mercoledì 6 marzo 2013

Tema: Le rose e il cotone

Svolgimento

Il sole caldo del pomeriggio era solo in parte schermato dalle tende di pesante velluto verde del salotto, dove Emma sedeva sul divano con un fare educatamente impettito; appariva rilassata con la tazza da tè in mano ma era solo la posa di una dama dabbene che cerca di far sentire tutta la gratitudine possibile alla padrona di casa per quale meravigliosa ospite lei sia. Emma era magnifica nel suo abito color zafferano chiaro, quello con le roselline che lei tanto amava; la sua interlocutrice era una donna di condizione più che agiata, moglie di un possidente terriero: un parvenu, rabbrividiva Emma pensandoci, e per di più irlandese. Lei, Elena, per lo meno era francese di nascita e aveva avuto la ventura di sposare un uomo che l’aveva portata in Georgia come signora di una ricca piantagione. 
Elena aspettava un bambino, e voleva farlo accudire da una donna europea, o meglio francese perché per quanto si potesse fidare delle schiave della tenuta non voleva affidarlo a loro. Aveva conosciuto Emma grazie ad amici dei quali era ospite da qualche giorno, e le era stato sussurrato quale vita sfortunata avesse avuto e come fosse venuta in America per cercare di ricominciare tutto come in un sogno. 
Conversavano in maniera molto affabile ma Elena desiderava scavare in quel passato che l’altra cercava di nascondere; tra un’allusione e un indizio riuscì a farsi un’idea abbastanza precisa del motivo che aveva fatto attraversare l’oceano alla signora Bovary: suo marito era un medico di provincia, e la tradiva con diverse sue pazienti; aveva persino dissipato tutta la sua dote per quelle donne, al punto che lei gli aveva chiesto la separazione. Lui gliela negò, dovendo garantirsi una rispettabilità nella sua condotta; disperata, dopo anni di angherie decise di fuggire, e una notte s’imbarcò di nascosto. Il marito inscenò un finto funerale, stilando un atto di decesso per avvelenamento da arsenico, mentre faceva anche circolare la diceria orribile di un patetico suicidio di Emma perché si era vista abbandonare dal suo ennesimo amante. 

Una donna sorvegliava tutta la scena discretamente, con due occhi neri grandi come laghi in un volto di bambina. Quella donna non le piaceva, no. Prese una decisione dettata dall’amore per la padrona: andò dal padrone, ben sapendo che rischiava di essere frustata a ogni parola ma sapendo altresì che lui l’avrebbe ascoltata perché era un uomo giusto. 

- Mist’ Geraldo, io essere molto preoccupata per Miz Elena. Quella francese riempire sua testa di fandonie, e adesso Miz Elena vuole che alleva lei suo bambino. Che cosa mai potere insegnare a piccolo una che chiamare “canapè” un divano e mettere mazzi di rose finte dentro scollatura? Che cotone si raccogliere da solo e patate saltare dentro forno quando uno battere mani? Voi dovere parlare con Miz Elena prima che essere troppo tardi, vi scongiuro in nome di Nostra Signora di Knock e di Beata Vergine di Guadalupe! 

- Ci penseremo domani, Mammy. Dopotutto, domani è un altro giorno. 

Mauro Melon

17 commenti:

  1. Per me Melon sa fare di meglio. L'intreccio e il capovolgimento delle due trame, quella di Madam Bovary e di Via col vento, non mi convincono molto. L'incipit (a me, e ribadisco " a me") risulta lungo e poco comprensibile (non ho capito se Emma è andata da Elena oppure al contrario.)Infatti: Può l'ospite far sentire gratitudine alla padrona di casa (che in questo caso dovrebbe essere Elenea) per quale meravigiosa ospite lei sia? C'è dissonanza! Infine, la morale dovrebbe essere che ovunque uno vada non c'è riscato? (al contrario, appunto, di Rossella?) Non me ne volere Melon, ma se non ti sapessi capace di altro nemmeno parlerei.

    P.s. per la maestra: Grazie, mi sono misurata la febbre e sono guarita dalla Comite (non me lo aveva detto mai nessuno) Brava la Maestra!

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  2. dissentendo completamente dal precedente commento, apprezzo e sorrido del gioco, così volutamente e ironicamente dissacrante rispetto al romanticismo di cui si è sempre ammantata la bovary....melon non si prende mai sul serio (sia che parli di pioppi che di mammy e si sente, così come ne risente la scrittura)
    Meis

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    1. Sono d'accordo con quello che ha detto Meis, dissacrante è la parola giusta, però anche secondo me il pezzo va rivisto un po', è vero, le situazioni contaminate sono buon materiale di scrittura.
      Ah, e "domani è un altro emoticon", di RQ, nel commento successivo, è fortissimo ahahah, ancora rido!

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  3. Ma la più simpatica resta Mammy con la sua polemica.
    (domani è un altro emoticon)

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  4. La contaminazione è divertente, forse il gioco avrebbe potuto essere ancora più estremo e coinvolgere anche l'uso del linguaggio. Fino all'arrivo sulla scena di Mammy, il lettore infatti sonnecchia un po' e Melon rischia di perderlo. Comunque apprezzo l'invenzione e mi piacerebbe vederlo riscritto dalla Wood.

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  5. Bella l'idea di combinare questo incontro tra Emma e Elena /Rossella.... Visto che entrambe mi sono sempre state antipatiche il thè che prendono insieme non potrebbe essere avvelenato? La vendetta di Mamy...

    ;-)

    Ps : sulla scrittura di Melon nulla da dire: scrive bene, è risaputo...

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    1. Minkia Sabbri,come dice una nostra conterranea. Mi stai diventando sempre piu' crudele! Si " muoriamole" tutte!

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    2. Credo d’aver letto la Bovary a quindici, massimo vent’anni: la sola cosa che mi sia rimasta di quel libro è la voglia di sfondare il cranio di Emma con le stecche di balena del suo bustino o con qualsiasi oggetto a portata di zampata, e ancora a distanza di numerosi lustri fa capolino quando la sento nominare. Emma non è una giovane ingenua come Eugénie Grandet, tradita dalla vita e dall’amore; non è una caparbia amante del potere come Milady *** o un’innocente come Costanza Bonacieux o una Fleur-de-Marie; forse mi ricorda di più una Germinie Lacerteux (tra parentesi, Flaubert aveva un’ottima opinione di quel libro), ma per me rimane una vanesia deficiente, egoista e anche un po’ carogna. Una fallita, per di più. Sì, non che quel marito che si ritrovava fosse chissà quale capitale, e non le rimprovero per nulla gli amanti, ma c’è modo e modo anche nell’infrangere i tabù della morale. Emma non aveva stile nemmeno nel tradire. E chi meglio di un’oca vanagloriosa avrebbe potuto allevare una ragazzina sfrontata, capricciosa e superba come Scarlett O’Hara? Una donna che dopo essersi giocata la reputazione al paesello avrebbe benissimo potuto immaginare di scappare, piantando il marito a cercare di coprire la fuga della moglie inventando emerite balle (cosa che fa anche nel romanzo, poiché cerca di far passare il suicidio di Emma per un incidente, come se tutti a questo mondo tenessero l’arsenico nella zuccheriera perché sono balenghi). Così Emma scappa in America, dove cerca di rimbambire un’altra francese, figlia di un ufficiale napoleonico: Elena Robillant, la cui madre era nota per essere una civetta. Emma vende a Elena la sua storia dopo averla aggiustata un po’, attribuendosi il ruolo della vittima. Elena ci cade? Magari con tutte le scarpe? Forse sì, forse no. Intanto per fare colore locale e per ambientare la cosa a Tara ci mettiamo le tende verdi di Elena, che faranno talmente scalpore quando Rossella le trasformerà in un magnifico vestito che la Mattel realizzerà anche una Barbie con quell’abito. E ci mettiamo un altro tratto universalmente noto: “Domani è un altro giorno”. E Mammy, che non può mancare.

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  6. Ho letto per la prima volta Madame Bovary due anni fa ed è diventato uno dei miei modelli di scrittura: Flaubert sa intrattenere, ogni 15/20 righe ce n'è una più forte di tutte le altre e che ti porta ad una riflessione o ti suscita un sorriso o comunque uno stupore. Flaubert si diverte nello scrivere di Emma Bovary e il divertimento passa dalla pagina al lettore e benchè relativamente lungo, sono davvero poche le pagine "datate".
    Sul brano: ho gradito la prima parte del post, l'ho visto come un sequel del romanzo e quindi mi incuriosiva. Soprattutto una cosa: Emma dopo il parto affida la neonata ad una mammana e vede la bambina dopo 6 mesi (trovandola bruttina per giunta). Sembrerebbe pertanto priva di istinto materno - e le pagine successive confermano. Che Emma diventi una babysitter quindi mi diverte ocme idea.
    Perchè Mauro non ha continuato su questa strada?

    La seconda parte del pezzo quindi non può che deludermi, l'insalata di Bovary e Via col vento è forzata, sarà che a me Via col vento non piace, mi fa antipatia Rossella e tutto il mondo rappresentato in quel film (non conosco il romanzo). PEnsate a quanto è datata la storia di Via col vento e quanto attuale quella della Bovary.

    Chiedo anche io a Mauro di tornare sul pezzo, sono rimasto soddisfatto a metà.
    (generally speaking: perchè hai risolto il pezzo con la lingua arraffazzonata di Mamie? nella vita non è importante fare ridere a tutti i costi...)
    GD

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    2. Mammy, dal canto suo, non è una figura ridicola ma bonaria, anche se è stata caratterizzata con un linguaggio da stupida, almeno da noi: non conosco abbastanza l’inglese per capire se in americano parla con i verbi all’infinito e la bronungia da afrigana come i selvaggi nelle storie di Topolino degli anni ‘40 (“Re Buruburù dire ghe uomini sdare gome badade, meglio se bollire dopo”, mi pare da Topolino e il gorilla Spettro, ma non ci giurerei: la ricordo da quando ero piccolo… sto divagando). Mammy rappresenta una società legata alle sue tradizioni dalle quali deriva la propria forza e la propria identità, in netto contrasto e nella difficoltà di capire e quindi accettare una nuova società, fatta di donne che votano, che lavorano (non per niente gli affari della bottega di Frank Kennedy vanno bene solo dopo che Rossella mette le mani nella gestione) e che, in definitiva, punta più all’arricchimento e al denaro sonante che ai vecchi valori morali. Mammy incarna un’America, e un tipo di donne, che potremmo chiamare “pre-crisi del ‘29” mentre Scarlett è la generazione successiva. Questo è lo stesso tipo di contrasto che troviamo nella società del Secondo Impero, trasposta da Flaubert spostandola sotto Luigi Filippo, che vedeva preoccupata l’ascesa della classe medio borghese come un danno per la vecchia élite di formatasi sotto l’Ancien Régine prima e il Primo Impero poi (non entriamo nel frazionamento successivo per cui la nobiltà delle crociate e dei consigli reali vede quella imperiale come una folla di pitocchi rifatti, o anche più indietro: la nobiltà di spada che snobba la nobiltà di toga uscita dagli uffici governativi e della Corona, o ci impantaniamo). Il periodo del Secondo Impero abbonda di opere di critica sociale come la Bovary; Offenbach, che fu il termometro del periodo mette in scena lavori al vetriolo come Monsieur Choufleury o Ciabattino e Finanziere.
      Mammy è anche di più: è l’orgoglio di chi ha una professione servile ma non fatta servilmente, di una persona che è conscia del proprio valore; come disse il principe d’Hénin al Conte d’Artois, il futuro Carlo X di Francia, del quale era capitano delle guardie: “Monsignore, io ho l’onore di servirvi ma voi avete quello di essere servito da me!”. Mammy è però una schiava, non una principessa o una governate per sua propria libera scelta; una schiava trattata benissimo, ma sempre schiava: non fa ridere.

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    3. Giorgio, non deve far ridere. Spiazzare sì, spezzare l’aura della Bovary anche, ma Mammy non fa battute. Sono delle constatazioni di una donna di buon senso quando vede una persona cui tiene che si sta infilando in un brutto guaio.

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    4. e a parte il pistolotto sociopolitico storico librario, quando avrò finito di modificare il racconto dove lo metto? facciamo un nuovo post o lo inserisco tra i commenti?

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  7. Oh my goddissimo! Io non saprei riscriverlo! Non ho mai conosciuto le ragazze se non per sentito dire.
    Bho,a me il finale piace.forsecperche' fa ridere?
    Cia Melon.in questi giorni sei troppo monello!

    Ps ma dove l' ho gia' letto?

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    1. Te lo dico io, è uno dei due che ho usato per il concorso de La Stampa, Rivesti l'eroe. Mi sono dovuto barcamenare tra personaggi a me sconosciuti o passi scelti come incipit di romanzi che ho letto che non mi piacevano molto, o ancora con soggetti da sberle come Emma e Anna Karenina. Tutto condito dal fastidio per la programmazione assolutamente delirante di quel sito. Con la Karenina ho preso una strada diversa, oppure avrei potuto fare come Gianluca che ha sovvertito le regole postando una lettera della Castiglione.

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  8. Ho voluto commentare anche se a distanza questo post perchè mi piaceva aver trovato come personaggio del post questa Emma che a me, invece, è sempre piaciuta. A parte tutte le riflessioni di Melon sul personaggio. Però qui lui mi dà la possibilità di vederla come altra dal suo romanzo. Le dà una seconda possibilità, una seconda vita, un sequel, e questo mi piace assai.
    Ho interpretato il taglio che ne ha dato come una Emma sconosciuta ai più, che, se da tutti considerata fredigrafa eccellente, qui ci mostra la vera natura di Emma: un rovesciamento delle parti: una donna tradita e non il contrario. Pertanto mi piace assai tutta la storia, e di come sia fuggita e del finto suicidio inscenato dal marito...
    Molto divertente questa costruzione. Tanto da crederci davvero che quella del romanzo di Flaubert non è la vera Emma.
    Mi piace anche la commisione con Via col vento, troppo carina Mamy...è sempre un personaggio chiave nella vita delle miss Elena e Rossella, come sempre e anche qua lo è.
    Bravo Melon, per averci fatto ridere conducendoci per mano con ironia, direi con legerezza.

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