lunedì 24 ottobre 2011

Tema: dei traslochi, dell'amore e di altre catastrofi.


 Svolgimento
Ci risiamo. Mi dico sempre “io coi traslochi ho chiuso!”. Poi c’è sempre un non so che, una contingenza, un’urgenza, una smania di prendere tutto e cambiare casa. E vai alla fiera degli annunci con un andirivieni di trivani mansardati o no, terrazzo o giardino, balcone o finestre murate, wcd, doppi servizi, lavatrice sì o no, cucine più o meno abitabili, box auto, la bicicletta si può lasciare nell’androne. Privato o agenzie, numeri di telefono, appuntamenti agli orari più insoliti, centro storico o periferia. E poi il padrone di casa: contratto registrato o no, se registrato dichiariamo 200 € in meno. Perso nei deliri per mesi interi. 3 traslochi in un anno. Batto ogni record io. Che poi la cosa peggiore è doversi abituare al cambiamento. I rumori delle mattine. Quelli sono fondamentali. Voglio dire, se conosco una persona e voglio capire chi sia me ne accorgo da tre semplici elementi: le scarpe che indossa, la sua calligrafia, i rumori delle sue mattine. Non mi occorre nient’altro. Che io mica poi mi metto limiti. No, per niente. Libri, cd, dvd e tutte le cianfrusaglie che riesco a raccogliere per la città tra un rigattiere e l’altro. Via ad imballare il servizio di coppe Martini anni ’40, i miei calici da vino, le alzate di cristallo, le glacette di plexiglass, i quadretti di plastica souvenir stile finto-rococò anni ’70, cornici anni ’50, specchi di varie dimensioni, bottiglie e bottigliette ed una miriade di oggettini e soprammobili cattura polvere che tutti i miei amici chiamano “negghie”. Ma a me piacciono assai le mie nebbie e non riesco a disfarmene.
Stavolta però mi sono incastrato da solo: ho firmato un contratto (finalmente sono in regola!) quadriennale. Certo la cosa mi mette un po’ d’ansia ma almeno non traslocherò per un pezzo di vita. Centro storico, vicino ai mercati, quartiere multi etnico. Casetta indipendente con giardino e terrazzo. Una figata insomma. Vivo in mansarda che mi va benissimo e sembra che tutto sia regolare a parte l’altezza. Vero è, non sono un Watusso, ma posso sbattere la testa. Una fortuna per uno che la testa ce l'ha più o meno deforme, ne piglierà una, di forma intendo, o forse no. Ma va bene così, lo giuro. Il padrone di casa è simpatico e i vicini pure. Solo il sabato e la domenica mattina non sono tanto simpatici perché fanno le pulizie i miei vicini e ascoltano i cantanti neomelodici. E a me non piacciono tanto quelle canzoni anche se fanno fare bene le pulizie. Poi ci sono tre gatti randagi ai quali non ho dato ancora un nome né delle polpette avvelenate. Non è giusto. Dare un nome ai gattini randagi intendo. Ci sono lavori per adesso e il manto del vicoletto dal quale si accede alla porta di casa mia è stato tolto per scavare e sistemare la rete fognaria di una palazzina in ristrutturazione; ha piovuto e, a parte che si son sporcati i vetri che avevo pulito con cura, c’è un po’ di fango che per fortuna non è entrato in casa. Ho una taverna a due passi e la cosa mi rasserena.
Un paio di settimane addietro, ospite del programma “Che tempo che fa”, Ivano Fossati, durante l’intervista con Fabio Fazio, dichiara di voler andare in pensione. Scelta davvero saggia. Ultimamente non è che lui sia stato poi così interessante … i suoi lavori più recenti sono parecchio deludenti. Vero è che non ci sono più le grandi voci femminili e le personalità forti che hanno caratterizzato la musica leggera degli anni ’70 e ’80 in Italia, e questo avrà influito molto nel suo ultimo percorso. Sono contento per questa scelta. Credo che ci sia bisogno oggi in Italia di gente che decida di lasciare tutto perché non ha più niente da dire. In molti dovrebbero seguire quell’esempio che è sinonimo di grande saggezza.
Negli anni ’80 il nostro cantautore incise un suo brano che inserì nell’album “Le città di frontiera”. Successivamente lo affidò alla grintosa voce di una, allora, brillante Loredana Bertè. “Traslocando” appunto, e il ritornello fa:
E i miei amori uscivano dai cassetti
e dalle scatole di latta
qualcuno in macchina, altri ancora
solo in maglietta
e correvano via, giù per quelle scale via
ognuna sola e a bordo
della sua fotografia
traslocando.

Porca paletta quanta verità! Mentre mettevo la mia roba negli scatoloni vedevo i volti dei miei amori, uno per uno, e sorridevo inebetito. Mi causò, ovviamente, un ritardo preoccupante e tempi biblici di preparazione e sistemazione dei fagotti. Che poi, diciamoci la verità. Io mi innamoro troppo. Una sera mi innamorai 21 volte. Non erano infatuazioni, ne sono certo. Quei colpi di fulmine in cui in 30 secondi vedi scorrere l’intera vita insieme, dal primo appuntamento alla vecchiaia trascorsa seduti in poltrona. Qualche settimana fa ci fu un concerto in piazza Rivoluzione e raggiunsi i  miei amici. Erano appena trascorsi 10 minuti e mi ero già innamorato 15 volte. Ed è bello dire a se stessi “questa volta è diverso” o anche “è l’unica persona che io abbia mai amato in tutta la mia vita”. E scatto foto, col telefonino. Certo con questi amori io non avrò mai foto con sfondi della Tour Eiffel o del London Bridge da esibire su una cornice digitale posta su uno sparecchia tavola di una sala da pranzo, ma non importa perché io non ce l’ho una cornice digitale. E soprattutto in queste foto io non compaio mai, le scatto di nascosto ai miei amori. Quando torno a casa passo le foto dal telefonino al mio pc e le guardo, in silenzio, amando quei miei amori che ad ogni trasloco fuggono via dalle scatole di latta e dai cassetti.

Io di traslochi non ne voglio fare più e vorrei anche che questi miei amori restassero per sempre dentro al mio pc. 

VB













3 commenti:

  1. ehi Vito! azz, i traslochi ti fanno benissimo, è un post che merita di essere un romanzo, la parte finale te la invidio (magari la riciclo).
    Ma come hai trovato uno disposto ad affittarti una casa? ahahhahaaha
    GD

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  2. Mi piace molto e ancora di più mi piacciono le "negghie". Una casa senza negghie è una casa asettica, senza vita! Lo dice una che, per motivi non imputabili alla sua volontà, in sei anni ha cambiato otto case e quattro città e tutte le volte si è ripromessa, invano, di non accumulare più "negghie". In uno dei traslochi tra una città e l'altra il corriere ha caricato 12 enormi pacchi di negghie. Ormai ad imballare penso di essere più pratica di un'agenzia di traslochi! Il mio trasloco più recente è stato un anno fa e in quell'occasione mi sono ripromessa che sarebbe stato il penultimo, prima di quello definitivo che mi riporterà, spero presto, nella mia amata e colorata Palermo dove tu ti muovi serafico fra i colorati vicoli del mercato storico.

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  3. ti conosco da poco e leggo te da poco..ti trovo fantastico e sono molto curiosa di vedere la tua mansarda...anche quella sera con me ti eri innamorato almeno 6 volte in 15 minuti, e questo è il bello di te! sono sempre quella di questo è il mio spazio:-) ti cerchero tra 1000 sguardi per bere una birra insieme, ormai ci riconosciamo sempre...:-)

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