venerdì 15 marzo 2013

tema: Opale

Svolgimento

Gli hipster di San Salvario, girano all’Astoria con il coktail in mano.
Sfoggiano malinconia: una per cubetto. Si mettono le camice a scacchi, i cardigan di due taglie più grandi, dimenticano ancora una volta che Torino non è proprio Londra.
Barbe incolte, i falsi boscaioli sussurrano baci alle barbie anoressiche.
Tutti amano la moda a suo modo, interi pomeriggi passati al Ballon stelline e sogni vintages.
I più puliti si vestono di nero. Non dovete dirmi come devo essere perché io lo sono già.
Il San Simone lo guarda dall’alto e mescola il fine febbraio.
Leonard, un mostro fantastico, fa un salto avanti nel tempo pensando la sua vita come un trentatregiri. Come i suoi anni.
A casa scrive curvo su un i- pad.
Bianca e soffice la carta da parati propone spesso nuove idee. Leonard legge note invernali su impressioni estive.
La rivoluzione oggi si fa seduti in comodi divani di velluto sintonizzati sul lo-fi.
In rifiuto della tecnologia, il vintage negli occhi.
Leonard vorrebbe essere scrittore ma si ritrova ad essere un dottorando di storia greca antica.
La sua passione ne trae sorrisi sornioni e il tempo scandito nelle tazze dei caffè giornalieri.
Non perdiamo troppo tempo, prende la cannuccia e rigira il cubetto, passa la mano sui baffi e controlla la bici.
Pedalare indietro forse è questa la soluzione.
Ho sognato di essere un vegetale urbano, il ritmo non era il solito.
Ti perdo. 



Hai visto quella figa?
Attento, guarda c’è un secchio.
L’acqua cade e si tocca i baffi.
Leonard il problema di adesso è che qualsiasi cosa farai per essere convenzionale sarai giudicato inusuale, voglio dire ho sviluppato la danza della stravaganza.
Ho sognato di essere ucciso a New York al parco mentre uscivo con Yoko Ono.
Passa una ragazza con le labbra troppo rosse ed un piercing dentale capelli ricci una ventata di sorrisi.
Sarebbe bello essere gatti e scomparire a piacimento. Un gatto opale.

Siamo andati da Chan, il bar cinese, abbiamo preso una palla di oppio.
Ci sentiamo dei tacchini freddi. Dovremmo smettere da un giorno all’altro di fare queste cose. Non vorrei vedere nessuno: non posso dormire. Sono sicuro di questa città.
Le strade profumano ancora di meraviglia.
Tacchini blu sulle strade; Chan vede i draghi per Via Berthollet.
Nella cornice della foto che ho appena stampato si vede Chan con gli occhi a mandola blu e il sorriso vago di Leonard.
Cadono le secchiate d’acqua ancora una volta su di noi, sui nostri occhi, sulla crescita negli anni ottanta.
Ancora con gli zainetti che adesso vanno tanto di moda.
Giuro era meglio lavorare da Frav.
William si rolla una sigaretta, Ginzburg avrebbe fumato dell’erba, per oggi va bene così.
Siamo nati post- moderni non profeti. I luoghi sono altri luoghi: via San Anselmo è un po' Berlino, se lo si vuole ancora per un momento. E' tutto ok.
La nostra città è un treno che corre; prendiamo le polaroid e ripeschiamo il tempo.
I colbacchi in eco pelle. Il veganesimo radical chic.
William si aggrappa ai bordi degli ossimori visivi. William ha detto a sua madre che fa il postino e invece fa lo spacciatore. Cosa vuoi, il sole è più pallido delle stelle.
Io sostengo che sarà colpa di Ahmad e dei suoi occhi blu che per un momento potrà vedere la nostra realtà.
Irene Dorigotti

15 commenti:

  1. e io canto e godo! scusate la finezza, ma certe frasi sono davvero una goduria quasi fisica
    Meis

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  2. Parliamo del veganesimo radical chic? :))
    Irene e Torino, qui vorrei l'intervento della nostra inviata sul campo Anna Wood.
    Irene è proprio un'impressionista, da vicina rappresenta cose che non capisco bene, non vedo un tubo, sembrano parole messe une vicino alle altre, nelle orecchie quasi un ritmo, una cadenza. Niente di preciso. Poi mi allontano e vedo che sulla pagina c'è un paesaggio nei minimi dettagli. E mentri mi allontano quella strana cadenza diventa Debussy. Irene, crescerai e un editore fantastico ti rapirà alla Maestra, io lo so. Intanto però sei tutta nostra :)

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  3. Sfoggiano malinconia dice tutto... mamma mia che meraviglia!!!
    bg

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  4. Sempre meglio... un effetto che risulta speciale ecche mi stona:

    Leonard legge note invernali su impressioni estive.
    (metterei un sinonimo di inverarnale o oppure di estivo, tipo
    Leonard legge note invernali su impressioni di scirocco)


    gd

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    1. Grilletto Salterino16 marzo 2013 alle ore 12:38

      GD! la tua opzione mi è gradita come il mischiare un grappino a una gazzosa, ti prego Irene non dargli retta, quella riga mi immerge in un caldo plaid invernale mentre il pensiero si ingrippa su onde di mare

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  5. grazie avevo voglia di togliere Fedor M. Dostoevskij giù dalla poltrona per vedere cosa sta capitando qua

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  6. Complimenti Irene, riesci a descrivere immagini molto vivide e poi sfumare verso colori più tenui che si confondono

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  7. Irene...........
    sei bella! :)
    AG

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    1. Si ma sappi che antipaticissima :) !!

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  8. Bravissima Irene, lo stile non si può nascondere, questo può solo crescere e deliziare chi ha la fortuna di leggerti.

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  9. Irene, porca puzzola, ma perche' sei cosi' brava?

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  10. Il pezzo è incantevole come sempre, poi una cosa, a un certo punto si parla anche di foto e mi viene da pensare come sarebbe a trasporre queste immagini di parole in immagini fotografiche. (emoticon polaroid)

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  11. Eh beh..
    Irene, questo post lo trovo più ancorato alla terra rispetto ai tuoi precedenti, e perciò potrebbe avere, per me, anche più valore. Sei stata brava. Proprio sì, brava brava!

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  12. Una parola sola : stupendo!

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  13. Ciao Irene ti commento e so non mi leggerai ma se ti capita di imbatterti per di qua, sappi che anch'io ho apprezato il tuo splendido stile: non è tratto , nè linea, è concerto che si svela a pochi più attenti. Quelli distratti si perdono la nota. Quelli più attenti danno valenza ad ogni goccia. So che ti rapiranno, mi auguro anche , davvero. Post-moderna e nel tuo tempo.
    La rivoluzione si fa nella tua generazione. Tu la stai facendo di parole e impressioni. E musica, ritmo. trovo questo pezzo uno dei tuoi più belli, accanto al ritratto della tua famiglia, pezzetto rubato alla tua memoria.
    La tua scrittura è poesia e come poesia ha un pò più di una prosa

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