domenica 1 dicembre 2013

Tema: ...e il piccolo è in giro per il mondo a costruire ponti

Svolgimento

Penso che mia madre alla nostra età c’avrebbe voluto “sistemati”, invece ultratrentenni siamo ancora in cerca di un lavoro vero e di una storia altrettanto seria. 
Io sono il mister di base in una scuola di calcio, dove a stento ci prendo le spese per pagarmi l’affitto, infatti è per mangiare che devo trovare un secondo impiego, mentre mio fratello, laureato, è stato assunto da una cooperativa comasca dove carica e scarica merci per la COOP, e certamente non per i suoi meriti universitari, ma per il semplice fatto che sa usare il muletto. Anche lui arranca con le spese: lo stipendio, misero, non glielo pagano regolarmente, credo un mese si e uno no. Va a finire che tutt’e due per sopravvivere, dobbiamo attingere dalla pensione di mia madre.
Ho degli amici che sono andati via, alcuni sono fuggiti in Inghilterra, altri in Australia. Io sono evaso da casa di mia madre per evitare di fare il fannullone a vita, ma mi sono spostato di poco, e rischio di finire sotto i ponti come un barbone a chiedere l’elemosina.
Certi giorni mi sembra che sia la soluzione migliore.
Non riesco neanche a pensare di avere una storia seria, un amore per prima cosa ha bisogno di soldi: se comincia senza, non ha dove andare. Idem mio fratello.
Mia madre ci incoraggia sempre ogni volta che ci sentiamo per telefono, ma dalla voce, lo capisco,  patisce i nostri fallimenti come suoi. Non le appartengono le nostre situazioni. Ha faticato tutta la vita per tirarci su onesti e di buona volontà, specie dopo la morte di mio padre. Noi due eravamo poco più che ragazzini.  E ce ne sono voluti buona volontà e sacrifici, da parte di tutti e tre, per laurearsi mio fratello, che studiava e lavorava contemporaneamente. Io di scuola ne ho sempre voluto poco. Ricordo una volta, quando mia madre venne a ritirare il pagellino, che in Tecnologia trovò un NC e mi chiese cosa significasse, ed io con molta disinvoltura le risposi: “Notevoli Capacità, mamma”. Ci credette. 

Mia mamma è così: si fida, e noi non potevamo tradirla. Però lei adesso si sente ingannata dalla sua stessa vita: a che cosa sono serviti tutti i suoi sacrifici se adesso non può dire alle amiche: “Il più grande è a capo dei geometri del comune del paese, e il piccolo è in giro per il mondo a costruire ponti”; a chi può sussurrare i suoi pensieri più reconditi: “Perché non vi siete impegnati di più? Perché i figli delle mie amiche, che valgono meno di voi, hanno posti di primo piano? Perché a settant’anni ancora non ho una nuora da criticare e nipoti da spupazzare? Perché non avete osato di più?” Talvolta ascolto chiaramente suoi pensieri dallo sguardo, quando la vado a trovare e mi sforzo di sorriderle. Vorrei risponderle: “Io andrei lontano, fuori dall’Italia a cercare lavoro ma come ti lascio, sola, a quest’età?”
E allora penso che preferisco arrancare, sperare che lei viva ancora tanto, perché per diventare un barbone c’è sempre tempo. 

Lucia Immordino

23 commenti:

  1. Lucia, questo post arriva subito dopo la pubblicazione dell'ennesimo rapporto sulla disoccupazione giovanile in Italia e in Europa, con numeri raggelanti...
    Penso tu sia riuscita a fotografare un pezzo di Paese che vive come sospeso, in attesa di decollo per un volo che non viene chiamato mai! E le generazioni precedenti, incredule e sgomente per i propri sacrifici andati in fumo...
    Brava Lucia, è questo il Paese reale, un Paese che la politica ripiegata su sé stessa non si dimostra capace di ascoltare e sostenere
    pat

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    1. Ciao mia cara, sai già come la penso su politica e politicanti inetti: ci hanno derubato del futuro, della dignità e ci stanno svendendo al peggiore offerente. Che dire di più, a quanto sembra qualcuno si diverte a spostare il limite del ridicolo! Un bacio.
      Lucia.

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  2. Mizza che tristezza che mette questo post, una caduta di speranze terribile perchè racconta la realtà non edulcorata e nemmeno idealizzata.
    Non ti leggerò più!

    ahahahahaha

    By the way, mi ha fatto molto ridere la battuta sul "NC/Notevoli capacità"

    Federico

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    1. Moccio, non vuole essere "una caduta di speranze" piuttosto una presa di coscienza e un voler suscitare la volontà, proprio, di cambiare le cose. In quel "E allora penso che preferisco arrancare, sperare che lei viva ancora tanto, perché per diventare un barbone c’è sempre tempo." si percepisce un barlume di fiducia che ciò non avvenga. Poi, se non vorrai leggermi più, me ne farò una ragione, e tu non saprai mai cosa ti sarai perso! (Ihihihihih...).
      L.I.

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  3. Già, concordo con Fede. Il post è bello e per questo viene da piangere

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    1. Grazie, il Reale. E' triste perché ha fotografato sta schifezza di società attuale. Noi che non vogliamo diventare barboni, dobbiamo cambiare le cose. Scrivere liberamente in un libero spazio dove liberi pensieri vengono messi a disposizione della riflessione libera di altrui teste, mi sembra un più che buon inizio.
      L.I.

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  4. Io ho trovato questo post dolcissimo. Dolcezza che ricompare nell'ultima frase e che, non so ancora se mi appartiene, e che credo faccia a pugni con la mia idea di indipendenza.
    Anche io non ti dico quanto ho riso alla battuta NC. Credo che mi appunterò questa cosa geniale.
    Brava Lucia.
    AG

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    1. NOTA: ho riletto il titolo "il piccolo è in giro per il mondo a costruire ponti" e sto ridendo tanto ma taaaaanto! Che cervello contorto che ho! :P

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    2. Auri, grazie. La dolcezza del brano sta tutta in quest'amore di madre e nel ricambiato amore filiale, che oggi come oggi sanno di antico ma di buono. L. I.

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  5. di questo post mi piace la scrittura e mi fa incazzare l'autrice
    GD

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    1. Ah Giorgio, ancora che hai visto! Poi mi spieghi perché ti faccio incazzare: io, proprio io, la più angelica tra le creature, che fa pure Lucia di nome, la luce. (Ihihih...). L. I.

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  6. Questo post e davvero bello. Molto triste perché vero, Ti dice chiaro e tondo che non tutti vorrebbero essere mammoni, Al contrario, vorrebbero avere due lire (euro) in tasca per portare la ragazza a mangiare un panino, a vedere un film, oppure ad ammirare un tramonto per scattarle le foto in controluce, a lei con il suo sorriso da immortalare così per sempre, con la digitale o il telefonino che adesso fa foto limpidissime. Non avere un lavoro non ti permette nemmeno di amare e questa è una tragedia immensa, più di quanto si possa immaginare. Questo abbrutisce gli uomini.
    Sul finale non ho intravisto la speranza io ho dedotto che lui spera nella vita della madre per tirare ancora qualche soldo dalla sua pensione, Finito quel sostentamento andrà sotto il ponte. Ognuno di noi interpreta come crede, Io, il finale, l'ho letto così. Per questo ancora più duro e triste. Bravissima Lucia, i miei complimenti.

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    1. Grazie Jole, in verità ognuno interpreta ciò che legge. È una fotografia lucida e dannatamente reale di questa società di cui nn possiamo pregiarci di far parte. Hai colto quei particolari, sparsi qua e là, a mo' di provocazione, brava. La speranza l'ho cucita in quel mettere tempo:"... per diventar barbone c'è sempre tempo..." ma in sottofondo i pensieri del giovane gridano "speriamo di no". Il voler che la madre viva a lungo non l'ho intesa come l'hai letta tu, ma piuttosto come chi ama davvero la propria madre e le augura tanta vita, nella speranza che ella possa veder realizzato almeno uno dei suoi sogni sui suoi figli. Ancora grazie. L. I.

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  7. La più angelica delle mie compagne di classe secondo me da piccola è caduta in una acquasantiera, come Obelix. Il pezzo è bello, è vero si avverte il legame forte con la madre, ma anche un senso di disfattismo prebarbonico.
    Io ho visto anche dei barboni felici. Baci (emoticon barbone)

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  8. Ciao "Raiemoticon", grazie dell'aggettivo e, per quanto riguarda la storia dell'acquasantiera, in effetti un mio zio prete, tanto perse la pazienza con me da giovincella che mi inseguì, durante la benedizione del ristorante di famiglia, con quella specie di pentola e quella specie di mestolo, per tutto il perimetro del locale. Dovevi esserci, c'avresti scritto certamante qualcosa! Non ho voluto essere disfattista ma realista ed incisiva. Anch'io ti bacio.
    L. I..

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  9. Lucia, scusa che arrivo trafelata sul tuo pezzo :-) Pant pant!
    Ti faccio tanti complimenti. Sei riuscita a cogliere il dramma di due generazioni a confronto. Quanta verità e trasversale disperazione nella tua storia, che poi ci si riconosce tutti in questo guado infernale nel quale siamo impantanati.
    Lancio a tutti un appello: facciamo rete, i ponti gettiamoli tra noi, andiamo a vivere in una comun...tutto fuorché gettare la spugna!

    Mi è piaciuto tanto il finale. Bravissima. Quella madre che ti parla con lo sguardo non si può proprio abbandonare. Come ti capisco, Lucia!

    Anche a me, come a Fede, ha fatto ridere NC!!

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    1. Mia cara Bea, sono certa che ci incontreremo. Ti sento simile a me sotto molti aspetti. Si, concordo: facciamo rete. Buttare la spugna mai!
      Piuttosto, noi ben pensanti, noi che ancora proviamo di spremere le meningi, noi che ci sforziamo di avere pensieri liberi in questo schifoso pantano di idiozie e azioni castranti di ogni forma di vita e di creatività, dobbiamo assolutamente seminare idee, fantasia, intelligenza, critica severa sui balordi che ci governano, ma costruttiva per un popolo sfiancato e stordito dalla loro imbecillità. Grazie.
      L.I.

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  10. riesci con le parole a fotografare la realtà delle cose.Grande sorella !!!
    sul N.C. mi riserbo di chiede i diritti .

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    1. Ciao fratello, si, i diritti del NC sono tuoi, non ci sono dubbi. Ti voglio bene e riguardati in quel di Milano. Abbraccio fortissimo.
      Lucia "la tu sorella".
      PS 1: ti citerò con qualche altra battuta.
      PS 2: hai letto il pezzo sul Natale che ti ho inviato con fb?

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  11. Questo pezzo è davvero molto triste, duro, reale, diretto. Mi fa pensare a mia madre a cui non posso più regalare delusioni terrene ma anche a mio figlio su cui devo necessariamente riporre proiezioni future positive.
    Brava Lucia!

    Nina

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    1. Ciao Nina, si è un pezzo duro da digerire per la sua sfacciata crudezza. Tu sei mamma e assolutamente devi trasmettere positività a tuo figlio, se nn fiducia nelle istituzioni e nella società di cui siamo coevi, certamente in se stesso, nelle sue capacità e, più che nella speranza, nella volontà di cambiare le cose per un'altra migliore di questa. Grazie. L.I.

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  12. E' bello questo brano Lucia. Tra costruire ponti e viverci sotto come dei barboni il passo non è affatto breve, anzi e questo dà la misura delle distanze e delle difficoltà delle generazioni attuali che patiscono economicamente e psicologicamente la condizione attuale. Compito ingrato quello dei genitori oggi consapevoli e impotenti, unico dovere morale è incoraggiare i figli e non mostrarsi mai vinti anche se ci si sente sconfitti dentro.
    Adele

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  13. Si, mia cara, hai colto: il compito di genitore di incoraggiare i figli e tutelarli, oggi, è ingrato perché, pur rendendosi conto della situazione economica e lavorativa, nn possono staccare la spina alla speranza, anche se io preferisco parlare di volontà, per andare avanti, e ce ne vuole! La speranza la percepisco come un affidarsi agli eventi nell'attesa che migliorino, la volontà invece dipende dalla determinazione di ciascuno. A tal proposito mi sovviene una frase che diceva sempre l'Alfieri:" Volli, sempre volli, fortissimamente volli." Grazie Adele e buona giornata. L.I.

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