martedì 5 febbraio 2013

Tema : Pappagalli

Svolgimento

Pappagalli psichedelici io non li ho mai chiesti.  Ci sono  parti  del corpo  che  si  incorniciano nel sole.
Mi pettino i  capelli.
Avete  mai pensato al vostro futuro?  Quale è il limite fra immaginazione e realtà?
Quando eravamo all’università mi piacevi da morire, non ci siamo mai presentati. Dobbiamo stabilire delle regole per stare bene.
Sono la regina dell’intimità.
Sono preoccupata per il mio futuro. Indosso  una gonna anni  settanta.
Se facessi  della mia vita un quadro?
Potrei nascondermi ancora una  volta in una pelliccia raso  sintetica di  pelo: è facile essere fragili, tuttavia non è la stessa cosa  quando  si tessono  trame altrui.
L’orologio ticchetta compulsivamente segnando scenari altrui.
La paura più profonda è  quella di se stessi.
Sei tu il mio dio fallimentare.
Le talee degli avocado spuntano sulla finestra. Segnali del tropico vicino.
L’uomo si ammala della  stessa socialità.
Siamo   tutti nati  storti  chi più  chi meno.
Non  è  facile uscire alla luce del sole con piccoli passi uscire distesi.
Prendo lezioni dalla  carta.

Irene Dorigotti

10 commenti:

  1. "Se facessi della mia vita un quadro"....sarebbe un dipinto meraviglioso Irene, pieno di colore e musica da riempire una stanza di gioia.

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  2. Ho letto le prime tre parole senza sapere chi fosse l'autore e ho pensato "è Irene". Irene che con pensiero lieve e mano ferma riesce a mettere insieme frasi che sembrano scollegate e tu alla fine vedi un'immagine. Nell'arazzo ci sono tanti punti e se li guardi da vicino è solo colore. Poi ti allontani e c'è tutto. E poi magari alla fine scopri che l'aveva disegnato Raffaello ;) Brava la mia cittinaaaa!!!!

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    1. ! Leprotta hai dato l'esatta interpretazione della scrittura di Irene!

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  3. Questo mosaico di frasi continua a essermi ostico, perché io forse il filo non riesco a trovarlo, ma non posso fare meno di restare affascinato dai frammenti singoli, come dagli scatti di un fotografo.
    (emoticon abbiate pazienza)

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  4. Cara Irene, ho letto il tuo pezzo due volte e la seconda ho dovuto leggerlo a voce alta per capire. Le tue frasi sono pillole di saggezza! Pochi si accorgono di "tessere trame altrui",pochi si accorgono di vivere accanto al proprio "dio fallimentare". Alcune frasi mi sono sembrate meno comprensibili, ma ciò che conta è che il pezzo assume il taglio, il ritmo, il senso della poesia. Quando un testo è così diverso dagli altri puoi solo dire BRAVA.

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  5. Siamo tutti nati storti mi piace.
    BG

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  6. il bello di questo post è che ognuno ci ritrova una "sua frase" un qualcosa che "gli parla" diretto!
    Ottimo lavoro Irene...non c'è ermetismo autoreferenziato...parlando di te riesci a comunicare con tanti!
    Meis

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  7. Grazie Irene per il tuo pezzo.
    Come per ogni scritto che mi colpisce molto e personalmente non riesco a dire nient'altro.

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  8. "Quando eravamo all’università mi piacevi da morire, non ci siamo mai presentati."

    In questo pezzo fatto di tessere apparenti, di frasi più o meno slittate, di cose enormi e che sembrano slegate, un filo c'è: è quella frase che ho virgolettato, crea la narraziono laddove sembra che la narrazione sia stata messa da parte a favore della poesia.
    Nella rarefazione di Irene c'è il genere "narrativa" e non quello "poesia" (e di questo sono felice, magari mi troverò tutti contro, ma la narrativa merita un gradino più in alto della poesia - con tutto il rispetto al lavoro di tanti poeti).
    gd


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  9. Anche io, come Raimondo, non vedo l'immagine completa, ma le pennellate mi piacciono. Molto poetica.

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