mercoledì 12 febbraio 2014

Tema: L'amore di una donna



Sez. Mi sono innamorato di te perché
Svolgimento


Dal cassero della sua Itaparica mentre scrutava col cannocchiale la riva di Laguna presso il porto di Santa Caterina in provincia di Rio Grande, la vide: era il 21 luglio del 1839 e Giuseppe Garibaldi, un bel giovanottone di trentadue anni, combatteva contro gli imperialisti brasiliani per l’indipendenza di Rio Grande del Sud.

La giovane donna era Ana Maria de Jesus Ribeiro e aveva appena diciotto anni e da tre era già la moglie di Manoel Duarte de Aguiar: la vide e poi non la rivide più fino al giorno in cui, durante un’ispezione proprio nel paese di Laguna, Garibaldi notò davanti all’uscio di un’umile casa una donna molto giovane, dai capelli lunghi corvini, che piangeva, era lei: che succede? perché questa disperazione? Ana Maria lo guardò, lo bucò con lo sguardo e rispose: mio marito sta morendo a causa sua, generale.

Garibaldi si offrì di aiutarla e trasportò il marito di Ana Maria, un soldato dell’esercito imperiale che era stato ferito dai suoi uomini, in ospedale. Per due mesi Garibaldi non allentò di andare a trovare lei che a sua volta andava ad assistere il marito in fin di vita che però non trapassava mai: tra pochi giorni ripartirò e tu devi essere mia. Lei ci pensò lo stretto necessario, giusto il tempo di prendere due cosette e abbandonare il marito moribondo.

L’eroe dei due mondi incontrò così, come egli stesso scrisse nelle sue Memorie “la madre dei miei figli! La compagna della mia vita nella buona e nella cattiva fortuna! La donna il di cui coraggio io mi sono desiderato tante volte”.


Analfabeta, tuttavia Anita grazie ad uno zio aveva imparato non soltanto a cavalcare come un’amazzone e ad impugnare e usare perfettamente la pistola, ma aveva acquisito anche e soprattutto valori come la libertà e l’indipendenza.

Con Giuseppe, da lei ribattezzato teneramente Josè, condivise da subito tutto: sentimento politico, ideali per cui lottare, stanchezza, fame, imprese militari, fu fatta perfino prigioniera e le fu detto che Josè era morto, ma lei forte, ostinata riuscì a fuggire e piuttosto che mettersi in salvo vagò nella notte attraverso tutto il campo di battaglia pur di ritrovare il suo compagno amatissimo.

Aveva un amore devoto per il suo Josè ma se minimamente sospettava di un tradimento diventava brutale: ella non tollerava rivali, si presentava perciò dal suo uomo con due pistole una da scaricare su di lui, l’altra da svuotare sull’amante. A causa della sua gelosia, in modo particolare per una certa Mary Ausley, lo costrinse una volta a tagliarsi barba e capelli per sembrare meno attraente.

Si trasferirono in Uruguay, a Montevideo esattamente, e lì la loro vita cambiò: si sposarono, ebbero tre figli, Josè per un periodo fece l’insegnante e il piazzista, ma poi non potendone più di tutta quella normalità ricominciò a combattere contro l’Argentina di Rosas, per l’Uruguay.

Nel 1847 ritornarono in Italia, lei lo precedette con i bambini e andò a vivere a Nizza con la suocera Rosa, bigotta all’esagerazione e che mai la vide di buon’occhio, la chiamava con tono sprezzante: “quella là, la brasiliana”.

L’Anita italiana non era più la guerrigliera che conobbe Josè, ella adesso gli accudiva i figli, badava alle faccende domestiche e conviveva con una suocera diffidente, ostile e maligna.

La gelosia la tormentava e spesso lasciava la prole alla vipera per farle un dispetto e raggiungeva Josè, anche nel 1848, durante le vicende della Repubblica Romana, incinta, malata, era pure caduta da cavallo, lei, come ai vecchi tempi, indossò abiti maschili, imbracciò il fucile e si recò a combattere accanto a Josè. Il 2 luglio 1848 Roma venne assediata dai francesi e Anita e Josè fuggirono, ma ormai consumata dalla malaria, esasperata dalla gravidanza il 4 agosto del 1848 morì presso la palude di Comacchio. La donna impavida e orgogliosa era diventata per i fuggiaschi un peso e fu abbandonata in un casolare.

La leggenda vuole invece che sia morta tra le braccia di Garibaldi.

Quando si dice il mito!

Lucia Immordino


31 commenti:

  1. Argh! In questa sezione cioccolatinosa il tuo pezzo sembra una marcia organizzata dai centri sociali.
    Leggevo, leggevo e pensavo: ma questa, dove vuole arrivare?
    Bella la vita di Garibaldi, da un po' di tempo in qua non lo ringrazio per la gran minchiata che fece unendo troppe regioni, e comunque, sempre un personaggione è.
    Ma poi arrivo a questo finale... Lucia, in questo pezzo c'è tutto il tuo modo di essere, una che non esita a tagliare, una che soffia sui castelli di carte. Bello bello bello.
    E revisioniamola la storia quando è necessario.
    Fangu Garibbaddi!
    (stile in perfetto mood wiki, fondamentale per dare la giusta cornice al finale!)
    Giorgio D'Amato

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    1. Mood wiki? cioè umore wiki(pedia)? se è così, allora mood story è più esatto!
      A me piace frugare altrove per trovare ciò che cerco e raccontare una storia quanto meno più verosimile a come sono andati i fatti e non attenermi al calderone edulcorato che in genere ci propinano gli storici. Con ogni probabilità Anita fu strangolata perché divenuta un peso, se non da Garibaldi stesso, da chi per lui.
      Questo non si può raccontare sui libri di storia, appunto perché la storia viene sempre ripulita da scorie imbarazzanti. Già da allora, prima si disse che Anita era stata strangolata e poi le fonti ufficiali dissero l'esatto opposto, e cioè che Anita morì di morte naturale.
      A me è sempre piaciuto Garibaldi, ma certamente non sotto questa luce e da un po' di tempo a questa parte anche sotto molti altri aspetti.
      Grazie GD.
      L.I.

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    2. qui si fa controinformazione! e non so se possiamo sopportarlo! ahahahahhahaa
      azz, strangolata fu... dentro ogni grande statista (vedi Andreotti) c'è un assassino niente male..
      gd

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    3. Si, è una delle ipotesi più avvalorate. Ma d'altro canto anche di Mussolini si conosce la storia ufficiale, mentre quella vera, insabbiata, si dirama in tanti rivoli. Tu hai citato Andreotti: prima o poi cercherò i suoi scheletri e sarà pura goduria, ma per lui ci vorrà parecchio tempo, che al momento non ho.
      Grazie.
      L.I.

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  2. In una sezione come questa, che ha dimostrato i molti e diversi modi in cui si possa declinare un argomento, lasciando la dolcezza piuttosto ai margini e dando invece molto spazio a ben altro, mancava qualcosa di storico, una coppia reale che spesso è citata come protagonista di grandi e importanti relazioni :) Brava Lucia
    Gianluca Meis

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    1. A me piace la storia e penso che debba essere studiata un po' di più. Credo che se oggi l'Italia sia ridotta così ai minimi termini è perché si studia poco e si legge ancora di meno: solo il 40% della popolazione!
      E' una vergogna e da parte mia c'è una rabbia e un risentimento tale verso le istituzioni che non riesco a manifestare, a dire, ad urlare come vorrei.
      E' da lì che bisogna partire: dalla storia, quella vera, ma si sa, un popolo ignorante è più facile da governare, anche se io direi: da prendere in giro.
      Grazie Meis.
      L.I.

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    2. e lo dici a me della storia? eh eh eh
      tra papi, monaci, partigiani, soldati inglesi, contesse del risorgimento e freak fine ottocento nei miei post trovare la contemporaneità è dura ;)
      Gianluca Meis

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  3. Grazie Lucia per questa chicca storica narrata alla tua maniera, asciutta ironica e un po' disincantata. Che Garibaldi fosse un pochino fetente lo sapevo già, dell'Anita sapevo poco eccetto della sua morte guerra facendo. Banalmente in amore e in guerra tutto è concesso anche passare sui cadaveri degli amanti con disinvoltura da un continente all'altro. C'è gente che di una vita normale non sa che farsene. Brava!

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    1. L'amore di una donna è senza limiti: tutto fa per l'uomo che ama. Anita in questo è stata pienamente donna.
      Ma qual è stato il prezzo che ha pagato?
      In undici anni di vita con Garibaldi fu: donna, amante, moglie, madre, combattente. E poi? poi divenne un peso di cui sbarazzarsi.
      Di quante storie simili abbiamo sentito parlare sui giornali negli ultimi anni?
      Grazie Adele.
      L.I.

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  4. È vero che tra tutti i pezzi mancava un pezzo storico e condivido pure quello che hanno detto i miei predecessori nei commenti ahaha
    Grande Immordino!

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  5. Grazie Lucia, ne hai combinata un'altra delle tue, smitizzare è il tuo jogging per tenerti in forma! Come esce più che italianuccio l'eroe dei due mondi, a me è piaciuta da morire la suocera (digli a GD che non sono proprio sicura che vipera sia un sinonimo di suocera in un perfetto WIKI MOOD, ahahahha) l'hai pittata ben bene dentro la sagomina debordante della suocera italiana media, vuoi che uno la cui madre chiama la sua donna "quella là" si preoccupi di mollarla come una zavorra? Ma quanto sei brava... bacio in fronte!
    pat

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    1. Io sono convinta che l'ironia e la capacità di prendersi in giro ci salverà!
      Se vale per noi, perché non provarci con gli intoccabili?
      Visto come la stessa storia può avere due verità: quella che ci raccontano gli altri e quella che andiamo a cercare noi con animo certosino e desiderio di giustezza?
      E' corretto smitizzare e ricomporre il tutto dentro contorni più esatti e dunque appropriati: la madre di Garibaldi era davvero così, ma io ho attinto da mie esperienze pregresse per renderla ancora più verosimile alla suocera italiana/siciliana media.
      Grazie Pat.
      L.I.

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  6. Lucia, apprezzo molto questa tua Anita che non conoscevo. A parte la bastardata di abbandonare per amore il marito moribondo in ospedale, e fuggire per amore con il Peppino Garibaldi, e minacciare di spararlo per la gelosia, e farsi odiare dalla suocera, mi pare proprio un bel tipino. Ciao (emoticon dei due mondi).

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    1. Mio caro t'ho risposto sotto: riconoscerai la replica al tuo commento.
      L.I.

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  7. Se non ci pensiamo noi donne a fare un po' di luce sulle gran balle della storia, soprattutto sul nostro conto, chi ci deve pensare? Topo Gigio?
    Ma non tutte hanno la sensibilità, la bravura e la forza di Lucia!
    Brava,non conoscevo certi particolari della fine di Anita.
    La tua voglia di sfatare e smitizzare la prosopopea dei sepolcri imbiancati non ha prezzo.
    Clap,clap!

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    1. Eccola, risorta dalle ceneri!
      Ma dove sei stata? ogni tanto ti perdo di vista, ahahah.
      Si la storia è un cumulo di balle, su questo non si discute, però a me piace andare alla ricerca di altro: scavare, rovistare finchè non sento la puzza della verità; si perché la verità fete.
      Ho voluto usare questo stile tipo ricerca, ma sotto sotto è stato interessante delineare un Garibaldi vile e spregevole, altro che eroe dei due mondi! e un'Anita, eroina ma solo per caso e per amore di Josè.
      Grazie mia cara.
      L.I.

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    2. Sparire ogni tanto è la mia debolezza e la mia forza :-)
      Ma voi come fate a stare sempre appresso a tutti i post????
      In realtà è un periodo di fermento creativo anche in altre dimensioni e sto a preparà tutte cose!!

      Vero che la verità fete....questa volta profuma di donna, però!
      :-)

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    3. Vuol dire che ti vuoi bene: assentati tutte le volte che ritieni opportuno, solo ci manchi un po'!
      Ottimo che tu abbia questo periodo di fermento, Bea, brava.
      E, si, questa volta, si: la verità profuma di donna, grazie.
      L.I.

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  8. In guerra e in amore tutto è concesso!
    Proverbio che Anita ha applicato e che le si è ritorto contro: per amore di Josè abbandonò il marito moribondo, e Garibaldi per la guerra abbandonò il cadavere di Anita nella palude di Comacchio.
    Che bella storia d'amore, vero!
    Grazie Rai.
    L.I.

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  9. Brava Lucia, un brano da "vera donna" che sa il fatto suo! Hai distrutto un mito! ahahah ahahah ...Anita resta una donna coraggiosa, forte, eroina romantica, spirito ribelle e passionale, una donna che incarna il sacrificio d'amore.
    Penso che i bambini amerebbero la storia se tu la spiegassi così!

    Nina

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    1. Si, ho voluto demolire Garibaldi, c'è stata premeditazione da parte mia in questo. Su Anita ho molte riserve: amore si, ma fino ad un certo punto, poi ha strafatto, ha talmente esagerato mettendo Josè al primo posto, da annullare se stessa, e questo per me è inconcepibile! Nonostante la mia pazzia, credo nell'equilibrio dei sentimenti, e l'affetto per se stessi, l'amor proprio, l'onorevolezza non possono passare in seconda linea! Attenzione non parlo di egoismo ma di qualcos'altro di profondo e onestamente schietto.
      Non credo nei sacrifici d'amore, Nina, e non stimo Anita per questo.
      Per quanto riguarda la storia raccontata con le chicche l'ho fatto quando insegnavo alle medie e al liceo: anche la letteratura e Dante ho spiegato così, e, si, il successo è assicurato.
      Grazie mia cara.
      Preparati che sto passando a prenderti per andare al lab.
      L.I.

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  10. Brava Lucia buon taglio, ottimo piglio. Ribaltone storico: le verità vengono sempre a galla.
    Grande Lucia

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  11. Buondì Jole, la scrittura è semplice, uso paginetta di libro di storia, va, ma il contenuto è esplosivo: te lo saresti mai immaginato che Garibaldi fosse una fetecchia?
    Grazie sempre per il tuo contributo.
    L.I.

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    1. No, non me lo sarei aspettato proprio, ma sono sicura che se fosse stata Anita a lasciarlo morire da solo allora sai che tiritera su quella donna che abbandona l'eroe. Ce l'avrebbero fatto studiare per osannarlo ancora di più. Già Garibaldi mi stava sulle scatole per l'annessione che ci ha inguaiato e ora... (se ne rese conto pure lui tanto che disse: ... non rifarei la strada verso il sud) Addio all'eroe.

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    2. Jole, sei tremenda! ahaahahha
      GD

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  12. Come lui, tanti altri eroi non lo furono nella sostanza ma soltanto sui libri di storia depurati.
    Una storia tra l'altro tutta al maschile se vogliamo.
    Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Cavour, fecero accordi vantaggiosi per il Piemonte e per se stessi: del sud non gliene fregava nulla a nessuno, erano solo terre che andavano a rimpinguare le casse del Piemonte. I primi provvedimenti del nuovo governo furono infatti volti a recuperare i capitali necessari per il Paese dopo l'unificazione, e dotarlo delle infrastrutture di cui aveva un pressante bisogno , il nord cioè. Fu istituita la leva obbligatoria finora sconosciuta al sud e vennero introdotte nuove tasse, in particolare nel 1868 quella particolarmente odiosa sul macinato che colpì le fasce più deboli della popolazione con un aumento del prezzo del pane.
    Diciamolo pure che no ci fecero un favore!
    L.I.

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  13. Lucia è fantastico, e basta. Mi ricorda una storia biblica, forse di Salomone, comunque di uno potente che si innamora di una donna e manda il marito in guerra per farlo ammazzare. Due cose che mi appunto nel block notes:

    - tra pochi giorni ripartirò e tu devi essere mia. Lei ci pensò lo stretto necessario, giusto il tempo di prendere due cosette e abbandonare il marito moribondo.

    - A causa della sua gelosia, in modo particolare per una certa Mary Ausley, lo costrinse una volta a tagliarsi barba e capelli per sembrare meno attraente.

    Materiale perfetto per un bellissimo film o romanzo.

    Nino

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