mercoledì 8 maggio 2013

Tema: Biancospino

Svolgimento


L’uomo attempato, con una saggia barbetta sale e pepe, sedeva su una panchina soleggiata del parco. Osservava. Due bambini giocavano nella sabbia, un altro si dondolava sull’ altalena producendo un rumore cadenzato di ferraglia arrugginita, poco distanti le mamme chiacchieravano gesticolando in modo animato. Nel vialetto una donna camminava lentamente, era giovane, aveva un’aria seria e preoccupata, stringeva qualcosa nel pugno e veniva verso la sua panchina. Lei lo guardò prima di sedersi, affondò la faccia nelle mani e scoppiò in singhiozzi. Lui non disse niente ma dopo qualche minuto le porse un fazzoletto di stoffa, lei lo prese e cominciò a parlare. Mi ha lanciato addosso il piatto del riso, era insipido, ha detto. L’uomo non diceva niente, però le poggiò una mano leggera sulla spalla. Si è alzato da tavola e mi ha detto di pulire, continuò, io vado a lavoro, mi spacco la schiena, lui non fa niente, sta tutto il giorno in casa, e in dieci anni non mi ha mai fatto trovare un piatto di pasta caldo al mio ritorno. Vuole primo e secondo a pranzo e cena, la biancheria stirata, la casa pulita. Non mi vuole, però conta i minuti che passo in bagno prima di andare a lavoro, mi insulta se mi trucco, non vuole che indossi una gonna e poi mi dice che non lo attraggo perché sono sempre vestita come un uomo. E nonostante abbia raccolto chicchi di riso da ogni angolo della cucina fino a poco fa, a me pare di amarlo ancora. 


L’uomo si voltò a guardare la panchina sotto il platano, quella in cui amava andare a sedersi in piena estate, c’era un uomo ben vestito, dall’aria distinta che leggeva il giornale. 
Difficile materia l’amore, disse, bello e insidioso come il biancospino. Se lo strappi dal suo cespuglio, i fiori non durano che un attimo, lo strattoni appena e resta solo il ramo irto di lunghe spine nere, non c’è niente di bello in ciò che rimane.
Quello che tu chiami amore è solo l’ultimo brandello dei tuoi sogni, svegliati, così potrai guardare in faccia l’incubo. 
Lei sembrava ascoltarlo, ma quando si alzò, gli disse che aveva ancora delle faccende da sbrigare.
L’uomo attempato con la saggia barbetta sale e pepe, ogni giorno va al parco. Siede sulla panchina soleggiata d’inverno, e su quella sotto il platano d’estate. Osserva. E di nessuno  dimentica la faccia. E’ sempre inverno, ma di un anno più tardi. L’uomo distinto legge il giornale nella panchina estiva, e come sempre lo lascia prima di andare via.
Il signore attempato si alza e lo prende. Liscia le pagine perché gli dà fastidio leggerlo spiegazzato, le rimette nel loro ordine originario, e, come se lo avesse appena acquistato, comincia a sfogliare e a leggere.
Arrivato alle notizie di cronaca, si ferma. Guarda la foto prima ancora di leggere il titolo, è la donna che gli aveva parlato quasi un anno prima, è morta, accoltellata dal marito. 
Neanche lei aveva capito, come la sua Bianca.  

Grilletto Salterino

20 commenti:

  1. Semplicemente stupendo. Denso e conturbante. Classico esempio di persone che si ostinano a spremere ancora olive da cui non uscirà nessun olio.

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  2. Molto bello e delicato Grilletto.Brava brava.

    Io pero' mi chiedo: ma quando le donne sposano certi individui, lo fanno dopo essere state lobotomizzate ? Voglio dire non si accorgono di segnali che le avvertono che il soggetto con cui divideranno la loro vita è un violento?

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    1. Per risponderti userò una citazione di Cher:
      "Il problema di molte donne è che si emozionano per un nonnulla. E poi lo sposano"

      Gabriella

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  3. Il racconto è, come dice Anna, bello e delicato. Trovo solo l'incongruenza parco - sabbia (forse da voi nei parchi c'è anche la sabbia),ma non temere è solo una mia fissazione quella delle parole pesate e ripesate per comporre il quadro dell'immagine. Complimenti veramente brava.

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    1. Si Jole, in molti parchi anche qua al Nord ci sono zone dove viene messa la sabbia per far giocare i bambini e la cacca ai cani :)

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    2. Ecco, lo sospettavo, da noi la sabbia è solo mare.

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  4. Su quella donna in lacrime che svela particolari privati a uno sconosciuto sulla panchina, concordo con AnnaWood, per certi uomini ci vorrebbero dei calcinculo.
    Grilletto brava, il tema mi piace, ci ha pure il finale a sorpresa, ma la scena al parco mi pare un po' forzata. E forse in questo contesto la "saggia barbetta sale e pepe" risulta anche un po' leziosa. Ciao. (emoticon criticone)

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  5. Bello e, ahimè, molto attuale.
    Sono d'accordo con Raimondo, non mi convince la"saggia" barbetta...
    Mi sorge spontanea una domanda: ma chi è Bianca ?

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    1. Sabri! Bianca è la moglie che, a sua volta, lui ha ucciso.

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    2. Ahhhhh...ora ho capito (meglio tardi che mai) ! In questo caso il contrasto tra la barba "saggia" e il finale ci può stare.
      E pensare che mi era simpatico (adesso ovviamente non più )!

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    3. Grilletto Salterino8 maggio 2013 alle ore 19:37

      avete ragione forse sulla barbetta ma volevo dare l'impressione di un uomo placido, non troppo vecchio, che passa le sue giornate sempre nello stesso modo, elargendo qualche "saggezza" a modo suo... ma con un gran dolore dentro il cuore, nel mio pensiero Bianca era sua figlia

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    4. Grilletto, mi hai tirato su di morale: l'uomo che descrivi è come me l'ero immaginato. !
      Scusa, ma non si capisce che bianca fosse sua figlia...

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    5. Infatti! Pensa che io avevo creduto fosse la moglie!!!
      Così cambia tutto... in meglio!

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  6. Sul perchè certe donne sposino certi uomini non mi pronuncio. Non è questione di intelligenza ma di personalità. Le donne in questione sono spesso state trascurate da bambine o hanno avuto dei modelli famigliari simili a quelli che poi finiscono per accettare da adulte. La violenza privata è terribile e può avere volti diversi e diverse modalità di attuazione. Il finale, però, è quasi sempre lo stesso: minacce prima, botte poi, infine, eliminazione. Il percorso per liberarsi da certe situazioni non è facile e neanche scontato. E' famosa la storia di una signora, membro del parlamento europeo, donna affermata e famosa, che tra le quattro mura domestiche veniva trattata dal consorte come una bestia, umiliata, picchiata e sottomessa, ridotta a uno straccio.
    A Grosseto il centro anti violenza Olympe de Gouges, in collaborazione con le forze di polizia e con il pronto soccorso, ha creato un centro d'ascolto e di pronto intervento, e nel nostro ospedale esiste un codice di accoglienza "rosa", per cui le presunte vittime vengono ricevute all'accettazione da medici, psicologi e poliziotti in borghese preparati e formati per questo tipo di interventi, e se necessario ricoverate (spesso accompagnate da minori terrorizzati) e messe sotto protezione.
    Conosco molto bene questa realtà, la presidente, Gabriella Lepri, è una mia grande amica (nessun rapporto di parentela). Non avete idea di quello che la mente umana può concepire e i diversi livelli che la violenza può raggiungere (possesso, controllo fisico e mentale, stalking ecc.) oltre a quelli tristemente noti delle percosse e delle coltellate. Da quando esiste questo centro, siamo i primi in Italia per numero di denunce. Non è che nel resto di Italia ci sia meno violenza! Nel resto d'Italia c'è meno sensibilità e le donne spesso non hanno nessuno che le ascolta e le difenda. Il nostro centro anti violenza nel 2012 ha commissionato al regista Stefano Chiodini e allo sceneggiatore Alessio Brizzi La casa di Ester, un cortometraggio interpretato da Cecilia Dazzi e Sergio Albelli.
    Il cortometraggio ha vinto il 52° Globo d'Oro (Associazione Stampa Estera in Italia) come miglior cortometraggio 2012 e un premio speciale dell'Unesco per i diritti umani al 10° Salento Finibus Terrae 2012. Vi invito a cercarlo, su youtube c'è il trailer. Grazie a Grilletto per aver iniziato una discussione, che invito tutti gli altri scrittori a voler continuare.

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  7. Purtroppo l'argomento è attuale. Adesso più che mai dobbiamo parlarne. Per questo la storia mi piace, non è scontata, anche se fino all'ultimo rigo ho sperato in un finale diverso.

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  8. Grilletto Salterino8 maggio 2013 alle ore 19:27

    Come dice Roberta è un problema più che attuale, e io pensate non ne faccio neppure una questione di genere, ma estendo il problema a uomini sottoposti a violenza tra le mura domestiche, e sopra ogni cosa metto i bambini, la violenza sui bambini viene ben prima del "femminicidio" e non se ne parla mai abbastanza. Non è importante la scala, l'ordine, il sesso della vittima - è di fatto una vittima - la priorità è e rimane l'individuo che viene a tal punto svilito da non avere più coscienza di ciò che è più giusto per lui, arrivando addirittura a provare sensi di colpa nei confronti del carnefice. E' sempre una questione di cultura, e di paura. Più forti saranno le azioni e più numerose le strutture a disposizione delle vittime, maggiormente diffuso sarà il messaggio di vicinanza e di prossimità di un luogo in cui trovare un aiuto concreto, spesso però le persone non si rendono nemmeno conto di quel che subiscono.
    https://www.youtube.com/watch?v=nxMENKw_CGk
    guardatelo per favore

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    1. Roby! Ma quello linkato da Grilletto è lo stesso cortometraggio di cui mi parlavi? Se si, è incredibile! Magari conoscete entrambe l'autore ;()

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    2. Non credo si tratti dello stesso corto. Sono entrambi molto belli. Quello linkato da Grilletto (non me ne voglia Roberta, forse dipende dall'avere visto dell'altro soltanto alcuni stralci) è un vero piccolo capolavoro.
      (emoticon corto)

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  9. Io conosco bene Alessio Brizzi, lo sceneggiatore. E so che gli attori, il regista e tutti coloro che hanno preso parte al progetto, se pur professionisti affermati, hanno accettato di lavorare senza alcun compenso. Chissà se li conosce anche Grilletto. Non saprei.

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    1. Grilletto Salterino9 maggio 2013 alle ore 16:40

      Non conosco gli autori dei cortometraggi, ho solo colto l'occasione di indicarvi anch'io questo corto perché mi aveva colpito tanto e lo volevo condividere con voi.

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