lunedì 18 febbraio 2013

Tema : Conosci i cardilli?

Svolgimento

Jacopo  camminava  per strada,  la teneva per mano, poco  convinto ma mosso  da una tenerezza estrema. Cassandra  si aggrappava a quella mano come colei che aveva ottenuto una preda  di una magra selvaggina. Le strade,  quell’alba  sembravano   sempre nuove e  tortuose avevano il potere di  cambiare ogni   vicolo una  città diversa un altro stato ma  lo stesso profumo.
Colori ambrati, albe infocate, orizzonti incerti. Gli edifici si aprivano a  tratti per  proteggere con la  stessa  ombra. 
Jacopo tremava  freddo o piuttosto inadeguatezza. Si era promesso  di  tornare a casa  sempre con la stessa  ragazza e possibilmente alla stessa ora: né alba né giorno.
Oggi  eccolo così come un cervo  spaventato, non aveva scelto si era lasciato scegliere.
Cassandra i suoi occhi cattura timidezza sparsa.
Le strade  adesso profumavano  di foresta  tropicale lei  aveva paura si sentiva protetta da lui.  Quel freddo di gennaio l’avvolgeva  con la sua inquietudine.
Esodati nei viali d’inverno le betulle brillano.
Cosa ne è della ferocia delle organizzazioni suburbane.
Decidiamo di essere ancora una  volta Cardellini quando  non vogliamo essere cardini.
lo volo.

Cassandra le stelle le conosceva bene; guardava in alto perché la strada di casa sua era sempre la stessa anche se non sembrava. 
Jacopo volevo ringraziarti della passeggiata all'ultimo sole di oggi. 
Riflettevo sulle tue parole terse. 

La città si deforma assume l’aspetto di mille paesaggi ora deserto prima steppa poi aurora boreale. 

Jacopo indugia l’unica cosa calda è la sua mano. Annusa i profumi, Cassandra non rientrava nelle sue collezioni Barbie. Profumava di pane ed erba. 

I narcisi fiorivano ancora una volta. 

Cassandra quanto manca? 

L’ombra adesso è dorata i ciottoli più sicuri. Avverte qualcosa sopra è sorprendente. 
Tienimi per mano tienimi stretta. 
Non voglio morire. 
Non trovo il senso. 
Si fermano un bacio, un unico respiro. Nevica. Tre occhi su di loro. 
Mani gelide. 
Le bocche chiedono indicazioni per il villaggio palestinese casa loro dicono hanno perso la strada. 
Cassandra con poche parole prende le chiavi e li invita a casa. 
La strada di certo non era quella più. 
loro fuori al freddo attrezzati da una coperta per una tempesta di sabbia. la kefia non capisce il freddo. 
Un tè per tutti loro pensano a noi. 
Jacopo porge il cucchiaio a quella strana famiglia. 
Loro stanchi dormono sul divano. Non ci sono parole preghiere di pensieri indecifrabili. 
Il nemico è la fuori. 
Sai come parlare? Sai qualcosa di quei passanti andranno all’inferno? 
Cassandra lo porta per mano sotto il piumone una biosfera. Meccanismi semplici e automatici si scontrano con meccanismi interrotti e poetici. 
Dinamiche. 
Le tazze sul comodino, la luce spenta. 
Una tua biosfera per raffinare le pause e affilare le opportunità.

Irene Dorigotti



18 commenti:

  1. Irene, è stupendo! Secondo me è il tuo racconto più riuscito, fa venire la pelle d'oca dall'emozione.
    Unico.

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  2. I racconti di Irene io me li immagino come dipinti appesi in un museo. Sono tutti bellissimi, tutti diversi ma senza dubbio si riconosce la mano dell'artista, e ogni visitatore ha il suo preferito.
    Il mio è questo (me li sono scorsi tutti per ritrovarlo, non ricordavo il titolo ma il resto ce lo avevo piantato nella memoria): http://svolgimento.blogspot.it/2012/05/tema-leopoldo.html
    Incantevole.

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  3. "Decidiamo di essere ancora una volta Cardellini quando non vogliamo essere cardini"...mi risuona da un'ora in testa!
    Bellissima in bellissimo pezzo
    Meis

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  4. Sull'incanto che suscitano i pezzi di Irene non nutro alcun dubbio, anzi. Vorrei però spezzare una lancia a favore delle virgole. (emoticon antipatico)

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  5. sì, Raimondo, spezzala e poi buttala...perchè del tutto fuori luogo ;)
    Meis

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    1. ho voluto far l'antipatico e me la sono presa in saccoccia.
      (emoticon lariattacco)

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  6. Invece di voler essere a tutti i costi simpatici o antipatici, respiriamo a fondo e tutti insieme guardiamo la luna. Poi, come consiglio generale, andiamo a rileggerci il Memoriale del convento di Saramago.

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    1. non mi ricordo quante volte te lo dico...ma tu già sai vero Lepri? :)
      Meis

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  7. RL dice: i racconti di Irene "li vedo" ed è vero! Rq dice: "manca qualche virgola" ed è vero! Meis dice in questa meraviglia "le virgole sono un dettaglio inutile", ed è vero! Ma io che non voglio essere antipatica e voglio solo capire fin nel profondo un artista, chiedo ad Irene (che ha una scrittura veramente particolare e mai banale) una spiegazione del suo testo. Sono mortificata fin nel profondo. Ve lo giuro! Lo dico con grande umiltà! Mi sento come davanti ad un quadro di Picasso e non riesco a coglierne l'importanza, la meraviglia. E splendido, comunque, la biosfera sotto il piumone. Forse il senso è tutto lì.

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  8. Raimondo, non ti curar di lor ma guarda e passa.

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    1. Va bene così, lungi da me l'intenzione di essere meno che garbato. (emoticon ex antipatico)

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    2. Va bene così, lungi da me l'intenzione di essere meno che garbato. (emoticon ex antipatico)

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    3. ahahah ma Raimondo! Tu sei simpaticissimo e garbatissimo! (emoticon non sei mai stato antipatico) ;P

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  9. Come accade con un bel quadro, posso consigliarti di non cercare per forza la spiegazione di Irene.
    Vedrai che certe immagini ti risuoneranno in testa da sole e sarai anche libera di dargli un significato tutto tuo. :)

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  10. IO credo che la scrittura di Irene abbia il potere fantastico di creare immagini, sensazioni, che abbia un po' di "altro mondo" in sé, e però mi rendo conto che a volte questo mondo può risultare difficile da comprendere, anche io a volte ho bisogno di leggere almeno 2 volte i suoi pezzi per trovarci qualcosa di nuovo, qualche passaggio che non avevo notato, una parola o un'espressione che mi piace veramente tanto.
    La frase che ha riportato GM, quella dei cardellini e non cardini, beh, è fantastica, sembra la firma di Irene al pezzo.
    E non sono le virgole che mancano a creare l'atmosfera surreale, sono le parole. E' l'insieme che funziona, che ruota..
    Irene: sempre brava!

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  11. le virgole utili nemiche per riordinare i frammenti della mia mente.
    sarebbe facile essere attaccati al tempo, alle pause ai sospiri.
    lo spazio è una pausa visiva sottovalutato ma da capire ancora.
    fermatevi tutti e sostituite gli spazi alle virgole. più pause più sensi
    id

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    1. come si fa a volere scrivere ancora dopo questo pensiero di Irene?
      gd

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  12. Irene tu hai il dono di incarnare le emozioni in parole, e le virgole e gli spazi dobbiamo metterceli noi, dosando quello che ci fai sentire.
    Grazie
    manubirba

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