lunedì 10 febbraio 2014

Tema: Fiamma

Sez. Mi sono innamorato di te perchè
Svolgimento


“come le legne accese le une colle altre maggiormente s'infiammano,
come le monache ferventi di amor di Dio
le une colle altre sempre più s'infervorano di santo ardore”
Giuseppe Frassinetti – La monaca in casa (1862)


Non è mai bene per una fanciulla parlare in questo modo, lo so, ma possa Dio perdonarmi se in una di queste lettere che ti mando io non dica la verità, non una parola in più o in meno (o anche una fuori posto) per descrivere ciò che sento, e sebbene io qui sia soltanto una novizia, lontana dal potermi ritenere una giovane pura e devota al Signore - e tu invece molto più vicina a ricevere in te il suo amore - voglio poter credere di parlare senza vergogna, e se Dio vorrà punirmi sarà una questione tra me e lui, poco importa la parola della Madre Superiora e delle altre sorelle, per loro non serbo nemmeno rancore, ma è Dio stesso che preserverà questo scambio; e se ho ricevuto una tua risposta, significa che faccio bene ad essere contenta perché vuol dire che non mi ero sbagliata, dentro di me lo sentivo, io sapevo di aver visto altro, ne ero certa. 
In ogni amicizia c'è una parte visibile e una celata da altro, che sia banale amor fisico o mentale, edulcorato o ignorato, e però esiste, c'è, e la sua voce pressante diventa sempre più forte, e da quando ho trovato la busta con su scritto il tuo nome, i miei pensieri hanno spinto fuori dalla mia mente tutte le difficoltà banali della vita in convento: preparare la colazione e subito dopo il pranzo, pregare, aiutare le sorelle in difficoltà, sono tutti espedienti per incontrarti, anche solo nel corridoio durante il cambio di turno per le preghiere e quando invece rendiamo grazie a Dio, io siedo due o tre posti dietro di te, a guardarti mentre preghi, e cerco di immaginare se dentro quelle tue preghiere ci sono anche io. 

Marie, possa Dio avere pietà delle nostre anime se ciò che dice la Madre Superiora è vero, ma il mio sentimento è reale, non contro natura anzi, è nato nella maniera più naturale e poi cresciuto altrettanto naturalmente, io non ne ho paura, ti prego di non averne neanche tu.
Aspetterò con ansia una tua risposta.

Lilas



Federico Orlando

46 commenti:

  1. breve e intenso, capace di evocare una storia con i non detti che abitano le pieghe di questa lettera
    un bravo e convincente Federico....
    Meis

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie!
      Argomento di sociologia delle omosessualità, la storia delle fiamme mi è piaciuta fin da subito, da tempo volevo scrivere un pezzo su queste figure.

      Elimina
  2. Un pezzo sentito nel contenuto, misurato nella stesura. Senza sensazionalismi e frasi ad effetto. Hai saputo mostrare più il sentimento che la passione e quando si parla d'amore non sempre è così facile. Sembra di sentire la voce di lei, tono basso di lei e sincero. Bravo Federico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Jole.
      Hai ragione, l'obiettivo era proprio quello di non creare sensazionalismi con frasi ad effetto.
      Grazie!

      Elimina
  3. FO, avevo letto il pezzo prima che tu lo mettessi in bozze e lo rileggo.
    Rispetto a tante scritture semplificate, destrutturate, elementari nel posizionamento degli elementi del sintagma, qui c'è grande maturità scrittoriale, a cominciare dalla litote iniziale che introduce subito in un mondo di negazioni. E questa cosa vale mille, questa cosa determina una scrittura intensa. Il "Non" iniziale è rafforzato dalla richiesta di perdono. Si crea una tensione che magari fossimo tutti in grado di farlo allo stesso modo. Tale incipit di grande spessore richiede che il prosieguo sia altrettanto forte, e lo è. Il tema dell'amicizia è trattati superbamente. Quindi tutto sarebbe grandioso.
    Sarebbe.
    Giunti alla fine del pezzo io rimango deluso. E mi chiedo: qual è l'urgenza di questo pezzo?
    Raccontare di un'amicizia proibita? Raccontare di una sofferenza?
    Forse. Perchè altri elementi subentrano. Il dosaggio degli ingredienti è riuscito male.
    Sembrerebbe che pathos e raffinatezza siano posti al servizio di una vicenda il cui intento è dimostrare che tra le monache succedono fatti di sesso, relazioni carnali; sembrerebbe che questo sia il solito pezzo denigratorio verso le istituzioni religiose che invece vorrebbe castità e purezza, più o meno gossip lettarario.
    Premesso che delle istituz religiose non me ne frega più di tanto, però ritengo che ci sono argomenti che hanno avuto già una trattazione che ha raggiunto vette. Mi riferisco a Justine, o le sventure della virtù, del Marchese De Sade.
    Neanche Gertrude si pone troppi problemi: quando non c'è fede (Jole, supportami) allora c'è ambizione, sete di potere. viceversa ci si può sempre "spogliare".
    Chi vuol trattare l'argomento "sesso in convento" per me deve porsi quanto meno l'obiettivo di provare a superare il testo citato (ma non è detto che tutti lo conoscano).
    Il "sesso in convento" è pruriginoso solo per i benpensanti, cosa da distinguere e tenere lontana dall'altro tema, quello ben più grave: "violenze sessuali in convento".
    Per me, caro FO, questo pezzo è una grande occasione sprecata. Peccato, perchè nella strutturazione del fraseggio c'è una grande lezione di scrittura: hai capito in pieno cosa significa "slittamento", cosa significa scrivere in quella forma dove l'autore riesce a catturare il lettore, a fargli girare pagine una dopo l'altra senza che si possa staccare dal testo.
    Per me, quello che manca, è la dimensione umana, elevare il dramma particolare ad una dimensione universale, partire dalle mure ristrette per allargarsi al mondo intero.
    E invece la tua rimane la sincera sofferenza di una novizia elevata a motivo per parlare di superamento e inadeguatezza di alcune strutture che orbitano attorno alla Chiesa.
    Sembri essere precipitato nella trappola dell'effetto speciale.
    Giorgio D'Amato


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Fil,
      intanto grazie veramente per questo commentone che hai fatto (non l'ho misurato, ma è pure più lungo del pezzo, eh? Ti sei impegnato!).
      Mi dispiace che tu sia rimasto deluso.
      L'urgenza del pezzo è la stessa di tutti gli altri pezzi che scrivo/che scriviamo: raccontare una storia, far luce su un periodo storico, descrivere un sentimento umano.
      L'intento non è mai stato (neanche durante la stesura) dimostrare che tra le monache esistano fatti di sesso (sono stato ben attento a non lasciarlo intendere) né, tantomeno, denigrare le istituzioni religiose (la spiegazione di questo te la do successivamente). Mi dispiace che sia arrivato questo, non era il mio obiettivo, credimi (evidentemente non ci sono riuscito).
      E invece l'obiettivo iniziale era proprio quello che hai detto tu: elevare il dramma ad una dimensione umana, ma per spiegartelo parto dalla storia reale (ma prendila come semplice spiegazione storica, non come giustificazione):
      le fiamme erano quelle figure che nei luoghi femminili (ho inserito il convento ma poteva benissimo essere un collegio femminile o boh, mi piaceva il convento per rafforzare l'idea di regole, leggi anche tacite/sociali che vigono sugli individui) si pensava convertissero le altre al lesbismo, spesso erano le novizie che nei trattati di sociologia venivano descritte anche fisicamente (cose assurde che Lombroso al confronto era un sempliciotto).
      Torno al mio pezzo.
      Partendo dal fatto che non esistono storie universali, che abbiamo tutti percorsi diversi e che, quindi, a diversi livelli, possiamo apprezzare ciò che leggiamo perché vanno a toccare le corde giuste dentro di noi, io credo che il convento possa essere “universalizzato” in società e novizia in semplice persona con sentimenti e desideri che prova ad esprimere ma che, purtroppo, non può. E sono storie di tutti i giorni, a prescindere dal periodo storico, dalle due parti di una relazione. Sono, in una parola, universali.
      Che la storia possa essere limitata molto dal fatto che sia ambientata in un convento mi pare alquanto riduttivo, è possibile che la parola “convento” (o comunque tutto ciò che orbita attorno alla chiesa) tiri fuori un po' di pregiudizi nel lettore?
      Dopotutto, prova a sostituire le parole che riguardano la chiesa con parole che fanno parte del campo della scuola o boh, fai tu, il risultato per me è esattamente lo stesso.
      E però quanto mi piace che da una storia di poco più di venti righe vengano fuori tutte queste riflessioni!
      Grazie un sacco!

      Elimina
    2. Giorgio, sinceramente, mi pare che tu sia andato fuori tema con il tema di Federico. Diciamo così (mia impressione) hai sconfinato oltre il "detto" del nostro autore. A di là delle istituzioni ecc ecc ecc qui si narra di un sentimento che non sappiamo se corrisposto o meno (resta in sospeso, lei aspetta) magari maturando l'idea o arrivando la risposta si potrebbe prendere atto della propria natura e lasciare il convento, ma questa è tutta un'altra storia. E' innegabile che chi entra in convento pure con tutta la buona volontà non perde la sua fisicità, nessuno viene castrato, e questo rimane un problema. Ma Federico proprio qui non mi pare che abbia rischiato la volgarità o abbia scavato in modo subdolo. Per quanto riguarda la tecnica, a volte penso che saperne poco riesce a far gustare meglio certi scritti, così come saperne molto riesce a fare gustare i capolavori.

      Elimina
    3. @FO: periodo storico, vicenda umana, grande interrogativo sono i tre elementi che DEVONO esserci in una narrazione che voglia essere interprete del proprio tempo, e poco importa che il diciottesimo secolo venga analizzato attraverso un manoscritto del seicento, che lo spiazzamento conoscitivo gaddiano parta da un fatto particolare come il fatto di via Merulana. L'universalità si crea, così come nel diritto, affrontando fattispecie adattabili - per estensione - anche a casi previsti dalla norma. Se di universalità vogliamo parlare, la società di oggi la vedo più anarchica che costretta, dove la norma esiste solo per chi non ha spavalderia, dove gli spavaldi si ergono a maestri di pensiero provando a destabilizzare i pilastri del nostro ordinamento.
      I grandi classici sono universali, leggiamo oggi di Lady Macbeth e riconosciamo chi, pur avendo provocato grandi crimini-delitti-sfaceli, ritiene di avere, nonostante tutto, un cuore così bianco. Ma pensiamo ai grandi sentimenti che attraversano la condotta umana - odio, invidia, ambizione, amore, amicizia, perfidia -: non c'è un classico che non sia riconducibile all'universalizzazione di una condotta verso uno dei sentimenti citati.
      La potenza di una scrittura sta lì, parlare di amore e parlarne per tutti a nome di tutti, parlare di odio e arrivare ad una definizione di questo sentimento attraverso parole e analogie in cui tutti si riconosceranno.
      L'universalità è la cifra della grande scrittura. E a questa bisogna puntare.
      Le norme di un convento oggi non mi sembrano metafora di una società castrante, le nome che oggi ridimensionano l'individuo le vedo altrove, le vedo in un sistema di scatole cinesi in cui l'individuo perde la possibilità di decidere del proprio futuro, di realizzarsi anche in un progetto minimo di emancipazione economica.
      Del tuo pezzo, ribadisco, mi rimane questa sensazione: un grande quadro dentro una cornice troppo stretta, non adatta nè per misure nè per ornamentalità.
      Togli la cornice (cosa che ti avevo suggerito) e il tuo pezzo troverà l'ampio respiro che merita.

      @Jole: non sono io a sconfinare, casomai è Federico che ha posto dei confini castranti alla trattazione dei sentimenti della novizia. Federico, cosa che mi ha confermato parlandone (dico giusto?), non si è nemmeno reso conto di aver posizionato il suo pezzo in una cornice poco adatta per misura e per qualità.
      E ancora: il nostro obiettivo di gente con la penna in mano è quello di migliorarci, io mi chiedo sempre perchè un brano mi piace, perchè funziona; e allora guardo a come è stato costruito, alle estensioni delle principali, all'uso della punteggiatura. C'è una cosa che si chiama "ritmo"; è la potenza del ritmo che trascina il lettore dalla prima all'ultima parola della narrazione. E il ritmo prescinde dal registro o dalla trama. E' una qualità intrinseca, qualcosa che scorre sotto le sembianze del tessuto narrativo. Tutto parte da lì. Se non c'è, il lettore chiude un libro e ne prende un'altro.
      gd

      Elimina
    4. errata corrige: "casi non previsti dalla norma"

      Elimina
    5. Caro "Svolgimento" , chi sei ?

      Elimina
    6. sono GD, maestra, stai calma! ahaahhahahahah

      Elimina
    7. Mi sono reso conto (come fai a sapere di cosa mi sono reso conto oppure no?) di come tu ti stia facendo limitare dal racconto ambientato nel convento definendola addirittura cornice (quando ti ho pure detto di sostituire le parole riguardanti la chiesa). Secondo me qualche pregiudizio, da parte tua, c'è e mi dispiace.
      L'emancipazione economica è solo uno dei tanti aspetti della vita di un individuo, che sia più o meno importante oggi beh, c'è da aspettarselo, non mi pare sia una grande intuizione, perdonami.
      Hai mai sentito parlare di Ivan Illich? Beh, Illich sostiene che gli istituti scolastici non siano altro che istituti d regole, un modo per dire alla gente qual è il loro posto nel mondo, mettendo in discussione la nozione di "scolarizzazione obbligatoria" (ma qui andiamo oltre). Il punto è che io non vedo (ma credo di non essere il solo, aspetto conferme) la cornice castrante che vedi tu.
      La società di oggi io la vedo in altro modo, visioni differenti. Appunto.
      Lungi da me volermi accostare ai classici da te citati ahahaha il punto è un altro, come hai detto (e ti invito a rileggerti):
      L'universalità si crea, così come nel diritto, affrontando fattispecie adattabili - per estensione - anche a casi previsti dalla norma.
      Bon, quello che vedi tu, io non lo vedo, magari nessuno dei due ha ragione, no?

      Elimina
    8. ovviamente c'è anche il NON mancante nel mio pezzo.

      Elimina
    9. Io non metto in dubbio le tue intenzioni, ma il risultato.
      Le tue intenzioni erano buonissime, ottime anzi, tant'è che lirismo, ritmo, intensità non mancano, il risultato è di due tacche minore.
      Come scrissi prima, solo un problema di dosaggio di un ingrediente: il tuo pezzo lo hai incorniciato male. Se lo leggo al di fuori della cornice allora torna ad essere di grande respiro.
      Togli la cornice.
      Ma è solo un mio pensiero... nevvero?
      GD

      Elimina
    10. Te lo farò avere anche senza cornice castrante (ma questo fatto della cornice mi pare solo un castello di sabbia)
      eheheh
      Grazie, Fil!

      Elimina
  4. Non tutte le scritture obbediscono ad una motivazione indagabile né ci sono "urgenze" di ordine civile, politico, di denuncia o simili. Alcune scritture pur nella messa in opera di litoti e tutte le formule che si possono apprendere a dei corsi, riescono a convincere senza che vi si insinui il punto di vista, quasi manzoniano, dell'autore. La condanna delle istituzioni non è necessaria all'economia del racconto che parla mi pare di tutt'altro
    Meis

    RispondiElimina
  5. Se dico semplicemente MOLTO BELLO e FINE , sono troppo banale in questo ginepraio di commenti che sembrano usciti da un trattato di chi ce l'ha piu' lungo e duro ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. con Federico sto allargando l'esperienza laboratoriale a questo post, con lui, Valeria, Lucia e tanti altri ci sono delle intese, con FEderico - in particolare - abbiamo un rapporto paritario in fatto di critiche e commenti, faccio quotidianamente tesoro di quello che lui vede nei miei pezzi (da due anni in qua legge quello che mando in pubblicazione prima che io lo invii ad altri e a lui mi rivolgo proprio perchè non esita ad usare il coltello).
      poi ognuno commenta come vuole.
      GD

      Elimina
    2. L'onestà intellettuale di dire mi piace, non mi piace, ma soprattutto perchè.

      Elimina
    3. Ecco da dove nascono a volte i fraintendimenti. Il vostro laboratorio porta a confronti e lezioni fatti in altra sede e noi (io) restiamo spiazzati da un commento tanto articolato. Giusto :scuola è e scuola rimane.

      Elimina
    4. @Wood: Grazie!
      @Jole: Ahahah Jole, grazie al laboratorio lavoriamo sulla scrittura, il fatto di essere in 7/8 aiuta molto a confrontarsi con realtà e stili diversi. Per favore, non la chiamiamo scuola che altrimenti sembra che ci sia un senso unico, il lab è pentolone di pensieri e confronti, tipo un minestrone vegano, alla fine ognuno avrà la stessa cosa! ahahahah

      Elimina
  6. Mi piace molto questa voce dal convento.Mi hai convinta Fede! Non ho trovato per nulla morboso o pruriginoso il tuo pezzo. Anzi, è delicato è riesce a condensare in poche parole ciò che molte donne per troppi secoli, e tuttora, sono costrette a tacere.Quindi scritto da te vale doppio! Complimenti.

    RispondiElimina
  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  8. Ho trovato un Federico nuovo, non usuale e lo ho apprezzato tanto. Una scrittura illuminata da una luce soffusa sotto la quale ardono "fiamme". Fiamme che sotto questa veste non conoscevo e che mi sembrano un pretesto letterario inquietante e affascinante. A me è piaciuto, qualche pennellata in più a questo bel dipinto avresti potuto darla, comunque il quadro è già bello così.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie!
      anticipo Raimondo: emoticon infiammabile!

      A presto!

      Elimina
  9. Appena avrò altri due minuti leggerò i commenti, intanto ho letto il pezzo e a me è piaciuto una cifra: una storia semplice ma terribilmente complessa sentimentalmente parlando, che hai saputo ben narrare attraverso una scrittura eccellente.
    Bravo Fede.
    L.I.

    RispondiElimina
  10. Il pezzo mi è piaciuto molto e questo lo avevo già detto a FO, avevo anche notato - come ha detto Adele - che è notevole il cambio di registro e di linguaggio, il quale rende la lettera molto credibile, potrebbe essere stata scritta davvero da una novizia, nel passato. GD ha parlato di ritmo: secondo me questo pezzo lo possiede, le frasi si snodano da sè, è una cosa che apprezzo veramente tanto in uno scritto. Sempre a mia opinione, la cornice del racconto non è castrante: anzi fornisce un'ambientazione storica interessante a una narrazione che ha poi i caratteri universali di cui avete parlato. Comunque è stato molto bello e interessante leggere post e commenti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Val!
      Ma infatti sai che è una versa soddisfazione che un post così piccolo sia riuscito a tirare fuori così tante riflessioni sulla scrittura e non?

      Elimina
  11. Ho già commentato su Fb ma qui dico che non ho letto tutte le critiche di GD. Lui riesce sempre a far stare male. di amore si parla e amore è. In questa cornice che non è così retrò. Ci sono elementi per dire che accade che ci siano ancora i conventi, anche se sempre menogiovani vi ci si chiudono. L'atmosfera è leggera, accadeva e accade. nient'altro. Raccontato come un soffio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. CLA, non trovai il tuo commento su fb ma ti rispondo qui.
      Grazie veramente tanto,, come ho detto sopra la cornice potrebbe essere pure un'altra, secondo me.
      GRazie

      Elimina
    2. Quella scolastica, ad esempio, lo sfondo non deve per forza essere un convento, tant'è che storicamente le fiamme non appartenevano solo ai conventi ma a tutti i luoghi femminili.

      Elimina
  12. Non vi posso lasciare soli un attimo e adesso mi tocca leggere tutto questo popo' di commenti. E non ho ancora neanche letto il pezzo. (emoticon ci vediamo dopo)

    RispondiElimina
  13. Wow Fede, questo pezzo è come una torta i cui commenti permettono di lievitare e di dorare al punto giusto: tu sei senz'altro il bravo cuoco, ma ho l'impressione che il forno, anzi pardon la fiamma, sia il D'Amato.
    Ho goduto ad assaporare il pezzo e a valutarne la cottura e l'eccellente colore.
    Per rimane SI.
    L.I.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ahahahah, io questa cosa del forno non l'ho mica capita per intero, sai?
      QUando ci vediamo me la spieghi (nni viremu a nisciuta!)

      Grazie L.I!

      Elimina
  14. Federico ha saputo parlare con una voce diversa dalla sua, ha scritto una lettera d'amore intensa pensando di essere una novizia, con tutte le sue apprensioni, secondo me lo ha fatto molto bene. (emoticon infiammabile)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche Raimondo sta parlando con voce diversa dalla sua ahahahah
      Grazie, Raimondo!

      Elimina
  15. Cerco di immaginare se dietro quelle tue preghiere ci sono anche io.
    Amore epistolare, segreto ma naturale e semplice. Un amore che ama senza sapere se è amato, si accomada dietro e resta a guardare.
    Un amore che aspetta...
    Brano particolare che intetessa -lo dimostrano i 41 commenti.
    Bravo Federico!

    Nina

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che interessi il brano boh, non lo so, il fatto che siano state fatte tante di quelle considerazioni anche sulla scrittura, quello mi è piaciuto molto.
      Per quanto riguarda il pezzo, ho immaginato le difficoltà, all'interno di un sistema di regole severo, di queste giovani che si innamorano alla follia e che non possono portare alla luce quello che sentono.

      Elimina
  16. Togliti questo nome per commentare o non ti leggo più! Oppure completalo aggiungendo "so" a moccio. Cià
    AG

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ahahahaha dopo questo commento vado a suicidarmi.

      Elimina