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lunedì 3 dicembre 2012

Tema: Greetings from Sicily

Sez. Le torte di Ninà
Svolgimento

Quando bussano alla porta, l’intera famiglia si dispone in ordine di altezza (che poi è pure l’ordine di età): a sinistra Michele, il capofamiglia, e accanto a lui prima la moglie, Rosaria (rinominata Sara o Saruzza per le amiche più in confidenza), e poi i due figli Calogero e Maria Rita, immobili proprio come gli aveva consigliato la madre – Sentite qua – aveva detto - stanno arrivando gli zii dall’America, la sorella di papà, Giovanna, e suo marito Santino, mi raccomando a come vi comportate che vi gonfio di legnate – e aveva accompagnato l’ultima parola con il gesto delle mani che tengono una palla, e i figli avevano annuito senza parlare. Bussano nuovamente alla porta, sono sicuramente loro, e Rosaria dà un’ultima occhiata all’intera famiglia per assicurarsi che tutto sia a posto, poi apre con un sorriso che sembra che i denti in bocca si siano moltiplicati, danno l’impressione di essere cinquanta, forse addirittura sessanta, e tutti lucidissimi – che il giorno prima era andata dall'igienista dentale per una pulizia completa.


giovedì 1 novembre 2012

I Temi di Halloween: Sono morti tutti, mio caro

Svolgimento


Tutto comincia con una casa isolata in mezzo al bosco, trovata per pochissimi soldi, un vero affare; in più con pagamento alla fine del periodo di permanenza, soddisfatti o rimborsati: com'è possibile farsi scappare un'occasione del genere? 

Tutto finisce con litri di sangue ovunque.

Oggi tu, tipico ragazzo della provincia americana, sfigato studente di una qualunque università degli Stati Uniti, amante di videogiochi e Coca Cola, ti svegli convinto che una festa privata nel mezzo del nulla, durante la notte di Halloween, potrà farti avvicinare, anche soltanto per guardare, sotto la gonna della ragazza più in del tuo corso.
L'annuncio è illuminante e pensi che la casa in campagna creerà l'atmosfera giusta per fare in modo che lei si lasci andare al tuo fascino da intellettuale. Organizzi velocemente: uno squillo al tuo amico più figo (un'esca ci vuole sempre), la chiamata per chiedere informazioni sulla casa che ti fa scoprire che l'abitazione si trova lontana centodieci miglia dal primo villaggio senza telefono e almeno centocinquanta dal primo aggeggio che potrebbe salvarti la vita in caso di pericolo, qualche piccola fregatura ci dev'essere sempre, pensi mentre prenoti il fine settimana per cinque persone.
Prendiamo la videocamera, ti suggeriscono, e tu non ti rendi conto del cliché in cui stai per essere trascinato, e, inconsapevole di tutto, accetti di portare l'inutile oggetto con te; per fortuna nessuno ha suggerito di portare un coltello da cucina, un fucile, una motosega, una scorta di pillole e alcool, una corda, uno sparachiodi, un martello pneumatico, insomma, nessuno ha deciso di portare oggetti che possano spezzare le ossa con un colpo.
Vi mettete in macchina, allegri quanto mai, per raggiungere, prima che scenda la notte, il posto in mezzo al bosco, e – dopo avere sbagliato strada e aver girato invano per almeno due ore (giusto il tempo di fare buio), dopo aver superato con successo un ponte crollato al passaggio dell'auto, un fiume in piena, una pineta di alberi fitti e una strada sterrata che ha rovinato le ruote della macchina – arrivate alla casa crollante ma col fascino del cottage in montagna; giusto il tempo di scaricare dalla macchina le casse di birra, lo stereo e le luci di Natale per decorare l'ambiente, e vi ritrovate seduti attorno al camino per intraprendere dialoghi senza senso e aspettare che arrivi l'assassino. 


giovedì 26 aprile 2012

Sezione Grandi Scrittori - Tema: William Saroyan

Leggendo William Saroyan, mi è venuto da pensare alla letteratura e al perchè della stessa. La letteratura non è un abito da mettere per le occasioni buone, non è un rolex da mostrare in società, non è uno status symbol. Gli scrittori professorini, seduti in cattedra, mi hanno sempre fatto abbastanza ribrezzo.

Saroyan (1908-1981) è un armeno cresciuto in America, cresciuto in orfanotrofio, che ha fatto lavori sporchi – tanti lavori sporchi – e che ha conosciuto il popolo da vicino. La gente comune, l’ignoranza, la stupidità se volete. Ma la gente vera, non gli arditi intellettuali che trancian pezzi e manuali e poi stremati fanno cure di cinismo. Saroyan conosce i sapori e gli odori della vita vera, conosce la città – sporca e puzzolente se volete. Conosce le giornate piegato in due a zappare, conosce la fame nera e i topi che ballano sul tavolo della miseria.