venerdì 16 novembre 2012

Sez. Attrici - Nastassja Kinski


#1

Sento ancora l’odore acre del fumo.
Nella notte a rischiarare il deserto un unico punto luminoso. Fuori solo Travis. La capigliatura in disordine, la camicia aperta, madido di sudore. Fermo. Immobile. Le mani ustionate, e fuori le taniche vuote della benzina che ho sparso intorno al camper.
Non c’è dolore. Lo sguardo fisso, smarrito in mille pensieri, di chi crede che il mio gesto estremo abbia ristabilito l’ordine delle cose, che solo il fuoco purificatore possa sciogliere la spessa cortina di gelosia che gli impediva di vedere.
Finalmente è libero Travis. Libero dalle sue paure, dalle chiacchiere della gente, dalle sue fantasie. E invece a velare i suoi occhi, spalancati e persi, adesso è il riflesso delle fiamme, sempre più alte che lambiscono anche il letto del mio bambino che è con me, piange e tossisce.
Lo adagio per terra, lo accarezzo. Siamo salvi, ci siamo liberati di Travis benché lui si sia salvato, ma non me ne posso prendere cura.
Con il viso annerito, solcato dalle lacrime mi allontano in cerca di una nuova vita, della felicità mai avuta.



#2

Sono nel peep-show dove lavoro.
Apro gli occhi. Riflessa sul vetro la mia immagine. Dietro il vetro un cliente.
Passo qui le mie giornate. Mi guadagno da vivere interpretando vari ruoli per uomini in cerca della loro quotidianità trasgressiva. Per il corridoio è un continuo andirivieni. 
A rompere il soffice suono felpato dei passi sulla moquette e dello scostarsi delle tende di un velluto ormai rovinato, il più acuto e molesto rumore della chiusura lampo di chi si rimette a posto la patta dei pantaloni.
Voce all’interfono. Tutto ormai si era dissolto come il fumo di quella notte e invece di questa voce all’interfono, così familiare, ogni parola risuona: e le mandate nella serratura per impedirmi di uscire, e i campanacci che un tempo legavi alle mie caviglie come si usa per il bestiame, e la scintilla che scocca dalla testa di un fiammifero sfregato sulla scatola. 
Una fioca luce penetra dall’altra parte. Non so se è la prima volta, non ci avevo mai fatto caso prima. Contorni sfumati si sovrappongono al mio sguardo. Si delinea una sagoma. Spengo la luce. Mi avvicino per cercare degli occhi. Sei tu. Non riesco nemmeno a guardare il tuo volto. Parli dandomi le spalle. No, non sei cambiato Travis.

(Paris, Texas rewriting)
Michele Reale (da TCDM lab)

12 commenti:

  1. Esordio di Michele!!! Pezzo scritto durante il TCDM lab; M non è stato l'unico a scrivere di Nastassja Kinski, altri pezzi sono altrettanto belli, questo però coglie più degli altri l'atmosfera estraneata del film, la sensazione che il dramma collettivo possa essere superiore a quello del singolo. Vi invito a vedere il film, dura tre ore ma ne vale la pena. E complimenti a Michele che si è messo in gioco! GD

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  2. Eccolo finalmente! Mi stavo giusto chiedendo cos'è che rende l'atmosfera particolare di questo post. Poi rileggendolo mi sono accorto che è il continuo cambiare destinatario dell discorso: in alcuni parti parla da sola, pensa, mentre in altre parti si rivolge a Travis. Il continuo scambio tra le due parti, però, non è netto, si confonde, si mescola, ci si perde pure un po' in effetti. Complimentazioni, e benvenuto a Michele REALE!

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  3. (ahahah) Spazio per il commmento di AG:

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    1. ahahahahah AG ha la tastiera rotta! eheh AG

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  4. (azzz, l'atmosfera si fa pesante... vado a scrivere il seguito di Glenn Close: io ti leggo!)
    gd

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  5. Bene Michele, uno stile innovativo: una sequenza di immagini che si sovrappongono e si snodano, una bella nuova scrittura

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  6. Non ho visto il film, leggo che dura tre ore, eppure ho l'impressione di averne appena letto un condensato molto fedele che mi fa propendere per l'opzione: non si può perdere. Perciò, se fosse una recensione, io direi: ottimo.
    Benvenuto Michele ci sentiamo dopo il film.
    Grilletto

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  7. Ragazzi siete troppo buoni!grazie di cuore a tutti per i gentili commenti e, soprattutto, per il caloroso benvenuto che mi avete riservato. Michele

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  8. Complimenti Michele. Scrittura d'effetto senza inutili giri di parole. Frasi perfette ed incisive.la stoffa c'e' e si legge.

    Giordano avrebbe molto da imparare da uno come te:)

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  9. Wow Michele, complimenti! Mi piace molto la tua scrittura: è asciutta e così arriva spietata, è come se sulla storia fosse una luce cruda che ne illumina alcuni momenti centrali. In effetti viene voglia di vedere il film

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