sabato 26 gennaio 2013

Tema: Morgana

Sez. Your fetish
Svolgimento


“Morgana” l’insegna del negozio: pizzi, merletti, raffinatezze di stoffe e di colori, panna, cipria, albicocca e lillà. Sapeva di qualcosa di retrò, Riccardo immaginava  pin up avvolte da bustini con le labbra fuoco e le unghie lunghe laccate dello stesso colore. “Altro che le unghie delle squinzie di oggi, bianche e quadrate, che sembrano cucchiaini da gelato” – pensava- e si chiedeva chi dovesse avere così tanto buon gusto da scegliere articoli tanto ricercati, ed esporli nel modo giusto.

“Questa è la vera seduzione, il vero fascino, e non presentare  il sesso su un piatto d’argento, ma lasciarlo immaginare, perché il punto G parte dalla mente non dal corpo, anche per un uomo”. Riccardo era  fermamente convinto di ciò, ed era alla ricerca di un incontro appagante solo in tal senso, altrimenti niente. “Chissà che donna deve esserci dietro tutto questo”.  Se la immaginava bella e raffinata come Audrey Hepbourn o Grace Kelly, ma calda e scatenata disposta a dare il suo miele, come il personaggio di Milo Manara.

E così, carico di speranze e già un po’ eccitato Riccardo inizia a loggarsi al sito. Eh sì, perché Morgana non è un negozio reale, ma una vetrina virtuale; Riccardo, si è messo in testa che vuole conoscere a tutti i costi l’amministratrice di tutte queste prelibatezze, praline, babà al rhum, sacher torte, accompagnate da the caldo servito in tazze di raffinatissima porcellana inglese. Una donna con questo gusto deve avere senz’altro una bella sfogliatella spolverata di zucchero da offrirgli.

Si chiude nella stanza al riparo dai tre marmocchi, i suoi marmocchi, che giocano  nel corridoio, si sente come in un bunker antiatomico. Ha fatto un patto con i bambini, loro possono sparare e tirare bombe tutta la sera per tutte le sere e non diranno nulla alla generalessa, ovvero la loro mamma. Riccardo è esausto del suo matrimonio, Ottavia è una donna cattiva e fredda, dedita solo ed esclusivamente alla carriera. L’aveva affascinato per la sua forza, che poi l’aveva travolto. Orfana di entrambi i genitori cercava solo benessere e denaro. E così aveva incastrato Riccardo, quando erano molto giovani, lui scriveva poesie ma aveva ereditato un’azienda di famiglia che navigava alquanto bene, e lei gliela aveva tolta piano piano nel corso degli anni,  adesso era la regina indiscussa di un piccolo impero. Fisicamente l’esatto opposto delle ragazze di “Morgana” e della sua amministratrice: bassa, magra con il sederone, i capelli biondo-rosso, il viso pieno di efelidi e di rughe attorno alle labbra sottili, il fiato sempre pesante.

Riccardo era già da un po’ che chattava con l’amministratrice di Morgana e le aveva fatto capire che a lui non interessavano le sue ragazze ma solo lei, perché lei era una donna di spessore, che leggeva le poesie di Alda Merini – le citava continuamene -, colta, dolce, naturale. Raffinata.

Proprio quella sera, la sera dell’attacco alla fob in Afghanistan  nel corridoio di casa sua, riesce a strapparle un appuntamento in un bar del centro al tavolo vicino alla vetrina, quello ad angolo con la panca. Per riconoscersi entrambi devono portare un libro.

Mentre si reca all’appuntamento, spera di aver scelto un locale all’altezza di Morgana, come quelli delle foto che lei mette sul sito. Certo qui non siamo a Parigi ma a Milano, ma lo spera vivamente. Ha anche con sé un fiore. Attraversa la strada e una grassona lo urta con il suo culone, e gli arriva una ventata di puzza di bagna càuda. “Certa gente cosa ha dentro? Ha uno schifo e si vede anche fuori”. Il pensiero tocca fugacemente sua moglie, ma Riccardo non vuole rovinarsi una giornata così bella, il cielo è sereno e limpido e sta per fare l’incontro più appagante della sua vita, con la sosia di Audrey o Elizabeth Taylor, con la grazia di Margot Fonteyn, e il calore di “Miele”.

La grassona entra proprio nel suo bar, il “Trocadero” e va  a sedersi proprio al suo posto, quello con la panca.

“Scusi è occupato”

“Occupato? E che le minga tuo il bar, bello”

“Avrei un appuntamento proprio in quel tavolo”

“Avevi solo da venire prima, ciula, nei bar i tavoli non si prenotano con il numerino come all’alimentari, e se c’è qualcuno che ha diritto di precedenza quella sono io, che ci lavoro”.

“Cosa fa la rappresentante?” chiede ingenuo Riccardo.

La shura posa “50 sfumature di grigio” sul tavolo, ha le mani  piccole con le unghie corte e mangiate, una è nera, e gli risponde: “Ahahhaha sì la rappresentante delle pompe funebri”.

 Neanche di fronte all’evidenza Riccardo, con la sua rosa e la sua raccolta di poesie di Pablo Neruda, riesce a capire, avvolto dall’aroma di bagna càuda che esce fuori dalla bocca pittata di fuxia della signora.

Si arrende e si siede al tavolo vicino e aspetta. Come Godot.

Miriam Caputo

27 commenti:

  1. Cia Miriam! benvenuta in classe!

    Ho letto il tuo post curiosa fino alla fine di capire cosa sarebbe successo e wala'! ecco servita la sorpresona! ahahhahah!

    Chissa' a quanti è successa una cosa cosi', su vediamo se hanno il coraggio di dircelo :)

    A rileggerti presto, anzi prestissimooo!

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  2. Evanescente speranza...proprio come la fata Morgana in estate, che pare acqua ed è solo un'illusione ottica! Benvenuta, Miriam!

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    1. D'accordissimo con Alessandro, oltre che solidale con il Riccardo, che faceva meglio a starsene a casa con i suoi marmocchi e la megera. (emoticon gulp)

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    2. ops, benvenuta Morgana.

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  4. Grazie a voi dell' accoglienza! mi sento a casa :-)

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  5. Io non lo so cosa sia la bagna càuda, non ho ancora avuto il piacere e l'onore (o la sfortuna) di incontrarla - la Wood sicuramente alla prima occasione me la farà assaggiare (ma la vegan-version, altrimenti nisba)- ma leggendo il tuo post ho immaginato l'aroma (come lo chiami tu) venire fuori dalla bocca della signora e non è stata una bella sensazione.
    Ahahahahahahah
    Benvenutissima Miriam,
    a rileggerti presto!

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    1. Fede, quando si parla di bagna cauda non si parla di AROMA ma di puzza..credimi sull' alito.
      Voi di Palermo non potete immaginare, anzi il GD si.
      NON ESISTE la bagna Cauda VEGANA, non si potrebbe chiamare cosi' senza acciughe.

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    2. Wood, proviamo a farla? Ho giusto dell'aglio da utilizzare...

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  6. La bagna cauda è la prova dell'esistenza di Dio. Chi la mangia manda il proprio interlocutore a parlarci di persona. :) ma è buonissimaaaaa!!!!

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  7. Aglio + Acciughe + latte, come avrete potuto immaginare a me non piace!

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    1. Miriam!! Con il latte/panna è Bagna Cauda per "bambini" !! :)

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    2. Io non la so fare, mi hanno detto che si mette l' aglio a bagno nel latte...

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  8. Benvenuta Miriam !
    Racconto con morale x gli uomini che cercano avventure su internet. . Ciapa! ;-)
    La puzza di bagna caoda è terribile, io la mangio solo senza aglio !

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    1. Wood, e di Sabrina che la mangia senza aglio che ne dici? Si chiama Bagna Càuda anche questa? eheheh

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    2. Sabrina, la BAGNA CAUDA senz'aglio NON puo' fregiarsi di tale nobile nome!


      Uno la vuole senza acciughe , l'altra senz'aglio a sto punto pucciate le verdure nell'olio caldo come un pinzimonio!

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    3. Grazie Sabrina!
      Ragazzi io preferisco un piatto di pasta o una mega-pizza e dopo una fetta di torta :-P

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    4. Miriam sono d'accordo con te, vivo benissimo anche senza bagna caoda
      :-D

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. Anch'io do il mio benvenuto a Miriam. Bel pezzo conferma la regola! Chi vive di fantasie finisce per sbattere la faccia contro la realtà.

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