domenica 10 novembre 2013

Tema: Giorni Felici

Sez. In viaggio
Svolgimento

Questo viaggio comincia così, tra le nuvole e il vento, in mezzo al cielo, sotto c’è il mare che scorre. 
Si va alla ricerca di una risposta diversa, alla ricerca del nostro domani perché torni ad essere identico a ieri.
Come sembra lontano adesso.
Sapevo bene quello che avevo e amavo quei giorni per questo. 
Non ero distratta, annoiata o che altro, ero felice, entusiasta ed amavo riamata. Oggi, con il vento impetuoso, è arrivato quel domani vigliacco che tradisce colpendo alle spalle, in un attimo ci toglie le feste, la gioia, il teatro, poi… anche il sonno e la pace. Il ritmo dolce della vita di sempre s’inceppa, sussulta, accelera, il cuore impazzisce. 
È già una discesa il sospetto, diventa infernale quando si concretizza in angoscia.
Il tempo non è più nostro né del nostro lavoro né della nostra casa, il tempo è solo del male ch’è entrato senza bussare, ma picchiando così forte da farci mancare il respiro.
Fatico a capire quello che dicono e non dicono per farmi sapere senza farmi soffrire, ma il male con la sua sofferenza già c’è. E provo a guardarlo, ma senza volerlo giro la testa, voglio ancora sperare. 
Allora il viaggio. 

Lontano, dove tutto è diverso, anche l’odore degli ospedali, e lì più puliti, più belli, più efficienti, spero di ritrovare il mio ieri. 
Mentre aspetto penso che potrei impazzire, mentre spero so che potrai morire.
Allora comincio da sola a guardare ciò che mi gira intorno, sembra che più nulla possa appartenermi. Ma scopro che mi servono solo occhi diversi. Comincio ad ascoltare, ma anche gli orecchi dovranno adattarsi, ascolteranno suoni di pianto.
Dopo momenti spaesati e sentimenti in contrasto, rabbia, oppressione, fiducia, impotenza, la prima cosa che viene fuori è quell’amore perfetto che ci annoda alla vita. Mi accorgo che, anche se tutto è stravolto, quel sentimento, che già conoscevo, tira fuori la mia indomita forza, mentre tu sei la mia ancora tra i fluttui in tempesta. È banale la frase, ma la tua tenacia non è dissimile a questa metafora. È il tuo atto d’amore per me.
È il primo passo per non perdere ciò che resta dei giorni, i nostri, quelli chi si fanno più corti con i tuoi occhi sempre più stanchi.
Mi accorgo che prima di sentire il verdetto devo già cambiare qualcosa, perché, bene che vada, la strada, in ogni caso, è già un precipizio del quale non si può intravedere la fine. Allora la testa comincia a giocare per vivere ancora. 
Decido, non so se per coraggio oppure incoscienza, che costruire nuovi ricordi per una vita non ancora finita serva a qualcosa. Solo l’abbattimento, comprendo, può farci più male del male e a questo reagisco, non mi lascio schiacciare. 
L’aereo ha rifatto la strada al contrario riportandoci a casa, ma senza futuro se non quello che vogliamo chiamare speranza.
La lotta non ci ha sfiancato, la preghiera ci ha sostenuti, gli amici non ci hanno abbandonati.
Chi lo avrebbe mai detto. Anche quelli sono stati giorni felici.

Adelaide Jole Pellitteri

10 commenti:

  1. Tristezza, e speranza nonostante tutto. E' un tama che va a toccare in me un nervo scoperto e che ancora, dopo quasi otto anni, non è riuscito a cicatrizzarsi.
    Hai scritto bene, e hai saputo raccontare in poche battute essenziali passato-serenità, oggi-dramma, domani-consapevolezza ma anche speranza.
    Per me è un brava, ma non mi hai fatto iniziare bene la giornata.
    L.I.

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    1. Grazie e scusami se ho toccato quel nervo scoperto, ma è la vita stessa che ci accomuna. spero di avere lasciato quel filo mai reciso di una speranza ostinata che, anche se delusa, lascia i ricordi di una resa non subita, ma combattuta fino in fondo.

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  2. Spiazzato da questo racconto di viaggio, un tipo di viaggio di cui molti hanno esperienza. È vero, mette tristezza, ma mi piace anche come trasmetti la caparbietà e il non volere lasciarsi schiacciare. Dico anch'io brava.

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    1. Questo è il mio motto e ringrazio anche te per avere percepito quella forza vitale che volevo fare arrivare. Quella stessa forza che ha bisogno di emergere ogni giorno, ogni volta, nelle più disparate occasione. Sarebbe davvero bello ridere soltanto, ma la vita, purtroppo, non è un cabaret, la vita è un'altra cosa. Grazie ancora carissimo Raimondo

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  3. Grazie Jole per questo messaggio d'amore per la vita, non è solo un racconto è una tenda che si apre e illumina un pezzo di te. "Costruire nuovi ricordi" vuol dire vivere e misurare il proprio dolore per non lasciarsene risucchiare ma senza istruzioni, soli con la forza e il coraggio di avere coraggio. con la forza di continuare ad amare: "chi lo avrebbe mai detto. anche quelli sono stati giorni felici" la trovo una chiusura stupenda e una grande lezione di umanità.
    Brava Jole

    pat

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    1. Grazie anche a te Pat la vita, a volte, ci costringe a diventare piccoli eroi.

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  4. Beh Jole, te l'avevo detto via mail che trovavo questo post un po' pesante, forse è tutta l'enfasi che metti, la poesia che entra prepotente in queste righe (e poi non sono un grande fan dei punti di sospensione), sarà pure che sono un limone verde, boh.
    E però mi è piaciuta molto questa frase:

    "È già una discesa il sospetto, diventa infernale quando si concretizza in angoscia."

    Ciao!

    Federico

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    1. Grazie Fo, sapevo che questo pezzo non avrebbe fatto "cominciare bene" una giornata, ma è la nostra vita. Ed è importante saperla affrontare, Voglio dirti una cosa che forse ti farà storcere il naso (ma se lo dico è solo perché sono sicura tu possa comprendere a pieno) e prendo spunto dal fatto che hai detto di essere un "limone verde". Uno scrittore di una certa età mi disse; chi è giovane non potrà mai scrivere bene. Allora ci rimasi male, non avevo capito e non avevo potuto approfondire. Oggi so che intendeva dire che se non si ha un grosso bagaglio emozionale ovvero il corollario di gioie e dolori che la vita ti ha gettato addosso si fa moltissima fatica a trasmettere emozioni. Si può essere sulla buona strada avere grandi capacità talento, ma è la vita che alla fine scrive quello che ha da dire. Grazie ancora per tutto.

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  5. io invece sono da sempre convinto che a volte occorre mettere da parte il proprio bagaglio emozionale per scrivere bene... o si cadrà sempre nel tranello della "passione" del dire solo quello che "proviamo" senza inventare nulla. E chi non sa inventare storie non sa scrivere.
    ps: conosco e ho conosciuto 20enni che scrivono benissimo e sessantenni che lo fanno in modo pessimo
    Meis

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  6. Certamente anche questo sarà vero, Mozart scriveva con una struggente passione ed era giovanissimo, ma talenti di quel tipo vengono al mondo uno ogni cento anni. In ogni caso per una scrittura matura non dirmi che l'esperienza non conta! Poi dipende da cosa intendi per scrivere benissimo. Io non posso certo vantarmi di scrivere benissimo e neanche bene eppure a 52 anni ne ho mangiato di zucchero e sale. Dopo tantissime esperienze non è mica detto che uno scriverà benissimo, questo è logico, ma diciamo che uno che ne ha viste di cotte e di crude può attingere da un menù vastissimo. e la fantasia altro che correre va a rotta di collo. Comunque ho capito non ti è piaciuto, ok recepito. Saluti

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