lunedì 18 marzo 2013

Tema: Tutta colpa dei cornetti

Svolgimento

Vivo in una cittadina nella quale tutti sanno tutto di tutti. La noia la fa da padrona, e le giornate trascorrono tiepide e tranquille. E la gente “ammazza” il tempo sparlandosi a vicenda. Inverni con scoops piccanti, estati con vicende gelide da accapponare la pelle. Una frase come “è caduto un uovo” si trasforma necessariamente in “è caduto un uomo”. E chiunque sa dirti chi era l’uomo, come è caduto, da che altezza, cosa stava facendo nel mentre, com’era vestito, le ultime parole che ha gridato, quanto sangue c’era e fin dove era schizzato
Le occhiate sono ovunque. Un immenso e gigantesco grande fratello, con telecamere piantate nei bulbi oculari, anche in quelli dei bambini (che, per la cronaca, sono le spie più affidabili: passano inosservati come nessun altro). E le orecchie di tutti si sono trasformati in microfoni efficientissimi!
Così, quando quella domenica mattina in casa Bevilacqua le signore lasciarono la finestra della cucina aperta, il destino era già segnato.
Rosetta e Pinuzza si erano incontrate per preparare le zeppole. L’indomani era San Giuseppe ed avevano acquistato una quantità tale di farina, latte, uova, zucchero e amarene da far arricchire lo zio Pippino, quello dello spaccio (che aveva gli occhi strabici e che quando pagavi non sapevi bene dove indirizzare la mano coi soldi).
Siccome di farina e di altri ingredienti ne era avanzata parecchia, e Pinuzza aveva svariati panetti di burro in scadenza, avevano deciso di fare anche i cornetti, alcuni alla marmellata di fichi, altri con l’anice e l’arancia candita.


Giusto giusto sotto la finestra stavano passando Francuzza e Brigida, che arrivarono a conversazione avviata…
- Rosè ma è lunghissimo. E finora dove l’aveva nascosto?
- Boh. E ti pare che io ci avevo mai fatto caso? Sempre sotto gli occhi l’avevo, ma mica me lo potevo immaginare che mio figlio se lo nascondeva così bene!
- Cosi ri foddri! (1)
- A dirla tutta, io negli ultimi tempi mi ero accorta che appena usciva dalla sua stanza correva subito in bagno a lavarsi le mani, che ogni tanto gli rimanevano comunque sporche. Ma non è che a tavola potevo dire certe cose davanti a suo padre? Tu lo sai com’è Franco, è sensibile su queste cose.
E mentre tirava una sfoglia gigantesca sullo scannatoio Rosetta rincarava.
- Chi cosi boni! Un saccu di cosi si ponnu fari cu una cosa accussì longa! (2) Ma tu mai ti eri insospettita? Che ne so, quando entravi in camera sua non andavi a controllare se poi era sporco a terra, o sul tavolo?
- E chiffà? (3) Se poi lo scoprivo te la immagini la vergogna? Tu lo sai com’è riservato Giacomino. Capace che si arrabbiava e se ne andava dalla zia Maria. E chiddra ottu na la fussetta facia accussì! (4) Insaziabile è!
Non ci potevano essere notizie migliori per Francuzza e Brigida, che per tutto il tempo si erano guardate negli occhi con l’espressione della lepre che vede i fari del tir. Giacomino, suo padre, la zia Maria: scoop scoop!
L’indomani in chiesa tutte le femmine attizzate guardavano la zona pelvica di Giacomino come si guarda un tacchino ripieno e cicalecciavano fra loro (Ah, se mio marito fosse come lui: iu ‘n niscissi chiù ri casa!) (5). I maschi lo guardavano alcuni con ammirazione, altri con invidia.  Ma appena passava Franco tutti a ridere, e la loro autostima aumentava (Mischinazzu: avi l’ammareddru e so figgiu l’anguilla (6). Pinuzza la guardavano con pietà (capaci chi usa lu calzascarpi quannu av’a fari l’amuri cu so maritu?! (7), e la povera zia Maria, la più grassa della città, la guardavano come si guarda una mosca sul piatto (E sparti chissa mi paria sana sana, invece ‘n talia in faccia a nuddru, sulu sulu nali mutanni!) (8).
E pensare che Giacomino aveva solo nascosto un mattarello per fare i cornetti, appassionato com’era di Master Chef, suo padre pensava che fosse frocio, e la zia Maria non faceva altro che mangiare la qualsiasi cosa!

Riccardo Giacalone



TRADUZIONE
(1) Cose da pazzi
(2) Che cose buone! Un sacco di cose si possono fare con una cosa così lunga! 
(3) E che fa? 
(4) E quella faceva tredici (intraducibile in italiano). 
(5) io non uscirei più di casa! 
(6) (poveraccio: ha il gamberetto e suo figlio l’anguilla) 
(7) (capace che usa il calzascarpe quando deve fare l’amore con suo marito) 
(8) (E tra l’altro questa mi sembrava ingenua, invece non guarda in faccia nessuno, solo solo nelle mutande).

14 commenti:

  1. Ahahah!! delizioso, davvero divertente. Bravo Riccardo!

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  2. Molto simpatico questo pezzo, nei paesi di provincia basta niente per montare un caso, soltanto io eliminerei di netto tutte le parentesi che mi sembrano superflue, e forse anche le note di traduzione. (emoticon masterchef)

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  3. E io adesso che dico? Devo fare la parte della rompina? Il pezzo sarebbe più che delizioso, ma... c'è un Ma! Nella prima parte mi anticipi già che quello che leggerò dopo è solo un equivoco, dunque mi togli la sorpresa! Attenzione il primo pezzo, così come il secondo, è eccellente, solo che messi così non mi stupiscono. Se provi a leggere partendo da "Giusto Giusto", e quindi ad invertire le fasi, vedrai che sorprende di più. Ovviamente ci sarebbe da rielaborare l'unione dei due pezzi per farli calzare a pennello mentre l'ultima frase dovrebbe rimanere quella che è. Anche questo racconto risponde alla morale: prima di parlare ascoltare bene ed accertarsi che ciò che si è sentito corrisponda alla realtà.
    Io parto sempre dal presupposto di trattare i racconti degli altri così come vorrei venissero trattati i miei. Perchè se si può migliorare c'è solo da guadagnare. Fermo restando che uno può anche non ritenere valido il consiglio ricevuto.

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    1. Grazie mille Adelaide. Hai ragione in effetti.
      Ho tolto l'effetto sorpresa cercando di contestualizzare la vicenda.
      Mea culpa!

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  4. Rick, sei stato veramente bravo, anche a me un po' si è rovinata la sorpresa (mi è andato di traverso, si può dire?), però sei stato bravo.
    Adelaide, non sei rompina, le critiche spesso fanno vedere cose che l'autore da solo non riesce a vedere...

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  5. Ciao Rick, in questo racconto hai giocato un po' come nella barzelletta dello spazzolino da denti, quella in cui devi indovinare cosa è quella cosa lunga e che fa schiuma e che si mette in bocca etc etc, quella che ti fa pensare al membro e invece poi ti dovrebbe spiazzare dicendo che si tratta solo dello spazzolino.
    ebbene, perchè te la sei giocata facendo rientrare tutto nella decenza mediante la battuta finale?
    Avresti slittato rispetto alla previsioni se poi Giacomino davvero era un superdotato e che magari trascorreva le sue serate a guardarselo e misurarselo alla faccia di quelle che ne avrebbero voluto un pezzo.
    Quando si scrivono storie, c'è sempre il finale che il lettore si aspetta e quello che spiazza il lettore.
    In questo caso lo spiazzamento non c'è.
    Fermo restando che il racconto però è grazioso, scritto bene, vero nel rendere il chiacchiericcio di paese.
    GD

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    1. ma D'Amato ma lei mi esce con l'aneddoto dello spazzolino così, di primo mattino?! :D
      in realtà se ci si pensa bene non esiste un finale scontato e uno inaspettato.
      Perchè se ci pensi è come il gioco del "vince la minoranza": se in una stanza ci sono 6 donne e 5 uomini, e ognuno d'essi deve rispondere alla domanda "ci sono più donne o più uomini in questa stanza?" secondo te cosa accadrebbe?
      Ovviamente ci sono 6 donne, ma poi ci sarà chi pensa "devo dire uomo, altrimenti vado in maggioranza"

      il succo è: il finale poteva essere scontato o meno a seconda di come il lettore pensava sarebbe finita.

      Può darsi che mi sbagli.

      Io son felice di leggere tutti i commenti, mi stanno dando un punto di vista diverso.

      MIGLIORERO'

      :D

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  6. ..ma.. D'Amato!! Mi meraviglio di te!! Cioè vuoi dirmi che la cosa lunga che si mette in bocca NON è solo lo spazzolino da denti?? I membro?? O siur!! (quest'iltima, in piemontese, si dice facendosi il segno della croce) :)))
    Adelaide e GD hanno ragione ma secondo me non è obbligatorio l'effetto sorpresa, visto che non è un giallo nè una barzelletta ma solo una cronaca di paese. Io l'ho trovato molto gradevole. Continua così.

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  7. No No !! Io avevo capito che c'era l'equivoco ma se Rioccardo alla fine non mi avesse detto a cosa si riferivano le due "madame" Sicule mi sarei incazzata!!
    A me piace cosi', Io VOLEVO SAPERE!

    Riccardo Mi è piaciuto , e garzie per la traduzione!

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    1. Anche a me piace con la scoperta finale: sarò un pò ritardata ma se mi confermava che non c'era equivoco ancora cercavo quale avrebbe potuto essere e questo avrebbe determinato una perdita di mordente.
      La banalità della barzelletta alla fine resta in secondo piano se ben raccontata e ti conduce fino alla fine con una tensione incredibile. Bravo: reso bene il dialogo, lìatteggiamento e la curiosità tutta isolana.

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    2. Anche a me il racconto piace così com'è.
      Prima ci spiega come possono nascere gli equivoci e come questi equivoci diventano "gossip".
      A proposito, èellissimo l'esempio che viene portato all'inizio "è caduto un uovo - è caduto un uomo".
      Poi ci racconta un aneddoto divertente e - almeno per quanto mi riguarda - inaspettato nell'epilogo.
      Anche io ringrazio per la traduzione (senza non avrei capito una cippa...)

      Gabriella

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  8. Sono d'accordo con Adelaide, sarebbe stato meglio invertire le due parti... Ma il racconto è molto divertente anche così!
    Bravo!

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  9. Grazie a tutti per i vostri commenti.
    Come disse Berlusconi (e spero che il nome non vi faccia venire la colite)a Napolitano "terrò conto delle vostre suggestioni!" :D

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