e piacevole. In quelle poche ore notturne si poteva percepire la tranquillità, quella positiva solitudine che riesce a dare vita ad un qualcosa che, in caso contrario, non si riuscirebbe a distinguere dalla morte. Questa era una sensazione che tutto il popolo di Betlemme non riusciva a cogliere, quasi certamente per paura. Tutto il popolo, eccetto una persona.
Quella notte, alle pareti leggermente illuminate dalle stelle, contrastavano due piccoli focolai che riuscivano a colorare con le sfumature più calde i pochi metri circostanti. Uno di questi era un semplice loculo per il pane, che da solo riusciva a dare anima ad una città intera. Il silenzio del sonno era interrotto sporadicamente dal piacevole crepitio della legna che bruciava, e che riscaldava l'atmosfera adiacente. Amava quel lavoro. Le mattine al mercato si parlava spesso di lui, ci si domandava che tipo di persona potesse decidere di vivere di notte, trovando spesso come unica risposta quella che entrava in ogni dialogo: il danaro. Ma non era così, non per lui. Era stata una scelta, una scelta nemmeno ponderata, ma vissuta. Una scelta non di certo dettata solo dalla necessità. Più semplicemente lui aveva sempre vissuto la notte. La contemplava ogni giorno, ascoltava il suo silenzio, guardava l'infinito. Ma in realtà non è stato sempre così. Accadde un giorno che una persona gli insegnò a diventare freddo, ad essere freddo. Perché quello era l'unico modo per non provare dolore: la fiducia è un'arma a doppio taglio che spesso viene impugnata dalla persona che si ha davanti. Non serve specificare chi deve essere il bersaglio. Lo stesso freddo con cui aveva imparato ad avvolgere i suoi caldi sentimenti, era il freddo che di notte avvolgeva la città, la sua città. Il calore di quel forno gli serviva a ricordare che era vivo, che dentro ai molti involucri di ghiaccio, c'erano sensazioni calde, vive, che pulsavano tentando di uscire da quei bozzoli da lui stesso costruiti. In quei momenti si sentiva vivo, e non aveva paura d'esserlo.

mercoledì 18 dicembre 2013

Tema: Il cammello

Sez. In Fuga dal Presepe
Svolgimento


Guardalo il cammello, sembra che ti rida – lo fa con gli occhi appena socchiusi, masticando qualcosa che potrebbe essere il gambo duro di un carciofo che non vuol sfilacciarsi. Lo hanno fatto faticare quei tre scriteriati che prima guardavano in alto e poi litigavano se girare a destra oppure a sinistra.
Il cammello nella sua posa da accovacciato poggia le palle per terra e pure loro si riposano – per tutto il cammino ballonzolavano a destra e a manca, prive di contenimento pesano e si allungano e potrebbero strisciare per terra (con o senza contributo di discorsi astrologico-filosofici che quei tre non mancano di fare). Lui sta seduto e osserva quei due vicino la mangiatoia, cornadure e orecchie lunghe, fiatano sul neonato, lo appestano con il loro alito da fieno rimasticato. Il cammello sorride, lui non ha di queste incombenze, è l’animale di tre intellettuali, non di un pastore schiavista – siede e gode del contatto delle palle con la terra morbida. Ci sono parecchie pecore in giro, alcune davvero carine, se solo fossero interessate ai forestieri si potrebbero combinare accoppiamenti goduriosi, niente che sia destinato alla procreazione.  

martedì 17 dicembre 2013

Tema: L'addormentato

Sez. In Fuga dal Presepe
Svolgimento


Questa volta me lo devo scegliere io il posto per schiacciare il mio pisolino, non posso sempre stare sdraiato sulla terra umida e sporca di sterco di pecora o di vacca ad aspettare che rientri tutto il gregge o la coppia Rosina e Peppino, i due capi di bestiame che mi sono rimasti dopo l’ennesima pestilenza. Le pecore si sono riprodotte presto e adesso sono numerose e grassocce ma i due bovini se ne sono andati e non potranno riscaldare né la stalla né i suoi padroni. Ieri ero sotto un albero più secco e irriconoscibile il mio asino brucava l’ultima erba rimasta dopo l’ennesima nevicata, io dondolavo la testa una volta di qua e una volta di là per vincere la “canazza” che mi prende ogni pomeriggio e che non mi lascia in pace se non a notte fonda. Poi comincia la veglia forzata, l’insonnia, i pensieri, i mille problemi da risolvere: dal trovare un lavoretto a scovare una moglie con dote e fattoria, a racimolare qualche spicciolo per un bicchiere di vino caldo e schiumoso proprio come piace a me.
Non posso arrampicarmi nelle tane e caverne di Betlemme, non ho più l’agilità di un tempo, le mie ossa scricchiolano ogni giorno di più, le mie ginocchia cedono più spesso rispetto all’anno scorso o forse a qualche settimana fa.
Sono vecchio e dimenticato dagli uomini e da dio. Non è una bestemmia, mi sento proprio così, a quarantacinque anni non mi aspetta nessuno a casa, non si prende nessuno cura di me, né moglie, né figli che avrei tanto desiderato e invece guarda questi due in che stato stanno arrivando nella mia grotta preferita, quella più bassa e nascosta tra tutte, meno visibile e visitabile da animali e pastori; io però non ho nessuna intenzione di cedere la spelonca. Prima sono arrivato io e poi loro quindi...


lunedì 16 dicembre 2013

Tema: La Straccivendola

Sez. In fuga dal Presepe
Svolgimento



In quel tempo Longines, Maria Extravergine e Giuseppe no Alpitur, non avendo trovato in Marlboro Betlemme (Palestina Camel Trophy) neanche un buco Polo in un albergo Jolly Hotels, dovettero accontentarsi di una stalla Manzotin.
Essendo Maria Extravergine in stato Chicco Premaman, nella mangiatoia Mulino Bianco della stalla Manzotin nacque un bel bambino Agnelli di Dio Fiat Lux, catalizzato e con airbag di serie.
Dopo sette secondi di pubblicità, puntuali arrivarono in visita i tre Re Sponsors, guidati dalla stella Negroni: Gasparri Telecom, Marchionne Ford e Baldassarri Ina Assitalia, che portarono in dono oro, un cesso e birra. Per la precisione oro Gold Market, un cesso Inda e birra Heineken.
Un grande futuro IBM si annunciava per il bambinello FIAT: le nozze di Cana Tavernello, l’incontro con Simon Pietro Fisherman Friends, la moltiplicazione dei pani Barilla e dei pesci Findus tre per due, l’ultima cena McDonald, e la nascita di nuovi fermenti religiosi Yomo presso un’umanità Coca-Cola desiderosa di riscattarsi dalla mela Melinda e dal serpente monetario Fininvest.
Per il momento però il bambinello Fiat riposava nella sua mangiatoia Mulino Bianco nella stalla Manzotin, nutrito Plasmon dal seno di Maria Parmalat, riscaldato da un bue Termozeta e accudito da un asino RAI messo gentilmente a disposizione dal Ministero della Pubblica Istruzione.

domenica 15 dicembre 2013

Tema: La Sequoia di Natale

Svolgimento
raccontino di Natale un tantinello autobiografico



Io e la mia dolce metà abbiamo una casetta piccina picciò. 
Ingresso-salone, cucina e stanza da letto. L’ingresso-salone dispone di due scomodi divani con annessa tv, il vero focolare della casa. 
Ma la mattina dell’ otto dicembre il camino della casa si spegne per ben trenta giorni, si fa l’alberello di natale. Piango.
In condizioni normali, umile e semplice famigliola composta da solo due persone, comprerebbe un semplice umile alberello, d’addobbare con semplici umili luminarie.
Lei acquistò sequoia di natale artificiale che per ovvie ragioni di spazio viene depositata, dopo esposizione natalizia, presso cantinola del fratello, che ogni anno aspetta questo momento per rinfacciarti la custodia del mostro…”ma non potevate comprarvi una casa più grande? Ma non potevate affittarvi un garage? Ma non potevate prenderne uno più piccolo?”…ma non potevo restare scapolo.
La fatidica mattina dell’otto dicembre, come tradizione,  crogiolandomi nel tiepido lettino, odo codeste uniche scontate parole urlate dall’ala nord della casa. Vabbè, insomma dalla cucina… “vai a prendere l’alberello stamane? Mio fratello ti aspetta!”
Oddio l’alberello. L’orrido cognato. Mi alzo, pisciolavovesto e vado bestemmiando in cirillico.

sabato 14 dicembre 2013

Tema: Viaggi astrali

Sez. In Viaggio
Svolgimento


Influenze. Così le chiamano. Non sono quelle della febbre alta - quasi 40 gradi e pensiamo di stare già all'inferno - sentiamo le ossa spezzate. Peggio. Sono le influenze astrali quelle a cui pensavo: i viaggi che fanno i nostri pianeti.
In silenzio si muovono di nascosto tra le stelle, a nostra insaputa. Non possono stare sempre chiusi nelle loro case, vogliono prendere aria e si spostano con frequenza. Si dice che per noi del Sagittario non è importante la meta ma il viaggio. Ce ne sono alcuni positivi che ci rendono felici e ce ne sono altri che scomparire sarebbe meglio.
Stamattina ho ascoltato l'oroscopo con attenzione, diceva che oggi il mio è un cielo di forza, mi diceva di prendere nuove strade di abbandonare il passato e intraprendere nuove avventure.
Io vorrei.
Si, voglio partire! Ho deciso di conoscerlo; tutto perfetto fatta eccezione per Saturno che si è spostato in settima casa e blocca il passaggio e la sua linea internet.
Mercurio è al centro in quadratura perfetta, ma la luna mi copre.
Il sole si è nascosto e ora ci sono solo nubi, io sono tra le nuvole e vorrei fare questo viaggio.

Tema: In volo

Sez. In viaggio
Svolgimento
 
Ci alziamo in volo, alla mia sinistra le Egadi adagiate come gioielli su velluto. Il mare è quiete in superficie. In questo istante penso a Luca Parmitano e al privilegio di osservare la terra mio pianeta sfiorando le stelle. Il blu diviene profondo le nuvole ne sfumano i contorni, mi rapisce la vista del vento e della luce intrappolati in un reticolo di onde.
Il cielo è elemento perfetto, non esiste altro colore che possa spiegare le sincrone armonie dell’essere. Chete anche le mie paure e la preoccupazione per un amico ferito, la speranza di riaverlo indietro intero.
E’ un ovale che riflette il mio il finestrino, un volto muto, il mio Mediterraneo macchia blu, mi sovrasta, non importa che io sia in alto, sono goccia. Qualche turbolenza risveglia l’atavica paura della morte, meglio fluire tra le nuvole o sotto la fredda lama di un chirurgo? Scelgo le nuvole, ma non adesso beninteso.
Oso il coraggio e non chiudo la tendina, diluisco l’ansia e il tempo tra le righe d’inchiostro e gli svolazzi di nubi sospese. Già scorgo le montagne. L’ala di cui vedo la punta con su il nome della compagnia aerea, buca l’aria senza pudore. E’ un altro mondo, un’altra prospettiva. Riesco a isolarmi benché il velivolo sia affollato e un vociare continuo ne riempia i piccoli spazi rimasti, riesco persino a ignorare il pianto di un bambino che la madre non riesce a placare.

venerdì 13 dicembre 2013

Tema: Carta di viaggio

Sez. In Viaggio
Svolgimento
Non viaggio quasi mai, e quelle poche volte che ho viaggiato è stato per bisogno più che per divertimento. Il fatto è che non ho voglia di spostarmi, a cosa serve spendere dei soldi, affannarsi a trasportare dei bagagli su e giù per le scale mobili delle stazioni e nei bagni degli aeroporti, avvilirsi appresso ai ritardi nelle partenze e alle coincidenze mancate. 
Per me il viaggio tradizionale è un esercizio inutile.
Esistono le carte topografiche, seguendo quelle si può benissimo andare da un posto all’altro in tempi brevissimi, senza dispendio di energie fisiche e mentali. Tutti i posti più belli del mondo sono vicini e raggiungibili a costo zero, non si deve prenotare, non ci sono problemi di traffico, zero rischi di rapimento da parte delle tribù indigene. Al ritorno si è perfettamente riposati, non si soffre mal di mare, mal d’aria, mal d’africa, bubbone d’aleppo, malaria e malattia del sonno, si è subito in grado di riprendere la propria attività, alla faccia del jet lag.
Le carte migliori, non c’è bisogno di dirlo, sono quelle complete di rilievi e di vallate, a colori possibilmente, con colori naturali che si addicono a valli e monti e fiumi, per evitare di procedere a tentoni con il rischio di cadere.
Tutte le località dovrebbero essere indicate sulla mappa con un carattere ben leggibile e con il loro nome corretto. Purtroppo alcune riportano i nomi nella lingua originale, questo non è un bel modo di iniziare un viaggio, che già prima di partire ci si confonde. Le città vanno con il loro nome in italiano, mi sembra il minimo, dato che non si possono conoscere tutte le lingue del mondo, oppure se c’è lo spazio va bene anche la traduzione accanto.