lunedì 11 marzo 2013

Tema: Bella

Svolgimento
Sez. Your fetish


Il mio seno prendeva forma , i capelli biondi, lunghi e morbidissimi, ormai pronti ad avvolgere chiunque. Ma nel mio mondo esisteva solo lui.  
Inizialmente per me fu solo odio e paura ma col tempo imparai a conoscerlo.  
Dovetti per forza ricavare una mia normalità in quegli anni sospesi, e i suoi occhi mi apparirono quasi gentili. Con lui diventai una donna. Ero sua e di nessun altro e per questo mi teneva segregata, nascosta da tutti.
In quella vita c’eravamo io e lui. Ricordo il primo paio di scarpe che mi regalò: vernice nera.
Un tacco dodici color argento che per la prima volta mi sollevò da terra, guardandomi allo specchio capii di essere cresciuta. Lui mi ammirava ancheggiare per il lunghissimo corridoio. Poi caddi e lui con me,  sopra di me, a scoprire come quei tacchi rendessero tutto più stuzzicante. 
Da quel momento arrivarono tante altre scarpe (aveva anche buon gusto) e il mio armadio si era ormai arricchito anche di abiti da sera e gioielli, non mi mancava niente. Sapeva come farmi sentire bella.
Il giorno in cui ebbe la febbre alta, io presi un camice trovato nello spogliatoio e mi sistemai proprio come una brava infermiera (lasciai ampia la scollatura). Lui mi adorava, vestita così ero ancora più bella, mi diceva, e passata la febbre mi sfilò quel camice bottone per bottone come a ringraziarmi. Ci riuscì. 
Tutto quello che ho imparato lo devo a lui, non avevamo televisore così mi raccontava tantissime cose. Leggevamo insieme libri, mai giornali, e guardavamo tantissimi film, tutto sotto il suo controllo. 
I suoi racconti svegliarono in me la curiosità per il mondo, sentivo che un giorno sarei andata via da lì.

Presto capii quanto lui adorasse vedermi nervosa, essere maltrattato, sentirsi umiliato. Ricordo che quando litigammo l’ultima volta lui era eccitatissimo, forse pensava scherzassi, ma andai via. Fu per sempre. 
Chiedo scusa per la sua morte, io forse l’ho amato e prego ogni giorno per lui. 
In fondo non mi ha mai maltrattata.

Aureliana Greco

24 commenti:

  1. La storia è agghiacciante. Il ritmo di questo racconto è lento e talmente tanto teso che sembra sul punto di esplodere, ma alla fine non lo fa. Anzi, si risolve con una frase che dà uno schiaffo ai pensieri "giusti"...
    Brava!

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  2. Storia di straodinaria follia! Siamo solo ciò che conosciamo e quel che non conosciamo "non esiste" Così è "quest'amore" che hai descritto molto bene. Solo nelle battute finali avrei visto una fuga (alla ricerca di ciò stava fuori) più combattuta. Insomma lui la lascia andare così? Senza opporre nessuna resistenza? Oppure la morte l'ha causata proprio lei? In effetti è lei che esce dominatrice, e questo l'ho capito, ciò che mi rimane oscura è, concretamente, "la fuga".Questo racconto è ricco di immagini limpide e sentimenti torbidi(richiama cronaca recente)! A me è piaciuto molto.

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  3. A me, dopo questo bel preambolo stuzzicante da leccarsi i baffi, sembra che il finale sia un po' frettoloso, ma visto che lo ha ucciso lei non cambia niente, fretta o non fretta, ormai il danno è fatto, anzi tanto valeva chiudere presto per non dare adito a sospetti. (emoticon tenentecolombo) Ciao

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    1. Adesso che ho letto le Etichette ho capito che parlavi di una storia tristemente famosa, quindi faccio una bella frenata e mi rimangio tutto quello che ho detto prima. Brava e ri-ciao. (emoticon del commentatoredistratto)

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    2. "r" sarei io, cioè raimondo.

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    3. Invece noto che a te e adelaide è venuto lo stesso dubbio.
      Quindi un finale che a me piace, ma che sicuramente poteva essere un po' allungato, descritto meglio forse. :)
      AG

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  4. Blogspot mi censura...avevo scritto un commento e adesso non lo trovo più, mah..
    Allora, provo a ricordare quello che avevo scritto prima.
    La storia è agghiacciante e tristemente famosa (come diceva RQ/r). Il pezzo ha un ritmo così teso, che sembra si tratti di una favola scura, che il finale ti lascia un po' così, eppure dà sempre l'impressione che stia per esplodere ma alla fine non lo fa. Secondo me questo finale, oltretutto, dà uno schiaffo, è come se la nascita di un sentimento riuscisse a coprire tutto il resto.
    Brà
    Cià

    P.S: se blogspot elimina anche questo commento metterò un "mi piace" e basta...

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  5. Racconto angosciante e ben scritto, come la realtà d'altronde.
    Unica cosa, a mio parere, la fine : " in fondo non mi ha mai maltrattata ". Nella realtà, ahimè, oltre alla violenza psicologica e sessuale lui la picchiava, per quanto lei lo "amasse " non credo che possa dimenticare le violenze .
    Comunque è un bel racconto, fa venire la pelle d'oca.

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    1. No Sabri, infatti non volevo farle dimenticare quello che ha passato. Io ho cercato di immaginare la mente di questa ragazza e descrivere quella che chiamano "sindrome di stoccolma".
      I suoi, ovviamente, sono pensieri fuori da ogni logica. Eppure non è solo fantasia. La mente umana è proprio strana, e io ho trovato davvero ma davvero "fetish", l'idea di far del sesso con il proprio aguzzino, pur di farlo.
      Riducendo al minimo un concetto molto più complicato...

      AG

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    2. Per carità, hai avuto un gran coraggio a trattare un tema simile e sei stata molto brava, ma ho letto un estratto dell'autobiografia della ragazza dove lei conferma che lui la maltrattava..forse dopo terapie la sindrome di Stoccolma stava passando... mentre nel tuo racconto la fuga era ancora 'fresca ' .
      :-)

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  6. Aureliana ha una grande dote, quello che scrive parte da documenti, da cose che conosce o su cui si informa, e poi - da lì - inizia ad accumulare parole.
    In questo racconto c'è il rapporto perverso tra carceriere e segregato, un rapporto non facilmente descrivibile in quanto si creano (al di là di ogni considerazione etico-legale) legami, mondi, piccole sicurezze. Il finale la dice lunga, lui non l'aveva mai maltrattata: grandiosa Aureliana.
    E grandiosa perchè sarebbe stato facile descrivere il cattivo con i tipici toni della cattiveria.
    Trattare bene un cattivo e parlare male di un buono è la sfida a cui si presta chi scrive: troppo facile incensare i santi e condannare i serial killer, attribuire la luce al bianco e l'oscurità al nero.

    E tutto riesce perchè ben scritto, con grande eleganza.
    (mignazza, il TCDM lab non perde un colpo!!!)
    GD

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    1. Nella frase "in fondo non mi ha mai maltrattata" infatti,voleva esserci il senso di tutto il suo non mondo.
      Grazie GD.
      AG

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  7. in questo nuovo pezzo di AG io non vedo un "rammollimento" finale bensì una lucida spietatezza dall'inizio alla fine. frasi ben costruite e che si incastrano bene l'un l'altra si sposano perfettamente con la vicenda in questione.
    ps: Aureliana ha tantissime altre doti.

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  8. mi accodo ai complimenti! Brava AG...mi è piaciuto molto
    Meis

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  9. Ciao AG, Oggi mi dedico alla lettura dei post che mi sono rimasti indietro.
    Bello e Angosciante, perche' fin dall'inizio si capisce qual'e' l'episodio che ti ha ispirata, stile lineare pulito senza giri di parole, diretto. Ma se posso permettermi è finito in modo troppo veloce come se nonvedessi l'ora di darle una svolta.
    Brava!

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  10. Certo che puoi, Wood! Questo è l'unico finale che io ho saputo scrivere, perché consideravo lei che si riprende la libertà, ma che palesemente non ci sta più con la testa, e l'ultima frase voleva essere l'apice del dramma. Inoltre il mio, in questo caso, doveva rimanere un punto di vita "fetish" e per questo la parte più descrittiva del racconto l'ho considerata la prima. In ogni caso è un'impressione che avete avuto in molti,e quindi sono sicura che il finale poteva essere scritto meglio. :)
    grazie
    AG

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  11. Inquietante e ben costruito, anche se il passaggio verso il finale sembra anche a me troppo rapido. Di grande impatto l'ultima frase!

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  12. Grilletto Salterino16 marzo 2013 alle ore 12:57

    Mi è piaciuto tanto. La sintesi finale più di tutto, il dramma è reso benissimo prima.

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