mercoledì 25 aprile 2012

Tema: Bella ciao


A novecento metri sul livello del mare imbocchi il sentiero, e respiri aria.
Dopo qualche metro, il passo si cadenza da solo, le mani escono dalle tasche e afferrano i laccetti dello zaino, il fiato si regola. Respiri aria, mentre cammini.
Dopo qualche centinaio di metri, avverti un po' di sete. Le mani cercano la borraccia, il passo rallenta. Ti fermi, bevi. Fai un gran respiro, e respiri aria.
Cammini e respiri aria, sali in quota e respiri aria. Sempre più fresca, sempre più pura. Pizzica il naso, invade i polmoni. Fa quasi male, abituata come sei all'aria pesante e piena di smog. Ma ti piace. Respiri aria.
Il paesaggio muta. In basso larici, abeti bianchi e abeti rossi. Alti, maestosi, imponenti. Respiri aria profumata di bosco, di muschio, di umido.
Poco più in alto, gli stessi abeti e gli stessi larici, ma meno alti, più tozzi; alcuni sono più sottili e sembrano ancorati al terreno con una puntina, sembra che possa bastare un filo di vento a tirarli giù.
Sali, e gli alberi scompaiono: rododendri, ginepri, genziane maggiori. Respiri aria profumata di resina.
Più in alto ancora nemmeno loro ti seguono: mirtilli, genzianelle, crochi, gerani selvatici. E prato. Tantissimo prato, puntinato di fiori di mille sfumature. Giallo, blu, azzurro, rosa. L'erba è alta, profuma. Inspiri aria, profumata di erba calda, di fieno.

Alzi gli occhi, e vedi la cima a pochi metri da te. La raggiungi, lasci cadere lo zaino a terra, ti lasci cadere a terra anche tu. Chi dice che le montagne sono silenziose non è mai stato in montagna, poco ma sicuro: grilli a non finire riempiono l'aria del loro strofinio di zampe, marmotte lontane lanciano fischi di avvertimento. Respiri l'aria piena di suoni.
Ti alzi, circumnavighi la croce sulla cima, e subito le vedi: macchie bianche tra le rocce e i pochi file d'erba superstiti. Ti avvicini con l'impazienza dei bambini, ti chini. Stelle alpine.
Il sorriso ti nasce da solo, non devi pensarci: ti sboccia sul viso appena sfiori con delicatezza il fiore. Mai coglierlo, sia chiaro. Sarebbe come strappare un mattone fondamentale al muro portante di una casa.
Non riesci a trattenerti: ti alzi in piedi e lì, con gli amici che sono saliti con te che non ci fanno caso e tre escursionisti francesi che ti guardano perplessi, canti: e questo è il fiore del partigiano, morto per la libertà!
A duemila metri sul livello del mare non respiri più aria: respiri storia.

A.C.

9 commenti:

  1. l'hanno chiamata "retorica", ci hanno provato con la storia del fuori tempo e del fuori moda...Poi hanno iniziato con la solfa della riappacificazione e che "i morti son tutti uguali"...NO! c'è una differenza abissale...che passa dal riappropriarci delle PAROLE svuotate da anni di abuso e banalizzazione: una di queste è la parola LIBERTA'...e che bello cantare insieme quel fiore!...benritrovata Agnese
    Meis

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    1. sì, troppo rosso sbiadito in giro... Agnese invece è rossa vera, a cominciare dai capelli.
      E 'sto racconto mi piacque assai assai perchè un bell'esempio di come si debba partire da lontano per arrivere al centro di un'idea.
      GD

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  2. Nella verità non c'è retorica. Grazie per queste parole, oggi più vere del solito.

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  3. grazie a tutti, pensare che non ero del tutto convinta di volerlo pubblicare, mi sembrava troppo "arioso"... =)

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    1. Se alla fine non si respirasse Storia allora si potrebbe pensare che c'è troppa aria.... e invece il gioco mi pare condotto molto bene: la metafora della montagna e della resistenza...(i fascisti tutti a fondo valle.... eh?)
      dritto nel quadernetto del 2 trim
      GD

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    2. E questo è il fiore del partigiano...
      Penso che pensarci, quando sembra fuori moda, lontano, estremo, riporta a quanto è accaduto e al di là di commemorazioni e parole (tante già sprecate ieri).
      Bisognerebbe rendere vivi (per questi giovani che amano dimenticare) quei tempi e momenti. Aria pura e paura. Nervi a fior di pelle e azioni di guerra.
      Lì si è fatta la libertà.
      Lì e su altre montagne ha risuonato: Per chi suona la campana...
      Non chiedere. Lei suona sempre per te.
      Volevo fare questo post dedicato a Hemingway.

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  4. Bello Agnese, ha la stessa classe di Racconto di Natale .

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  5. mi hai fatto ricordare di Gino, un vecchio e gentile signore che non c'è più da qualche anno. Ex partigiano, sul suo balcone, il tricolore sventolava ogni 25 aprile...e credo continui a farlo anche ovunque si trovi

    llg

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