lunedì 27 febbraio 2012

Sez. Anatomia - Tema: La clitoride


Da secoli e secoli, si tramandano strane dicerie e teorie scientifiche strampalate riguardo la sessualità femminile. Si sa,fin dai tempi più remoti, noi donne siamo state sempre  identificate con la materia e la natura. Noi siamo il corpo che nutre e produce, dispensatrici di beni o di mali. Streghe o madonne. E in nome del controllo, quanti crimini  sono stati perpetrati contro di noi.  Mutilazioni sessuali, burqa, femminicidi, negazione dei diritti più fondamentali. E tutto questo perché la donna doveva essere semplicemente l’accogliente utero materno, la fattrice dei figli e la curatrice dei ‘peni’ di famiglia e non certo un’ ‘immatura’ invasata alla ricerca del piacere personale. Pensate che nell’Ottocento, le ragazze che si esploravano traendo piacere dalla masturbazione , erano considerate casi clinici.
Per fortuna, ormai non è più un mistero che gran parte del piacere per una donna derivi dalla stimolazione della clitoride, quel piccolo organo erettile situato sulla parte anteriore della vulva e che possiede migliaia di terminazioni nervose, più del doppio rispetto al pene. Alla faccia  di Freud!  E’ proprio vero che “questo sesso che non è un sesso” (Luce Irigaray), non finisce mai di stupire per la sua complessità e la sua ‘fluidità’. E naturalmente , più questa sua natura fluida e multipla emerge più fa sbarellare il potere maschile.


A questo proposito, vorrei raccontarvi la storia esemplare di una mia cara amica che molto tempo  fa è stata addirittura coinvolta in un processo per stupro. Si chiama Clit (diminutivo di Clitoride) ed è tuttora follemente innamorata di una ragazza di nome Vulvia. La Clit e la Vulvia si sono conosciute in tenera età a un concerto di due cantanti oramai dimenticate. La colonna sonora del loro acerbo amore è stata: “Siamo donneee, oltre le gambe c’è dipiùùùùù!!!”. Forse qualcuno di voi se la ricorda ancora. Quando Clit teneva per mano Vulvia, sentiva  il cuore che le scoppiava e la stringeva forte forte a sé. Vulvia la guardava con gli occhi languidi e sentiva tutto il suo essere sciogliersi di tenerezza. Le due ragazze, allora minorenni, vivevano ancora con i genitori. Un giorno, si appartarono nella camera di Vulvia e cominciarono a scambiarsi effusioni sotto il poster di una donna tettutissima e leggermente strabica. Il loro amore era travolgente. Clit era molto focosa e le sue labbra non smettevano di pulsare alla ricerca della sua Vulvia. Mentre Clit accarezzava Vulvia, lei si sentiva travolgere dalla passione e dal più profondo del suo essere sentiva risvegliarsi un torrente di emozioni.  Le due ragazze non riuscivano più a controllarsi finché, a un certo punto, Clit prese a dimenarsi furiosamente sopra la sua amata, la quale non riusciva più a frenare le urla di piacere.  Erano totalmente intrecciate e avvinte come e più dell’edera. D’un tratto, la porta della camera si aprì. Proprio in quell’istante, Vulvia si mise a urlare come un’ossessa e dalla sua vulva zampillavano fiotti di liquido bianco, sembrava una fontana di Versailles a pieno regime. Dal corridoio, si sentì un grido soffocato, seguito subito dopo da un tonfo sordo. Le due ragazze, ormai placate e appagate si voltarono entrambe verso la porta: a terra c’era la madre di Vulvia, svenuta. 
Dopo poco Vulvia fu denunciata e costretta a subire la gogna mediatica e un processo per stupro.
Ecco alcuni stralci dal processo che  ha suscitato grande scalpore assurgendo a caso da giudicare in prospettiva  de jure condendo e sollecitando un ampio dibattito in parlamento:
– E ora, signori della corte, diamo la parola all’imputata. Signorina  Clit, prego, si accomodi. Dunque Lei è imputata in questo processo ha l'obbligo di dire tutta la verità e nient’altro’altro che la verità.
– Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
– Lei è accusata di stupro e violenza ai danni di Vulvia de Cunnus.
– Vostro onore, io amo Vulvia e lei ama me.
– Lei, signorina Clit, ha usato violenza contro la signorina Vulvia per mezzo della sua clitoride inducendola ad atti contro natura.
– Vulvia mi ha sempre detto che nessun pene era mai riuscito a darle così tanto piacere, è forse questo Vostro Onore che vi turba e sconcerta?
– Oltraggio alla corte!
Il processo è stato seguito in diretta nazionale su tutti i maggiori network. Dopo lungo dibattito in aula , la corte si è ritirata per emettere la scontata sentenza : ‘clitoridectomia’, cioè l’amputazione della clitoride. L’imputata è ancora detenuta nel carcere di Gishiri, una specie di Guantanamo per crimini sessuali. Un vasto movimento d’opinione popolare sta raccogliendo migliaia di firme affinché la ragazza venga rilasciata.
I fatti da me sopra descritti sono ovviamente frutto di fantasia ma si basano su esperienze dolorose e reali, vissute da migliaia di donne costrette per secoli ad reprimere e abiurare le proprie inclinazioni sessuali o semplicemente le proprie preferenze. Il controllo della sessualità, come diceva Foucault, è uno dei metodi principali che il potere esercita sui soggetti. L’isterizzazione del corpo e del desiderio femminile ne è un chiaro esempio. Tuttora una lesbica viene sprezzantemente definita un uomo mancato. No, la clitoride non è un piccolo pene, toglietevelo dalla testa, cari uomini. La clitoride non è che la punta di un iceberg, perché l’intumescenza della donna avviene tutta all’interno e non si vede.
Per la cronaca : ancora nel Novecento i medici americani erano disposti a praticare persino l'infibulazione per impedire alle femmine di masturbarsi. Negli Stati Uniti, l’ultima clitoridectomia per “curare” la masturbazione risale al 1948, su una bambina di cinque anni.
Si stima che ogni anno nel mondo tre milioni di bambine vengano sottoposte a escissione, clitoridectomia e infibulazione. Le mutilazioni genitali femminili sono maggiormente diffuse in alcune aree dell'Africa e parzialmente diffuse nel Sud-Est asiatico e nel Medio Oriente.

Bea Ary

11 commenti:

  1. Dell'infibuulazione non se ne parlerà mai abbastanza....
    GD

    RispondiElimina
  2. Bea!
    avevo invitato io a scrivere qualcosa sul(la) clitoride e, da un argomento che poteva essere puramente ironico, hai colto un'occasione per ricordare e far riflettere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sì, molto ben scritto con la giusta ironia e la giusta informazione

      Elimina
  3. Argomento importante,
    parlarne e informare dev esser fatto.
    Bea, ma realmente, dal nostro comodo salotto
    come potremmo intervenire su questo e altri
    problemi!?
    Casualmente ho vecchi conteggi di telethon
    per la sclerosi multipla, appena crepa maurizio costanzo li metto in rete.
    Non credo nelle sigle ITALIANE che si adoperano
    nel mondo.
    L' unica cosa in cui credo è il volontariato diretto.
    il resto è fuffa.
    Accetto le idee Bernard Kouchner,ma anche medici senza frontiere viene boicottata.
    Iniziare a essere civili nel piccolo è un gran passo, iniziare dal nostro vicino.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La penso troppo come te! E l'ho toccato anche io con mano, Parole parole parole ma alla fine non gliene frega un cazzo di niente a nessuno

      Elimina
  4. molto bella l'idea della storia d'amore tra Clit e Vulvia e poi il processo. brava Bea, hai reso bene l'idea della libertà limitata dai pregiudizi e dalla violenza.

    RispondiElimina
  5. Grazie a tutti.
    Il corpo non mente.
    Le parole possono solo accerchiare il silenzio e farlo gridare più forte.

    RispondiElimina
  6. Ciao, potrei avere l'email del webmaster?
    Mi potete scrivere all'indirizzo matteogreco6@gmail.com
    Grazie

    RispondiElimina