giovedì 7 marzo 2013

Tema: Come funziona ?

Svolgimento 


Come funziona?
Legare la  bici  adesso e  poi nel  tempo  non conta  cosa c’è  fuori ma la quotidianità di esso.
Siamo quello  che facciamo quante volte  è necessario ripeterlo?
Non si srotolano  più  i pensieri  nella grande  balena sventrata tutto è morto. I suoni  di una volta erano  solo ricordi lontani,  tuttalpiù si creavano nuovi spazi  abili danze nel  tempo.
Mi piace camminare per Torino. Certe sere vago senza meta. Frantumo i momenti rubo i baci egli innamorati la tristezza  degli ubriachi. Il mio amore non  compreso: lecco il cemento, sembra miele. A volte, per interi pomeriggi, senza meta precisa, né proprio a casaccio, né all’avventura, ma cercando di lasciarmi portare.  Prendo il primo autobus:  ferma! (non si possono più prendere gli autobus al volo). Oppure preparo accuratamente, sistematicamente un itinerario. Se ne avessi  il tempo, mi piacerebbe trovare un itinerario che, attraversando tutta Turin , passi soltanto per strade che cominciano per la lettera M.
Il vuoto si  sussegue al pieno ancora una volta.  Vetrocemento.  Città dormitorio  blu  poi azzurro sconfinato nel suo essere confinato.   I dettagli ogni mattina  lo disarmavano.
Vediamo  cose  che non  vogliamo  vedere e  viceversa.
Parco Dora, ancora il piede gratta ritmicamente  il girp  su e  giù un'armoniosa  danza.

Dopo lavoro  vengo  qui per  rilassarmi: immagino  questo spazio  cosa potrebbe essere.   Un campo  da rugby? Una  piscina, un altro luogo, un altro  tempo.
Nelle cuffie  risuona Washing  Mashine  dei  Sonic  Youth,   così retrò.   Guardo le vetrine della lavanderia  a  gettoni, non è tanto diversa.
Nel mio quartiere c'è una piccola agenzia di viaggi che tratta esili. Banalmente, si occupano di trovarti un posto da cui non si possa scappare e dove non ti si possa trovare. Chi riesce a tornare in tempi brevi è rimborsato.  Guardo la vetrina, oltre gli alberi svenuti del viale e eroso al mio contratto partime.
Poi, dritto  sul balcone  dalla mia casa,  si  specchia quella davanti più in là, oltre  quell’aria i piccioni  sono  ornamenti  sul vetro.
Un pugno batte un colpo, un orecchio  ascolta la lampada. Roberto è  contenuto nella fotografia.  Roberto è simmetrico a sè stesso.  La mano interrompe  le vibrazioni della lampada. Roberto pensa esce dalla camera con passo deciso; vecchie  carcasse  di animali sventrati   proteggono il  tempo.
Il vuoto in me non  è che il  vuoto fuori.
Ricerca il meglio per te e  se ti è possibile vai oltre per cercare il bene per  l’altro.
Sbam,  le  acciaierie cantano come sirene  sgozzate.
nausea orgasmica,   fonderie fiat  suonano fiati.
Nessuna figura architettonica grammaticale, solo reale scarto.
Non si può essere custodi della  propria bellezza,  questo arduo  compito  va lasciato a qualcun altro.
Le  megadattere  gorgeggiano. Siamo  tutti  dottori ma poi non troviamo lavoro  da nessuna parte.
Crisalidi  ancora concorrono  con i  forni  delle  fabbriche   vuote. Trovami ancora trasparente.
Migrano gli uccelli verso  la primavera e gli uomini  si  tingono  di  nero.
C’e  qualcuno:  è sera  sono tutti  rifugiati  nel plasma.
Voglio essere  il meno umano possibile.
Loro stanno  ad attendere ipotetici archeologi che scavando nel sottosuolo, mettendo assieme tassello dopo tassello, ma il mistero non sarà svelato, perché sarò io riesumata che canterò le gesta di una civiltà non civile.
Uno  stato  sociale di  gomma.
Voglio essere meno umana possibile.
In millenni si sono creati e tramandati, impressi in DNA lascivi, schemi morali che ci rendono morti mentre ancora respiriamo.
La cosa principale è il NON.
Cerco  ancora i miei  riflessi trasparenti in Corso Montana.

Irene Dorigotti

16 commenti:

  1. Stavolta l'incipit mi convince un po' meno del solito :) finalmente! Altrimenti poi dicono che ho una predilezione per la Dorigotti. I
    o lo farei partire da "Non si srotolano". Per il resto è musica e ogni frase vive di vita propria, comunque bella.

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    1. allora farò un operazione di editing massiccio con non si srotolano forse in effetti funziona di più.

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  2. Questo tema invece si aggiunge ai miei preferiti tra quelli di Irene!


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  3. Invece io questo tema lo aggiungo ai miei preferiti tra quelli di Irene! :)
    AG

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  4. La scrittura di Irene si pone sul confine tra "vero" ed "effetto speciale".
    E siccome Irene se la fida alla grande, soprattutto perchè ha una gran bella testa, le cose sue, per quanto "apparentemente" sballate, si ricompongono in una visione più vera del vero stesso.
    Bene.
    PErò IRene deve stare attenta: quando scrive cose del tipo "fonderie fiat suonano fiati" allora spunta una scrittice che non segue più il suo filo interiore gradevolmente sballato ma una scrittice che guarda alle assonanze, facili per giunta, scadendo nell'effetto speciale "da due soldi" (scusa IRene se ho caricato).
    Fiat suonano fiati è orribile, non si può leggere, scardina una costruzione che invece merita, che è alta, altissima, troppe spanne in alto per chi, come me, con la scrittura ci prova pure e si rende conto che quando una è brava è brava, che se passo da uno scritto della Woolf ad uno tuo, al di là dello stile, non si avverte alcun trapasso qualitativo.
    GD

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    1. devo ammettere il mio vizziaccio a giocare con le parole, spesso dimentico il senso e gioco con i suoni. mi servirebbe tal volta una lobotomia mentale

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  5. "Voglio essere meno umana possibile."
    solo questo.

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    1. dirti cosa va e cosa non va nella scrittura sembra veramente superficiale, il tuo pezzo va riletto, citato, fatto proprio..

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  6. Irese segue un linguaggio poetico che rimanda all'ermetismo. Le sue immagini (apparte quella della Fiat, ... concordo con GD) sono miscugli di sogni e realtà. Ti fa vedere la realtà attraverso un sogno, ti mostra il sogno attraverso la realtà. E' un gioco molto difficile, ma lei ci sa fare. La narrativa,e in generale tutta la prosa, fa fatica ad accettare cose così complesse. Spesso, infatti, viene chiesta chiarezza assoluta sulla trama. Mi hanno sempre fatto "una capa tanta" dicendomi che la sostanza deve contare più delle parole! E più precisamente: che il contenuto deve essere più importante del contenitore. (sembra strano, ma ditelo agli editori, visto che parliamo di lingua e parole)Comunque Irene è molto brava.

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  7. "Il vuoto in me non è che il vuoto fuori.
    Ricerca il meglio per te e se ti è possibile vai oltre per cercare il bene per l’altro."

    Perle di saggezza, in una parola: stupende !
    Irene è unica, W Irene !

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  8. Dorigatto , TI LOVVO!

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  9. ieri sera ,mentre facevo l'editing di questo pezzo di Irene, avevo in sottofondo una vecchia canzone dei CCCP...e alcune frasi stavano benissimo con quella melodia. Mi sono divertito perciò a "cantarlo"...ecco: Irene ha una prosa musicale, che procede per immagini, per frasi sincopate...in passato ho letto in un reading un altro suo pezzo con della musica jazz...ma sono felice di questa svolta, per così dire, pop!
    Meis

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    1. sarei curiosa di sapere che canzone è! grazie dell'editing apprezzatissimo mi piacerebbe sentire il pezzo jazz sui miei singhiozzi

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    2. la canzone dei CCCP è "Curami"...mentre del reading non avevi già visto un videino fatto al cell da Bea Ary? eravamo al festival dei blog letterari di Thiene :)
      Meis

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  10. Forse mi ripeto, ma si resta incantati a leggere questi pezzi di Irene. (emoticon senza parole)

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  11. Ciao Irene, mi piace ricominciare a leggere su svolgimento con un tuo pezzo.
    Dopo le prime frasi so già che è tuo e che mi racconterà della tua anima e della tua visione del mondo: ma forse anche di più: del moto della tua anima, dei passi con cui ti accompagna , in questo caso in una passeggiata serale, intesa come " crepuscolare" per una città che è la tua e potrebbe essere come tante del mondo. Unica però perchè è la "tua" passeggiata.
    Piacque.

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