A tutti gli alunni, quelli vecchi e nuovi, e a tutti coloro che sono venuti a trovarci quest'anno per leggere i nostri temi o anche solo per un errore di digitazione...
TANTISSIMI AUGURI!
per un 2013 ricco di temi e amici.
La Maestra
Arrivare sino al bordo del marciapiede tutto sommato è stato facile, ma adesso?
Io queste domeniche senza cuore le butterei tutte nel cassonetto della differenziata, quello con la scritta alluminio. Che sarebbe bello trasformare le domeniche in caffettiere grandi e lucenti. Che mi sembrano senza cuore queste domeniche col sole e con le nuvole sparse, e le commesse dentro ai negozi con le mani impegnate a chiudere pacchetti più o meno grandi. Io, in queste domeniche di commesse chiuse nei negozi con l'eyeliner che disegnano occhi stanchi, prenderei un cuore di bue e lo alzerei contro il cielo e glielo direi a queste domeniche secondine: "se non hai un cuore, domenica malvagia, tieni questo che è grosso e ancora pulsante e libera le commesse dalle loro vetrine con le luci accese anche di giorno, che tanto non ci servono a noi le tue vetrine invitanti".
Federico non sapeva stare seduto tranquillo. Un disastro alla detta di tutti. Le strade di Roma erano una grossa balena sventrata.
Nessuno in tutto l’ufficio la sopporta: è una stronza.
Lo so, da quando sono mamma sono diventata contemporaneamente e noiosamente figliocentrica. Dal verduriere: "Buongiorno, può darmi un kg di zucca? Sa, mio figlio l'adora"
Non avevo dubbi, il regalo di laurea doveva essere un cucciolo, cane o gatto era lo stesso. Scegliere tra questi animali era come chiedere se volevo più bene alla mamma o al papà. Due caratteri diversi, ognuno amato per motivi diversi.Mamma si era rassegnata e dopo una riunione di famiglia si era deciso per il gatto: meno impegnativo.
Quando bussano alla porta,
l’intera famiglia si dispone in ordine di altezza (che poi è pure l’ordine di
età): a sinistra Michele, il capofamiglia, e accanto a lui prima la moglie,
Rosaria (rinominata Sara o Saruzza per le amiche più in confidenza), e poi i
due figli Calogero e Maria Rita, immobili proprio come gli aveva consigliato la
madre – Sentite qua – aveva detto - stanno arrivando gli zii dall’America, la
sorella di papà, Giovanna, e suo marito Santino, mi raccomando a come vi
comportate che vi gonfio di legnate – e aveva accompagnato l’ultima parola con
il gesto delle mani che tengono una palla, e i figli avevano annuito senza
parlare. Bussano nuovamente alla porta, sono sicuramente loro, e Rosaria dà
un’ultima occhiata all’intera famiglia per assicurarsi che tutto sia a posto,
poi apre con un sorriso che sembra che i denti in bocca si siano moltiplicati,
danno l’impressione di essere cinquanta, forse addirittura sessanta, e tutti
lucidissimi – che il giorno prima era andata dall'igienista dentale per una
pulizia completa.
Ho
letto da qualche parte che un tempo, prima dell’avvento dei
computer, dentro tutte le macchinette automatiche c’era un piccolo
spazio vuoto, e in questo spazio, tipo una cabina, c’era sempre un
omino che manovrava i comandi per farle funzionare. Era una prassi
comune, per gli uomini e le donne piccoli di statura, con le membra
abbastanza minute, più raramente anche i bambini. Essi
venivano ingaggiati dalle società che producevano, che so,
distributori automatici per merendine, e stavano per tutto il giorno
lì dentro le macchine distributrici, a distribuire merendine
agli studenti. Nessuno li vedeva, a causa di una parete specchiata,
ma tutti sapevano che la carta moneta era ritirata da un omino, che
poi faceva ruzzolare la merendina lungo il tubo di plastica e alla
fine, dopo aver contato bene, ti dava il resto. Anche dentro gli
apparecchi televisivi, per il cambio del canale o la regolazione del
volume e del colore, i nani trovavano impiego sicuro e duraturo,
oppure all’interno dei robot da cucina, per tagliare gli ortaggi in
fettine tutte dello stesso spessore, o le patatine a bastoncini
perfetti.