giovedì 19 luglio 2012

Tema: Un giorno son finito sott'acqua - Seconda puntata

Svolgimento


Sentivo una triste salsedine nello stomaco. Quel maiale era l’unico ricordo che avevo di mio nonno, incursore della Decima Mas, si immergeva per minare gli scafi inglesi e farli brillare. 
Dopo l’armistizio nascose il mezzo in cantina col cartellino caldaia da rottamare, per non destar sospetti. All’apertura del testamento, il notaio mi confidò che la  caldaia  di cui, fra i sogghigni dei parenti, venivo nominato erede, era qualcos’altro. 
A causa delle assassine della Costa Smeralda l’avevo persa ed ero ridotto ad un organismo monocellulare.
Quale sarà il mio destino in codesto mare? mi chiedevo. Vorrei che qualcuno leggesse le mie carte, facesse ruotare il compasso per scoprire la mia rotta. All’improvviso un’anemone telepatica, con tanto di borsa della spesa, mi segnalò la presenza di un oracolo nei pressi di una grotta da presepe.  Entrando mi sfregai le pinne per non sporcare, un colpo di coda 
mi mise a sedere: era un delfino. Leggeva di tutto emettendo ultrasuoni: carte, cartine, cartucce, tetrapack, mp3, tarocchi e mappe del tesoro taroccate. Mi ritrovai spiazzato da sì profonda slinguata della fortuna. Abbracciai l’oracolo dèlfino e gli chiesi di mostrarmi il futuro. 
Il saggio, dopo un pippone sugli Willy che finiscono nel tonno del supermercato, e un altro sui pesci al cartoccio, esordì: lancia questi sassolini, son calcoli di balena, e ti dirò! 
Io vedo, vedo, vedo che sei in cattive acque, caro umano, a parte il fatto che ce l’hai nel fracco, fece il cetaceo, facendo i logaritmi per capirci meglio, in culo alla balena e buon viaggio!  
Il consulto mi costò quattro aringhe e non mi convinse per niente, infondo se certi delfini finiscono nell’insalata di riso deve pur esserci un motivo. 
Tentai di consolarmi con un vongogelato ma davvero quelle palline di mollusco mi facevan venire il mal di mare. Era tempo di olimpiadi da quelle parti, tutti facevano festa e mangiavano di brutto. Gli anellidi gestivano una manifestazione immensa in cui primeggiava il salto con l’astice e a cui seguivano, due anni dopo, le olimpiadi dei surgelati. 


Era un tempo, quello, in cui me ne andavo mesurando quei profondi lidi e avevo voglia di fare un mucchio di cose sbagliate o quanto meno sbagliatine, con uno spruzzo di riprovevole illegalità. 
Entrai nel centro commerciale  L’Affondazione, era ricavato da una vecchia nave mercantile. Mi precipitai nel settore musica, un’orata mi accolse nel reparto sciorinandomi tutti i risultati della scatola. Negli ultimi anni avevano avuto un fattucchierato enorme e tutti i pagamenti in liquido erano stati rigirati in paradisi fiaschettali. Prima di svenire dall’oratura la interruppi. 
— Mi perdoni ma sono qui per un disco. 
— Mi dica, son tutta branchie. 
— Cercavo l’album Anytime di Alessandro Scopece, quello con Night on the beach. 
La zelante pescelessa, colta impreparata, impanicò, boccheggiante e ferita dall’amo della mia trubadorica questione. A quel punto mi allontanai, colto da un senso di salvaguardia della fauna marina. 
Vagai in una collezione di sexy polene gonfiabili e dopo pochi minuti approdai al reparto Oggetti umani? Meglio i vulcani! Un pesce clown intratteneva il pubblico mostrando la merce. Davantialla manifesta inspiegabilità di quegli elementi si rideva a piene branchie emettendo bollicine Perrier. 
Si trattava di cose a noi comuni: una scatola con i resti di pizza, posate sporche, un telecomando, un preservativo bucato, il pannolino di un bambino, le chiavi di una macchina, una siringa e un manifestino bordato di nero. 
La scena mi mise molta tristezza e rabbia. Quella popolazione sotto il livello del mare insultava la nostra millenaria e nobile cultura! Ci voleva una delle mie cose sbagliate o  sbagliatine, dotate di uno spruzzo d’affascinante illegalità! 
Fra quegli oggetti inanimati vidi che erano celate alcune superbe mollette da bucato in bambù, le cercavo al Crai da anni. In via Berthollet erano apparse e scomparse come un’esotica aura di pulito davanti ad un colombo morto. 
Impugnai tre mollette, me le misi nelle mutande, e mi avviai verso l’uscita. L’atto mi parve sì candido da farmi sentire in colpa e farmi accaponare le terga. Davanti all’oblò di uscita il sistema anticazzeggio mi individuò dalla mia nuotata dinoccolata da ragazzo della prateria. Il polipo giurato mi fermò, mi pregò di svuotare il pacco e di non provare a fuggire altrimenti mi avrebbe inchiostrato. Facendolo inoltre sarei finito dritto nelle fauci dell’antibipedismo. 
— Con tutti questi scodati che ci sono in giro, fece un vecchio sgombro, ormai non c’è più sicurezza. 
Dieci minuti, il lampeggiante di un pesce fluorescente, e mi ritrovai in squalomissariato. La cosa non sembrava mettersi bene. Lo squalomissario mi notificò un’accusa per furto con cazzeggio aggravato. 
— Quegli oggetti sono spazzatura, proferii, che per di più non 
appartiene alla vostra cultura! 
— Questo potrei pure capirlo, sdentò lo shark, ma l’aggravante peggiora la sua situazione. In più c’è da considerare il luogo di ritrovamento della refurtiva. 
— Eh? 
— Aver celato la refurtiva nelle mutande è considerato reato contro il patrimonio. 
— E quale? 
— Quello che rilascia la graziosa scia dorata che vi contraddistingue come specie, fece il pescecane, fissandomi intensamente in mezzo alle gambe. Il nostro governo ha siglato da 
poco Il protocollo dello Scroto proprio per evitare che simili fatti si ripetano. 
— Dunque… Stavo dicendo… 
— Mi dica signor Squalomissario. 
— Lei ce li ha i documenti? 
— Quali documenti? 
— Permesso di soggiorno balneare, boa antropometrica, tessera Simpatia? 
— Veramente no. Son finito qui perché mi si è inchiodato il maiale. Se lo son pappato le sarde. 
— A me non interessa cosa fanno i pesci piccoli. La spediremo in un centro di permanenza temporàgnea, prima di essere rimpatriato nel regno dei bipedi. Che cosa pensa lei? Che sia uno squalaquaraqquà? 
— Per carità! si figuri… 
— Non faccia il furbetto, ha già fatto il furtètto e non era un frutteto! In questo ufficio abbiamo nascosto un’anemone telepatica da 8 gigabyte espandibile con I-pod incorporato. 
Mi infilarono una spugna viva in bocca per ammutolirmi e mi bendarono con un’alga. Fui trasferito e privato di tutti i miei diritti, una telefonata, un avvocato. Bello il mare! Adesso capisco perché gli Snorky si erano estinti, pensai, devono essere diventati pericolosi oppositori. 

Max Ponte

(Continua)

15 commenti:

  1. Ho avuto il piacere di ricevere in dono questo racconto dall'autore - è un dono quello che ci fa stare bene, ci fa stupire o sorridere - e ho capito che queste sarebbero state le "MIE" puntate per l'estate. Amo tutto ciò che è subacqueo, sott'acqua si diventa lievi, senza peso, proprio come la scrittura di Max. Gliel'ho già detto: è un Fregoli della parola, un ingegnere spazial-letterario ondivago e senza freni. Al bacio!

    RispondiElimina
  2. Continua? Già la seconda puntata secondo me era di troppo, ma una terza, davvero secondo te ha un senso continuare? Simpatico il primo esercizio ma poi ... forse però sono io che non ho capito, magari se mi spiegassi il tuo punto di vista, lo rileggerei con altri occhi. P.S. ... mangiavano di brutto (anche in mezzo a tante e tali espressioni) nun se po' vede'!

    RispondiElimina
  3. I racconti vanno letti per intero. Abbiamo deciso di pubblicarla a puntate per la sua lunghezza. Questa storia - come tutte le storie - è un gioco tra il lettore e l'autore, non tutti vogliono giocare, non tutti sanno farlo. La capacità linguistica di Max è straordinaria, è un poeta e un acrobata. Capisco che non tutti abbiano muscoli, forza e capacità autoironica per seguirlo. Se non ti piace, puoi semplicemente evitare di leggerlo. Tra l'altro, caro Grillo salterino, io mi chiamo Roberta Lepri, è scritto nella legenda ma te lo dico chiaro, così potrai scrivermi altrettanto chiaramente il tuo nome e cognome. Niente di personale, ma detesto chi spara sentenze protetto dall'anonimato. E nun lo posso vedè proprio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Roberta Lepri io ti darei pure il mio codice fiscale ma per il mio progetto letterario per il momento mi tengo Grilletto Salterino, il cui parere come lettore, visto che esistono persone che hanno nomi reali ben più ridicoli val bene quanto il tuo. Mi sta pure bene che tu non mi possa vedè, ma io sono piombata qui da poco, ho letto la prima puntata, ho letto la seconda e non avendo trovato nessun avvertimento che mi rendesse edotta del fatto che vista la lunghezza del pezzo, lo stesso era stato diviso in n parti - cosa di cui ora sono informata e ti ringrazio - ho ritenuto, in perfetta libertà di pensiero, come m'invita a fare il vostro bollino di qualità di dire la mia. Ciao ciao. P.S. Non conosco la poesia di Max e spero di conoscerla in futuro, insieme, ci mancherebbe, alle sue doti acrobatiche, se no, non sarei qui. Riciao.

      Elimina
    2. e si può leggere qualcosa di questo progetto letterario??
      EF

      Elimina
    3. In giro per la rete trovate i miei sproloqui, basta digitare grilletto salterino in un noto motore di ricerca, diffidate delle imitazioni (scherzo - in ogni caso c'è un omonimo su fb), il mio progetto in effetti è molto semplice, consiste in questo: rendere il "pensiero" di una persona e il suo stile, riconoscibile indipendentemente dall'essere legato all'aspetto esteriore della stessa, o al suo status sociale, o alle sue conoscenze. "Letterario", perché molto di quello che faccio ha a che vedere con lo scrivere, ma lasciamolo tra virgolette, non sia mai che gli do' un'importanza superiore a quello che è il suo valore reale. Io sono un grillo scribacchino LIBERO, oggi per esempio mi hanno proposto di titolare una cosa che ho scritto: "Lettera all'editore che mi ha respinto il dattiloscritto" ... ma non se ne parla neanche! Ma vi sembra un titolo efficace? Io lo avrei titolato piuttosto "Stasera ci si incazza a soggetto" - volgare forse, ma a me piace assai di più. Sempre a disposizione. Ciao EF

      Elimina
    4. "ho letto la prima puntata ho letto la seconda e non avendo trovato nessun avvertimento che mi rendesse edotta del fatto che vista la lunghezza del pezzo,lo stesso era diviso in parti". Fammi capire. Dunque tu leggi: Prima puntata. seconda puntata e io dovrei avvisarti che il pezzo è diviso in parti? Evidentemente o non riesci a comprendere quello che leggi o non ti rendi conto di ciò che scrivi. In ogni caso, libera d'ora in poi di scrivere quello che ti pare dove vuoi e con il nome che ti pare. A casa propria, ognuno può fare ciò che crede più opportuno. In casa degli altri, buona educazione vuole che si bussi e ci si presenti. Ma questo è solo il mio punto di vista.

      Elimina
  4. La seconda puntata mi piace: incipit notevole, i giochi ittici di parole pure, pure tutto il resto. Mi piace pure più della prima.
    gd

    RispondiElimina
  5. Caro Max Ponte, a questo punto, da lettore, ti consiglio di citare l'editore. Come si permette di valutare la capacità d'attenzione di un lettore a prescindere, io ritengo che un lavoro di tal genere sarebbe stato senz'altro più apprezzato nella sua interezza, dato che avrebbe messo in risalto la difficoltà di mantenere sempre alto il livello delle evoluzioni linguistiche e anche il gioco sottostante, più a lungo lo porti avanti senza risultare noioso più bravo sei. Ma se non c'è una vera storia a puntate che il lettore possa apprezzare (e il distacco temporale rende il lettore di passaggio poco propenso a tornar su puntate vecchie) che servigio ti ha portato il suo spezzettamento? La lunghezza del testo che appare in prima battuta sul sito, può avere la lunghezza desiderata dall'editore, ma è solo nel momento in cui il lettore clicca su "visualizza altro" che tu hai la prima cartina di tornasole dell'apprezzamento dato al tuo lavoro. (Mia umile opinione su pezzi di questo genere).

    RispondiElimina
  6. L'anonimato su questo BLOG non esiste, c'e' un sistema di rilevazione presenze che permette di risalire all' utente e monitorare gli ingressi dello stesso.Di conseguenza nascondersi dietro uno pseudonimo è inutile

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sentite, a me piace leggere, commentare e confrontarmi, il mio nome è Grilletto Salterino, e vi assicuro che all'anagrafe c'è di peggio (chiedetelo a Felice Mastronzo), se il mio nick vi da sui nervi ditemelo subito che vado a grilleggiare altrove, ma non venitemi a parlare di spionaggio e servizi segreti ... basta dirlo all'ingresso (come succede in tanti altri luoghi in cui lo si fa presente immediatamente e uno quindi se ha piacere legge uguale ma non partecipa attivamente)altrimenti aggiungete nel vostro bollino: "... spietate, solo da chi fornisce tutte le proprie generalità" è gradito invio mail con la propria carta d'identità scannerizzata - perché noi siamo precisi. Avete un codice etico, ve lo firmo col sangue - io rispetto le regole - ma finché mi chiedete un commento sulla bontà di un postema e io questo vi fornisco, abbiate rispetto della mia privacy. Anzi!

      Elimina
  7. lasciamo perdere le questioni di anonimato o altro,di privacy o altro (ancora vomito per quello che sta dicendo Napolitano...) e restiamo ancorati alle "lettere": caro Grilletto, mi piace la tua idea saltellante, però consentimi (con riguardo alla scelta editoriale di spezzettare MAx), tantissimi romanzi sono usciti a puntate, anzi, era una cosa proprio in voga quando esisteva - nei quotidiani - la terza pagina dedicata al mondo della cultura.
    ;)
    GD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi piace l'idea della pubblicazione a puntate, così come ricorda Giorgio e i quotidiani di una volta. Sembra che questo stia per essere ripreso da quotidiani attuali, mi pare di ricordare dal Sole 24 ore, ad esempio.
      e' un bel contraltare lo scrivere e chi scrive. Leggere su un quotidiano cose come letteratura di sicuro avvicina alla sana abitudine di prendere carta stampata e...leggere.
      Sul progetto del grilletto...non mi pronuncio. Sul pezzo ho da dire che mi pare buono e scritto abbastanza bene. Rileggo tutte le puntate per un giudizio complessivo.

      Elimina
  8. Era un bellissimo modo di avvicinare le persone alla lettura, e a me l'idea delle puntate piace (il mio commento era riferito a questo tema in particolare, per i motivi che ho spiegato più sopra)fosse ripresa da tutti i quotidiani questa prassi, sarebbe determinare già un'inversione di tendenza rispetto al progressivo abbandono di questa benedetta pratica (il leggere) e al suo continuo svilimento.

    RispondiElimina
  9. bene, e adesso propongo il Guerra e pace della mia vita da frazionare in 786 puntate. e guai a chi commenta senza dimostrare di aver letto!
    GD

    RispondiElimina