domenica 12 febbraio 2012

Sez. 8 marzo - Tema: Charlotte


«Qual è il miglior libro al mondo, Charlotte?» 
« La Bibbia,papà »
« Certo, e  subito dopo ?»
« Il Libro della natura»
«Molto bene».

Seconda decade dell’ottocento. Stralci di quotidianità all’interno di una fredda e umida canonica inglese tra le  desolate lande dello Yorkshire battute dal vento.
Era una bambina intelligente e volitiva, Charlotte. Da allora la sua mente non ha mai smesso di scrutare la natura, soprattutto quella umana. 
Nonostante il rigore del padre, pastore anglicano, e la morte prematura della madre, aveva trascorso un’infanzia felice in quella casa di pietra grigia.  
Cinque sorelle e un fratello. Una minuscola stanza dei giochi  affollata di soldatini di latta e geroglifici sui muri : il loro mondo segreto.
Poi , il cimitero proprio davanti casa cominciò a divorare pezzi di vita.  E l’ombra degli alberi spogli si fece più cupa , allungandosi torva sulle lapidi scolpite di fresco. 
Una mano guantata di pizzo nero, sempre la stessa,  scostava ogni volta più flebile lo stretto cancelletto che conduceva al camposanto. Maria ed Elisabeth. Poi Emily e Branwell.  E infine Anne. Non le restarono che silenzi e amori mancati.
Amava trascorrere ore di solitudine presso una cascata, seduta su un sedile di pietra. Come erica rampicante nella brughiera, la morte e la vita lampeggiavano nella sua mente  alternando bagliori violacei e purpurei. 
Il cielo plumbeo e carico di pioggia non poteva fermare la sua  sete di desolazione. Spettrale, la luce gialla del tramonto disegnava grida di furore sui suoi capelli.  
Ovunque portava con sé uno scrittoio portatile e continuava a scrivere. Emergeva dalle sue meditazioni solitarie sempre più esile e fragile. Man mano che la vita  si assottigliava in lei, cresceva la sua consapevolezza.


Nel 1848 aveva pubblicato Jane Eyre sotto lo pseudonimo maschile di Currer Bell. Divenne un’eroina, un caso letterario. Chi poteva mai essere quello  scrittore capace di dar vita a personaggi così passionali e tormentati? E come poteva dar voce ai desideri di una insignificante istitutrice? Qualcuno già avanzava  sospetti, denigrando quella scrittura troppo eccessiva, non controllata. Doveva essere sicuramente di una donna.
Volle gettare la maschera e rivelare la sua identità. Arrivando a un ricevimento in suo onore, accolta dal noto scrittore  William Makepeace Thackery, suo mentore, si accomodò su un divano e non disse una parola.
Bruciava dentro di lei la ribellione. 
Dal suo sedile di pietra, Charlotte aveva continuato a scrutarsi nella cascata sottostante. La sua complessità prese corpo. 
Era lei Jane Eyre. Quella strana ragazza solitaria , fiera e indipendente. Con la sua forza, aveva stracciato definitivamente l’immagine edulcorata delle dame in crinoline a caccia di marito. Nell’Inghilterra  proto-vittoriana una donna doveva stare al suo posto e non esprimere i suoi desideri troppo apertamente. 
Il panorama letterario inglese era cambiato per sempre. Era nata la prima eroina femminista.
Ma Charlotte, dopo avercela consegnata, si è spenta. Perché Charlotte era anche Bertha Mason, la pazza segregata in una torre, prima moglie di Mr. Rochester.
Come lei, viveva passioni  troppo smodate e non le era dato manifestarle. Doveva rientrare nei ranghi e cercare una sistemazione degna di una signora di mezza età.
Dopo avere per lungo tempo rifiutato le sue proposte di matrimonio, alla fine Charlotte convola a nozze col reverendo Nicholss per sedare la bruciante nostalgia di una vita non vissuta.
La passione si spegne definitivamente dopo la sua ultima disperata corsa sotto la pioggia nella molle brughiera di Howarth. 
Aveva 39 anni ed era incinta.
Il suo sedile di pietra è rimasto dov’era, coperto dall’erica.


Bea Ary

19 commenti:

  1. La capacità di dare voce a una passione non vissuta, un grido che non si è ancora spento.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero, Roberta.Quando mi sono avvicinata al cancelletto che dalla casa delle Bronte conduce al cimitero ho sentito quel grido e mi sono commossa.

      Elimina
  2. Virginia Woolf scrive di Charlotte Bronte che la brughiera prorompe da tutto il volume, che si crea nella stanza di chi legge J.E.
    Ascoltando Wuthering height si Kate Bush, senti ancora la brughiera.
    Poi arrivano certi beceri di canale 5 o di RAI 1 e decidono di fare una fiction di Cime Tempestose; io ho visto solo l'ulitma parte dell'ultima puntata: a me nn risulta che Heathcliff e Cathy si incontrano nella tempesta e scompaiono nella nebbia.. chi ha come fonte la fiction pensa invece che CT sia una bella storia a lieto fine.
    VAbbè, a me questo post piace, è british dentro.. nei luoghi evocati, nel registro stilistico... come "la pioggia incessante selvaggiamente trasportata da una lunga, lamentevole raffica" (CB).

    Ho sentito la maestra, dice che il blog sta pigliando una bellissima piega...
    GD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    2. purtroppo le fiction rai o canale 5 non sono come quelle della bbc....galassie diverse...

      Elimina
    3. Grazie Giorgio per aver ricordato lo splendido saggio di Virginia Woolf su Charlotte. Quello che mi attrae tantissimo nella scrittura di CB è quella strana" mescolanza di neve e di fuoco" (JE) o, come la descrive la Woolf " la luce rossa e intermittente della fiamma del cuore".Tra l'altro, rileggendo il saggio, mi ha fatto piacere ricordare che la Woolf paragona la scrittura di CB a quella di Hardy, un altro scrittore che adoro."Jude the Obscure" è uno dei miei romanzi preferiti. C'è pure un personaggio che ha il mio nome (Arabella)...un personaggio pervaso da quella luce intermittente che descrive la Woolf...una luce a volte spietata e atroce.
      Grazie per il commento... :-)

      Elimina
    4. Insuperabili gli sceneggiati della BBC tratti da Pride and Prejudice e Jane Eyre.Devo ancora vedere Wuthering Heights...

      Elimina
  3. Sono particolarmente legata a Charlotte e a "Jane Eyre".
    Il romanzo è stato occasione di riflessione profonda, sul testo stesso e sul mio ruolo di lettore. E' stato anche occasione di legami reali, di amicizie profonde e di confronto.
    E' stato bello leggere di nuovo qualcosa ad esso legato. Brava Ary!

    RispondiElimina
  4. Bravissima! E' stato un piacere leggerti!:-)

    RispondiElimina
  5. Che bella atmosfera, davvero...molto interessante il lato passionale di queste donne che credevo si fosse riversato solo nei loro libri, che peraltro ho letto in inglese in versioni fin troppo ridotte e riduttive. Quante cose che mi fate venire voglia di leggere! Brava, complimenti!

    RispondiElimina
  6. Non ho parole da aggiungere, Ary. Qualsiasi cosa scriverei sarebbe solo per elogiare il tuo bello stile. M'hai fatto venire voglia di rileggere il romanzo. Dopotutto ogni grande capovaloro aspetta solo di essere riletto più volte, così che non finisca mai e duri in eterno...

    RispondiElimina