mercoledì 15 gennaio 2014

Tema: Buongiorno, amore

Svolgimento

Maria ha settant'anni. La sua mente è lucida, i suoi occhi aperti, la vista oscurata.
Ti va di farmi compagnia? è la prima cosa che mi chiede senza guardarmi, senza sorridermi.
Conosce "L'arte di ottenere ragione", ha insegnato filosofia. Conosce stratagemmi validi per annientarmi dialetticamente e vincere ogni disputa.
Accetto. Ci facciamo compagnia.
Mi racconta del suo grande amore e mi confida che non si tratta di suo marito. Resto basita; lei ha l'espressione di chi sta per confidarmi il segreto della formula chimica della coca cola. 
- Tranquilla! il tuo segreto starà con me, non lo sbandiererò ai quattro venti e se ne farò uso in qualche scritto saró discreta, non farò nomi, non voglio che "l'effetto farfalla" mi colpisca.
- Vedi Nina, era l'epoca in cui non si baciava se non si amava e per me è stato così.
E io l'ho amato di amore puro e l'ho baciato tanto, troppo. L'amore non lo puoi domare è un cavallo di razza puro sangue. Non eravamo due gocce d'acqua ma ci siamo scelti fra tanti, senza la consapevolezza di farlo.
"Era amore da respirare, lo porto sulla pelle, tra le lenzuola - io penso a un acaro non visibile a occhio umano a volte letale - felice di aprirsi alla vita che germogliò un piccolo frutto che leggero si è trapiantato in me: un piccolo battito - mi dice proprio così e per un attimo penso alla mia cara professoressa di scienze morta zitella però questa lezione mi piace, mi mette speranza e rimango lì in attenzione. E lei continua a dire che l'amore è aria, la mia, la sua che diventa nostra, invade il tuo spazio, il tuo mondo, l'amore si trasforma e non muore.
L'amore rimane, è rimasto; era già cieca, penso io, lui se n'è andato!  


- E io non potevo tenerlo, avrebbe avuto i suoi occhi, quelli dell'altro, gli occhi dell'amore, facilmente riconoscibili. Io l'avrei amato di più e gli altri miei figli avrebbero capito e sofferto. Adesso sta in uno di quei barattoli che conservo sottovuoto. 
L'amore imprigionato in un barattolo verde di rabbia. 
Cosa? Ma questa è matta; prende la mia attenzione però, mi succede poche volte. Resto in silenzio ad ascoltare.
Oggi le bottiglie d'acqua le fanno di plastica e si bacia anche quando non si è innamorati, si deve andare che ti coinvolgi e il cuore non ragiona.
Penso a Candy che nella neve alta e bianca ama Anthony ma si vuole fare Terence, alle sue bugie che erano solo un'istante di fantasia.
Maria ascolta il telegiornale e dice che al governo ci sta gente ignorante come la calia!* e io penso al perché si dica così! ma perché ce la prendiamo tutti con la calia? a me fa simpatia, ha una sua logica concentrica, non è competente? che mi frega? mi mette allegria, mi fa pensare alle bancarelle delle feste patronali e a tutta la gente intorno.
Vuole che le metta il telefono vicino, che non si sa mai potrebbe chiamare qualcuno all'improvviso. Non riesce a mettere a fuoco le cose, ci fruga dentro con filosofia;  fissa lo sguardo, punta le pupille che sembra le sia arrivato in dono la vista quando parla di lui, del suo unico amore, ladro del suo cuore.
Ricomincia a raccontare, io ascolto e guardo la grande vetrina in fondo alla stanza.
È piena, all'interno non ci sarebbe spazio neanche per uno spillo.
Amo lo scintillio dei suoi bicchieri luccicanti che ricordano la lama di un coltello.

Alza un dito di scatto e indica il primo ripiano, a sinistra - Uno dei tre è suo, l'ho tenuto qui dentro, senza vita, ho invertito i barattoli, così da non sapere quale di questi fosse il frutto dell'amore e non distinguerli: l'amore materno non deve fare preferenze, sarebbe innaturale.
Che dolce sensazione provo quando mi parla di lui; starei lì accovacciata ai suoi piedi a sognare anch'io quel sogno che lei trasforma in una favola, ma non posso.  
Il solito bastardo!  l'ha messa incinta, abbandonata e come un coniglio se l'è data a gambe levate senza voltarsi – penso e vorrei dirglielo ma mentre racconta vedo sparire tutto il male attraverso i suoi occhi, sono limpidi e vorrei dirle che avrei potuto avere anch'io il mio barattolo ma non ho fatto in tempo a comprarlo. Sto zitta. 
Lei aspetta ancora la telefonata che le cambi la vita. Io aspetto l'autobus che perderò se non mi muovo. C'è tanto lavoro da fare; mi alzo e penso che oggi le preparerò una bavarese alla fragola per addolcirle la giornata e già sento di volerle bene - mia nonna era più simpatica. Ci metterò anche le patate bollite di ieri sera nella mia mousse che non vuole che si butti via niente, tanto non ci vede e poi voglio farla contenta, dopo quello che mi ha detto voglio perdonarla.
Mi fissa - Scrivi d'amore cara, tu sei coraggiosa! - mi urla. Mi mette paura.
Faccio finta di essere distratta e mi dileguo per le vie del corridoio. Un raggio di sole arriva: è una bellissima giornata di sole  però in casa fa freddo. Tiro su tutte le tende e noto gli anelli mancanti all'interno del bastone. Ne mancano tre e non alterano il movimento.
Sono in quella che ormai in modo scherzoso chiamiamo "la stanza dei barattoli", mi ritrovo a fissarli tutti quanti e a chiedermi dove stia il figlio adultero.
Oggi lo so, ma non lo dico a Maria, mi vendico così delle sue astute angherie. Lei non ci vede bene ma io ci sento benissimo. Uno dei barattoli è più splendente, il suo contenuto si distingue da quello degli altri per chiarezza di forma e colore.
Il suo tappo intatto non dà ruggine. Eccolo! Afferro il barattolo: "Buongiorno, amore!"

Antonella Tarantino

13 commenti:

  1. Questo racconto definisce i punti di contatto che possono esserci tra due persone totalmente estranee all'inizio. In ogni frase c'è la dicotomia Maria/io a un certo punto ho pensato fossero la stessa persona.
    Quella dei barattoli è una trovata eccezionale. Ho visto feti di coccodrillo, di cavallo, di scimmia e di elefante dentro i barattoli, ma scommetto vedere quelli umani faccia un certo - strano - effetto.
    Complimenti, Nina!

    FedericoMoccio

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    1. mi manca un "che".
      Non farci caso!

      FedericoMoccio

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  2. Questo pezzo è grandioso, ipnotico, pone il rapporto vita-amore di tre spanne più in alto di quanto non leggiamo di solito. Attraverso opportune rielaborazioni questa storia potrebbe diventare romanzo, i due protagonisti già sono ben tracciati e suscitano tutta la curiosità necessaria per volere leggere anche 200 pagine del loro vissuto.
    Nina, è arrivata la storia giusta, buttiamoci!
    GD

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  3. D'accordo con GD (una volta tanto) anche se ci sono delle ingenuità e alcune cose che andrebbero spiegate meglio, insomma ci vorrebbe un po' di lavoro di editing. Però contiene una cosa grandiosa che è il senso del mistero. Chi è quest'uomo? Perchè lei lo ha amato tanto? (è una prof di filosofia, abituata al ragionamento) Il lettore non può staccarsi dalla pagina. Cosa sono questi barattoli: una realtà? Una metafora dell'amore che resiste come aborto? Contenitori di aborti veri e propri? Questo non lo devi svelare fino all'ultima pagina, Nina. Devi farne un'ossessione, quella della protagonista e di tutti noi. Comincia a lavorare al romanzo, forza!

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  4. verissimo, prende e incuriosisce. se ne vorrebbe sapere di più! Forza Nina, al lavoro, hai tutte le potenzialità per riuscire al meglio!
    Meis

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  5. Nina il racconto è molto piacevole e sono d'accordo potrebbe diventare un romanzo !! Braverrima :)
    Ma la storia dei barattoli non l'ho capita molto ,,,pensavo fossero ceneri , invece mi è parso di capire dal commento di Federico che sono feti
    La parte del telegiornale l'ho letta come scollegata dal resto . Insomma che tutti questi appunti possano servirti per svilupparlo al meglio perche' questa è la sua strada!!

    PS certo che da quando frequenti certi "laboratori" la tua scrittura ha fatto un balzo in avanti puzzesco! Ti apsetto a Torino per un caffe' Nespresso :) scegli le cialde che te le faccio trovare

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  6. Torno tra i vivi, riemergo dal chiuso del mio barattolo, ho tanti post arretrati da leggere e commentare, mi tocca iniziare da questo.
    A me impressiona la storia dei feti conservati nei barattoli, potrebbe essere anche solo una metafora, ma in tutto il pezzo c'è un'atmosfera intrigante di mistero. Hanno ragione quelli che ti istigano a sviluppare la storia, c'è alla base questa idea sconvolgente e contrapposta di volere conservare per sempre l'amore sotto vetro, ma anche di avere volutamente evitato che prendesse le sembianze finite di un figlio. Urge sapere qualcosa di più su questa professoressa cieca e la sua amica creatrice di mousse alla patafragola.
    Nel frattempo, se la Wood permette, potrei prenotare anche io un Nespresso, wath else (emoticon interrogativo).

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    1. Raimoticon... ma certo!! sappi che pero' c'e' la tassa di soggiorno :) A Palermo ce l'avete o la paghiamo anche NOI per VOI? ,,,cosi'..per sapere ....

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  7. Post intrigante, promette davvero bene per un lungo affondo. Gli altri barattoli sono altri feti!? Macabro/amore. Brava a questo punto ci aspettiamo il romanzo.

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  8. Ah Ninuzza, già mi appassionai alla storia quando me la raccontasti, ora capisco che il potenziale di presa su chi legge è notevole in marito anche ad una bella scrittura.
    Mi sembra che le maestre abbiano detto di più e meglio, io cosa posso aggiungere se non che hai i umeri per andare avanti?
    Emoticon del buon inizio, allora!
    L.I.

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  9. C'è molto talento in questo post, una bellissima combinazione di sguardo e di scrittura. hai detto tantissimo e non hai detto nulla che mi sazi veramente, anzi resto più affamata di prima: sono io che mi sono persa o l'autore sta giocando con gli specchi? affascinante. mi resta, oltre il macabro, oltre lo straniamento, oltre la curiosità, lo scintillio della vetrina che in un secondo ti fa slittare dalla tenerezza per la memoria degli oggetti a quel sinistro baluginio, il coltello che è solo nella mente.... di chi? dama di compagnia, infermiera, parente.... assassina? chi sono queste due?
    bravissima Antonella, davvero notevole
    pat

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  10. Nina! Mi pare che in questo post tu ti sia superata! Hanno ragione gli altri: perché non pensare a un progetto più ampio? La storia è bellissima e tu l'hai descritta in un modo del tutto particolare, del tutto tuo. Tu hai una scrittura strana, te l'ho detto tante volte, ma in questo post l'ho avvertito anche di più: dai commenti ironici o comici della voce narrante alle menzioni agghiaccianti, come quella al coltello. Perché qui il pezzo è più inquietante di quando menzioni i feti? Che invece diventano un simbolo d'amore... C'è tanto dietro questo post, complimenti Nina.

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  11. Voglio ringraziare tutti per i vostri commenti utili e preziosi; continuerò a non svelare nulla adesso. A presto.

    Nina

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