mercoledì 17 aprile 2013

Tema: Sweet Molly


Svolgimento

La vita tra crostacei e molluschi non era insoddisfacente come si sarebbe potuto pensare. Bisognava avere una voce potente, questo sì, e svegliarsi ogni mattina quando ancora c’era buio per andare al porto a prendere la merce che arrivava dalle barche che passavano la notte in mare, caricarla sul carretto e andare in giro per strade strette, per tutto il giorno, gridando per cercare di venderla. Alla puzza di pesce e alghe Molly si era abituata fin da piccola, da quando il padre la portava con sé facendola sedere sul carretto, e la trasportava per le strade di Dublino, in mezzo alla gente che sorrideva a vedere quella bambina che puzzava di mare; e a volte succedeva che il padre comprasse meno merce per lasciare sul carretto lo spazio libero per la figlia, Molly tra gamberi e alghe si trovava bene, giocava con i gusci delle ostriche e delle cozze, si divertiva a guardare le vongole spruzzare e intanto cresceva, e quando divenne troppo pesante per stare sul carretto, scese e cominciò a spingerlo da sola, al posto del padre che si ammalava di più ogni giorno che passava. 
A Molly non pesava pensare di dover vendere pesce per tutta la vita – è la mia natura – diceva – sono nata per essere pescivendola e vendere pesci è la cosa che so fare meglio – e poi a gridare – cozze, vongole, tutto vivo, gente! – e continuava a spingere il carretto tra le strade della città, dove incontrò il primo uomo che le offrì denaro in cambio del suo corpo, e Molly capì che il suo seno enorme avrebbe potuto arricchirla, e visse tre vite contemporaneamente: a casa, tra piatti e stoffe da pulire, per strada a smerciare molluschi e crostacei, e nelle taverne, la sera, a vendere il suo seno così prezioso. 

Morì prima il padre, e Molly pianse soltanto per mezza giornata perchè l’altra metà era da dedicare alle vongole da spurgare: bastava metterle in acqua di mare per tre ore e lasciarle fare da sole, gettare l’acqua sporca e metterle in acqua pulita, fino alla pentola. Quando morì la madre, Molly rimase da sola a vendere i molluschi – cozze, vongole, tutto vivo, gente! – gridava e spingeva il carretto, e la sua vita rimase la stessa per molto tempo.
Il giorno in cui la trovarono nel suo letto, Molly era morta da tanto: da quando i pescatori non l’avevano vista arrivare dal buio della città che si sveglia, per caricare la merce da vendere, e non si erano chiesti che fine avesse fatto la giovane dal seno abbondante.
Ogni notte, da quel giorno in cui Molly morì, i dublinesi sentono la sua voce e il suo carretto dalle ruote scardinate tra le vie di Dublino, a vendere cozze e vongole ancora vive. 

Federico Orlando



20 commenti:

  1. Federico, hai tirato un colpo basso, dopo aver letto la storia di Molly e ascoltato una ballata così bella straziante, ma adesso chi riesce più a concentrarsi per lavorare. (emoticon scioperato)

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    1. Errata corrige: bella E straziante. (perché sennò cambia il senso di quello che volevo dire). ciao

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    2. Emoticon veda di tornare al lavoro che già mi ha fatto ridere abbastanza con "ballata bella straziante" ahahaha

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  2. Ci sono milioni di persone che hanno vissuto e vivono veramente così. Bambini e donne che hanno fatto e fanno la fortuna del paese che li ha sfruttati e che sulla loro pelle è diventato grande. Ma quando le storie vengono raccontate così bene, dalla cronaca si passa al romanzo e si riesce a trovare un senso anche a vite come questa.

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  3. La storia è raccontata con uno strano candore, ha il sapore di una fola, ma l'epilogo lascia (se non addolorati) tristi.
    Fino alla fine si spera in un finale diverso, ma questa non è certo una favola.
    Bravo FO

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  4. Dickens al tuo confronto era un dilettante :)
    Mi ha ricordato anche l'atmosfera del "Il profumo" di Suskind

    Mi piace tanto! gia' te lo dissi e scrissi.

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  5. Federico è sempre più bravo...e credo che ormai abbia anche trovato una sua cifra stilistica riconoscibile, almeno per noi che lo abbiamo seguito in questi quasi due anni :)
    Meis

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  6. Mamma, che ricordi: le gare di pinte di guinnes al pub irlandese e le cantate nelle sere in cui c'era il complessino di turno. Saran vent'anni che non pensavo più alle cozze di Molly.
    Hai risvegliato bei ricordi, grzie

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  7. Grazie!
    Ho visto la statua di Molly Malone a Dublino e mi piacque veramente tanto. Poi ho scoperto che l'inno non ufficiale della città di Dublino è proprio quello che canta Sinead O'Connor nel video, dedicato a Molly Malone. Insomma, un personaggino niente male..

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  8. Un racconto che racconta una storia e un mondo, insieme, in pochissimo spazio. Non c'è un dettaglio fuori posto e, ad una prima lettura, mi sembra proprio che non ci sia una parola fuori posto. Questa è la sensazione: compiutezza, armonia e perfezione formale. Insomma, quello che ho letto è un gioiellino, un orologio in cui tutti gli ingranaggi combaciano perfettamente.
    Complimenti!

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  9. A volte, raccontare bene una storia semplice, può risultare molto difficile. Tu ci sei riuscito benissimo invece!
    Piacevolissimo.
    AG

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  10. Che dire? Veramente bello, mi hai lasciato senza parole!

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  11. Questa storia meritava almeno una cartella in più.. si sente laddove scorre velocemente, laddove un pensiero del personaggio o un dettaglio paesaggistico potevano dare maggiore incisività. Bello comunque. (Paraculata da mille mettere la canzone sotto.. furbazzo FO!!!)
    GD

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    1. forse manca il dettaglio paesaggistico, è vero, ma il pensiero del personaggio c'è eccome..
      Paraculata? Io ti acculturo un po', altrimenti ascolteresti Gigi Finizio e te ne vanteresti pure..

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  12. Molto bravo, triste quanto una fiaba di Andersen.

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  13. Piacevolissimo il racconto, bellissimi i colori. Meno la foto dissacrante che mi hai fatto vedere l'altra sera.

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