venerdì 4 gennaio 2013

Tema: Fame

Svolgimento 
 
E’ Ferragosto, c’è un forte odore di medicine e di malattia nella sala d’attesa, le pareti verde marcio sono scrostate in più punti, fa un caldo insopportabile.
Sara è venuta con l’ambulanza: sua sorella è svenuta e ha battuto la testa mancando per un pelo lo spigolo del lavandino. La barella è sparita oltre la porta a vetri e lei si è seduta ad aspettare notizie.
E’ vestita com’era in casa: una canotta verde stinta, un paio di pantaloncini di jeans azzurri e le infradito nere. Si sente a disagio, la canotta mette in risalto le sue spalle magre, le scapole appuntite. Le infradito, poi, sta per perderle, con il suo piede troppo magro.
Uno sguardo alle poche persone che la circondano, per fortuna non sembrano aver fatto caso a lei.
Il vecchio appoggiato al muro sta leggendo il giornale, si sente il fruscio delle pagine girate lentamente. Sara nota l’espressione assorta e corrucciata dell’uomo e si chiede cosa starà leggendo di così brutto, forse la pagina dei necrologi.
L’uomo seduto due sedie più in là sembra perso nei suoi pensieri, scuote la testa, preoccupato.
Suda molto, per il caldo e l’agitazione: la camicia a scacchi ha dei grossi aloni sotto le ascelle. Ogni tanto tira fuori dalla tasca dei pantaloni un fazzoletto bianco e si asciuga la fronte.
Infine c’è la donna grassa seduta davanti a lei, il vestito a pois sformato e una bibita ipercalorica sulla sedia.


Sara non riesce a smettere di fissarla, la guarda con disgusto.
Ha attirato la sua attenzione per la sua mole: le braccia grosse, i piedi gonfi che straripano dai sandali a fiori. Il viso è bello, di una bellezza d’altri tempi.
E’ curata, i capelli corti pettinati all’indietro, un filo di rossetto rosso sulle labbra.
Sì, è proprio bella, peccato per quel corpo enorme.
Il giudizio di Sara è severo, rigido come la sua postura: impettita sulla sedia, le gambe accavallate, il braccio sinistro posato sul grembo e il destro lungo il corpo, protesi inanimata.
Prima di uscire di casa Sara ha afferrato istintivamente il sacchetto con la spesa appena fatta, due mele, che ora giace appoggiato sulla sedia accanto.
Perché l’ha preso? Sa già che non mangerà quelle mele, quella è la sua razione per una settimana.
La signora grassa si china, apre la borsa marrone appoggiata ai suoi piedi e prende una barretta di cioccolato. La confezione è mezza sciolta, appena la apre si diffonde nella stanza un odore di cioccolato.
Da quanto tempo Sara non respirava quell’odore! Tanto tempo da farla star male, un crampo alla bocca dello stomaco. Piega le braccia sulle pancia e guarda con odio la sua dirimpettaia
Perché mi hai fatto questo?
La donna ricambia il suo sguardo, addenta la barretta e sorride con aria felice.
Sara prende il sacchetto ed esce per una boccata d’ossigeno: l’aria è diventata insopportabile.
Appena fuori dalla porta si sente meglio ma deve rientrare subito: è in ansia per sua sorella e l’attesa la sta logorando.
Ritorna nella stanza e lancia uno sguardo di sottecchi alla signora grassa, che ora sta addentando il cioccolato.
Ricomincia il dolore allo stomaco, la nausea. Vorrebbe provare a dare un morso alla mela per vedere se così la nausea si placa.
E’ tentata, avvicina la mano al sacchetto, prende la mela e inizia a giocherellarci. Guarda la signora, le sta sorridendo, sembra anche che stia facendo un segno con la testa, quasi un incoraggiamento.
Inizia a sudare, lei che non suda mai.
Lascia la mela e cerca di concentrarsi su qualcos’altro ma non ci riesce. Vorrebbe chiedere in prestito il giornale al vecchio,magari i necrologi sono interessanti e lei riuscirebbe a distrarsi.
Sente un rumore e si gira di scatto, il vecchio ha finito la sua lettura e ha piegato il giornale, si è alzato ed è andato a buttarlo.
Ma questa è sfiga! Non posso andare a raccogliere il giornale, come i barboni, e poi mi guarderebbero tutti .
Lei che ha passato gli ultimi anni a cercare di rendersi invisibile.
E ora? Cedere all’impulso e dare un morso alla mela, un piccolo morso soltanto? Darla vinta alla signora che cerca di farla mangiare, con un cenno impercettibile della testa che sembra dire “ Su, forza”,come si fa con i bambini.
Deve resistere, dovrebbe esserci abituata, ma il suo corpo sembra essersi risvegliato da un lungo letargo, ora sente un gorgoglio: il rumore della fame.
Si alza di nuovo, si sgranchisce le gambe, ormai è in sala d’attesa da quasi due ore. L’uomo seduto se ne è andato, lei non se n’è neanche accorta.
Va vicino al cestino delle spazzatura, tentata di prendere il giornale appena gli altri gireranno la testa, senza farsene accorgere.
Ma certo che se ne accorgerebbero, il rumore di carta è inconfondibile! E poi il cestino emana un forte odore di cioccolata, c’è la confezione buttata dalla signora, se n’era dimenticata .
Non le resta che rimettersi a sedere. Inizia a canticchiare tra sé , pur di non sentire il brontolio del suo corpo.
Una canzone di Natale, totalmente fuori luogo. Non le viene in mente altro.
Astro del ciel, pargol divin, mite agnello redentor...
Agnello? No, meglio cambiare, questa canzone fa affiorare i ricordi di momenti felici, la famiglia riunita attorno al tavolo a ridere e scherzare, mentre si mangiava l’agnello al forno. Le sembra quasi di sentirne l’odore, il sapore dolciastro.
Le è venuta l’acquolina e ora non sa più come fare a resistere a tutti i messaggi che il suo corpo le sta inviando.
La nausea le è passata del tutto ed è stata rimpiazzata da un senso di fame. Fame? Roba da non credere, non provava quella sensazione da tempo, anche se il cibo era sempre nei suoi pensieri.
Uno sguardo all’orologio, è passata mezz’ora ma il tempo è dilatato dall’ansia.
Prende la mela e sta per addentarla. Ci ripensa e la rimette nella busta, poi la riprende, incerta .
Sabrina Ercole Bidetti

20 commenti:

  1. Sabrina ,sempre meglio! Bravaaa!

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  2. ho letto e mi piacque molto come il doppio si sviluppa in questo racconto che non ha un finale definito.
    sulla scrittura farei qualche intervento, sgrassare un po', per esempio l'incipit, lo renderei nevrotico:

    Ferragosto odore di medicine sala d’attesa pareti verde marcio un caldo insopportabile: Sara è arrivata con l'autoambulanza.

    una cosa che non va: la cioccolata fusa dal caldo non puoi addentarla.

    altra cosa: il corsivo non è necessario.

    filo di rossetto rosso..meglio filo di rosso

    bel racconto (la maestra è felice della nuova alunna, è cazzutissima!)
    gd


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    1. La cioccolata fusa non posso neanche morderla, posso semplicemente mangiarla?
      Non avevo pensato alle assonanze. . Rossetto rosso sembra uno scioglilingua. .
      Temevo che senza corsivo non sì capisse che erano pensieri di Sara..
      Grazie maestra , tutte critiche costruttive!
      Sabrina

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  3. Piace molto anche a me. All'inizio avevo pensato si trattasse di fame vera, cioè di mancanza di cibo per mancanza di soldi. Alle prime righe avevo già ipotizzato che la sorella fosse svenuta per mancanza di cibo...tipico, mi ero scritta un racconto per i fatti miei. E' proprio la portata del mio equivoco che mi fa riflettere: nelle società occidentali, in tempi di cibo eccessivo si può morire di fame per mancanza d'amore e non per mancanza di mezzi; nello stesso tempo, a tre ore di aereo da qui molta gente crepa di fame e basta. Magari con il sorriso sulle labbra. Un racconto che fa pensare. E non è vero che ha un finale indefinito: il finale è perfetto, se la protagonista mangerà o meno la mela non lo dovremo sapere mai. Brava la mia cittina, mi garbi.

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    1. È fame d'affetto e fame vera, ma per scelta.
      Non credo che bastino poche ore per guarire dall'anoressia, neanche con una terapia d'urto.
      Non so cosa deciderà di fare, dipende solo da lei.

      Sabrina

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  4. Tavoletta di cioccolato - profumo di cioccolato (avrei evitato la ripetizione) tra gli appunti alla scrittura che farei, le frasi vanno pensate per intero, se è voluta la ripetizione deve avere più senso estetico, non mi ha convinto tanto la psicologia di questa ragazza anoressica, nel leggere non l'ho trovata così credibile se non per la descrizione della sua magrezza, l'evento di ricomparsa della fame dovrebbe avere più impeto forse, dovrebbe essere più sconvolgente, lo avrei legato con più "nevrosi", come dice GD, all'ansia per la salute della sorella. Il finale invece, anche secondo me, è perfetto.

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  5. Grilletto, grazie x la critica.
    Non avevo fatto caso alla ripetizione.
    La fame dipende dall'antagonismo con la signora grassa (all'inizio il titolo del racconto era 'la sfida'), non dall'ansia. Sara è molto egocentrica, la cioccolata è un affronto verso di lei, forse non l'ho reso bene.
    Sabrina

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  6. Io ci ho sentito la tensione di un duello che si consuma tra la ragazza e la fame, di cui non si svela il vincitore, è un pezzo interessante, ma in effetti anche a me Sara sembra troppo poco sconvolta dalla situazione.
    Infatti io se fossi in lei, alla fine mangerei.
    (emoticon gnam) RQ

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    1. Il duello c'è, Sara non vuole cedere.
      Alla fine io mangerei, anzi credo che mangerò la barretta di cioc. . .di marzapane.
      ;-)
      Sabri




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  7. Fame o non fame questo pezzo dimostra come la scrittura possa crescere e cambiare in meglio con l' ausilio di buoni consigli. Non tutti hanno il dono di saperlo fare senza aiuto.molti hanno tante storie da scrivere ma non sanno come renderli al meglio.

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  8. Wood, sono una nuova alunna, devo ancora finire il corso. . Cerco di applicarmi!
    :-D
    Sabri.

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  9. Solo dopo ho notato che la foto riprende esattamente i personaggi inseriti nel racconto, mi chiedo se sei partita da quella e hai dato vita alla storia in questo modo, non ho mai seguito corsi di scrittura, magari questo è un suggerimento che viene dato per esercitarsi (ipotizzo), se così fosse hai fatto uscir fuori una situazione interessante, e forse se avessi insistito di più sulle emozioni avresti fatto anche meglio, in ogni caso a me sembra che il risultato sia positivo.

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    1. Yess! Partire da una foto per costruire una storia e' una delle tante esercitazioni della Holden. Credo che non sia riuscita a metterci tutte le emozioni perche' c'e' anche un limite di battute da rispettare,in quanto i racconti vengono letti,commentati e "uccisi" inclasse.

      Grilletto sei molto acuta nelle tue osservazioni,e'molto interessante leggere i tuoi commenti,ma quando scrivi un tema???

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    2. GD deve averne un paio, ma dovevano essere delle cagate pazzesche perché non ne è stato pubblicato nemmeno uno ... sono stati "vaporizzati dalla maestra" probabilmente

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    3. Ahahhh!! No e' che davvero si dimentica di metterli in bozze,e' tutto preso dallo studio matto e disperato,e credo tu sappia il motivo :)

      Ora lo cazziooo

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    4. si glielo dissi infatti di legarsi alla sedia per ammattirsi e disperarsi ... perciò non lo scocciai ... "passau su santu passada sa festa" si dice qui da noi (passato il santo passata la festa, credo che ormai siano un pochino anacronistici)

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  10. Sì, durante il corso ci hanno mostrato 3 foto , dovevamo sceglierne una e scrivere un racconto. Mi hanno colpito due personaggi così diversi e lo sguardo tra di loro, il risultato è questo.
    Sabri

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    1. continua continua continua, se ti piace scrivere non mollare mai!

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    2. Non credo che vi libererete facilmente di me ...in questi giorni ho scritto tre brevi racconti !
      E tu ? Quando leggerò un tuo racconto ?

      Sabri

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